Tra maggio e giugno 1972 una troupe guidata da Michelangelo Antonioni percorre migliaia di chilometri, visita palazzi, fabbriche, campagne, metropoli, sedi di partito, ospedali per raccontare il continente del socialismo realizzato. Trasmesso in bianco e nero dalla Rai nel 1972, replicato a colori nel 1979 e poi scomparso, mostrato soltanto a pochi appassionati nei festival e nelle rassegne specializzate, Chung Kuo – Cina viene pubblicato qui per la prima volta. Alla sinistra di quegli anni la Cina di Antonioni, così diversa dall’iconografia ufficiale maoista, non piace per nulla. E il regista si guadagna, dal “Quotidiano del Popolo” di Pechino, la scomunica per “ostilità verso il popolo cinese”. Ma il film propone un punto di vista unico e straordinario; è un racconto domestico e interiore, un documento ancora oggi insuperato sulla Cina, le sue tradizioni e la sua spinta verso il futuro. Negli extra intervista esclusiva a Marco Bellocchio. Con il libro La sindrome cinese, testi di Moravia, Parise, Rampini, Terzani e interventi di Maraini e Vattimo...