Terzo album per Jai Uttal che intraprende un nuovo viaggio trans-culturale tra santi e mendicanti, un tributo alla world music fusion del nord dell'India che miscela il funk urbano ai ritmi tradizionali del subcontinente, suggestive parti vocali a trance dance e seducenti momenti meditativi a leggerezza e grazia dei ricchi arrangiamenti. Una perfetta alchimia di jazz, tradizione e ritmo. Imperdibile.

Chi non ha ballato come un matto ascoltando Jai Uttal? "Shiva Station", mixato dal magico talento di Bill Laswell, prosegue nel percorso già intrapreso miscelando ritmi e melodie indiane all'improvvisazione jazz ed includendo talvolta beats trance dance e sonorità di evocativi strumenti acustici per dar vita al suo speciale stile musicale che sta a metà strada tra etno-jazz e world fusion. Un CD da collezione.

Nato negli Stati Uniti da immigrati arabi e latini, Sultan32 rappresenta l'identità umana in costante metamorfosi in un'era transnazionale ed è il dj responsabile dei memorabili GlobeSonic parties a New York ed in giro per il mondo oltre ad essere la mastermind dietro la realizzazione di questa straordinaria selezione di sonorità di domani. "Earth n Bass" è un invito ad alzare il volume ed iniziare un viaggio attraverso il globo, per scoprire cosa ci riserva, musicalmente, il futuro. Con remix rari e/o inediti di Manu Chao, Bebel Gilberto (remixato da Peter Kruder), Gigi (remix di Bill Laswell), Tarika (prodotti da Transglobal Underground), Mohammed Abdel Wahab, Mighty Junn, Ex-Centric Sound System, Karsh Kale, Momo, Kalahari Bushmen, Temple of Sound, Krishna Das e dello stesso Sultan32.

Nato a cresciuto in Uganda e di etnia Baganda, Samite ha imparato a suonare il flauto da bambino grazie agli insegnamenti del nonno. Samite è anche uno dei più rispettati compositori ugandesi e virtuoso interprete di kalimba (pianoforte a dita) e litungu (arpa keniana a sette corde): le sue musiche trasmettono un'energia quasi trascendente incantando con le armonie ipnotiche della kalimba e del flauto che, affiancate da coinvolgenti parti vocali, si distendono su un tappeto di trainanti percussioni. Samite avvolge la sua calda voce su meravigliose armonie accarezzate dall'arpeggio della kalimba che sembrano provenire direttamente dalle grandi pianure ugandesi: le sue melodie comunicano al di là di qualsiasi barriera di linguaggio qualcosa che è intimo e che fa parte del mondo emozionale più profondo. "Tunula Eno" è una bellissima celebrazione musicale di tutto ciò che ci rende umani: amore, perdita, resistenza, speranza.

una raccolta dei migliori musicisti dedicati alla world trance, la magica ed ipnotica miscela di ritmi e sonorità tradizionali strizzate dall'elettronica ed infarcite di campionamenti. Le dinamiche musiche di "Elevation" rilassano ma non sono necessariamente calme: le registrazioni ci conducono in posti lontani per scoprire e farci coinvolgere da affascinanti melodie e ritmi millenari. Con Tulku, Spirit Nation, Vieux Diop, Tarika, Jai Uttal, Walela, Little Wolf, Krishna Das, Ali Akbar Khan, M Path e Baghavan Das.

Nato in Bangladesh nel 1922, Ali Akbar Khan fa risalire le sue tradizioni ancestrali fino al XVI secolo alla corte dell'imperatore Akbar: figlio del grandissimo Alauddin Khan da cui ha appreso lo stile unico di tradizione familiare, Ali Akbar è stato il primo musicista a portare la musica classica indiana sui palcoscenici di America, Europa, Africa ed Australia ed è senza dubbio uno dei più grandi musicisti indiani e del mondo intero. Contemporaneo (è suo cognato) di Ravi Shankar, Ali Akbar Khan è persino considerato un interprete più intenso e virtuoso di quest'ultimo. Il geniale compositore ed inteprete con "Journey" combina il suo sarod, affiancato dalla strumentazione classica indiana (tabla, sitar, tanpura, swaramandala), con strumenti occidentali come violoncello, violino, fagotto ed oboe per ottenere dei preziosi tesori acustici che miscelano meravigliosamente le tradizioni musicali classiche di oriente ed occidente creando profonde musiche di incantevole bellezza.

Avventurieri spirituali, guerrieri ascetici, mistici devoti, ribelli occulti o monaci filosofi, i sadhu indiani sono vagabondi dello spirito che abbandonano i legami terreni alla ricerca di più elevati valori di vita: normalmente la parola sadhu ha spesso connotazioni mistiche e viene usata per quelle persone che hanno fatto della contemplazione il loro modo di essere. Gardner Cole, polistrumentista e luce guida del progetto MPath, è sotto diversi aspetti un sadhu del mondo della musica: il suo percorso artistico lo ha portato dallo street-funk di Detroit al top-of-the-pops che delicatamente miscela loops, campionamenti di registrazioni di musiche folk qawwali, hindu e del Punjab e quel tocco di elettronica che rende "Wanderer" uno dei migliori album dedicati alla fusione delle tradizioni musicali del subcontinente indiano con le sonorità del XXI secolo.

La storia di Hassan Hakmoun ha inizio più di 500 anni fa con la nascita in Marocco della musica gnawa, una forma cha ha radici profonde nel misticismo islamico e nei ritmi dell'Africa occidentale, terra d'origine di questa etnia discendente da Bilal al-Habashi, l'etiope che fu il primo muezzin del profeta Maometto, tradotta in schiavitù dai mercanti marocchini. Le cerimonie trance gnawa chiamate derdeba possono durare un'intera notte durante la quale gli spiriti del male che si crede si siano impossessati di alcune persone, vengono esorcizzati dal suono e dal canto ipnotico dei musicisti: una forma musicale che si avvicina a quella del qawwali pakistano, del kirtan indiano, delle cerimonie del peyote dei Nativi americani, della santeria afro-cubana e del candomble afro-brasiliano...

Il sesto disco di questa raccolta presenta ancora una volta le sonorità di artisti provenienti dai cinque continenti insieme alle loro tradizioni musicali, ad una miriade di idiomi ed a una bella fetta di tecnologia: si spazia dalla street beat fusion indiana di Nitin Sawhney alla trance siciliana degli Agricantus, dal canto sciamanico di Sainkho Namtchylak alle melodie mediorientali di Omar Faruk Tekbilek, dal qawwali di Nusrat Fateh Ali Khan alla miscela di dub, elettronica e spirito africano del vocalista del Mali Issa Bagayogo, per scoprire voci e strumenti sconosciuti e muovere i piedi su ritmi inediti...