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HUNGARIAN MUSIC FROM TRANSYLVANIA FOLK TRADITIONS FROM GYIMES AND THE GREAT PLAIN
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€ 17.00
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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
"Hungary - Hungarian Music from Transylvania / Folk Traditions from Gyimes and the Great Plain" propone le tradizioni musicali folk di due regioni della Transylvania, territorio una volta facente parte dell'Ungheria, oggi invece rumeno. Il primo gruppo, proveniente dai Carpazi orientali, è composto da Janos Zerkula che suona il violino insieme a sua moglie Regina Fikó all'utogardon, uno strumento simile al violoncello che serve a dare il ritmo ai ballerini. Il secondo, Magyarzovat Taraf è un gruppo gypsy originario della regione della pianura pannonica, nella parte centrale della Transylvania, composto da due violini, due viole, un basso ed un'anziana cantante. I testi dei brani interpretati da questi artisti gypsy sono improvvisati su antiche melodie ungheresi e generalmente esprimono lo stato d'animo del cantante. Le canzoni alternano alla musica grida di gioia e frammenti di poesie di autori classici ungheresi che diventano parte integrante del brano. La musica offerta in questo straordinario album di casa Inedit è molto diversa da quella che viene comunemente ed erroneamente definita musica popolare ungherese: spesso la musica magiara viene infatti confusa con quella suonata dai gypsy...
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MUSIC OF THE ABBASID ERA THE LEGACY OF SAFIY A-D-DIN AL-URMAWI
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€ 17.00
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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
La tradizione musicale classica dell'oriente arabo si è formata durante i primi tre secoli dell'Islam, tra Medina (capitale dei primi quattro califfi 632-661), Damasco (capitale della dinastia Umayyad 661-750) e Baghdad (capitale della dinastia Abbasid 750-1258). La musica del periodo Abbasid è caratterizzata dall'uso del liuto oud che sembra essere una sintesi tra il liuto barbat della dinastia Sassanid ed il popolare mizhar. Questo strumento è composto da una grande cassa armonica a forma di mandorla, un manico stretto e corto marcato da sbarrette trasversali e quattro corde. In "Lebanon - Music of the Abbasid Era / The Legacy of Safiy a-d-Din al-Urmawi", il violinista e musicologo Nidaa Abou Mrad ed il suo ensemble dell'università Antonine (Libano) ha riportato in vita gli ultimi brani scritti di Safiy a-d-Din al-Urmawi (1294), uno dei più raffinati studiosi ed interpreti della musica del periodo Abbasid. La figura di Safiy a-d-Din al-Urmawi (1294) e la sua eredità occupano uno spazio importante nella storia della tradizione musicale classica dell'oriente arabo, persiano e turco: egli fu un famoso teorico musicale, capo dei copisti incaricati di trascrivere brani musicali, nonchè primo cantante per al-Musta'sim (1243-1258), l'ultimo califfo della dinastia Abbasid...
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BANGLADESH - RITUAL MOUTH-ORGANS OF THE MURUNG
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€ 17.00
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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
I Murung sono una popolazione tibetano-birmana che vive nella regione pianeggiante di Chittagong Hill Tracts, sul confine tra Bangladesh e Birmania (Myanmar). Popolo seminomade di agricoltori e cacciatori, i Murung vivono in piccole comunità composte da 15 o 20 case, con un capo villaggio chiamato karbari. La religione di questa popolazione è basata su un grande pantheon di divinità senza nome legate a piante ed animali. Uno dei principali miti Murung racconta la storia di una mucca incaricata da Turai, il dio supremo, di consegnare al suo popolo alcune pergamene sacre. L'animale che portava le sacre carte in bocca, anziché consegnarle al destinatario, come avrebbe dovuto fare, le mangiò: per questo motivo l'animale venne consegnato al popolo Murung che, ogni anno, rinnova il rituale sacrificandone una. Questo atto sacrificale, conosciuto con il nome di sachiacum, viene compiuto con l'accompagnamento musicale caratterizzato dalle melodie del plung, la tradizionale armonica a bocca. "Bangladesh - Ritual Mouth-Organs of the Murung" propone le melodie di ben 11 plung. La musica per orchestre di plung consiste in brani caratterizzati dalla regolare alternanza di due parti: una sequenza in ritmo libero ed una basata sulla ripetizione. Pur essendo costruita sulla ripetizione, la musica del popolo Murung non risulta essere assolutamente monotona: l'effetto finale è una sorta di melodiosa onda sonora che ipnotizza con la sua bellezza. "Bangladesh - Ritual Mouth-Organs of the Murung" è reso ancora più prezioso da un libretto con esaustive informazioni sul popolo Murung e le sue tradizioni musicali.
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ETHIOPIA - LOVE SONGS
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€ 17.00
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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
L'Etiopia (anticamente Abissinia) è uno stato dell'Africa orientale che vanta un'identità plurimillenaria; la sua lingua ufficiale è l'amarico, anche se nella regione convivono numerose etnie e di conseguenza le lingue parlate sono tante. Anche dal punto di vista religioso il quadro etiope è molto variegato: oggi un terzo della popolazione è composta da cristiani che vivono nella regione centro-settentrinale del paese, la parte meridionale è occupata dalle tribù Galla, le frontiere occidentali sono popolate dagli Shanqella, mentre la zona orientale è abitata da popolazioni musulmane. Le tradizioni musicali etiopi riflettono questa colorata moltitudine di culture, offrendo molte tradizioni che tendono ad influenzarsi a vicenda. "Ethiopia - Love Songs" propone brani che cantano la bellezza delle donne e dei paesaggi etiopi, l'amore e la nostalgia per l'amata, ispirandosi all'antica musica amarica ed alla poesia dei menestrelli chiamati azmari. Questi artisti di corte erano i promotori di una poesia semplice, cantata servendosi dell'accompagnamento di strumenti tradizionali come la lira baganna ed il liuto masinqo.
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SOUTHERN INDIA - NAGASWARAM IN THE CARNATIC TRADITION
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€ 17.00
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Novità |
La musica in India è considerata una ricerca spirituale attraverso il suono che conduce l'uomo al di là del materialismo della vita, in una condizione di suprema unione con la divinità. Il bhakti, una corrente di pensiero mistico, ha giocato un ruolo decisivo nella vita artistica dell'India del sud, specialmente durante gli anni d'oro (1650-1850) della musica carnatica (musica classica dell'India meridionale). Il bhakti non è una corrente di pensiero politeista ma piuttosto monoteista, coinvolgendo però una pluralità di forme. La musica di queste terre, una incantevole alchimia di suoni, pur essendo una meditazione sulla divinità, è gioiosa ed estroversa. La tradizione carnatica unisce improvvisazione e composizione con grande maestria: nel contesto devozionale, l'interpretazione del brano deve avvicinarsi il più possibile all'intenzione con cui esso è stato composto. La quintessenza dell'improvvisazione risiede nella spontaneità dell'espressione: un vero interprete non si limita a riprodurre il testo, ma tramite il proprio talento riscopre lo spirito che sta alla base del pezzo. "South India - Nagaswaram in the Carnatic Tradition" offre brani che appartengono a varie categorie di composizione ed improvvisazione della tradizione carnatica, composti dai tre più importanti compositori di questa tradizione, riveriti come veri e propri santi: Arunagirinathar, Tyagaraja e Swati Tirunal.
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SUFI CHANTING FROM SYRIA - DHIKR QADIRI KHALWATI OF THE ZAWIYA HILALIYA, ALEPPO
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€ 17.00
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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
Il sufismo è una corrente islamica, un sentiero d'iniziazione riservato a coloro che sono pronti a rinunciare al mondo oggettivo per avvicinarsi alla verità suprema della Divinità. Nella pratica, questo percorso contemplativo è basato sul dhikr, una cerimonia estatica in cui, attraverso l'invocazione e la preghiera, il fedele raggiunge Dio. Il dhikr che consiste nella ripetizione incessante del nome supremo, Allah, e di alcune qualità che gli vengono attribuite, viene recitato attraverso tecniche che coinvolgono la respirazione ed alcuni particolari movimenti del corpo che inducono uno stato di trance. Fondata nel 1860 ad Aleppo, città della Siria settentrinale, la confraternita Zawiya Hilaliya appartiene alla corrente khalwati dell'ordine di Qadiriyya, nato attorno al secolo XI. "Sufi Chanting from Syria - Dhikr Qadiri Khalwati of the Zawiya Hilaliya, Aleppo" contiene alcune meravigliose preghiere e toccanti canti registrati in un concerto tenutosi presso la Maison des Cultures du Monde nel 2001 come parte del quinto Festival de l'Imaginaire.
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