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A ricordarci che il Dracula cinematografico più famoso del mondo è ancora vivo e in piena attività ci pensa il compositore americano Philip Glass, storico propugnatore della tendenza minimalista in musica, che ha da poco realizzato la prima colonna sonora originale di una pellicola rimasta nella memoria di tutti gli appassionati di cinema per la sua indubitabile forza evocativa. Il Dracula prodotto dalla Universal Pictures nel 1931 e affidato alla regia di Tod Browning è in effetti il più popolare degli adattamenti cinematografici del racconto di Bram Stoker che narra le lugubri avventure del conte-vampiro. Negli anni che seguirono da vicino l'invenzione del sonoro, la tecnologia a disposizione dei registi era ancora molto limitata, e così il film uscì senza musica e con effetti sonori ridotti al minimo: sotto il profilo del suono, tutto il potere di fascinazione e di presa sul pubblico del grande schermo venne affidato da Browning al leggendario e straniante accento ungherese di Lugosi nei panni del tenebroso Principe di Transilvania. A quella voce e quella presenza ora viene ad aggiungersi la bellissima partitura che Glass, a distanza di quasi settanta anni, ha concepito per il film con la complicità di uno degli ensemble più straordinari ed eclettici che la musica del nostro tempo abbia conosciuto, il quartetto d'archi Kronos, guidato dal violinista David Harrington, il cui repertorio spazia da Shostakovich a Jimi Hendrix, passando per Frank Zappa. La musica di Philip Glass e il suono del Kronos aggiungono effettivamente una profondità insolita alla gloriosa pellicola, che per l'occasione è stata meravigliosamente restaurata dalla Universal Family and Home Entertainment Productions con l'intenzione di inserirla nella sua fortunata collezione di home video intitolata Classic Monsters. Lo stesso Glass - statunitense di Baltimora, classe 1937 - ha commentato così la sua scelta di coinvolgere il Kronos Quartet in questa sua nuova fatica: "Questo film è in realtà un classico nel suo genere, e ritenevo dunque che la colonna sonora dovesse richiamare atmosfere in grado di trasportare lo spettatore indietro nel tempo. Volevo inoltre evitare di ricorrere ai soliti effetti musicali che si usano nei film dell'orrore. Di qui la scelta di usare un quartetto d'archi."
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