NON DIRE LA TUA, FAI LA TUA PARTE
di Maurizio Di Gregorio
INFODEMIA, IL VIRUS DELLA CONFUSIONE
Accanto alla pandemia di Coronavirus abbiamo assistito alla diffusione di un altro virus, il virus della confusione e della disinformazione, una vera e propria INFODEMIA veicolata dai media mainstream ma anche dai media alternativi e dilagante sui social. Dalla metà di marzo l’epidemia in norditalia era già fuori controllo. Forse si dovevano chiudere tutte le attività lavorative già da allora. E bloccare tutti gli spostamenti e i mezzi di trasporto. Esattamente come fatto dai Cinesi nel Wubei. La situazione già diceva FERMATEVI. La Confindustria Lombarda e la Regione Lombardia si erano opposte all'ipotesi di chiusura e qualche giorno prima anche Lega e ForzaItalia. Forse il Governo avrebbe dovuto essere più sicuro di sé nel suo difficile compito e mediare di meno tra le varie posizioni.
Negli stessi giorni le notizie più disparate e contraddittorie si rincorrevano nei notiziari e sui giornali: oggi è più facile affermare che quasi nessuno riusciva a comprendere la situazione e l’insidiosità di un virus semisconosciuto mentre tanti pseudo-esperti parlavano a vanvera. Sopra le migliaia di stupidaggini circolate si è elevata, per lucidità, chiarezza e grandi capacità sia analitiche che predittive l’analisi di Tomas Puejo, un 33enne che ha surclassato governi, servizi segreti, scienziati e giornalisti in tutto il mondo. Qui i suoi articoli illuminanti.
A parte le squalificanti dichiarazioni in Tv di un Burioni che negava sia la pericolosità che l’esistenza di un epidemia in corso, vi ricordate quante informazioni diverse e contraddittorie sono state date sin dall’inizio della vicenda e quanto male questa confusione informativa ha fatto alla vita della gente? Prendiamo per esempio quanto raccontato sui criteri di precauzione:
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DISTANZIAMENTO: sembrava bastasse un metro, poi gradualmente è emerso che forse 2 metri era la distanza minima da mantenere e che in molte circostanza la contagiosità permanesse sino a 4-5 metri di distanza e nel caso delle zone inquinate in cui le polveri sottili veicolano il virus sino a 10-15 metri.
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ZONE INQUINATE: nessuno che abbia avuto il coraggio di affermare che nelle aree più inquinate (in tutta la Padania, ad esempio) una maggiore diffusione del contagio era molto probabile, E questo non solo per la peggiore situazione degli apparati respiratori dei loro abitanti ma anche per la capacità peculiare delle particelle sottili di veicolare maggiormamnente il virus. Nonostante già a partire dalla Sar-s e dalla Mer-s fossereo stati condotti molti eloquenti studi in proposito.
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SICUREZZA MERCI E OGGETTI: all’inizio ci era stato detto che merci e oggetti erano esenti da virus. Poi è emerso con maggior chiarezza che il virus poteva restare vitale ed aggressivo sia nell’aria per alcune ore, che su carta e catone sino a 24 ore, sui metalli sino a 48 ore e sulle plastiche sino a 72 ore (con alcune punte di 120 ore per alcune plastiche morbide e siliconati)
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TAMPONI, TEST, INCUBAZIONE, IMMUNITA’, RECIDIVE : i tamponi possono essere falsi positivi o falsi negativi ovvero per dare sicurezza andrebbero ripetuti in un arco di tempo sul soggetto ugualmente si faceva conto che l’incubazione del virus fosse di 4-6 giorni ma poi si è compreso che vi erano anche molti casi in cui l’incubazione si protraesse per più di un mese. Con la conseguente maggiore infettività. Ma si è dato per scontato che una quarantena di 15 giorni potesse bastare tranne verificare la persistenza di cariche virali oltre le 2-3 settimane. Si è parlato di immunità dei guariti ma poi è emerso che era non sicura al 100% e non si può sapere per quanto tempo dura, abbiamo ricevuto continue assicurazioni sulla scarsa probabilità di riprenderla sino alle più recenti notizie di recidive…
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CANI E GATTI. Sin dall’inizio si è escluso che potesse passare agli animali domestici e da loro agli umani sino ai casi emersi dei cani e gatti contagiati (in Cina e in Belgio). Come non ipotizzare che possa essere stato trasmesso in qualche altro caso (in tutto il mondo) su cani gatti, uccelli e altri animali domestici? e da lì tornare agli umani? Non sarebbe valsa la pena di segnalare cautela anche in questi ambiti? Alla fine l’Oms, dopo molto tempo, si è decisa per una raccomandazione cautelare a questo proposito.
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DISINFESTAZIONE ci hanno detto all’inizio che non occorreva in quanto il contagio avveniva solo da persona a persona, dopo con il panico dell’epidemia fuori controllo e con la visione dei video cinesi in cui loro provvedevano a disinfestare tutto, (alberi compresi) si è iniziata a consigliare o prescrivere la disinfestazione di ambienti e locali – che tuttora non viene eseguita dappertutto o regolarmente..
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MASCHERINE identicamente ci hanno detto, non sappiamo quante volte, che le mascherine erano facoltative e poco sicure ed ora invece stanno divenendo invece fortemente raccomandate od obbligatorie in varie parti del mondo. Forse perché prima non erano disponibili per tutti e si è voluta nascondere la grave impreparazione del sistema sanitario e statale
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Anche sulla DEFINIZIONE DEI VIRUS, del suo comportamento e delle sue capacità abbiamo dovuto sorbirci idee e visioni molto differenti: alla fine queste riescono ad essere convincenti tutte insieme, in quanto in sostanza la scienza non conosce bene i virus e non li controlla, tantomeno quando sono, come questo coronavirus, definiti “ubiquitari ed opportunisti”
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MORTALITA’ E LETALITA’ anche questa non ancora chiara e siamo andati dalla presuponenza di chi riteneva si infettassero e morissero solo anziani con gravi patologie ad un allarme generalizzato che non risparmia alcun genere o classe dì età. Anche I numeri ufficiali dell’epidemia non sono reali e generalmente sono sottostimati, di più sono i morti non censiti dai sistemi sanitari o i contagiati che non hanno sviluppato la malattia. I dati forniti sono da considerare quindi solo come indicativi. (Solo ieri infine arriva la conferma con i dati Istat reali e aggiornati a fine marzo con l’indicazione del raddoppio dei morti in tutta la Lombardia, la quadruplicazione a Bergamo e la decuplicazione in altri 33 comuni)
Un disastro informativo totale. L’approssimazione, talvolta la falsità e assai di frequente la contraddittorietà di gran parte dell’informazione: - virologi, scienziati, medici, politici, giornalisti ognuno a disquisire presuntuosamente e con arroganza – squalificano la veridicità dell’informazione pubblica e privata, scientifica e giornalistica e imporrebbero, già in quanto tali, un reset della comunicazione contemporanea perlomeno per inadeguatezza e inaffidabilità primaria.
L’INFODEMIA del mainstream ha coperto ed aggravato la Pandemia in corso, volutamente o meno, non è dato sapere.
Ma questa in sé, non è una novità: l’incompetenza, la faziosità, la corruzione dell’informazione ufficiale da molti decenni genera confusione e incoscienza aggravando la cultura, l’economia e la società delle nostre cosiddette democrazie.
Potremmo affermare, in sintesi, che l’informazione corrotta, come la politica e la cultura corrotta,sono inquinanti tossici della vita sociale, del sistema statale, ne compromettono la sicurezza e ne falsificano il senso producendo distrazione, confusione ed ipnosi di massa.
Insopportabile che ciò avvenga con indifferenza o danno per le vite altrui, siano quelle dei contagiati che di medici e infermieri, spesso mandati allo sbaraglio. Ma anche questa non è una novità: avviene per tutto.
Ci possiamo intanto consolare con la bassa mortalità (finora) complessiva del virus. Nel frattempo occorre difendersi anche da una frangia di negazionisti che cerca di dire e illudere che il virus non esiste o non fa nulla. Così è se vi pare...
Meglio difendersi usando cautele ed attenzioni ad ogni tipo di contatto ma sopratutto proteggere se stessi attivando il proprio sistema immunitario e conservando lucidità.
Oltre che stareincasa conviene stareallalarga da contatti negativi siano essi fisici o mentali.
In conclusione
questa epidemia non è gravissima ma è insidiosa
non è una semplice influenza ma è insidiosa.
Restare lucidi, in casi come questi, significa evitare la dis-percezione operata da chi la sopravvaluta e da chi la sottovaluta.
In questo momento si tratta di uscire da una situazione d'emergenza, poi sarà il momento giusto per cercare di comprenderne le cause. Conservando la lucidità possiamo fare da noi stessi un piccolo miracolo: non perdere la calma, rilassarsi e mantenere il distacco possibile, non ignorare la realtà ma affrontare e superare le paure, concentrarsi su idee e emozioni positive ed apprezzare intanto la vita che abbiamo - come rimarcano gli psicologi e gli insegnamenti spirituali - e intanto fare quello che si può.
Che gli uccelli dell'ansia e della preoccupazione volino sulla vostra testa, non potete impedirlo.
Potete però evitare che vi costruiscano il nido. (Proverbio Indiano)
Stare a casa non basta, occorre anche stare alla larga, ma occorre comprendere bene da che cosa.
AFFRONTARE LA PANDEMIA CON LUCIDITA’
Nessuno di noi può sapere realmente come andrà questa pandemia e se anche noi svilupperemo l'infezione virale.
Ma possiamo decidere come essere responsabili davanti alla situazione e fare la nostra parte.
Comprendo che è difficile restare lucidi davanti ad una realtà difficile. La mente, in un attimo, ci porta a distorcere la percezione dei fatti o a modificarne la nostra interpretazione secondo i nostri schemi preferiti che è poi solo un altro modo di restare nella nostra bolla, nella cosiddetta zona di confort.
Questo è il motivo inconscio per cui spesso preferiamo una tesi o un'altra. Questo è il motivo per cui diamo credito a esperti, media o ai loro contestatori
Sicuramente la comunicazione mainstream non è molto credibile, ma questo non avviene solo per calcolo o per nascondere alcune cose ma anche perché non si sa ancora come affrontare e risolvere il problema.
Ma anche molti suoi contestatori non lo sono perché intenti a distorcere la realtà in favore delle proprie tesi personali.
Mentre la pandemia si diffonde nel mondo leggiamo quindi di molteplici tesi e complotti talvolta tra loro contraddittori, sino ad arrivare ad alcuni per i quali l'emergenza non esiste, forse neanche i morti o altro
…………..perché
1) è una cospirazione di quelli che vogliono vaccinare il mondo intero
2) è una cospirazione di quei poteri occulti che vogliono lo sterminio dell'umanità
3) è il risultato delle nuove antenne 5G
4) è un trucco di quelli che vogliono con una dittatura esercitare il controllo sull’umanità
5) è un'emergenza derivata dalla zoonosi causata dall’uomo e dagli allevamenti intensivi
6) covavamo già la malattia a livello sottile, il virus non esiste o è innocuo
7) Il virus è sfuggito ai laboratori che lo hanno creato
e via dicendo, tante possono essere le visioni o le interpretazioni ma tante sono anche le forzature psicologiche alla realtà che non sono mai innocenti o utili, in quanto sviano da una percezione flessibile e lucida di quanto avviene.
Certo vi sono dati e coincidenza più probabili di altri:
il laboratorio di Wuhan che fabbricava virus - l’iniziale diffusione del virus in alcune nazioni che non sono gradite ad alcuni americani l'inquinamento della pianura padana, le prime zone di diffusione dell'epidemia - la zoonosi e le conseguenze degli allevamenti intensivi) e che i morti sono di più dei conteggi ufficiali - ma dobbiamo riconoscere che non possiamo avere al momento alcuna certezza. E forse non la raggiungeremo mai.
Altri ancora se la prendono con il governo attuale e altri con i governi passati che hanno penalizzato la sanità pubblica. Per quanto sia il governo attuale che quelli passati non siano esenti da torti la situazione impone che si affronti la realtà non che ognuno sfoghi la propria emozionalità come preferisce
Diverso è restare lucidi, accogliere ogni argomento e lasciarlo in sospensione senza farsi sviare da pregiudizi o emozioni.
Converrebbe ascoltare ogni tesi con attenzione senza rifiutarla a priori o farsene sedurre. Il tempo ci sarà di aiuto a comprendere nessi e cause.
Evitiamo però gli stati di paura, i loro pensieri e le emozioni angoscianti, non permettiamo loro di condizionarci.
Esaminiamo ora brevemente le principali tesi complottiste:
I VACCINI
Sicuramente Bill Gates e le case farmaceutiche hanno un progetto per diffondere i vaccini a livello globale e poiché vi sono molti problemi e conseguenze negative risultanti dal loro uso, una soluzione per loro conveniente potrebbe essere proprio la diffusione di un virus sfuggente e indomabile, magari a ridota mortalità, che costringesse i diversi paesi a optare per vaccinazioni obbligatorie.
Questo risultato, secondo le tesi complottiste, sarebbe il primo passo di un piano più ampio per schedare, controllare e soggiogare l’intera umanità costringendo poi tutti a inserire nel proprio corpo dei microchip che oltre ad alcuni vantaggi superficiali permetterebbe poi un controllo totale sugli individui arrivando fino alla loro possibile disattivazione fisica (omicidio digitale a distanza).
Questo piano si sarebbe già manifestato spingendo l’Italia ed alcuni altri paesi politicamente deboli ad adottare 10 vaccinazioni obbligatorie simultanee e nelle campagne per la vaccinazione antinfluenzale pur essendo ogni anno il vaccino non totalmente sicuro ed efficace. (Queste vaccinazioni di massa all’oggi sono obbligatorie solo in Italia e qualche altro paese, quasi facessimo da cavie internazionali)
LO STERMINIO DELL’UMANITA’
Secondo questa allarmante tesi, vi sarebbero dei circoli aristocratici che suddividendo il mondo tra meritevoli e non, vorrebbero rimediare alla sovrappopolazione mondiale sterminandone una gran parte. Per non fare ricorso a strumenti sanguinari e difficili come le guerre convenzionali o atomiche, ci proverebbero per mezzo di inquinamenti, scie chimiche e virus. Se ne sa poco altro perché chi lo viene a sapere verrebbe fatto fuori.
LE ANTENNE 5G
Denunciate da molti come insicure o dannose per la salute umana e animale, di fatto il sistema di trasmissione dati sulle frequenze alte del 5G è stato già implementato in molte città. Tra esse Wuhan (che è un città ultramoderna con 11 milioni di abitanti) con 20.000 antenne e altre zone tra cui la Lombardia. Secondo questa tesi i virus sarebbero sostanzialmente entità inerti, stringhe di software biologico di solo RNA che si attiverebbe con impulsi elettromagnetici in cellule danneggiate dalle frequenze del 5G.
UNA DITTATURA PER CONTROLLARE L’UMANITA’
Questa è la tesi più articolata e complessa ma anche con i maggiori elementi di plausibilità, perlomeno in apparenza. La Massoneria che mantiene le redini dei paesi occidentali sarebbe spaccata in due schieramenti: uno reazionario ed uno progressista. Ognuno dei due schieramenti sarebbe composto da varie cordate.
La Massoneria Reazionaria riconosce il diritto di comando sull’umanità ad una ristretta schiera di Illuminati (e su questo aspetto alcuni sostengono trattasi di alieni in incognito tra noi), il resto del mondo può schiattare e non ha alcun diritto di autonomia e autodeterminazione se non quello di continuare ad essere ingannato e sostanzialmente schiavo. Il suo motto potrebbe essere: cane mangia cane.
Un parte di questa massoneria reazionaria sarebbe anche dedita a sacrifici umani rituali e di massa e praticherebbe complesse operazioni magiche su avvenimenti provocati a distanza per ottenere non solo i propri obiettivi specifici ma anche un ricarico energetico su un livello magico.
Definita Deep State in America, indica quindi non tanto i vari governi, quanto un livello occulto di potere composto da individui e famiglie perlopiù nell’ombra che controllerebbero finanza, petrolio, nucleare, sanità, armi e tante altre cose ancora in modi simili alle mafie. Esso sarebbe trasversale ai vari poteri degli Stati ed alle stesse multinazionali, comprendendone alcune ma non tutte, inibendo e falsificando la politica e l’informazione e ricorrendo per agire ai diversi servizi segreti che spesso sarebbero proprio la cinghia di trasmissione tra il Deep State e il potere ufficiale.
In questo caso la ricostruzione della vicenda virus sarebbe la seguente: a Wuhan viene aperto un laboratorio di livello 4 (il più pericoloso) per studiare virus e batteri che viene messo sotto il controllo dell’OMS. In questo laboratorio viene modificato un virus della famiglia coronavirus inserendo elementi di altri virus come Ebola e altri. Questo dato è pubblico ed illustrato anche attraverso trasmissioni televisive Rai (2015 e 2020 trasmissione Leonardo In Italia).
Poi accadono in sequenza alcuni fatti:
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Nell’ottobre 2019 a Wuhan si svolgono i giochi militari internazionali con la partecipazione di oltre 200 militari americani
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Già nel novembre 2019 si registrano casi sospetti di polmoniti anomale.
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Nel Gennaio 2020 si diffonde l’epidemia, dapprima In Cina, poi in Corea del Sud, poi in Iran e poi in Italia, guarda caso stati non proprio congeniali ad alcuni tipi di occidentali
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Da lì poi l’epidemia si diffonde in tutto il mondo ma prima che si diffonda troppo, in America o in Israele spunta qualcuno con la scoperta di un vaccino. ( Intanto qualcosa è successo considerando ad esempio che gli aiuti sono arrivati all’Italia dalla Cina, dalla Russia, da Cuba e non dai paesi anglosassoni)
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La vicenda è in atto e con i prossimi sviluppi emergeranno i dettagli di un piano articolato a livello mondiale che potranno chiarire gli obiettivi multipli del piano ordito segretamente.
Secondo questo complesso di tesi, gli stessi gruppi sarebbero nell’ombra, dietro ai fatti dell’ 11 Settembre, e di tutta la strategia delle tensione mediorientale con la complicità degli israeliani e di alcuni sauditi: l’invasione americana all’Irak, le infinite stragi nei mercati iracheni e pakistani, Al Queida prima e l’Isis dopo sino alla guerra in Siria etc etc. Con la complicità ad esempio di Erdogan.
Ma sarebbero dietro anche agli omicidi di Lincoln e di Kennedy in America, di Olof Palme in Svezia, alla diffusione delle droghe nei giovani occidentali, alla diffusione di movimenti divisivi nelle diverse nazioni occidentali, come anche dietro ad una coatta separazione politica nei paesi occidentali in destre e sinistre (strategie della tensione e della divisione).
E sarebbero dietro a tutti i misteri ed i guai del mondo contemporaneo, sia in occidente che altrove imponendo un segreto controllo mondiale che non accetta di essere messo in discussione.
Come afferma Miguel Benasayag:
Un’epidemia è il sogno del tiranno. Tutti diventano obbedienti per propria volontà
Vi sono parecchi libri, documentari televisivi, inchieste giornalistiche e materiali di vario tipo sulla rete web che illustrano queste tesi, con ricchezza estrema di dettagli.
Come che sia, la strategia dietro il Virus potrebbe essere quindi la costrizione ad esercitare un controllo generalizzato. Come scrive Charles Eisenstein, nel suo brillante saggio l’Incoronazione:
Le teorie (ve ne sono tante varianti) parlano di “Event 201” (promosso da Gates Foundation, CIA, etc. lo scorso Settembre), e di un Libro Bianco (documento ufficiale) della Rockefeller Foundation del 2010, che descrive uno scenario chiamato “Lockstep” (che più o meno significa “rispetto ferreo delle procedure”), i quali definiscono la risposta autoritaria ad un'ipotetica pandemia. Osservano che le infrastrutture, la tecnologia e la struttura legislativa di legge marziale sono state preparate per molti anni. Tutto ciò che serviva, sostengono, era un modo per farlo accettare al pubblico, ed è arrivato. Che i controlli attuali siano o no permanenti, è stato creato un precedente per:
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Il monitoraggio permanente degli spostamenti delle persone (a causa del coronavirus)
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La sospensione della libertà di assembramento (a causa del coronavirus)
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La sorveglianza militare dei civili (a causa del coronavirus)
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Detenzione indefinita, extragiudiziaria (a causa del coronavirus)
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La messa al bando del denaro liquido (a causa del coronavirus)
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La censura della Rete (per combattere la disinformazione, a causa del coronavirus)
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L'obbligo di vaccinazione e altri trattamenti medici, stabilendo la sovranità dello stato sui nostri corpi (a causa del coronavirus)
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La classificazione di attività e destinazioni in espressamente permesse ed espressamente proibite (puoi uscire di casa per questo, ma non per quello), eliminando la zona grigia di non-sorveglianza e non-giurisdizione. Questa totalità, è la vera essenza del totalitarismo. Pur necessaria ora, a causa di... beh, del coronavirus.
Come nota Eisenstein, sembrerebbe così eppure non abbiamo alcuna prova completa, chiara e definitiva di questo insieme ma tanti elementi complessi difficili da ricongiungere ad una sintesi interpretativa.
Certo che poi si vengono a sapere cose come queste:
Il Coronavirus cinese? Già ideato e scritto in un romanzo di quarant’anni fa. Sul web da ore non si parla d’altro, e anche con qualche imprecisione. Il libro thriller in questione è The eyes of darkness ed è stato pubblicato nel 1981 a firma di Dean Koontz, autore statunitense di numerosi bestseller. Le pagine originali di diverse copie cartacee stanno circolando online in foto con le sottolineature a pagina 333. “Wuhan-400 è un’arma letale (…) intorno al 2020 una grave polmonite si diffonderà in tutto il mondo (…) in grado di resistere a tutte le cure conosciute”, c’è scritto. Pochi paragrafi più sopra ed ecco l’origine del Wuhan-400 che ricorda paurosamente quello che sembra essere accaduto recentemente in Cina: “Uno scienziato cinese di nome Li Chen fuggì negli Stati Uniti, portando una copia su dischetto dell’arma biologica cinese più importante e pericolosa del decennio. La chiamano ‘Wuhan-400’ perché è stata sviluppata nei loro laboratori di RDNA vicino alla città di Wuhan ed era il quattrocentesimo ceppo vitale di microorganismi creato presso quel centro di ricerca”.
Le analogie sono sconcertanti, anche se, come segnalano diverse testate cinesi, la versione dell’81 del romanzo, inedito in Italia, ha subito una variazione fondamentale. In origine il virus non era il Wuhan-400 ma il “Gorki-400”, più in linea con l’epoca di piena guerra fredda tra Usa e Urss. Solo dal 1989 in avanti, segnala il South China Morning Post, allegando una copia più recente del 1996 della pagina in questione, il virus si è trasformato in “Wuhan-400”. (articolo di Il fatto quotidiano 21-2-20, ripreso anche da Repubblica, Corriere ed altri)
Per alcuni potrebbe essere solo una sinistra coincidenza, per altri il clichè di un evento complesso riprodotto a partire da una sua narrazione letteraria, artistica o giornalistica, secondo una metodologia massonica, la cui decifrazione ne rappresenterebbe anche lo schema segreto e ne costituirebbe la firma.
ZOONOSI CAUSATA DALL’UOMO E DALLE SUE ATTIVITA’
Questa è la tesi tecnicamente perfetta e preferita dagli autori e commentatori ambientalisti. Per i quali la diffusione di virus migrati da animali a umani non è che una conseguenza delle alterazioni degli ecosistemi causati dalle attività umane. Senz’altro ciò è vero o quantomeno molto molto probabile. Questo potrebbe però non essere tutto,
Otto anni fa, nel 2012, il divulgatore scientifico e autore David Quammen ha scritto nel suo libro Spillover (Adelphi, 2014), una storia dell’evoluzione delle epidemie, che la futura grande pandemia («the Next Big One») sarebbe stata causata da un virus zoonotico trasmesso da un animale selvatico, verosimilmente un pipistrello, e sarebbe venuto a contatto con l’uomo attraverso un «wet market» in Cina.
Così Quammen illustra il suo punto di vista:
Nei nostri ecosistemi si trovano molti tipi diversi di specie animali, piante, funghi, batteri e altre forme di diversità biologica, tutte creature cellulari. Un virus non è una creatura cellulare, è un tratto di materiale genetico all’interno di una capsula proteica e può riprodursi solo entrando all’interno di una creatura cellulare.
Molte specie animali sono portatrici di forme di virus uniche. Ed eccoci qui come potenziale nuovo ospite. Così i virus ci infettano. Così, quando noi umani interferiamo con i diversi ecosistemi, quando abbattiamo gli alberi e deforestiamo, scaviamo pozzi e miniere, catturiamo animali, li uccidiamo o li catturiamo vivi per venderli in un mercato, disturbiamo questi ecosistemi e scateniamo nuovi virus.
Poi siamo così tanti – 7,7 miliardi di esseri umani sul pianeta che volano in aereo in ogni direzione, trasportano cibo e altri materiali – e se questi virus si evolvono in modo da potersi trasmettere da un essere umano all’altro, allora hanno vinto la lotteria. Questa è la causa alla radice dello spillover, del problema delle zoonosi che diventano pandemie globali.
Il 60% delle malattie infettive umane sono zoonosi, cioè il virus è stato trasmesso da un animale in tempi relativamente recenti. L’altro 40% delle malattie infettive proviene da altro, da virus o altri agenti patogeni che si sono lentamente evoluti nel tempo insieme all’uomo.
Quindi possiamo sradicare le non zoonosi, il cui virus si è adattato solo a noi e non vive in altri animali. Il caso più famoso è il vaiolo, che abbiamo sradicato e ora esiste solo nei laboratori e non circola nella popolazione umana. Siamo riusciti a farlo perché non vive anche negli animali.
Se il vaiolo vivesse in un pipistrello o in una specie di scimmia, allora non potremmo liberarcene nella popolazione umana se non ce ne liberassimo anche in quell’animale, dovremmo uccidere tutti quei pipistrelli o curare anche loro dal vaiolo.
Ecco perché possiamo sradicare una malattia come il vaiolo ed è per questo che alla fine non potremo mai sradicare una zoonosi, a meno che non uccidiamo gli animali in cui vive.
Molti dei virus che hanno causato le zoonosi negli ultimi 60 anni hanno trovato il loro ospite nei pipistrelli. Sono mammiferi come noi e i virus che si adattano a loro hanno più probabilità di adattarsi a noi rispetto a un virus che è in un rettile o in una pianta, per esempio.
La seconda ragione è che i pipistrelli rappresentano un quarto di tutte le specie di mammiferi sul pianeta, il 25%. È naturale, quindi, che sembrino sovra rappresentati come fonti di virus per l’uomo.
Ci sono un altro paio di cose oltre a questo che rendono i pipistrelli ospiti più probabili, vivono a lungo e tendono a rintanarsi in enormi aggregazioni. In una grotta, potrebbero esserci anche 60.000 pipistrelli e questa è una circostanza favorevole per far circolare i virus.
C’è un’altra cosa che gli scienziati hanno scoperto da poco: il sistema immunitario dei pipistrelli è più tollerante ad «estraneità» presenti nel loro organismo rispetto ad altri sistemi immunitari.
Questa epidemia è talmente diffusa che potrebbe non scomparire del tutto, ma provo a fare un esempio diverso: l’Ebola nel 2014 in Africa occidentale. Non conosciamo ancora l’ospite con certezza ma sospettiamo che si tratti di pipistrelli. Si scatena un’epidemia che uccide migliaia di persone, medici e scienziati rispondono alla minaccia e finalmente rallentano l’epidemia che poi sparisce. Dove va a finire il virus? Se ne va? No, è ancora nell’ospite.
I virus non tornano dall’essere umano all’ospite ma il virus continua a risiedere nell’ospite. E questo è ciò che accade con la maggior parte di queste epidemie. Arrivano, colpiscono gli esseri umani, le persone soffrono, muoiono, gli esperti sanitari rispondono, l’epidemia viene messa sotto controllo, l’epidemia scompare e poi passano diversi anni prima che si ripeta. Dov’è il virus nel frattempo? È nell’ospite.
In un intervista gli viene ancora chiesto: C’è una correlazione tra l’aumento del tasso di inquinamento in alcune zone e un impatto più forte del virus sulla popolazione di quella zona?
Sì, penso che ci possa essere una correlazione tra l’inquinamento dell’aria e i danni ai polmoni e alle vie respiratorie delle persone e quindi la loro suscettibilità a questo particolare virus. Credo che questa sia una domanda importante. Non abbiamo ancora risposte certe ma è una domanda che merita ricerca e attenzione.
È del tutto possibile che il danno ai polmoni delle persone, anche quando non si nota in circostanze normali, possa essere presente e sufficiente a renderle più vulnerabili a questo virus.
Un altro aspetto è che i sintomi arrivano più tardi del contagio. Quindi non c’è nessun allarme da parte dell’organismo che dice: «Sei infetto». Questo può rendere il Covid-19 più pericolosa di altre malattie che mostrano i sintomi prima?
Sì, la rende più pericolosa. Credo di aver scritto in Spillover che siamo stati fortunati con la Sars perché era un virus molto pericoloso: si diffondeva facilmente da un essere umano all’altro e aveva un alto tasso di mortalità, quasi il 10%, eppure, sarebbe stato peggio se le persone fossero state contagiose ancor prima di manifestare i sintomi. E ho scritto: «Dio non voglia che avremo a che fare con un virus grave come la Sars che si diffonde dalle persone prima che si vedano i sintomi». In questo momento abbiamo esattamente questo caso di virus.
Dicono che quando un proiettile ti colpisce non senti mai il colpo, perché il proiettile arriva prima e poi il suono arriva dopo. Questo virus funziona così.
INCUBAVAMO LA MALATTIA A LIVELLO SOTTILE, IL VIRUS NON E’ LA CAUSA
Questa tesi, tipicamente esoterica o new age è stata condensata da qualcuno così:
Le vie di contaminazione possono essere sia indiretta che diretta. La prima è il solito contagio di tipo respiratorio ma anche a conduzione di aria e vento per cui una vera e propria prevenzione secondo me è impossibile.
Quella diretta o endogena (tipo cellule che si ammalano sotto forte stress fisico, eterico o animico) si attua per via di fattori esterni tipo elettromagnetico, ma anche debolezza vitale per il corpo eterico indebolito da cattive abitudini e cattiva alimentazione. Poi c'è anche la debolezza animica per avere covato paura e scarsa fiducia nello spirito (materialismo). La causa fisica, infine, la troviamo nei malati cronici e gli anziani già indeboliti.
Detto ciò, si può guarire sanando e correggendo quanto detto sopra. Ma nonostante ciò per me i fattori di salute morte o guarigione attengono a 4 ragioni a cui attribuisco pari importanza.
1. Karma di purificazione personale immesso in un karma di purificazione collettivo per preparare una parte della umanità che muore contemporaneamente, a futuri compiti da svolgere insieme in una prossima vita.
2.karma di sacrificio individuale determinato dal tuo Io spirituale superiore che si sacrifica per compiere un particolare passo evolutivo tramite un tipo di sofferenza in carenza di ossigeno e sperimentazione di carenza spirituale (pneuma = spirito) e poi accompagnare le altre anime trapassate nel cammino indicato al punto 1.
3. Salute o non salute sul piano fisico ed eterico determinata da buone o cattive abitudini di vita salute, ritmi respiro ed alimentazione.
4. Coltivare o non coltivare la salute e soprattutto pensieri di positivita e fiducia anteposti a pensieri di negatività, sfiducia e paura.
Si tratta di una descrizione elementare della malattia dal punto di vista sottile o spirituale, come descritta in innumerevoli testi di queste correnti culturali ma come teorie cospirativa è un po’ incompleta poiché nulla ci dice sul virus, sulla sua comparsa e diffusione e sull’insieme delle dinamiche collegate all’epidemia.
Si limita riproporre in termini meccanici una causalità individuata secondo lo schema energetico delle scienze esoteriche e nulla più. Infatti tale approccio fa spesso da sfondo ad altri complotti più definiti come quelli sulle vaccinazioni obbligatorie e le radiazioni da 5G. Da sola questa tesi si presenta come un contro-complotto e sembra dire: non c’è nessun complotto e nessun virus, la nostra salute è messa male e la malattia la stavamo covando da tempo.
Qualcuno aggiunge: non sono i virus a farci ammalare ma la predisposizione del nostro terreno e l’intossicazione del nostro vivere. Troppo elementare e facile da sostenere. Cioè viene rovesciato il fatto evidente che un forte sistema immunitario riduce i rischi di soccombere ad un virus parassita nel suo contrario: il virus non fa niente, facciamo tutto da noi soli con un cattivo sistema immunitario. Una tesi che permette anche di negare una realtà difficile e dolorosa e ci illude forse di poterne fare a meno, guarda caso un utile incantesimo per la farlocca spiritualità contemporanea. Andiamocene in giro, noi che siamo coscienti e stiamo bene non la prenderemo. Parodia profana di altro assai più raro ed elevato.
VIRUS MODIFICATO SFUGGITO DAI LABORATORI
Questa tesi si limita a stabilire un complotto della sfortuna e insieme a decretarne l’estrema potenza. Nonostante le attenzioni di OMS e cinesi, il Virus sfugge dal laboratorio segreto di Wuhan che è a poche centinaia di metri dal mercato di animali di Wuhan dove nei primi giorni dell’epidemia si disse che fosse iniziato il contagio. E infetta tutto il mondo.
Questa è in realtà un tesi anticomplotti che con una certa banale plausibilità suggerisce che è stato un incidente o un errore umano a provocare la diffusione esterna del virus. Infatti è la tesi principale ripresa dai mainstream nelle prime settimane ma dopo tante polemiche sulla sua credibilità è stata un po’ accantonata e messa in secondo piano dalla pandemia stessa. In fin dei conti è la più rassicurante.
COSA FARCENE DELLE IPOTESI COMPLOTTISTE
Per quanto molti sostenitori delle tesi complottiste – ma non tutti – risultino non molto credibili nelle loro teorie in cui è possibile rintracciare costantemente elementi veri miscelati con altri assai meno credibili proviamo a seguire ciascuna di queste tesi con un atteggiamento che comprende sia attenzione che distacco.
Non possiamo non notare che l’abbondanza delle teorie complottiste è anche conseguenza della fervida immaginazione umana, e di un errato uso delle facoltà mentali.
Ma non possiamo neanche ignorare che l’infodemia cospirativa è anche un’opera di depistaggio di vari servizi segreti che vogliono spostare l’attenzione dalla ricerca della verità verso confusione e binari morti.
Diamo per possibile che una di queste teorie complottiste sia quella vera, oppure cerchiamo di accogliere la complessità della situazione immaginando che ognuna di esse possa essere vera, perlomeno in parte, oppure ancora proviamo ad immaginare che tutte insieme queste diverse tesi siano parti di un insieme ancora più grande, che ancora non vediamo bene.
Cosa cambia? Che per affrontare una situazione difficile con lucidità non possiamo farci sedurre da alcuna teoria o condizionare da alcuna credenza o pregiudizio ma abbiamo bisogno di esplorare e fare ricorso ad ogni ipotesi.
Sono consapevole che gli appassionati di complotti spesso sono emotivamente dipendenti da una rappresentazione horror della realtà (in cui si ama seguire storie che chiaramente andranno male e sulle quali ogni intervento è inutile) alla quale spesso nella vita quotidiana si accompagna nessuna forma di impegno concreto per qualsiasi causa.
Ma in definitiva questo atteggiamento non è molto diverso da chi continua a farsi ingannare e ipnotizzare dal mainstream ufficiale che deforma e manipola la realtà degli eventi, pur appellandosi alla scienza ed alla ufficialità ed anche per costoro è lecito immaginare che bersi acriticamente le veline ufficiali e le verità dei talk show televisivi è solo un modo diverso per restare passivi.
Anche la comunicazione mainstream in fin dei conti è una sceneggiatura horror sui generis, si autoracconta come normale, condanna le fake news e le tesi complottiste ma in realtà ci introduce, senza che ce ne accorgiamo, ad una realtà in qualche modo orribile.
Costruisce una narrazione giustificativa delle politiche e delle economie corrotte, illude su scienza tecnica e medicina e manipola il sentimento collettivo in modi non sempre facilmente riconoscibili. Normalmente privilegia la cronaca nera, diffonde paura e instilla domande per una maggiore sicurezza. Ai telegiornali, del resto, segue o precede spesso un film horror o simile.
Insomma siamo in un guaio. Non abbiamo voluto prestare la necessaria attenzione al cambiamento climatico. Specie animali e vegetali si stanno estinguendo, le stagioni sono stravolte, i disastri ambientali si intensificano, la siccità avanza i poli si sciolgono, le foreste bruciano, miliardi di cavallette.
Il mare e la terra sono pieni di plastiche: aria, acqua e terra sempre più avvelenate, epidemie continue provengono e si sviluppano dagli allevamenti intensivi, muoriamo sempre di più per malattie degenerative dovute ad inquinamento e stili di vita tossici. Siamo stressati e infelici.
Intanto continuano le guerre ed i conflitti tribali, gli umani si opprimono gli uni sugli altri, Fingiamo di considerarci dei e ci sentiamo liberi da ogni obbligo o prescrizione morale: l’individualismo egocentrico dell’uomo e della donna contemporanea disegnano l’inferno e il purgatorio delle relazioni umane molto più di quanto i difetti naturali di ognuno farebbero.
Questo orrore di sfondo, è replicato e moltiplicato anche negli spettacoli televisivi, in migliaia di film pieni di morti ed altre violenze, quasi a farci apprezzare un altro orrore sottaciuto: il pregiudicamento della vita quotidiana in un pianeta inquinato.
L’attualità è un allevamento intensivo di cinismo, dolore e sofferenza. Non solo.
Accanto a ciò, però, è possibile trovare e vivere anche angoli di paradiso, segnali di verità, presagi di bellezza e barlumi di felicità. Da cui ora – ci dicono - dobbiamo per giunta anche distanziarci….
Ora questo virus insinua un dubbio nel nostro respiro: siamo davanti ad una insidia immediata e subdola che genera insicurezza e induce a riconsiderare la nostra vita possibile e la nostra morte possibile.
Il tema del rapporto tra la vita e la morte torna con un’intensità primaria, quasi primordiale; avevamo supposto che la civiltà lo avesse addomesticato per sempre.
Questo blocco delle attività e questo distanziamento sociale quasi universale ci offre l’occasione per una riflessione complessiva, e per alcuni permette forse di scorgere quanto nella nostra vita sino all’altro ieri eravamo bloccati in altre prigioni fisiche, emozionali e mentali e quanto eravamo già, in effetti, distanziati e indifferenti agli altri.
Una pandemia è tante cose insieme, è una situazione da affrontare, una lezione da acquisire, una sofferenza da superare e anche una dura occasione per crescere: dobbiamo mantenere la salute e ricordare che una visione sana contiene lucidità, qualità sulla quale risplende la Luce.
CONNESSIONE PLANETARIA ED ECOLOGIA INTEGRALE
Non puoi essere sano in un ecosistema malato. Alcuni di voi l'avranno già visto, gira su YT e su FB il video di quattro minuti prodotto da Marinka Monticp, travel blogger italiana e bravissima comunicatrice. Milioni di visualizzazioni in tutto il mondo. Un potente stimolo ad una riflessione profonda. Evidente ed efficace più di tante altre parole, parla insieme al cuore e alla mente: di una connessione planetaria e per una ecologia integrale.
LETTERA DA UN VIRUS
“Fermatevi. Semplicemente. Alt. Stop. Non muovetevi. Non è più una richiesta, è un obbligo. Sono qui per aiutarvi. Questa montagna russa supersonica ha esaurito le rotaie.
Basta. Aerei, treni, scuole, centri commerciali, incontri.
Abbiamo rotto il frenetico vortice di illusioni e obblighi che vi hanno impedito di alzare gli occhi al cielo, guardare le stelle, ascoltare il mare, farvi cullare dai cinguettii degli uccelli, rotolarvi nei prati, cogliere una mela dall’albero, sorridere a un animale nel bosco, respirare la montagna, ascoltare il buon senso.
Abbiamo dovuto romperlo. Non potete mettervi a fare Dio. Il nostro obbligo è reciproco, come è sempre stato. Anche se ve lo siete dimenticati. Interromperemo questa trasmissione: l’infinita trasmissione cacofonica di divisioni e distrazioni per portarvi questa notizia.
Non stiamo bene. Nessuno di noi. Tutti noi stiamo soffrendo. L’anno scorso le tempeste di fuoco che hanno bruciato i polmoni della terra non vi hanno fermato. Né i ghiacciai che si disintegrano. Né le vostre città che sprofondano. Né la consapevolezza di essere i soli responsabili della sesta estinzione di massa.
Non mi avete ascoltato.
È difficile ascoltare essendo così impegnati lottando per arrampicarsi sempre più in alto sull’impalcatura delle comodità che vi siete costruiti. Le fondamenta stanno cedendo. Si stanno inarcando sotto il peso dei vostri desideri fittizi.
Io vi aiuterò. Porterò le tempeste di fuoco nel vostro corpo. Inonderò i vostri polmoni. Vi isolerò come un orso polare su un iceberg alla deriva. Mi ascoltate adesso? Non stiamo bene. Non sono un nemico. Sono un mero messaggero. Sono un alleato. Sono la forza che riporterà l’equilibrio. Ora mi dovete ascoltare. Sto urlando di fermarvi.
Fermatevi. Tacete. Ascoltate. Ora, alzate gli occhi al cielo. Come sta? Non ci sono più aerei. Quanto vi serve che stia bene per godere dell’ossigeno che respirate? Guardate l’oceano. Come sta? Guardate i fiumi. Come stanno? Guardate la terra. Come sta? Guardate voi stessi. Come state?
Non puoi essere sano in un ecosistema malato. Fermati. Molti hanno paura adesso. Non demonizzate la vostra paura. Non lasciatevi dominare. Lasciate che vi parli. Ascoltate la sua saggezza. Imparate a sorridere con gli occhi. Vi aiuterò. Se mi ascoltate.
Il Video è corto come il trailer non di un film ma di una presa di coscienza immediata che comporta una effettiva connessione con il Pianeta, una dimensione che ci obbliga a perseguire una ecologia integrale. Qualcosa di profondamente diverso dall’ambientalismo attuale.
ESSERE PARTE DEL PROBLEMA O ESSERE PARTE DELLA SOLUZIONE
Anni fa, uno studente chiese all'antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra.
Ma non fu così.
Mead disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l'osso guarisca.
Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi.
Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto in cui la civiltà inizia".
(Ira Byock)
A questa bella storia si potrebbe aggiungere che talvolta la solidarietà è visibile anche tra specie animali diverse e tra animali e umani. E potrebbe essere presente anche in modi più invisibili tra animali e piante e tra piante diverse come diversi studi sembrano dimostrare.
Quello che noi umani definiamo solidarietà è il risultato di una empatia e di una compassione profonda che può manifestarsi a volte anche in esseri non umani, e letteralmente è una manifestazione d’amore.
Di fronte a moltissimi problemi la loro soluzione comporta sempre atti di solidarietà. E in questi giorni come altro possiamo definire l’abnegazione di medici e infermieri che muoiono a centinaia o a migliaia cercando di salvare altri e spesso non riuscendoci, ricavandone per giunta un contagio?
Non è per loro un semplice lavoro, ma molto di più, ogni volta per salvati e salvatori è il fondamento di una nuova civiltà.
E ogni civiltà ha degli Eroi come ogni sopravissuto sa bene. Contro la quale si stagliano più nettamente coloro che producono del male, che ci speculano sopra, che causano morte ad altri.
Gli Infami possono essere funzionari sanitari inadempienti, politici che strumentalizzano la crisi, speculatori su prodotti sanitari, imprenditori che noncuranti del contagio vogliano che siano riprese le attività lavorative, ma anche tizi che per mettersi in mostra minimizzano o negano la pericolosità del momento.
Le sfumature di grigio, così normali, in momenti normali, vengono trasformate, per necessità e urgenza, in bianco o nero con poche sfumature nei momenti di crisi.
Qualcuno potrebbe chiedersi allora:
Il governo ha deciso in materia di coronavirus disposizioni sempre più restrittive con limitazioni pesantissime della libertà di movimento e multe salate e denunce per chi non le rispetta, definendo la contravvenzione alle regole come reati contro la salute pubblica.
E allora viene automatico chiedersi come mai tutta questa solerzia e fermezza non si applica per gli attentati quotidiani alla salute pubblica che avvengono da decenni a questa parte.
Ma la salute pubblica non si dovrebbe tutelare sempre? Come mai la salute pubblica viene tutelata così drasticamente e duramente solo in caso di coronavirus?
Chi distrugge i boschi e le foreste privandoci di una fonte primaria della vita che è l’ossigeno, attenta o no alla salute pubblica?
Chi riempie le nostre tavole di alimenti pieni di pesticidi e chimica assortita, attenta o no alla salute pubblica?
Chi sparge terreni agricoli e quindi di conseguenza le falde acquifere di ogni tipo di veleno, attenta o no alla salute pubblica?
Chi alleva migliaia di animali in condizioni igieniche pessime e li riempie di cibo trattato chimicamente e medicinali che inquineranno le nostre terre, le nostre acque e le nostre tavole, attenta o no alla salute pubblica?
Chi continua imperterrito a inondarci di combustibili fossili che ci stanno portando alla catastrofe climatica e ambientale con conseguenze infinitamente più gravi del coronavirus, attenta o no alla salute pubblica?
Chi inquina aria, terra, acqua, mari, riempiendoli di rifiuti, continuando a produrre merci superflue, inutili, dannose, attenta o no alla salute pubblica?
Chi distrugge la biodiversità che è fondamentale per la nostra esistenza, attenta o no alla salute pubblica?
E mille altri esempi simili di cui si conosce perfettamente la loro nocività e pericolosità, sono o no un attentato alla salute pubblica?
Se si vuole veramente proteggere la salute pubblica, si facciano al più presto decreti e leggi che in brevissimo tempo cambino completamente la nostra società in un giardino fiorito, dove tra l’altro il coronavirus o simili avrebbero più difficoltà a propagarsi visto che l’inquinamento gli fa da autostrada.
Ma se non verranno presi questi provvedimenti, allora vuol dire che ci sono emergenze di serie a ed emergenze di serie b, salute pubblica di serie a e salute pubblica di serie b, perché la salute pubblica è già costantemente e brutalmente attaccata da anni e non si è mai agito con la stessa durezza e pugno di ferro con inquinatori seriali e pericolosissimi, così come lo si sta facendo con il coronavirus.
E per favore non si venga a dire o inventare che fermare chi distrugge l’ambiente, chi ci inquina e avvelena, bloccherebbe il paese, perché le alternative esistenti e conosciute ormai da tempo per fare dell’Italia il giardino fiorito che merita sono tutte a portata di mano, assolutamente fattibili e darebbero occupazione, prosperità e salute, appunto, molto maggiori di quelle attuali.
Quindi come sempre l’aspetto fondamentale non è se si può o non si può agire, ma se si vuole agire. (Paolo Ermani),
Come in una pandemia, più che ragionare sulle cause, occorre riuscire ad intervenire in modi efficaci, così per tutti gli altri problemi ecologici occorre esprimere lucidità nella visione, e tempestività ed efficienza nell’intervento. Visione senza intervento non produce nulla, ci si limita ad assistere, complici colpevoli di un disastro.
Se è corretto fermare un’economia mondiale per fermare un virus perché non dovrebbe essere corretto fermarla anche per arrestare i cambiamenti climatici o l’inquinamento definitivo del Pianeta?
Al di là delle descrizione di una situazione difficile di crisi, noi quando e come ne siamo responsabili?
In una pandemia se non ci laviamo le mani o disinfettiamo le cose e non ci teniamo distanti dagli altri possiamo infettarli o essere infettati e diveniamo responsabili della possibile morte nostra e di altri.
In un cambiamento climatico ed in situazione di gravi inquinamenti se reiteriamo comportamenti dannosi ne diveniamo responsabili e complici: ciò è valido per consumi non necessari, ma anche per attività lavorative in cui si sversano veleni e si diffondono inquinamenti che ammalano e uccidono le persone. E non fa nessuna differenza se ne siamo fautori materiali o lavoriamo per una multinazionale davanti a un monitor.
Non fa differenza se avviene in una azienda agricola o in un allevamento, in una fabbrica, in un laboratorio, in un ufficio. Se ha l’aspetto di una legge scritta male o ispirata male, se è frutto di corruzione, incompetenza o dimenticanza, se è una decisione privata o politica,
Potremmo essere anche semplici spettatori del disastro incombente e sentirci piccole pedine indifese vittime di giochi molto più grandi noi. Forse siamo anche in parte consapevoli del perché e del come, ma ogni volta , se non facciamo ciò che ci è possibile, siamo corresponsabili e complici, in definitiva tra gli Infami ci siamo anche Noi.
In Lombardia non si muore solo perché c’è un virus. Ora c’è anche un virus che produce tante morti perché inquinamento e forse 5G e forse vaccinazioni peggiorano il decorso della malattia. E forse perché non si conoscono cure efficaci e si continua in medicina a sbagliare intervento somministrando farmaci antinfiammatori ma anche perché chi era responsabile di sanità mascherine e ventilatori non è stato all’altezza della sua responsabilità.
Ridicolo che nella pandemia l’attenzione generale si accentri su singoli che fanno jogging o passeggiate quando si continua a permettere l’estensione del contagio fra quanti si recano al lavoro e prendono metro, treni e autobus.
Anche in una pandemia un lavoro irresponsabile è concausa di morti. Anche con un cambiamento climatico in corso proseguire con attività lavorative inquinanti è una forma di strage.
E’ il caso dell’Ilva e delle tante fabbriche inquinanti che producono veleni e spargono morti, oppure dei pesticidi che avvelenano cibi, acque e suolo, dei produttori di plastiche monouso e di bombe da commerciare
Non è accettabile che politica e magistratura non intervengano, Non è tollerabile che imprenditori, sindacati e lavoratori continuino ad essere artefici e complici di un disastro.
Così come dovremmo cercare di liberarci di una epidemia, dovremmo liberarci di tutto ciò che perpetua la distruzione della vita e dei suoi abitanti anche se viene chiamato impropriamente: lavoro, denaro, produttività.
La Lombardia in Italia come il Wubei in Cina sono esempi di operosità degenerata in distruzione ecologica e in epidemia da contenere. In altre zone d’Italia e d’Europa l’epidemia si diffonde con difficoltà: non è forse il caso di incriminare la Confindustria lombarda per l’inquinamento generato?
E considerando l’alto tasso di inquinamento della padania, senza uguali in tutta Europa, non è forse il caso di incriminare tutti i vari politici ed amministratori, presenti e passati, per aver permesso tale scempio ambientale?
Possiamo dire molte cose e considerare tante sfumature diverse, ma nel momento della verità che si impone in ogni Crisi, si ritorna al bianco e al nero e alla necessità di discernere, compiere scelte e intraprendere azioni, sapienti, efficaci, radicali,risolutive.
Non possiamo fare altro che ammettere che Noi viviamo in questo mondo e ne siamo anche responsabili, sia di ciò che facciamo come anche di quello che omettiamo di compiere.
In una pandemia come nel cambiamento climatico noi possiamo solo essere parte del problema o parte della soluzione.
NON DIRE LA TUA MA FAI LA TUA PARTE
Sono due mesi che non si parla d’altro e confesso che redigendo questo articolo ho dovuto controllare spesso la rabbia e il disgusto che diversi fatti riportati facevano emergere. Allo stesso tempo mi accorgevo che qualsiasi cosa scrivessi, interpretassi e comprendessi, mi sembrava una ripetizione di cose già pensate o dette e che la mia era solo una voce tra le tante, una ennesima voce, più o meno brillante e consapevole, più o meno veritiera e lucida di una situazione generale in cui tutti dicono la loro ma ben pochi fanno o possono fare la loro parte.
Nella globalizzazione planetaria quasi ognuno può dire la sua ma raramente cambia qualcosa, in definitiva non succede nulla e si prosegue verso la catastrofe.
Cosa ce ne facciamo dei diritti se restano lettera morta? L’inquinamento e la distruzione della Vita sul Pianeta è stato descritto in milioni di libri, studi, articoli, seminari e conferenze ma da molto tempo la situazione generale non fa altro che peggiorare.
In questi due mesi alla infodemia dei media ufficiali si sono aggiunte le ulteriori informazioni dei media alternativi e il supermugugno dei social, luogo deputato per eccellenza e assolutamente democratico dove vanificare il senso di diritti preziosi, di pensiero, parola, discussione e opinione, in una litigiosità immotivata e inconcludente, e un blaterare generale, vano, folle, inutile.
Emerge con chiarezza allora che tutta questa chiacchera generale, ignorante o sapiente, è la valvola di sfogo che si concede alla gente affinché in sostanza resti divisa, si sfoghi nel mugugno, si riduca ad esibizione e non sia in grado di intraprendere alcunché di concreto e reale.
Manifestazione di una cultura individualista tipica delle democrazie occidentali, tanto carine da un lato, ma profondamente falsificate in forma e sostanza da rendere vuoti i diritti che garantisce formalmente e superflui i valori che celebra.
C’è voluto molto tempo ed energia nel mondo per raggiungere delle parvenze di stato di diritto, per assicurare diritti umani e sociali, per promuovere un dialogo anziché la guerra, per imporre alcune forme di rispetto ma di fronte alla realtà della sesta estinzione di massa non resta molto di cui essere soddisfatti.
Perché la ricchezza delle nostre opinioni e sapienze, i tesori culturali tramandati, le stesse eccellenze tecnologiche non bastano o non servono se non viene modificata la rotta della civiltà contemporanea.
Oggi un virus giunge a ricordarci della nostra fallibilità,e tutto sommato è un avviso gentile del tempo e quasi una carezza innocua rispetto ai disastri che si stanno preparando nel pianeta. Anche se domani un equipe scoprirà dei farmaci che lo inibiranno, togliendoci dai guai immediati e perdendoci a quelli immediatamente prossimi.
Intanto l’emergenza pandemica ci offre subito alcune lezioni: l’epidemia va affrontata da tutti e in modo disciplinato. In Cina come In Europa e poi a cascata in tutto il mondo si indice una quarantena di massa. Miliardi di persone si auto-bloccano a casa, l’economia mondiale si ferma o quasi. Incredibile.
Mentre alcuni sono riusciti a vedere nella disciplinata adesione all’isolamento di Wuhan dei cinesi solo una loro irreggimentazione da parte di uno stato autoritario, io sono rimasto affascinato dallo sforzo congiunto di milioni di persone di agire insieme e di concerto contro una minaccia comune: la gente normale non ha perso del tutto il senso di comunità, la capacità di allearsi e fare fronte comune dinnanzi alle minacce e docilmente ha compreso le misure di restringimento come un aiuto per tutti.
Quando anche da noi è arrivata la disposizione del divieto di uscita e del distanziamento sociale in molti abbiamo avvertito il capovolgimento degli ordini impliciti nel quotidiano: dall’agire obbligatoriamente ognuno per conto proprio all’agire in modo solidale con gli altri.
Non è stato particolarmente difficile o privativo di chissà quali libertà, limitarsi in casa e sospendere le occupazioni lavorative. Anzi abbiamo vissuto paradossalmente anche dei risvolti positivi. La fretta del vivere si è temporaneamente dissolta, abbiamo ritrovato più tempo per noi e più attenzione per i nostri cari e il cielo e l’aria si sono puliti.
Le manifestazioni di solidarietà si sono moltiplicate ovunque. Il virus ci ha ricondotto prontamente alle nostre fondamentali uguaglianze.
Mentre in ospedale alcuni di noi morivano senza riuscire a respirare, in milioni respiravamo a pieni polmoni un’aria pulita come non mai e soprattutto molti di noi si sono ritrovati ad apprezzare il proprio sano e libero respiro.
Intanto gli animali iniziavano a curiosare dove fossimo finiti tutti quanti, sino ai pesci che ricominciavano a frequentare le nostre rive.
Ci siamo accorti o abbiamo riscoperto che possiamo vivere bene con due soldi, abbiamo rallentato lo stress e forse in tanti abbiamo riannodato i rapporti con le nostre passioni e con i nostri amori. L’ipnosi di massa si è parzialmente interrotta ed abbiamo potuto vivere settimane di decrescita, forse preoccupata, non proprio felice ma per molti serena. Abbiamo dovuto riscoprire come fare di necessità virtù e questo forse ci ha migliorato – almeno un po’.
Altri sono andati in astinenza di lavoro, di stress, di velocità ed hanno dovuto affrontare un periodo di disintossicazione. I reati sono calati dell’80% e anche senza avere dati precisi presumo che la coabitazione forzata tra coppie ad equilibrio incerto possa essersi migliorata dal maggior tempo ritrovato per se stessi.
Ora ditemi perché non dovremmo rischiare e provare a divenire migliori quando vi sono migliaia di sconosciuti che per provare a salvarci la vita rischiano di contagiarsi e morire, per noi? altro che lavoro …
Non mi ha disturbato affatto che qualcuno abbia usato un linguaggio militare ed abbia parlato di guerra al virus. Nelle crisi emergono infatti sia il meglio che il peggio di noi - anche in guerra.
Abbiamo dovuto seguire con attenzione l’evolversi dei giorni e renderci conto di quanto una sanità pubblica trascurata metta in pericolo le nostre vite e divenire forse consapevoli che alcuni servizi sono strategici per una comunità e non possono assolutamente essere affidati a privati.
Siamo spesso rimasti sorpresi dalle intenzioni solidali di stati e politici sino a ieri egoisti e in altre faccene occupati. E più facilmente abbiamo potuto distinguere tra figure responsabili e millantatori quantici.
Davanti ad una epidemia abbiamo dovuto tutti compiere una nostra parte: medici, amministratori, cittadini, ricchi e poveri, giovani ed anziani, uomini e donne, Abbiamo di nuovo sperimentato l’ unità della condizione umana.
Anche se ognuno di noi ha sicuramente un opinione distinta ed una visuale propria dei fatti e delle circostanze, abbiamo convenuto in tantissimi, nell’interesse nostro e delle nostre comunità, di adempiere ad un agire collettivo. Abbiamo sacrificato una parte dell’io per un noi.
Bene, anche se non mi faccio illusioni, trovo questo davvero formidabile e provo ad immaginare cosa potremmo fare e ottenere tutti insieme uniti in uno sforzo comune per il benessere nostro e del Pianeta.
Perché proprio questo manca a tutti i movimenti, reali e presunti, di qualsiasi tipo, dei diritti civili, dei diritti sociali e della giustizia ambientale: manca una reale dimensione di massa ed una disciplina collettiva. Troppe separazioni, capetti egocentrici, ideologismi divisivi, parrocchiette chiuse e orticelli privati.
Provo a ripetere dunque:
Se è corretto fermare un’economia mondiale per fermare un virus perché non dovrebbe essere corretto fermarla anche per arrestare i cambiamenti climatici o l’inquinamento definitivo del Pianeta?
Così come proveremo ad uscire da questa emergenza non potremmo collaborare in molti per superare con creatività gli altri problemi e fattori di crisi incombenti?
Non è più il tempo di chiacchere a vuoto. È urgente riuscire a fare qualcosa.
Per favore non dirci la tua ma fai la tua parte, Cammina e Suona con Noi.
UN MOVIMENTO SPIRITUALE DI LIBERAZIONE PLANETARIA
Chi pensa che la situazione attuale provochi una nuova consapevolezza di massa dice al contempo due cose diverse, una vera e una errata.
Per una parte minoritaria della popolazione la crisi attuale è l’avviso finale di una urgenza e gravità imminente ma per la maggioranza dei popoli manipolati e ipnotizzati l’attuale fase di crisi e di riflessione è solo un intermezzo dopo il quale tornare a consumare e produrre con più slancio e diabolicità di prima.
Guardate come l’epidemia in Italia abbia appena rallentato e quanti vogliono già tornare all’inquinamento, ai consumi, al traffico, alla convulsione di prima.
Perché nel mondo non ci siamo fermati per consapevolezza o saggezza, ma per paura, uno stato provvisorio della mente, che non è mai indice di consapevolezza ne foriero di saggezza.
E passata la paura tutto rischia di tornare come e peggio di prima.
Tuttavia, sia per istinto di conservazione che per destino dell’anima umana mentre gli dei rendono folli coloro che vogliono perdere, una parte della coscienza umana sta entrando in una fase di meditazione e raccoglimento profondo e cerca gli strumenti e l’ispirazione per l’azione.
La violenza esercitata sulla Terra varia con la densità della popolazione umana: una popolazione densa implica una trasformazione più violenta.
E' qui più che altrove che si esercita la pressione dei virus, dei batteri e delle malattie che affliggono la nostra specie. La densità coincide con l'idea di progresso ed è costruita sull'idea che ad ogni aumento di bene materiale e disponibilità di energia, corrisponda sempre un arricchimento della nostra esistenza. Tuttavia, come ci ricorda Aldo Leopold, ogni aumento di densità è soggetto alla legge dei rendimenti decrescenti: una realtà che non razionalizziamo e che alla fine del processo impoverisce invece di arricchire. Nel vuoto lasciato dall'arretramento della posizione umana la Natura si riprende spazi e riorganizza le proprie funzioni. Se avessimo la capacità di vedere in prospettiva che cosa ci insegna questo tempo, forse coglieremmo la complessità e l'interdipendenza di tutto ciò che è vivente e vedremmo i limiti che abbiamo superato. Sostituendo alla articolata stabilità dei sistemi naturali il disordine della crescita a tutti costi, ne indeboliamo la salute e offriamo il fianco alla patologia.
La percezione del dolore ci offre lo stimolo a ripensare il nostro mondo: tornare al modello temporaneamente ridimensionato non ci offrirà alcuna via d'uscita.
IL VIRUS SIAMO NOI In che senso? Nel senso che agli effetti di quel che accade sul pianeta (crisi ecologica, guerre e violenze di ogni tipo) la nostra specie di fatto si comporta come un virus letale che ammorba se stessa e le altre forme viventi. Un virus perenne. Si guardi all'immagine dell'agenzia spaziale europea che mostra la netta diminuzione del biossido di azoto (No2) nell'atmosfera del nord Italia.
In pochi giorni, a causa del drastico rallentamento delle nostre attività, la concentrazione di questo temibile gas nocivo ad effetto serra è calata sensibilmente. Sapevamo di essere noi la causa principale della sua produzione ma non abbiamo fatto niente per intervenire. Ora, lo stop forzato, fa quello che avevamo dovuto fare se avessimo avuto l'intelligenza e il coraggio di farlo: modificare il sistema e il nostro stile di vita.
Attraverso la pandemia che ridimensiona le nostre vite e le nostre aspettative e che dal punto di vista delle ricadute economiche qualcuno definisce come un nuovo conflitto mondiale, noi ci guardiamo attorno smarriti e forse ci guardiamo anche dentro, la prima volta dopo anni. La sofferenza, perché di questo si tratta, che il COVID 19 imprime su di noi, non è diversa da quella che noi imprimiamo sul mondo vivente.
Qualcuno afferma che spargendo dolore e angoscia, la natura si prende la sua rivincita sulla specie che la ferisce. A meno che non intendiamo attribuire una improbabile intenzionalità a quel accade, credo che più banalmente si tratti del manifestarsi di un ciclo a cui non eravamo più abituati e che forse ingenuamente credevamo risolto dal nostro ingegno e dal nostro progresso, dalla nostra irrazionalità e dal nostro egoismo.
In questa occasione possiamo vedere meglio ciò che prima ci appariva distante: il nostro limite, la nostra fragilità e la nostra doppia veste di vittime e di carnefici. Ne usciremo, ma sapremo cogliere l'insegnamento? Naturam expellas furca tamen usque recurret. (Max Strata)
La coscienza ecologica evolve storicamente e gradualmente da coscienza ambientale a coscienza sociale, politica, economica, psichica, culturale e infine spirituale.
Ma a un livello più profondo avviene un movimento uguale e contrario; una nuova coscienza spirituale illumina e vivifica ogni parziale barlume di coscienza: ambientale, sociale, economica e culturale.
E quando questo non avviene resta un sapere frammentato e inutile. Sul quale tuttavia possono prosperare i parassiti.
Nel 2018 scrivevo: Con il fallimento sostanziale di Cop24, l’incontro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si è tenuto a Katowice in Polonia, nonostante due settimane di incontri e la presenza di delegati da tutto il mondo ha termine il ciclo vitale dell’ambientalismo come corrente culturale e politica.
Un ambientalismo internazionale e storico, variegatamente articolato e suffragato anche dai risultati della più ampia ricerca scientifica internazionale non è riuscito ad imprimere una svolta o a convincere a Katowice per alcuna concreta inversione energetica.
Eppure la problematica ambientale è e rimarrà al centro delle priorità del XXI secolo; essa sarà però affrontata solo da un nuovo tipo di movimento ecologico mondiale, molto diverso dall’ambientalismo che abbiamo conosciuto ad oggi.
Un ecologismo in grado di condurre e vincere battaglie sociali e politiche maggioritarie e sostanzialmente esenti da compromessi, un ecologismo cioè a vocazione maggioritaria.
Al fallimento dell’ambientalismo storico e della sostenibilità ragionevole subentra Greta Thurnberg e il movimento dei giovani di Fridays For Future che chiede alla coscienza ecologica non più di adattarsi al mondo ma di prendere le redini del mondo.
Al di là della banalizzazione mediatica e delle diffamazioni complottiste con le quali si è cercato di fermare la lucida visione di un nuovo movimento, il cambio di tono delle richiesta ecologica di Greta Thurnberg è totale, nella forma come nella sostanza.
Ed ispira infatti un secondo movimento, Extintion Rebellion che propugna disobbedienza civile di massa contro i cambiamenti climatici e tutte le loro cause.
Proprio in questi giorni di primavera in cui siamo tutti bloccati a casa, dovevano svolgersi le mobilitazioni internazionali in cui questi movimenti avrebbero cercato di passare dalle manifestazioni simboliche di piazza degli anni passati a un blocco non solo simbolico delle attività inquinanti.
Cercando il Cui Prodest di questa situazione non possiamo che notare che Amazon é una delle multinazionali che più ha guadagnato dalla situazione e intanto una pandemia ha inibito in modo temporaneo la prevista mobilitazione internazionale delle coscienze.
In questi ultimi decenni e sino a oggi, molti ambientalisti hanno vissuto, con vario onore e successo, ai margini del sistema come Cassandre inascoltate ma molti di loro hanno anche ricevuto stipendi e prebende in piccoli posti a loro concessi dalle istituzioni pian piano negli anni. E molti fra loro hanno scritto libri e svolto conferenze con un certo successo.
Al pari di molte altre avanguardie fautrici di un cambiamento si sono dovuti accontentare di briciole e parecchi di loro anziché cambiare il mondo ne sono stati modificati.
Il fallimento di Katowice suona anche per loro come una condanna senza appello: l’ambientalismo moderato e ragionevole e la sostenibilità ecologica non sono più realistici e possibili senza un grande rivolgimento delle coscienze e dei poteri sul mondo. I poteri forti del mondo non hanno assecondato o perrmesso neanche un parziale e moderato cambiamento.
“Ed è certo anche che l’ambientalismo tradizionale, anche riconoscendogli nella sua articolata storia parecchi meriti e innumerevoli buone intenzioni, è totalmente inadeguato ad affrontare la situazione: non è in grado infatti di imprimere un punto di svolta decisivo alla china disastrosa della civiltà postmoderna.
Del resto, era già così da anni: le elites tecno-finanziarie permettono solo micro cambiamenti ecologici che non intacchino i loro interessi e non indeboliscano il controllo totale e sostanziale che essi esercitano su finanza, economia, politica, società e cultura.
L’unica ecologia consentita è in fin dei conti quella di facciata. Essa è l’alibi di questa epoca. Ad ogni Fukushima, seguono alcuni anni di belle parole e di promesse presto vane, luoghi sonori dell’inganno globalizzato.
Una facciata di tecnologie dolci per mascherare il monopolio energetico dei fossili e del nucleare. Una patina di tutela ambientale affinché le immagini delle oasi naturali ci facciano dimentichi del degrado ambientale e dell’inquinamento totale della modernità. Una spruzzata di pratiche virtuose che ci permettano di allontanare l’angosciante presenza del disastro ecologico. E così via…
L’ambientalismo di facciata, accomodante e opportunista ha fagocitato speranze e buone intenzioni risolvendosi, de facto, in una ecologia superficiale che ha senz’altro alcuni aspetti positivi ma costituisce in realtà la narrazione postmoderna che vela l’entità e le responsabilità del disastro complessivo.
Come sostiene Serge Latouche siamo noi occidentali ad aver economicizzato tutto e non esiste un altro capitalismo (buono), con un'altra crescita (verde o sostenibile), e un altro sviluppo (umano, durevole).”
La gravità dei tempi rivela come superflui, inutili e talvolta dannose siano diventate alla fin fine le associazioni ambientaliste classiche, i verdi contaminati dalla partitocrazia e gli stessi circoli della decrescita felice che hanno ridotto un tema fertile a passatempo piacevole. Tutti essi sono superflui perché non producono alcuna differenza significativa, inutili perché non modificano nulla e nessuno li sta più a sentire e dannosi perché i perpetuano la bugia che ci sia ancora qualcuno che fa qualcosa – con relativa illusione degli ingenui che se ne fanno illudere.
Allora facendo tesoro di quanto è stato fatto e tabula rasa di quanto non serve resta urgente la necessità non di dire qualcosa ma di fare qualcosa.
Fare realmente qualcosa è diverso da mettere un like su un post, dal redigere o partecipare ad una conferenza, è diverso anche dal farsi un opinione come anche dallo scrivere un libro, è una cosa diversa anche dal percorrere una carriera ecologica o spirituale, è una cosa diversa anche dal fare un orto o le coccole al gatto ma è diversa anche al partecipare ad una manifestazione o compiere un attentato.
Fare realmente qualcosa richiede l’allineamento della nostra coscienza tra scelte intime, private e personali, come viviamo, cosa mangiamo, come ci curiamo, quando amiamo, chi aiutiamo e chi cresciamo con le scelte relazionali di comunità: quali relazioni intratteniamo, come guadagniamo e come spendiamo i nostri soldi, come partecipiamo alla vita di comunità e quanto ci rendiamo responsabili del benessere collettivo.
I movimenti delle buone pratiche devono anche fondersi con gli attivisti ambientali e sociali e manifestare una organizzazione e obiettivi politici condivisi. Una scelta di coerenza che richiede una danza armonica, un allineamento tra movimento e responsabilità.
Ho trascorso 40 anni della mia vita promuovendo le idee e le pratiche ecologiste e spirituali – è confesso è stata una felice convivenza – che fossero difesa del verde, energie rinnovabili, riciclo, ho scelto uno stile di vita sobrio e talvolta frugale, ho lavorato e collaborato per scelte più radicali come le economie alternative, gli ecovillaggi e la creazione di una società e cultura alternativa e tanti altri sogni e utopie, e sono grato per tutto quello che ho vissuto, successi e delusioni,gioie e dolori.
Attraverso questi penso di aver imparato ad andare sino al fondo delle cose, quelle esterne dei mondi e quelle interne dei mondi interiori e ne ho ricavato forse un maggiore discernimento tra gli aspetti autentici della vita e quelli fasulli.
Come ad esempio le numerose differenze tra spiritualità autentica e fuffa spirituale. Quanto riportavo prima per l’ambientalismo storico lo considero applicabile anche per gli ambienti della ricerca spirituale: troppo ego, troppa approssimazione, infingimenti e truffe producono il tradimento degli insegnamenti spirituali, ne svuotano il senso e ne realizzano una falsificazione.
Questa Falsificazione, del resto, nell’era del facsimile e della plastica, sembra essere il segreto contrassegno dell’epoca presente, una falsificazione che coinvolgendo natura, società, economia, politica cultura, e spiritualità, rivela la decadenza di un’era e la sua necessaria e dolorosa trasformazione in un'altra.
"Quando la meccanizzazione della vita tende a sostituirsi alla vita stessa, il falso si sostituisce al vero, la tecnica impedisce il progresso, la ragione allontana la soluzione, l'arte si eclissa, la politica e la religione sono complici del misfatto e la spiritualità diventa una fuffa.
Via via che la falsificazione stende il suo lugubre velo sul mondo i complici di un delitto diventano addetti, il mercenariato è un lavoro, il terrore dello stato si chiama sicurezza, l’imposizione diventa libertà, la manipolazione viene detta democrazia e la guerra è chiamata pace.
Non chiamare le cose con il loro nome inibisce progressivamente la capacità di dare un nome alle cose e quindi di parteciparvi veramente. Il potere del linguaggio cela un linguaggio del potere, quello attuale cela il suo fine: la falsificazione dell’esperienza della vita.
Si prepara allora un mondo in cui la vita reale di tutti è la sua apparenza o vi è ancora una essenza concreta, una presenza da cui scaturisce una rappresentazione vera e pertanto sacra? In altre parole la realtà è ciò che sembra o quel che sembra si sostituisce alla realtà ?
In questa sfera, al di là della realtà della illusione, cosa rimane allora della realtà stessa? Possiamo scorgere frammenti di esistenza, pezzettini di passione, rimasugli di intenzioni, briciole di conoscenza. Possiamo udire risate beffarde e pianti sommessi, melodie interrotte e suoni stridenti.
Come dice una poetessa: “essi giacciono in massa melmosa e neutra che trasuda cellophane, ibrido vero, verissimo che si espande per partenogenesi…”Oceani del dolore.
La prevenzione psicofisica e le medicine naturali sono le grandi assenti di questa attuale sceneggiata mondiale. Ciònonostante centinaia di milioni di persone stanno curando ed assistendo il proprio terreno immunitario con alimentazione, vitamine, antivirali naturali prodotti omeopatici e altre pratiche di salute sia fisiche che psichiche come lo Yoga, la meditazione e la preghiera. Non vi è alcuna sicurezza che tutto ciò sia bastevole a fermare il virus, ma c’è una reale consapevolezza della loro generale validità.
Ma di questo mondo nel mondo, ufficialmente è quasi proibito parlare. L’informazione ufficiale, i governi e le case farmaceutiche lo ignorano, denigrano o condannano. Le masse ne ignorano l’esistenza.
Forse la sua clandestinità è stata finora il nostro rifugio ma domani dovremo divenire maggioranze per trovare la nostra salvezza.
Un movimento planetario di consapevolezza ecologica, olistica e spirituale esiste.
In queste settimane è raccolto in meditazione. Osserva, afferra, elabora, rilascia ….
In silenzio si organizza e lavora per una rivoluzione integrale: insieme ecologica, sociale, economica, politica, culturale perché…. spirituale.
Una trascendenza che si realizza percorre la strada dell’uomo (Sri Aurobindo)
Maurizio Di Gregorio
Nemi, 12-04-2020
Un testo pregnante e condivisibile appieno ma lunghissimo. Non potresti dare dei sunti divisi in blocchi, in modo che siano facili da diffondere ? Con questo non lo posso fare per non scoraggiare chi lo riceve. ??? Grazie,jalsha
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