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L'isola del Giappone è rimasta sempre separata dal resto del mondo e la sua cultura continua ad essere un grande mistero caratterizzato dalla modernità della tecnologia e dall'antichità delle tradizioni culturali. Il koto, strumento della tradione giapponese, è un'arpa distesa a 13 corde che viene suonata con plettri applicati alle dita della mano destra, mentre la sinistra preme le corde per ottenere diverse tonalità ed effetti armonici. "The Art of the Koto vol. 2" è il secondo di tre volumi che raccontano la storia di questo strumento attraverso brani composti tra la metà del XVII e la metà del XIX secolo, quando il paese era governato dalla famiglia Tokugawa che diede il proprio nome a questo periodo storico. La musica del primo volume propone alcuni meravigliosi esempi della produzione musicale della classe mercantile delle regioni di Kyoto ed Osaka. Lo stile dominate nel periodo Tokugawa è conosciuto come scuola di Ikuta in onore al grande maestro Kengyo Ikuta (1656-1750), che fu poi scavalcato dal metodo di Kengyo Yamada (1757-1819). Oggi tuttavia la scuola Yamada è diffusa solo nella zona intorno a Tokyo, mentre la scuola Ikuta, alla quale appartiene la stessa protagonista dell'album, Nanae Yoshimura, ha conquistato tutto il resto del paese. Nanae Yoshimura è nata a Tokyo ed ha iniziato a studiare il koto fin da bambina, dedicandosi prima al repertorio tradizionale classico e poi a composizioni moderne per koto e nijugen (koto a 20 corde). "The Art of the Koto vol. 2" è un meraviglioso viaggio nella tradizione musicale del paese del sol levante, in compagnia della sensibile musicista Nanae Yoshimura, affiancata nella terza e quarta traccia da Santomi Fukami, un'altra eccellente musicista nipponica. L'album è inoltre dotato di un interessante libretto curato dal professor Steven G. Nelson, l'unico membro occidentale dello staff del centro di ricerca di musica tradizionale giapponese di Kyoto.
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