|
"Ho spesso considerato l'impulso creativo come una visita - una grazia, non comandata o posseduta quanto aspettata, preparata. Una cosa misteriosa. "Chi è questa, e cosa è qui?" si domandano i cavalieri di Artù alla vista della signora di Shalott. Questo album esplora parte di quel mistero."
Questo album offre anche uno sguardo sulle primitive influenze orientali dei Celti, la possibilità che essi siano partiti dalla lontana India prima di essere portati ai margini occidentali dell'Europa nelle isole britanniche. Con le loro influenze musicali vennero rituali sulla vita e la morte che trattavano la terra come sacrae infestata; questa stessa vita come una visita. Dopo, l'anima di una persona può muoversi su un un'altro piano di esistenza, o un'altra forma - ad esempio un albero. I Celti avevano un profondo rispetto per tutta la vita intorno a loro, cosa che noi stiamo imparando nuovamente solo ora. Questo album aspira ad essere nient'altro che un riflesso nel tessuto di queste cose.
Primo album di Loreena a vincere il Juno award (1992), "The Visit" proietta le sue precedenti influenze celtiche in una luce contemporanea e innovativa. Questo album contiene una versione di Greensleeves, che alcuni considerano scritta da re Enrico VIII, cantata "come io immagino Tom Waits potrebbe averla fatta", suggerisce Loreena. Figura anche un arrangiamento in musica del famoso poema di Tennyson "The Lady Of Shalott", canzone divenuta una delle registrazioni di Loreena più conosciute. In aggiunta spiccano lavori originali come "All Souls Night", "Bonny Portmore" (apparso nel film "Highlander III") e il commovente pezzo strumentale "Tango To Evora", facente anche parte della colonna sonora del documentario "The Burning Times" del National Film Board of Canada.
|