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La storia di Hassan Hakmoun ha inizio più di 500 anni fa con la nascita in Marocco della musica gnawa, una forma cha ha radici profonde nel misticismo islamico e nei ritmi dell'Africa occidentale, terra d'origine di questa etnia discendente da Bilal al-Habashi, l'etiope che fu il primo muezzin del profeta Maometto, tradotta in schiavitù dai mercanti marocchini. Le cerimonie trance gnawa chiamate derdeba possono durare un'intera notte durante la quale gli spiriti del male che si crede si siano impossessati di alcune persone, vengono esorcizzati dal suono e dal canto ipnotico dei musicisti: una forma musicale che si avvicina a quella del qawwali pakistano, del kirtan indiano, delle cerimonie del peyote dei Nativi americani, della santeria afro-cubana e del candomble afro-brasiliano.
Il grande fervore di queste cerimonie religiose lentamente si trasforma in trance, generando fortissime energie e vibrazioni in coloro che sono toccati dallo spirito.La musica tradizionale gnawa si evolve essenzialmente intorno al canto dei versi del Corano e, come in gran parte delle tradizioni di canto, con la ripetizione delle parole viene creato un potente mantra, musicalmente rafforzato da sintir (un liuto a tre corde dall'impugnatura molto lunga), garkaba (percussioni metalliche), tbel o ganga (larghi tamburi). "The Gift" porta due passi avanti la tradizione musicale gnawa, continuando il percorso già iniziato da Hakmoun ed aggiungendo agli strumenti tradizionali quelli tipici dell'area araba come oud, violino e dumbec.
Un album che ruota intorno alla tradizione musicale marocchina ma che adotta elementi occidentali, che abbraccia l'Africa e che si innamora delle melodie arabe, "The Gift" rappresenta un po' il passato, il presente ed il futuro della musica gnawa ed è un invito a scuotersi ed a risvegliare lo spirito.
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