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Il Lama Anagarika Govinda definì i mantra uno strumento per aiutare a pensare, qualcosa che aiuta la mente a dipingere una realtà ideale, la verità al di là di giusto e sbagliato. Nella tradizione indiana si ritiene che i mantra, canti devozionali comuni ad induismo e buddhismo, possano aiutare a raggiungere gli obiettivi prefissati, e che il loro canto possa aiutare a spingersi verso un più elevato livello di coscienza. Si dice anche che i mantra siano una manifastazione di 'shabda', il sacro suono che può creare e distruggere (esattamente come nella teoria musicale greca che riteneva che per ciascun essere esistesse una particolare nota che poteva essere la causa della propria disintegrazione). In "Secret Chants - A Trip to India", Surajit Das propone sette potenti mantra dedicati a Shiva - compreso il famoso "Gayatri Mantra" qui virtuosamente declinato in 48 modi diversi - che risplendono di luce propria esattamente come migliaia di anni fa.
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