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Ludovico Einaudi ha scelto la Sala Santa Cecilia per presentare in prima mondiale “Nightbook”. Il grande pianista e compositore descrive la sua nuova opera come il punto di passaggio tra la luce e il buio, tra il noto e l’ignoto. La notte è una chiave che permette di entrare negli universi del desiderio, del sogno, del mistero. “Nightbook è un percorso, ogni brano è il capitolo di una storia, la sfaccettatura di un prisma, uno sguardo possibile sulle esperienze che appartengono al lato più onirico, più interno di noi stessi, la musica apre delle porte su mondi nascosti. Ascoltandola, ognuno può riuscire a entrare in contatto con le proprie emozioni profonde”.
L’album si nutre delle atmosfere dei concerti tenuti in giro per il mondo, durante i quali Einaudi ha riempito taccuini di pensieri e suggestioni, registrando gli “appunti musicali” che sono diventati l’anima di questo progetto.
“Nel 2006 ho suonato a Milano all’Hangar Bicocca circondato da I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer. Quello spazio sterminato, in cui il pianoforte sembrava perdersi, l’incombenza delle torri, mi hanno spinto a lavorare su forme musicali diverse e tonalità più misteriose. Successivamente il concerto a Villa Adriana a Tivoli con il musicista elettronico Robert Lippok e quello al Cargo di Londra, con il video-artista Matteo Ferroni, sono stati un’occasione per riflettere su forze musicali che hanno un loro potere primordiale. ”Le atmosfere di cui parla Einaudi si riflettono in una grande libertà espressiva, nella scelta di composizioni dalla struttura più aperta, in sonorità originali ottenute da un vero e proprio incontro del pianoforte con archi e percussioni e da un uso dell’elettronica che amplifica il suono del pianoforte proiettandolo, come un’ombra, in tutte le direzioni
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