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Peter Michael Hamel, uno dei più famosi compositori tedeschi viventi, definisce il suo "De Visione Dei - In Search of God" un 'sacro teatro musicale'. L'ultima opera di questo originale compositore ha due facce: è un pezzo sacro, ispirato dagli scritti del mistico tedesco Nikolaus Cusanus (1401-1464) ed, allo stesso tempo, un pezzo non confessionale che guarda al buddismo ed al cristianesimo, entrambi espressioni di fede, con uguale interesse. Composta per otto ottoni, due percussioni ed un organo, questa opera non ha davvero eguali nella produzione musicale del XX secolo, ad eccezione forse per una certa somiglianza con "Couleurs de la Cité Céleste" (1964) di Olivier Messiaen se non fosse che Hamel usa l'organo al posto del piano di Messiaen e per il fatto che, diversamente dalla rigida devozione di quest'ultimo al cattolicesimo, la relazione di Hamel con la religione è meno dogmatica e più aperta ad altre correnti di fede. "De Visione Dei - In Search of God" non è il solito pezzo d'avanguardia da essere messo in scena per la gioia della critica durante un festival di musica e poi dimenticato: questa è piuttosto un'opera viva che, seppur suonata seguendo una partitura, lascia spazio alle geniali improvvisazioni di Hamel in veste di tastierista ed esalta la grande capacità interpretativa dei musicisti dell'Ensemble Szene Instrumental. Fondata da Wolfgang Hattinger, l'attuale direttore, nel 1994, la formazione è stata concepita come un'orchestra da camera per la realizzazione di progetti specifici, come ad esempio la creazione di ritratti musicali di grandi compositori del XX secolo. "De Visione Dei - In Search of God" è un album trasversale, una ricerca del divino che attraversa il tempo e lo spazio per sfociare in una gloriosa celebrazione musicale della fede.
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