4. Il secondo chakra: rintracciare il filo della passione
Tali, tali erano le gioie quando noi tutti, ragazzi e ragazze nella nostra giovinezza apparivamo sul Verde riecheggiante. William Blake
Per ottenere quello che volete, vi dice il libro del successo, dovete essere capaci di vedere la meta, di visualizzare l’oggetto dettagliatamente, di affermare ogni giorno la sua realtà e di tenerlo a mente. Allora il vostro sogno si realizzerà. Il problema di questa strategia è che quello che vogliamo a livello cosciente è spesso in contraddizione con quello a cui aspiriamo ardentemente a livello subconscio. Noi siamo specialisti nel trovare innumerevoli modi per sabotarci da soli e diamo la colpa alle circostanze — al capufficio o alla situazione economica generale. Oppure otteniamo davvero quello che vogliamo — come Mida, che ricevette la benedizione di trasformare in oro tutto quello che toccava — e ne veniamo distrutti. Certo ci piacerebbe avere il potere di trasformare in oro tutto quello che tocchiamo. E ci sono effettivamente persone che hanno poteri del genere. La mia maestra stessa, Hilda Charlton, era capace di manifestare denaro per le persone. Satya Sai Baba, il santo indiano, ha la capacità di materializzare gli oggetti e sia io personalmente che innumerevoli altre persone l’abbiamo osservato direttamente mentre lo fa e la cosa è stata documentata da filmati. In casi come questo, sembra ci sia ben poca interferenza tra il pensiero e la sua realizzazione, perché la manifestazione si verifica all’istante. Se l’uomo e la donna della strada avessero un simile potere, comunque, probabilmente finirebbero per rovinare tutto in modo grandioso, come Mida.
Questo succede perché la maggior parte della gente conserva una grande quantità di scorie non trattate che galleggiano nel regno emotivo e nel subconscio, tanto che quello che vogliamo realmente è spesso alquanto diverso da quello che pensiamo di volere.
Rosalyn Bruyere dell’Healing Light Center di Los Angeles parla di una sua conoscente che decise di praticare la visualizzazione creativa per ottenere una nuova automobile. E non si accontentava di un veicolo normale — voleva una Rolls Royce — perciò continuò a visualizzare una Rolls Royce rossa nel suo garage. Praticò la visualizzazione e la affermò giorno e notte per mesi interi. E naturalmente una notte una Rolls Royce rossa andò a schiantarsi nel suo garage! Questa donna non si era mai preoccupata di fare pulizia nel suo garage, come prima cosa; in altre parole, di fare dello spazio psichico per le cose che voleva portare nella sua vita. Analogamente, Mary e Byron Gentry, insegnanti di guarigione nel campo dell’energia umana, parlano di una donna che aveva visualizzato l’uomo con il quale voleva legarsi. Visualizzava l’automobile che avrebbe guidato e i luoghi dove sarebbero andati insieme, il tutto con grande abbondanza di particolari deliziosi. Alla fine incontrò davvero quell’uomo. Guidava la Lincoln Continental che lei aveva visualizzato e la portò a ballare, esattamente come nelle sue visualizzazioni. Quello che non aveva visualizzato, però, era che quell’uomo era legato alla malavita organizzata e che l’avrebbe trattata in modo terribile. Aveva visualizzato gli aspetti esteriori, che però non erano allineati con la sua fonte. Questo allineamento è essenziale se vogliamo che la visualizzazione sia etica e benefica.
Se il nostro desiderare deve essere positivo e produttivo, non solo per noi ma anche per gli altri, dobbiamo sviluppare la chiarezza che viene dal fare pulizia nel nostro spazio psichico e dal comprenderlo. Questo significa che per prima cosa dobbiamo diventare consapevoli delle varie commedie, tragedie e farse, ampiamente inconsapevoli, di cui il nostro essere interiore continua a scrivere i copioni. Nell’area dell’energia radice del primo chakra ci diamo il permesso di volere le cose e questo permesso è di importanza primaria. Il desiderio è l’energia creativa della vita. Non deve essere visualizzato come un nemico da cacciare via, un’attività del vecchio mondo, del modello che nega la vita. In quanto esseri umani, abbiamo un valore intrinseco. Apparteniamo a questo posto e siamo qui per creare con il mondo, non per trovare una via per uscire dal mondo. Possiamo dunque permetterci di essere noi stessi. Inoltre, non dobbiamo passare anni cercando il nostro “vero” sé perché, molto spesso, una ricerca del genere corre su un binario problema/soluzione, un modello che ci suggerisce che non dobbiamo agire finché non siamo diventati perfetti. Invece di cercare la perfezione o il miglioramento, cominciamo piuttosto ad avere fiducia in noi stessi, fidandoci degli impulsi del nostro essere interiore e accrescendo questa fiducia attraverso l’azione.
La domanda da porsi è dunque più grande del “Che cosa mi piacerebbe fare?”. Una domanda così tiepida non susciterà una passione travolgente. Se scegliere una carriera fosse semplicemente questione di scegliere quello che volete o che vi piace, potreste andare a sedervi nell’ufficio del consulente di orientamento del lavoro a riempire dei moduli che cercano di appaiare il profilo della vostra personalità con le offerte del mercato del lavoro.
L’anti-carriera ha bisogno di sgorgare da un livello più profondo, dal livello dell’anima. Quindi una domanda più appropriata potrebbe essere: “Come posso esprimere pienamente l’energia di desiderio della vita, che mi nutre e scorre attraverso di me, in modo che arricchisca la vita stessa?”
Per rispondere a una domanda simile e stabilire delle mete e delle priorità fattibili, dobbiamo affrontare e risolvere il labirinto emotivo delle nostre esigenze passate; dobbiamo ascoltare le nostre motivazioni, le nostre insicurezze, le nostre fantasie sul successo, l’impiego, il denaro e molte altre cose. Altrimenti diventiamo persone che rincorrono il successo per compiacere qualcun altro, o che restano vittime delle sofferenze passate, oppure manifestiamo altri risultati indesiderabili, che riflettono tutti i nostri schemi inconsapevoli.
|