Là dove é il tuo amore, un giorno sarai anche tu

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L'ECOLOGIA IN PRATICA
UNO STILE DI VITA NATURALE
PER SE' E PER IL PIANETA
L'ECOLOGIA IN PRATICA
Sono la natura
sono la terra.
i miei occhi sono il cielo,
le mie membra gli alberi.
Sono la roccia,
la profondità dell'acqua,
non sono qui per dominare
la Natura.
Io stesso sono la Natura.

Indiani Hopi

Questa terra é sacra
<b>Questa terra é sacra</b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
ONDE DI CRESCITA INTERIORE
ONDE DI CRESCITA INTERIORE La crisi ecologica - ovvero il principale problema di Gaia - non è l’inquinamento, i rifiuti tossici, il buco nell’ozono o qualcosa del genere. Il principale problema di Gaia è che un numero non sufficiente di esseri umani si è sviluppato ai livelli di coscienza postconvenzionali, planetari e globali in cui sarebbero spinti automaticamente alla cura per il globale comune. E gli esseri umani sviluppano questi livelli postconvenzionali, non imparando la teoria dei sistemi, ma passando attraverso almeno una mezza dozzina delle principali trasformazioni interiori, che vanno dall’egocentrico all’etnocentrico al mondocentrico, punto in cui e non prima, possono risvegliarsi a una profonda e autentica cura per Gaia. La prima cura per la crisi ecologica non consiste nell’imparare che Gaia è la Rete della Vita, per quanto vero ciò sia, ma nel promuovere queste numerose e ardue onde di crescita interiore, nessuna delle quali viene indicata dalla maggior parte di questi approcci del nuovo paradigma.
Continua... 
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE 1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo. Più che in altri paesi, è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale e morale del paese, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare ed ispirare la vita sociale collettiva. 2 Sia in Europa che nel resto del pianeta, vi è una tripla crisi :a) economica e finanziaria (causata da un modello di crescita superato) b) ambientale conseguente, c) socio-culturale. Tre grandi crisi che non trovano più risposte adeguate dal sistema della politica: non dai partiti socialdemocratici in crisi dappertutto e neppure dall’egoismo sociale e dall’indifferenza ambientale dei vari partiti conservatori. Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che all’idea di una crescita senza limiti sostituisca un idea di sobrietà, che non escluda anche l’utilità di avere aree di decrescita virtuosa e felice, può essere in grado di affrontare le difficoltà del presente. ...Continua...
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO di Maneka Gandhi

Mangiare carne è una delle maggiori cause della distruzione ambientale. Ogni specie non solo ha il diritto di vivere, ma la sua vita è essenziale per il benessere dell’umanità. Ciò che chiamiamo sviluppo, cioè la sterile città nella quale portiamo i nostri cani al guinzaglio, non è vita. Ci abituiamo così velocemente al malessere, alla tensione, alle carestie e alle alluvioni che pensiamo che i pezzi di carta che teniamo in tasca possano sostituire un corpo sano e una mente gioiosa. Scegliamo di non sapere che, praticamente tutte le nostre malattie sono causate dalla mutilazione e dall’uccisione di animali: dai 70.000 acri di foresta pluviale del Sudamerica abbattuti ogni giorno – che in gran parte servono per far pascolare il bestiame – fino al virus Ebola, proveniente dalle scimmie strappate dal loro habitat naturale in Africa allo scopo di fare esperimenti. Abbiamo ottenuto più cibo uccidendo i lombrichi con le nostre sostanze chimiche o abbiamo ottenuto più malattie? Abbiamo ottenuto una salute vigorosa allevando forzatamente bestiame per il latte e la carne, o abbiamo piuttosto ottenuto emissioni di gas metano che hanno contribuito enormemente all’effetto serra, mettendo in pericolo la vita del pianeta? Continua...

LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE
LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE

di Lester Brown

Per creare una economia sostenibile bisognerà sostenere una rivoluzione ambientale, come è avvenuto per quella agricola e industriale. Alla fine del libro Piccolo è bello, Schumacher parla di una società che violenta la natura e danneggia gli esseri umani e, da quando queste parole sono state scritte, diciotto anni fa, abbiamo potuto vedere con maggiore evidenza i modi con i quali la nostra società agisce proprio in quella direzione.Mi trovavo all’aeroporto di Dulles e presi una copia del US News and World Report, che conteneva un editoriale di David Gergen, un alto funzionario dell’Ufficio Stampa di Reagan alla Casa Bianca. L’articolo descriveva quello che stava accadendo oggi alla società americana e l’autore affermava che, in un certo senso, abbiamo perso la strada. Continua...

RISPETTA LA (TUA) NATURA
<b>RISPETTA LA (TUA) NATURA </b> Michele Vignodelli

Il nostro corpo e la nostra mente sono meraviglie naturali in pericolo, da difendere come le foreste, i fiumi, il mare e le montagne. Sono continuamente aggrediti dal sistema tecnologico ed economico che ci governa, proprio come il resto del mondo naturale.
Non potremo mai rispettare e vivere veramente la suprema bellezza e armonia della natura esterna se non cominciamo da noi stessi. Eppure esiste una spaventosa ignoranza sulla nostra natura interna, che fa pensare a una congiura del silenzio.
Negli ultimi anni sono emerse abbondanti prove dell’esistenza di
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RICORDO DI IVAN ILLICH
RICORDO DI IVAN ILLICH


di Giannozzo Pucci *

Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni '60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della società moderna (The Church, change and development).
Il secondo, del 1970, intitolato "Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza": un appello alla rivoluzione istituzionale), è contro le certezze delle istituzioni che imprigionano l'immaginazione e rendono insensibile il cuore.
Poi, nel 1971, esce "Descolarizzare la società", che è stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dell'apprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree,
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LA VENDETTA DI GAIA
LA VENDETTA DI GAIA

di James Lovelock

La vendetta di Gaia : assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni dell'organismo vivente che ci ospita. Ora, assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Il parassita e' un essere che vive a spese di un altro organismo. Se ne nutre, cresce, si riproduce e prospera. Eppure, la sua non e' una strategia lungimirante. Le energie dell'organismo ospite diminuiscono giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Finche' un giorno accade l'inevitabile: l'organismo ospite si avvia a una fine certa. E il parassita, senza risorse, e' destinato a scomparire. Questa immagine e' la perfetta metafora della storia della specie umana. A dimostrarlo sono i fatti. Migliaia di anni di occupazione del pianeta hanno provocato distruzione degli habitat, estinzione di molte specie, emissioni record di gas serra in atmosfera e nubi di polveri sottili nell'emisfero nord e sulle metropoli. Un'aggressione prolungata alla quale la Terra ora reagisce innescando una lunga serie di disastri naturali, quali inondazioni e uragani, sempre piu' numerosi e violenti, ed eventi climatici estremi, come estati torride e punte di freddo anomalo. Il pianeta che abitiamo non ha piu' anticorpi per difendersi. E allora attacca.
Lo sostiene a gran voce uno scienziato autorevole e indipendente, James Lovelock, nel suo nuovo libro, The revenge of Gaia (La vendetta di Gaia) in uscita il 2 febbraio in Gran Bretagna! . Il nostro mondo, afferma, potrebbe avere superato il punto d! i non ritorno: la soglia oltre la quale non possiamo fare piu' nulla per evitare che, entro la fine del secolo, i cambiamenti causati dall'attivita' umana distruggano la nostra civilta' Continua....
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CLIMA: I NEGAZIONISTI NON SONO IDIOTI
CLIMA: I NEGAZIONISTI NON SONO IDIOTI


di Massimo Marino

Apparentemente l’iniziativa romana dei sostenitori italiani del negazionismo climatico qui sotto raccontata dall’allegato articolo del quotidiano il manifesto del 18 ottobre fa pensare con eccessiva superficialità ad un “appello degli idioti”. Quando si afferma che non c’è nessuna crisi climatica o addirittura che l’aumento della CO2 è vantaggioso per l’agricoltura e altre genialità del genere per giunta con il contributo in prima linea di un genietto come Gasparri, l’epiteto di “idioti” viene facile. 
Ma non è affatto così: Gasparri non è affatto un idiota visto che fa politica (ben pagato) da quasi 50 anni. Ha avuto decine di incarichi e ruoli: da capo del FUAN (gli universitari della destra dagli anni ’50 a fine secolo) poi a salire ai vertici di più partiti, parlamentare, sottosegretario e ministro e a lato numerosi altri ruoli e incarichi (tutti ben pagati), oggi fedele senatore forzaitalico berlusconiano. 
Non sono affatto idioti scienziati come Zichichi, fisico novantenne esperto di particelle, forse scarsamente preoccupato del destino delle future generazioni ma divulgatore scientifico sul clima ( “Studia Greta,  il 95% dell’evoluzione del  clima è dovuto al sole e il solo 5% è dovuto all’uomo” ). Non sono idioti numerosi esponenti di punta di aziende del settore energetico (spesso pubbliche) tipo Enel, Eni, Agip, Sogin. Tutti in campo da anni o decenni (tutti ben pagati). Ricordo ancora alcuni di costoro che più di 30 anni fa dileggiavano come sciocchi nemici del progresso gli ambientalisti antinucleari sostenendo che il nucleare era perfetto, la fonte più sicura, più pulita e più economica e le rinnovabili erano una favola. Hanno continuato e proseguono tutti, senza alcuna vergogna, una radiosa carriera. Altro che idioti.
Non capendo che questi rappresentano e difendono segmenti della società che con il mantenimento di una società immobile si garantiscono il proprio status, nel mondo della sinistra e degli ambientalisti green e radical, anche del grillismo ecosostenuto, li liquidiamo facilmente come idioti o contaballe o semplicemente come venduti alle multinazionali. Il che in certi casi potrebbe anche essere vero ma non è questo il problema.
Così ci viene facile sguainare la spada immaginando di combattere il nemico e contestare con veemenza le poco affascinanti ragioni dei negazionisti. Che si tratti del tuo barista, del parlamentare leghista, piddino o forzaitalico in un’aula parlamentare, o dell’ingegnere parastatale nel talk show della sera, quasi sdegnati condanniamo il negazionista rivendicando con impegno e qualche superficialità di troppo le ragioni dell’ambiente. Oggi di moda va il Green new deal che ieri si chiamava Green Economy, l’altro ieri Conversione ecologica, e più lontano nel passato Alternativa ecologica o altro. Continua...

TAV o METRO?
IN COSA SONO GRANDI LE GRANDI OPERE?

TAV o METRO? <br> IN COSA SONO GRANDI LE GRANDI OPERE?

di Massimo Marino

Una grande opera o è fortemente utile o è fortemente dannosa perché, date le entità in gioco, l’errore diventa enorme e va a danno di tutti soprattutto in situazioni di crisi e di forte debito pubblico... (Mario Cavargna).
Della TAV, o meglio si direbbe del TAC (treno ad alta capacità di trasporto merci) si parla, si discute e si litiga da quasi 30 anni, più o meno dalla fine degli anni ’80. Per la verità nella seconda metà di quel decennio era terminato il raddoppio della linea storica Torino - Modane su un nuovo tracciato ed il successo del nuovo treno della Fiat, chiamato Pendolino per la capacità di adattarsi in curva e quindi aumentare la velocità media anche fino al 20-25%, sembrava essere già un buon successo della famiglia Agnelli e dell’imprenditoria locale. Il difetto del progetto attuato era però dato dal fatto che in fin dei conti costava troppo poco e ridurre di un’oretta il percorso di qualche migliaio di turisti non era poi così affascinante. Così con qualche suggerimento iniziale proveniente dalla Francia si fa strada l’ipotesi di costruire un tunnel di base sotto la montagna di 50-60 km.
Il progetto è allettante soprattutto per i costi. Si parla all’epoca di 2400 miliardi di lire che arrivano a 9000 miliardi per l’adeguamento dell’intera linea fino a Lione. Come ricorda Mario Cavargna, valsusino esponente di Pro Natura nelle 700 pagine in cui si fa la cronologia attenta degli ultimi 30 anni, nessun soggetto privato ha mai espresso l’intenzione di mettere propri capitali a disposizione dell’opera; che è urgente e indispensabile a condizione che la paghiamo noi attraverso lo Stato oppure attraverso una partita di giro che non tutti colgono: cioè sempre noi attraverso il parziale finanziamento dell’UE. Recentemente la Corte dei Conti francese ha stimato che l’intera opera (che nel frattempo è cambiata ripetutamente in tutto tranne che nei costi e nei tempi, che restano entrambi elevati, costerebbe 21 miliardi di euro dei quali circa il 40% per il tunnel di base. Al momento il governo francese ha stabilito che l’adeguamento della parte francese fino a Lione, che è uno dei tre segmenti del progetto complessivo, sarebbe rimandata fino al 2038. Che è un modo per dire: cominciamo a fare il buco poi si vedrà.
Non è obiettivo principale di questo intervento entrare nel merito di tutti gli aspetti del progetto specifico su cui esistono migliaia di pagine di approfondimento. Ma si vuole iniziare a fare dei confronti, per certi aspetti singolari, sui criteri con cui negli ultimi decenni si sono impegnate grandi risorse in cosiddette grandi opere o per lo meno per cominciare grandi opere. Che non vuol dire che necessariamente ci si impegni per finire  le opere stesse. Gli esempi di incompiute in Italia sono decine e decine ed hanno fatto le fortune di molte decina di grandi contractors che, alla fine dei conti si riducono con nomi diversi e infinite scatole cinesi ad una decina di famiglie che hanno ottenuto negli ultimi decenni la gestione dei grandi progetti, delle più redditizie privatizzazioni, del controllo diretto o indiretto dell’intero sistema dei media, che hanno sedotto la gran parte di partiti e coalizioni di diverso orientamento. E naturalmente hanno saccheggiato per decenni i bilanci dello Stato. Continua...
I MOVIMENTI ECOLOGISTI
E LA GUERRA CIVILE SUL PIANETA

I MOVIMENTI ECOLOGISTI<BR> E LA GUERRA CIVILE SUL PIANETA

di Massimo Marino

Alcuni appuntamenti di rilievo, almeno per i contenuti quantomai attuali, tutti attinenti alla crescita impossibile ed alla crisi ecologica probabile, si sono svolti di recente nell’arco di pochi giorni. Scarsa eco sui media, troppo impegnati a partecipare alla guerra civile a bassa intensità in corso nel nostro paese ed a difendere le ragioni, poche e difficili da trovare, per salvare i vecchi partiti e la vecchia Europa politica che rischiano di andare a picco, a meno che non si trovino i protagonisti per cambiargli radicalmente i connotati.
A Prato la 18a conferenza “L’Economia della Felicità”  con la presenza di Helena Norberg Hodge, Serge Latouche, e (in video) Vandana Shiva, più una decina di altri relatori e facilitatori nei 7 work shop del primo giorno, hanno riproposto la chiave di lettura “ decrescitista”, filone particolare e punto di vista ormai quasi ventennale nella cultura dell’ecologismo internazionale. Ottima organizzazione, clima  e ambiente gradevole grazie all’impegno di Gloria Germani e altri, e alcuni spunti di rilievo che alla fine riemergono alla luce dovunque ci si giri per chi ha voglia di riflettere, confrontarsi, e magari anche agire. Presenti anche due parlamentari del M5Stelle, unici politici presenti e fruttuosamente partecipanti alla discussione.
Il primo spunto riguarda la centralità sempre maggiore che assume lo strapotere dei media ( carta, tv, rete) nel farsi gendarme, sempre più armato e belligerante, dello status quo. Il tema è delicato e le insidie dietro l’angolo perché a chi denuncia il ruolo servile dei media verso le élite del paese si risponde con l’ipocrita argomento della libertà di stampa.
Interessante la testimonianza di Claudia Benatti, ex giornalista di Repubblica, evasa dal giornale qualche anno fa per riprendere la piena libertà di parola. Negli stessi giorni della conferenza mi aveva colpito il lungo intervento di Travaglio  “ Tutte le balle che scrivono i giornali” (2 ore in video) che analizza una decina di fatti degli ultimi mesi e attraverso la lettura di centinaia di titoli o brani selezionati, svelando l’opera di disinformazione, falsificazione ma soprattutto la volontà di confondere   di una decina di testate italiana (con scarse differenze  fra destri e sinistri). Continua...
ELEZIONI:
VINCERA' LA GRANDE PALUDE DI CENTRO?

ELEZIONI: <br>VINCERA' LA GRANDE PALUDE DI CENTRO?

di Massimo Marino      

E’ invidiabile la perseveranza con la quale, ininterrottamente da settimane, un nugolo di commentatori più o meno stipendiati, in genere molto ben stipendiati, intrattengono gli italiani da mattina a sera su giornali, tv e internet, esprimendo il loro punto di vista su cosa succederà il 4 marzo con riferimento ai sondaggi (ma in realtà anche agli umori del loro direttore e del loro editore) accantonando il fatto che specie nell’ultimo decennio si sono dimostrati totalmente inattendibili.  Clamorosi quelli sballati del 2013, che potete facilmente trovare su Wikipedia, confrontati con i successivi risultati reali.  Ancora più inattendibili i sondaggi sui risultati del referendum del 4 dicembre 2016, al quale ho partecipato attivamente e con impegno per il NO, senza aver mai trovato uno solo, a cominciare da me, che prevedesse un risultato vicino a quello emerso. Neanche uno.
1)  Con riferimento alla Camera e arrotondando i dati per semplicità nel 2013 dei 50 milioni di elettori quasi 15 milioni, comprese bianche e annullate, hanno scelto il partito più forte, quello del non voto. Di questi si stima che almeno 12 milioni sono astenuti attivi, cioè non impediti da eventi esterni alla loro volontà.
Dei 35 milioni di votanti attivi circa 10 milioni a testa sono andati al CDX e al CSX , quasi 8,7 milioni al M5S. Altri 3,6 milioni al cosiddetto Centro (Monti ed altri) che nelle elezioni attuali di fatto non esiste più. Più di 1 milione a liste minori.   Delle 26 liste maggiori all’epoca presentate solo 11 hanno avuto almeno un eletto. In 5 anni più della metà di tali liste non esiste più, alcune altre hanno cambiato nome. Più di un terzo dei 950 eletti hanno cambiato più volte collocazione. Grazie ad un Regolamento delle Camere da paese di Bengodi sono così nati una decina di gruppi parlamentari nuovi, con i loro apparati e rappresentati nelle Commissioni (alcuni poi sono scomparsi).Continua...
SE I GRILLI FANNO GLI ECOLOGISTI ....
SE I GRILLI FANNO GLI ECOLOGISTI ....

di Massimo Marino
 
Distratti dalla Catalogna, dai due incredibili personaggi che duellano da settimane a nome degli Stati Uniti e della Corea del Nord, poi dai successi elettorali delle variegate destre-populiste in vari paesi, infine dalla più creativa legge elettorale in Europa inventata dal trio Renzi-Berlusconi-Salvini, sono state immediatamente  archiviate due notiziole per nulla insignificanti con protagonisti Sergio Marchionne, amministratore delegato di FCA e Chiara Appendino, sindaca grillina di Torino.
 
Il primo ( Marchionne), rivolto direttamente agli studenti in occasione della laurea ad honorem in Ingegneria industriale tributatagli dall'università di Trento, ha dichiarato a proposito del futuro delle auto elettriche «Questo è un progetto su cui FCA lavora, ma non è la soluzione per il futuro..  Stiamo lavorando su tutte le forme di auto elettrica ma - portando ad esempio la Fiat 500 elettrica - l'abbiamo lanciata cinque anni fa e per ogni 500 elettrica venduta negli Usa perdiamo 20mila dollari ", ha spiegato. Definendo un lancio su larga scala delle elettriche un “atto di masochismo”. “La questione chiave - ha continuato - è come viene prodotta l'energia di queste vetture; infatti le emissioni di un'auto elettrica, quando l'energia è prodotta da combustibili fossili, sono equivalenti a quelle di ogni altro tipo di auto “. Valutazioni isolate rispetto al resto del mondo dell’automotive.
Valutazioni sorprendentemente coincidenti con quanto ho in più occasioni affermato sostenendo che allo stato attuale e per i futuri decenni le elettriche andrebbero a carbone o al meglio a petrolio e derivati, con vantaggi minimi e costi notevoli. Sviando l’attenzione dal problema di fondo che è il carattere sempre più insostenibile dell’auto in se’ come principale e dilagante strumento della mobilità per i prossimi anni su tutto il pianeta ( vedi:La “generazione 100” e la crisi ambientale ). Continua...
LA GENERAZIONE 100 E LA CRISI AMBIENTALE
LA GENERAZIONE 100 E LA CRISI AMBIENTALE

di Massimo Marino

Abbiamo il dovere di preoccuparci di questa generazione 100 che è cominciata a venire al mondo in questo terzo millennio  e che pagherà per intero nei successivi 100 anni tutti i nostri errori.  Secondo notizie di stampa la Gran Bretagna attuerà il divieto di vendita di auto con motori endotermici  diesel e a benzina, compresi gli ibridi a doppio motore termico ed elettrico, entro il 2040.   In Francia il nuovo ministro dell’ambiente Nicholas Hulot ha dichiarato a inizio luglio di voler mettere al bando le auto a benzina e quelle diesel entro la stessa data. Già un anno fa la Norvegia aveva preso lo stesso impegno addirittura per il 2025, seguita dall’Olanda. Anche il ministro dei trasporti indiano ha dichiarato, un po’ coraggiosamente, che dal 2030 le elettriche entreranno nel mercato indiano della mobilità. 

I programmi di abbandono dei derivati del petrolio e di altri fossili nella mobilità sono accompagnati da altre misure e obiettivi di contorno: parco adeguato di centraline di ricarica, batterie più efficienti, sgravi fiscali, sovvenzioni statali, un po’ di piste ciclabili, nuove aree pedonalizzate, pedaggio di accesso ai centri urbani.Obiettivo di queste misure, collegate agli impegni più o meno stringenti di Cop 21, è quello di limitare le emissioni, ridurre gli inquinanti, frenare la crisi climatica. Niente di nuovo per la verità. Il tema è all’ordine del giorno da 20 anni. ....Continua ...

SE E' UNA RIVOLUZIONE NON SARA' UN PRANZO DI GALA
SE E' UNA RIVOLUZIONE NON SARA' UN PRANZO DI GALA di Massimo Marino

PD e PDL hanno perso insieme circa 10 milioni di voti sul 2008; ne mantengono in totale 16 milioni su 42 milioni di aventi diritto al voto. Sarebbero due partiti in rotta se non controllassero totalmente i media, che si sono spartiti minuziosamente nel corso degli anni, se non avessero soldi in abbondanza ( Berlusconi qualche spicciolo in più ), se non avessero decine di migliaia di eletti, funzionari , cariche e clientele in tutte le migliaia di organismi dello stato, di enti locali e dintorni; tutto pagato, sia ben chiaro, da tutti noi. Il partito confindustriale di Monti, dopo un anno intero in cui veniva indicato in tutti i sondaggi come il vero futuro dell’Italia ha raccolto con gli alleati circa 3,5 milioni di voti.

Le elezioni hanno cancellato dalla scena almeno sei partiti; partiti esistenti da tempo, o che simulavano di esistere o che si dichiaravano promettenti neonati con un radioso futuro: Italia senza Valori, Rifondazione e Comunisti italiani, Verdi, la Rivoluzione Civica di Ingroia e De Magistris, il BPP, partito personale di Bonino - Pannella che cambia nome e schieramento alla bisogna. Alcuni dei suddetti a loro volta, prima di essere definitivamente cancellati dagli elettori, avevano fatto tabula rasa di vari gruppi a loro limitrofi: Albacambiaresipuò, Ecocivicieuropeianimalisti , Listereticivichenazionalivarie per citarne solo alcuni.Continua...
TAVOLI PER CASA COMUNE DEGLI ECOLOGISTI
TAVOLI PER CASA COMUNE DEGLI ECOLOGISTI Gli ecologisti si fanno sentire in Europa e nel mondo: Francia, Ungheria, Germania, Brasile, Gran Bretagna, Colombia … 10 , 15, 20%; non sufficiente ancora per egemonizzare la direzione concreta del modello economico ed il governo di tanti paesi, ma comunque sufficiente per esprimere e diffondere il proprio punto di vista ed ottenere qua e là continui successi puntuali. In Italia gli Ecologisti sono assenti, forse mai nati, comunque frammentati in quell’arcipelago ecologista che una volta si declinava con orgoglio ed oggi è una palude in cui annaspano decine di gruppi, micropartiti, associazioni, che assommano ad una nobile vocazione di intenti una scarsa vocazione a coordinarsi o unirsi. Quel che resta dei Verdi, sull’orlo della scomparsa, dichiara di aprire il percorso di una Costituente ecologista che probabilmente non sono, per come la intendono, in grado di fare. Resta a loro favore che, al di là del fatto che esprimano non più del 5-10% di questo arcipelago, al momento sono l’unico gruppo che dichiara l’intenzione di provarci, che non è questione da poco e gliene va dato atto. ...Continua...
IL CORAGGIO DI CAMBIARE
IL CORAGGIO DI CAMBIARE Gruppo delle Cinque Terre

VERSO UNA COSTITUENTE ECOLOGISTA... L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo che ne ha fermato l’entrata nel nuovo secolo. Più che in altri paesi è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare la vita sociale della collettività.
Stiamo assistendo ad una semplificazione culturale che rende simili ed al contempo pessime le diverse aree politiche, tutte globalmente incapaci di affrontare le crisi del nuovo tempo: le emergenze ambientali nel territorio, la crisi sociale, la crisi di valori nell’individuo. A breve parole e concetti come Inquinamento ambientale, Corruzione sociale e Perversione morale rischiano di non essere più comprensibili. Si tratta quindi di crisi globale del sistema ed esaurimento delle culture che lo hanno ispirato e formato. ...Continua...

IL FUTURO DEI VERDI IN ITALIA
IL FUTURO DEI VERDI IN ITALIA 1. Questa Assemblea congressuale provinciale dei Verdi del Trentino è convocata in preparazione della Assemblea congressuale nazionale dei Verdi italiani, che si terrà il 9-10-11 ottobre a Fiuggi, e ha il compito statutario di discutere le mozioni congressuali presentate e di eleggere i sei delegati effettivi e supplenti che rappresenteranno i Verdi del Trentino a Fiuggi. Soltanto in una seconda fase, concluso il Congresso nazionale di Fiuggi, valutandone gli esiti, decideremo insieme come affrontare la situazione politica che si sarà determinata, a seconda se la nostra Mozione e i nostri candidati avranno o meno ottenuto la maggioranza, da soli o in alleanza con altri. Questo comporterà convocare antro la fine dell’anno una nuova Assemblea congressuale provinciale finalizzata a discutere in particolare i problemi dei Verdi e degli ecologisti del Trentino, in stretto raccordo con i nostri amici verdi sudtirolesi, e a realizzare la nuova Costituente ecologista ...Continua...
LA SINISTRA AMMAZZAVERDI
LA SINISTRA AMMAZZAVERDI di Massimo Marino

il crollo o l’indebolimento delle due forze che nel dopoguerra hanno dominato la scena: i conservatori e democristiani nelle diverse connotazioni locali e le varie sinistre sia nella opzione socialdemocratica (finita a pezzi in Francia e Gran Bretagna ) che in quella socialcomunista ( franata verso il basso o ferma in Germania, Italia, e perfino nella versione trotskista francese clamorosamente sotto il quorum). 
Il vero fenomeno nuovo è stato l’esplosione degli ecologisti e verdi che in tutte le loro sfumature hanno moltiplicato i voti superando il 10% in almeno dieci paesi; con straordinari risultati in Germania (dove hanno superato i Liberali favoriti nelle previsioni) in Austria ,in Francia risultati sopra il 16%, secondo partito alla pari con i Socialisti e di fatto veri e unici protagonisti in grado di fronteggiare Sarkozy. I segnali del fenomeno erano già evidenti da settimane o mesi con la conquista dell’Islanda dopo 40 anni di centro-destra (verdi al 21%), le vittorie dei Verdi in Assia (13,7%) ed altri lander tedeschi, la conquista di grandi città in Svizzera (Losanna) , ma anche il raddoppio dei Verdi eletti a novembre in centinaia di località in USA (fatto sconosciuto agli italiani) in contemporanea alla vittoria di Obama ed alla conquistata egemonia culturale delle tesi di Al Gore alle sue spalle. Continua...
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