forestiero che vai cercando la pace al crepuscolo, 
la troverai alla fine della strada. (F. Battiato)

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L'ECOLOGIA IN PRATICA
UNO STILE DI VITA NATURALE
PER SE' E PER IL PIANETA
L'ECOLOGIA IN PRATICA
Sono la natura
sono la terra.
i miei occhi sono il cielo,
le mie membra gli alberi.
Sono la roccia,
la profondità dell'acqua,
non sono qui per dominare
la Natura.
Io stesso sono la Natura.

Indiani Hopi

Questa terra é sacra
<b>Questa terra é sacra</b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
ONDE DI CRESCITA INTERIORE
ONDE DI CRESCITA INTERIORE La crisi ecologica - ovvero il principale problema di Gaia - non è l’inquinamento, i rifiuti tossici, il buco nell’ozono o qualcosa del genere. Il principale problema di Gaia è che un numero non sufficiente di esseri umani si è sviluppato ai livelli di coscienza postconvenzionali, planetari e globali in cui sarebbero spinti automaticamente alla cura per il globale comune. E gli esseri umani sviluppano questi livelli postconvenzionali, non imparando la teoria dei sistemi, ma passando attraverso almeno una mezza dozzina delle principali trasformazioni interiori, che vanno dall’egocentrico all’etnocentrico al mondocentrico, punto in cui e non prima, possono risvegliarsi a una profonda e autentica cura per Gaia. La prima cura per la crisi ecologica non consiste nell’imparare che Gaia è la Rete della Vita, per quanto vero ciò sia, ma nel promuovere queste numerose e ardue onde di crescita interiore, nessuna delle quali viene indicata dalla maggior parte di questi approcci del nuovo paradigma.
Continua... 
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE 1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo. Più che in altri paesi, è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale e morale del paese, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare ed ispirare la vita sociale collettiva. 2 Sia in Europa che nel resto del pianeta, vi è una tripla crisi :a) economica e finanziaria (causata da un modello di crescita superato) b) ambientale conseguente, c) socio-culturale. Tre grandi crisi che non trovano più risposte adeguate dal sistema della politica: non dai partiti socialdemocratici in crisi dappertutto e neppure dall’egoismo sociale e dall’indifferenza ambientale dei vari partiti conservatori. Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che all’idea di una crescita senza limiti sostituisca un idea di sobrietà, che non escluda anche l’utilità di avere aree di decrescita virtuosa e felice, può essere in grado di affrontare le difficoltà del presente. ...Continua...
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO di Maneka Gandhi

Mangiare carne è una delle maggiori cause della distruzione ambientale. Ogni specie non solo ha il diritto di vivere, ma la sua vita è essenziale per il benessere dell’umanità. Ciò che chiamiamo sviluppo, cioè la sterile città nella quale portiamo i nostri cani al guinzaglio, non è vita. Ci abituiamo così velocemente al malessere, alla tensione, alle carestie e alle alluvioni che pensiamo che i pezzi di carta che teniamo in tasca possano sostituire un corpo sano e una mente gioiosa. Scegliamo di non sapere che, praticamente tutte le nostre malattie sono causate dalla mutilazione e dall’uccisione di animali: dai 70.000 acri di foresta pluviale del Sudamerica abbattuti ogni giorno – che in gran parte servono per far pascolare il bestiame – fino al virus Ebola, proveniente dalle scimmie strappate dal loro habitat naturale in Africa allo scopo di fare esperimenti. Abbiamo ottenuto più cibo uccidendo i lombrichi con le nostre sostanze chimiche o abbiamo ottenuto più malattie? Abbiamo ottenuto una salute vigorosa allevando forzatamente bestiame per il latte e la carne, o abbiamo piuttosto ottenuto emissioni di gas metano che hanno contribuito enormemente all’effetto serra, mettendo in pericolo la vita del pianeta? Continua...

LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE
LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE

di Lester Brown

Per creare una economia sostenibile bisognerà sostenere una rivoluzione ambientale, come è avvenuto per quella agricola e industriale. Alla fine del libro Piccolo è bello, Schumacher parla di una società che violenta la natura e danneggia gli esseri umani e, da quando queste parole sono state scritte, diciotto anni fa, abbiamo potuto vedere con maggiore evidenza i modi con i quali la nostra società agisce proprio in quella direzione.Mi trovavo all’aeroporto di Dulles e presi una copia del US News and World Report, che conteneva un editoriale di David Gergen, un alto funzionario dell’Ufficio Stampa di Reagan alla Casa Bianca. L’articolo descriveva quello che stava accadendo oggi alla società americana e l’autore affermava che, in un certo senso, abbiamo perso la strada. Continua...

RISPETTA LA (TUA) NATURA
<b>RISPETTA LA (TUA) NATURA </b> Michele Vignodelli

Il nostro corpo e la nostra mente sono meraviglie naturali in pericolo, da difendere come le foreste, i fiumi, il mare e le montagne. Sono continuamente aggrediti dal sistema tecnologico ed economico che ci governa, proprio come il resto del mondo naturale.
Non potremo mai rispettare e vivere veramente la suprema bellezza e armonia della natura esterna se non cominciamo da noi stessi. Eppure esiste una spaventosa ignoranza sulla nostra natura interna, che fa pensare a una congiura del silenzio.
Negli ultimi anni sono emerse abbondanti prove dell’esistenza di
Continua...
RICORDO DI IVAN ILLICH
RICORDO DI IVAN ILLICH


di Giannozzo Pucci *

Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni '60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della società moderna (The Church, change and development).
Il secondo, del 1970, intitolato "Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza": un appello alla rivoluzione istituzionale), è contro le certezze delle istituzioni che imprigionano l'immaginazione e rendono insensibile il cuore.
Poi, nel 1971, esce "Descolarizzare la società", che è stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dell'apprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree,
Continua...

LA VENDETTA DI GAIA
LA VENDETTA DI GAIA

di James Lovelock

La vendetta di Gaia : assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni dell'organismo vivente che ci ospita. Ora, assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Il parassita e' un essere che vive a spese di un altro organismo. Se ne nutre, cresce, si riproduce e prospera. Eppure, la sua non e' una strategia lungimirante. Le energie dell'organismo ospite diminuiscono giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Finche' un giorno accade l'inevitabile: l'organismo ospite si avvia a una fine certa. E il parassita, senza risorse, e' destinato a scomparire. Questa immagine e' la perfetta metafora della storia della specie umana. A dimostrarlo sono i fatti. Migliaia di anni di occupazione del pianeta hanno provocato distruzione degli habitat, estinzione di molte specie, emissioni record di gas serra in atmosfera e nubi di polveri sottili nell'emisfero nord e sulle metropoli. Un'aggressione prolungata alla quale la Terra ora reagisce innescando una lunga serie di disastri naturali, quali inondazioni e uragani, sempre piu' numerosi e violenti, ed eventi climatici estremi, come estati torride e punte di freddo anomalo. Il pianeta che abitiamo non ha piu' anticorpi per difendersi. E allora attacca.
Lo sostiene a gran voce uno scienziato autorevole e indipendente, James Lovelock, nel suo nuovo libro, The revenge of Gaia (La vendetta di Gaia) in uscita il 2 febbraio in Gran Bretagna! . Il nostro mondo, afferma, potrebbe avere superato il punto d! i non ritorno: la soglia oltre la quale non possiamo fare piu' nulla per evitare che, entro la fine del secolo, i cambiamenti causati dall'attivita' umana distruggano la nostra civilta' Continua....
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IL CORAGGIO DI CAMBIARE


1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo che ne ha fermato l’entrata nel nuovo secolo. Più che in altri paesi è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale, e una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare la vita sociale della collettività.

Stiamo assistendo ad una semplificazione culturale che rende simili ed al contempo pessime le diverse aree politiche, tutte globalmente incapaci di affrontare le crisi del nuovo tempo: le emergenze ambientali nel territorio, la crisi sociale, la crisi di valori nell’individuo. A breve parole e concetti come Inquinamento ambientale, Corruzione sociale e Perversione morale rischiano di non essere più comprensibili. Si tratta quindi di crisi globale del sistema ed esaurimento delle culture che lo hanno ispirato e formato.

2 L’inesistenza di una cultura di destra onestamente conservatrice e l’inconsistenza di una cultura di sinistra autenticamente riformatrice flagellano il nostro presente, ci costringono e ci permettono di cercare la soluzione dei problemi e dei drammi del nostro tempo altrove.

Si sta invece affermando in Europa ed in altre aree significative del pianeta una nuova cultura trasversale e al di sopra di ogni schieramento politico, culturale e religioso tradizionale che rivendica il diritto-dovere ad una relazione armonica tra uomo e natura, tra esseri umani, tra uomo e donna, e all’interno dell’uomo tra vita e coscienza.

Vi è una benedetta irrequietezza che spinge un numero progressivamente crescente di uomini e donne del pianeta ad una condivisione ed alleanza di valori, pratiche e attività per l’affermazione di ciò che si riconosce come valido e irrinunciabile.

Un movimento della vita e dell’evoluzione umana che non riconosce facilmente ideologie e capi, si nutre di ogni cosa ritienga valido e si diffonde dappertutto. Esso è la forza determinante che può portarci alla scoperta del tempo presente e delle sue soluzioni.

I movimenti ambientalisti, i movimenti dei diritti civili, i movimenti di giustizia sociale, i movimenti di autonomia culturale si stanno intrecciando e tendono a diventare UNO superando i continenti, sia pure con forme e tempi differenti.

Il termine “ecologisti” è al momento il più idoneo a rappresentare questa varietà di esperienze, che vanno ben al di là del semplice ambientalismo e che hanno però un minimo comune denominatore.
Esso è dietro la vittoria di Obama negli USA, spinge ed alimenta la rivoluzione della Green Economy, è alla base della grande e nuova affermazione di formazioni tendenzialmente trasversali come Europe Ecologie in Francia, anima la moltitudine di movimenti culturali sociali e politici attivi su temi specifici e vive nello sforzo quotidiano di ognuno per una vita felice. E’ l’antidoto, unico oggi, all’intossicazione della politica e all’avvelenamento della società e delle coscienze.

3 In Europa e non solo, la crisi economica–finanziaria e la crisi ambientale, non hanno risposte dai partiti della socialdemocrazia che si ridimensionano progressivamente in tutta Europa. Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che riconosca anche le aree dove è conveniente la decrescita, (un termine “infelice” per esprimere una riflessione valida ed una pratica felice, ma inevitabilmente estremo nella sua contrapposizione alla “crescita” e più correttamente sostituibile forse con un idea di “sobrietà”).
L’idea della sobrietà e della sostenibilità ha potenzialità nuove e favorisce l’espansione di nuove forze verdi ed ecologiste in molte zone dell’Europa e del resto del mondo.

Vi è oggi in Italia forse più che altrove l’urgente necessità di un progetto etico, culturale e politico, radicale senza estremismi ed integralismi, che sappia affrontare l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la corruzione della vita a tutti i livelli.

Movimenti di protesta e partiti-scatoloni non riescono ad esprimere nel tempo strategie e riferimenti culturali stabili e concreti. L’antropocentrismo sociale e l’egocentrismo di piccoli leader, l’arroccamento di ognuno su linguaggi, convincimenti e preclusioni personali mantengono la frammentazione culturale, sociale e politica e producono la vanificazione di ogni speranza di cambiamento.

Sarebbe disastroso, ed in parte lo è già, se nella situazione attuale i vari movimenti,o più onestamente i gruppi autoreferenziali e le diverse associazioni proseguissero ognuno diviso dagli altri e chiuso nella sua realtà. E sarebbe ugualmente disastroso se si continuasse ad affidare le speranze di un cambiamento a vecchie e fallimentari formule politiche.

Anche tutti i vari nuovi movimenti come i Meetup di Grillo, il Movimento per la Decrescita Felice, le liste per il Bene Comune, Stop al Consumo di Territorio, il variegato mondo dei blog non comunicanti fra loro, oltre alle storiche associazioni ambientaliste, animaliste, di consumatori e le tante associazioni di ambito locale, lo stesso movimento di Di Pietro, rischiano di percorrere questi stessi passi fatali nell’isolamento, nella separazione o nell’integralismo, con la conseguenza di una sostanziale ed effettiva irrilevanza politica e sociale.


Per non parlare di coloro che, parcheggiati per ragioni diverse (di supposta convenienza, di casualità, di ripiegamento, di mancanza di riferimenti locali) nel PD, nel gruppo di Di Pietro, nei vari frammenti della sinistra, mettono in secondo piano la loro genuina vocazione ecologista e radicale occupati in uno sterile o limitato impegno burocratico o amministrativo privo di reale valenza riformatrice o trasformatrice nel territorio in cui operano.

Per evitare il preseguimento di questo autentico gioco al massacro, occorre il collegamento e la federazione diretta di tutte le associazioni, movimenti e liberi cittadini ed un passo indietro dei vari quadri politici.

4 Una visione rinnovatrice e radicale insieme era presente alla fondazione dei Verdi italiani nel corso degli anni’80, ma poi non è stata attuata, condotta e sviluppata (lo stesso è successo talvolta per i verdi di altri paesi).
Le ragioni della mancata maturazione di un progetto alternativo possono essere sinteticamente attribuite alla impemeabilità del sistema politico che con la modifica dei sistemi elettorali negli anni ’90, con la forte difesa dei propri privilegi di casta, con il cedimento ai processi corruttivi ed all’influenza delle mafie, ha impedito cambiamenti e tutele che spesso avevano un impatto sugli ecosistemi e sulla qualità della vita.

Progressivamente gli aspetti rinnovatori si sono diluiti fino a diventare irrilevanti e collocare i Verdi come uno fra i tanti soggetti marginali che operano nella realtà politica senza essere in grado di incidervi realmente e ciò mentre scomparivano come presenza nel territorio e fra la gente. Abbandono del federalismo, mancanza di leadership e creatività, rinuncia ad opporsi alle logiche di casta hanno chiuso definitivamente quasi 25 anni della loro storia. La mancata analisi delle ragioni della crisi impedisce ai Verdi nelle loro diverse componenti di assumere da soli il ruolo di protagonisti di un processo di rinascita.

Per quanto non tutto sia stato inutile o sia andato perduto e ci siano isole felici, occorre da parte di tutti riconoscere onestamente l’impossibilità diffusa di incidere realmente sui tanti problemi ecologici, sociali ed economici con gli strumenti e le forze organizzate disponibili oggi.

Il percorso, le tappe, le strutture per la rigenerazione, rifondazione, riunificazione (le tre erre) di tutti gli ecologisti ed anche di altri che si collocano con disagio nel campo riformista e in quello della tutela sociale richiedono la crescita di un secondo fronte ben più rilevante, costituito da persone provenienti da diverse esperienze, allontanatisi dai Verdi da tempo, e inoltre da persone nuove rispetto alla politica, che favoriscano il processo di solvi et coagula per far decollare un nuovo movimento politico di tutti gli ecologisti che innovi la forma di partito e riproponga una struttura federalista.
 
Una benedetta moltitudine che ha denominatori comuni ma che deve mettere in comune diverse tonalità di linguaggi e di esperienze rendendo anche comune il recupero della memoria di decenni di impegno.

Serve un nuovo movimento politico centrato sulla riscoperta della lotta esemplare e la strutturazione di un discorso politico-culturale; è necessario costituire un”cuore verde “ ed estendere l’impegno all’azione riformista ed all’azione sociale anche sul tema della precarietà del lavoro e sociale.
Se tutti i termini indicati vengono praticati seriamente ne risulterà il carattere tendenzialmente maggioritario, moderno e radicale dei nuovi ecologisti.

5 Noi proponiamo la pratica di non essere per nessuno ma di essere con tutti. La volontà di una condivisa solidarietà attiva che è l'antidoto all'illusione del "credere di fare" e l'anteprima "per fare veramente qualcosa".
Sosteniamo la proposta e la necessità di una nuova formula:
la federazione delle persone, dei progetti culturali, delle attività produttive ed insieme delle capacità, delle qualità, delle speranze, dei sogni e delle visioni, degli uomini e delle donne di buona volontà per costruire una società più armonica ed eco-orientata
.
 
Come Cittadini del Pianeta abbiamo urgente necessità di affrontare l’emergenza ecologica e climatica, di superare un sistema economico basato sulla crescita infinita, di riformare le organizzazioni e le istituzioni sociali liberi dai condizionamenti culturali delle ideologie del secolo scorso, di sconfiggere ogni pregiudizio culturale e sociale e di affrancarci da ogni cultura basata sull’egocentrismo.

Siamo consapevoli che la vita è nelle nostre mani e andrà bene se sapremo con coraggio essere noi stessi e se nei nostri comportamenti saremo degni dei nostri sogni.

Intendiamo affermare una ecologia ambientale, una ecologia sociale e politica ed una ecologia etica.
Solo attraverso una pratica dell’integrità e della giusta relazione potremo preservare e difendere l’autenticità di ogni cosa ed ogni essere vivente.

Il XX secolo, sanguinoso e rovinoso più di ogni altro, ci ha dato in lascito una tecnologia potentissima ed uno smarrimento generale.
Ma anche il senso di inadeguatezza di ogni teoria razionale o metafisica non sostenuta dalle ragioni del cuore e non supportata dalla naturale saggezza della vita e della natura.

Intendiamo quindi l’ecologismo non come una nuova ideologia ma come un insieme di tendenze, pratiche, sentimenti, insegnamenti e visioni che possono sostenere e guidare verso la soluzione dei tanti problemi attuali.
Esso può realizzarsi se saprà essere trasversale anche a se stesso, progredire dall’ambientalismo che pure tanti meriti ha ed ha avuto, in un movimento della giusta relazione che riformi la politica e l’economia e che liberi le potenzialità sane di espressione dell’uomo e della società.
 
In Italia nello specifico vi è urgenza di una rottura con tutto ciò che è definito Casta, Corruzione, Mafie ed insieme anche una rottura con tutto il vecchio bagaglio culturale delle ideologie del '900, privo di innocenza perchè anche corresponsabile della progressiva degenerazione ecologica, economica e sociale. Nello stesso tempo occorre mantenere e difendere i contenuti essenziali ed irrinunciabili della nostra Costituzione.

Occorre riaffermare una lotta esemplare, nonviolenta ma esemplare, contro quanto pregiudica la sopravvivenza del Pianeta e dei suoi abitanti e condurre una contestazione sistematica delle attività economiche dannose, dei comportamenti istituzionali fraudolenti e di tutte le altre forme delinquenziali di illegalità.

Insieme si deve essere capaci di costruire e promuovere una sana cultura della sobrietà e dell’onestà, della salute e della convivenza civile.
Il compito non è solo politico o principalmente politico. E’ un compito insieme sociale, culturale ed economico.

Non intendiamo fare un nuovo partito che replichi in modo magari originale i fallimenti di tutti gli altri.
Intendiamo favorire qualcosa di più grande ampio e nuovo, di cui l’attività politica istituzionale deve essere solo una parte.
 
Noi proponiamo una fase di costituente ecologista che proceda alla federazione di tutti i singoli ed i gruppi interessati, garantendone autonomia e decentramento, intorno a 3 modalità organizzative:

*un rassemblement sul territorio di tutti i singoli e le associazioni operanti su base locale con una sintesi organizzativa regionale: sull’ambiente, sull’impegno sociale e sui diritti civili.

*una federazione trasversale nazionale e regionale di tutti i movimenti e le associazioni culturali sociali e politiche specifiche

*una nuova aggregazione dei lavoratori, delle imprese e delle attività orientate alla conversione ecologica ed all’equità e sostenibilità sociale.

6 Rigenerare, rifondare, riunificare.
La sfida è grande. Saremo in grado di divenire incisivi se sapremo collegarci realmente ognuno con gli altri, agendo insieme e riconoscendo reciprocamente la validità delle ragioni dell’altro. Proponiamo una attività collettiva di guarigione da ciò che ci tiene separati e talvolta lontani.

L’avvio e la decisione di continuare gli”incontri di Puin” con la nascita del Gruppo delle Cinque Terre, la sua progressiva espansione, la costituzione del Portale degli Ecologisti che colleghi il mondo dei blog, sono uno dei modi con cui cerchiamo di dare un contributo a questo processo.

Stimiamo il lavoro svolto e le attività delle diverse associazioni ambientaliste.
Ma come ignorare che nonostante 30 anni di lotte ambientali i risultati sono o insufficienti o scarsi o inesistenti?

L’Italia è una delle nazioni più inquinate d‘Europa, il territorio è soffocato da inquinamento, abusivismo, traffico e rifiuti, decine di navi con scorie radioattive sono seppellite davanti le nostre coste, aria acqua e terra sempre più inquinate, i tumori si diffondono, abbiamo un “benessere” che grida vendetta. 

A parte piccole conquiste e locali affermazioni, la situazione è talmente grave che occorre uno sforzo eccezionale e congiunto per produrre cambiamenti significativi. Potrebbe presto non avere più alcun senso proporre o produrre nuove leggi e normative ambientali che non vengono realmente applicate.

Nella situazione attuale nessuno sembra in grado di fermare il nucleare che viene riproposto o la truffa velenosa degli inceneritori. E siamo realmente indietro agli altri paesi sia sulle energie rinnovabili sia sulle connessioni in reti digitali.
Iniziative di lotta esemplare devono essere preparate in questi settori.

E quanto detto potrebbe valere anche per altri ambiti associativi, nel campo dell’intervento sociale e nel settore dei diritti civili.
Fare qualcosa è incidere sulla realtà, risolvere i problemi esistenti, non candidarsi alle elezioni, costituire una piccola corporation e lobby di settore, una piccola burocrazia, un flusso di fondi economici, il tutto giustificato da una serie di iniziative irrilevanti o senza esito.

Cultura società e politica sono indissolubilmente collegate. La politica ha bisogno delle prime due quanto queste di una politica coerente radicale ed efficace. Come esempio: negli ultimi decenni si stanno diffondendo pratiche di vita ecologiche come l’alimentazione, l’agricoltura e le medicine naturali, e tuttavia mentre diventano sempre più consistenti come attività economiche, emergono progressivamente truffe sempre più ingenti alle leggi ed alla salute e fiducia dei consumatori.

Occorre operare nei vari settori per rigenerare, rifondare e riunire. Ed è un compito anche culturale e di comunicazione.

Noi proponiamo di attuare e realizzare tutti insieme, attraverso uno sforzo straordinario, una serie di eventi e strutture di comunicazione tra cui:

* una Convention generale ecologista (Stati generali ?) con anche forti presenze europee ed internazionali e che possa durare anche 10 giorni, come evento di svolta, di grande richiamo, con forti contenuti culturali e di comunicazione.

* una Ecoexpo collegata a questo evento che la segua a distanza di qualche mese con il coinvolgimento di tutte le realtà economiche e produttive, ecocompatibili, ecorientate e socialmente sostenibili già esistenti, al fine di favorire la loro espansione.

* Un network di Media: Web ma anche Tv e carta stampata, che parta dalla unificazione dei vari frammenti comunicativi degli ecologisti oggi già esistenti messi in rete e connettendoli fra loro nel Portale degli ecologisti per moltiplicare la loro potenzialità comunicativa.


Tutto questo non sarà immediato, facile o per subito ma potrebbe essere ciò di cui abbiamo veramente bisogno: il coraggio di tutti di cambiare potrà portare al coraggio di cambiare tutto, veramente.
Come Gruppo delle Cinque Terre non intendiamo essere un nuovo gruppo che si aggiunge ad altri ma intendiamo costruire ponti che uniscano e unifichino i gruppi esistenti per promuovere la casa comune degli Ecologisti.

Gruppo delle Cinque Terre (ottobre 2009)

Questo documento è il risultato provvisorio di vari incontri e riflessioni condotte con persone di provenienze ed esperienze differenti che riconoscono la necessità di procedere ad una aggregazione di tutte le componenti della cultura ecologista.

Il Gruppo delle Cinque Terre si è costituito nell’agosto 2009 ponendosi tre obiettivi:
*la riunificazione dei vari gruppi e movimenti dell’area ecologista
*contribuire alla realizzazione del nuovo programma ecologista
*promuovere nuovi strumenti di comunicazione del Movimento Ecologista

Info: www.eco-ecoblogspot.com           * [email protected] (Massimo Marino)
        www.fiorigialli.it                            * [email protected] (Maurizio Di Gregorio)




scritto da: Dario Tamburrano il 10/10/2009 alle 00:17
Sono con voi. Sottoscrivo.

Sono d\'accordo anch\'io con voi

mi fate sognare, come posso aiutarvi?

sono d'accordo e sottoscrivo e sono lieto che qualcuno reagisca, sono d'accordo è peggio che il medioevo, qualcuno parlava del medioevo prossimo venturo eccoci...
Pubblicherò questo documento sul ns. sito:
www.naturalspirit.it e auguri a tutti !

Questo documento, meraviglioso e al contempo efficace, è l’ammirevole tentativo realizzare qualcosa di nuovo e di serio per il nostro Paese. Leggerlo, diffonderlo, trasmetterlo alle persone più care significa cominciare un processo di promozione culturale orientata all'ecologia politica. L’obiettivo per tutti gli ignari collaboratori è di emergere come movimento organizzato al fine di modificare lo stato delle cose.
Ognuno è invitato ad apportare le proprie migliori intenzioni a questo progetto, lasciando da parte la delusione e il disincanto. A voi percepire la genuinità di una nuova realtà.
Dal canto mio, sono felice di poter partecipare a questo movimento, con fermezza e lealtà.

scritto da: Enrico Cheli il 15/10/2009 alle 11:47
Condivido i principi di fondo e i nobili intenti di questo documento che illustra con chiarezza molti dei nodi da sciogliere. Sul piano pratico suggerisco tuttavia di ampliare il campo, di rivolgersi cioè non solo agli ecologisti propriamente detti ma anche ai pacifisti, agli attivisti per i diritti umani, ai ricercatori spirituali, alle persone che seguono un percorso di autoconsapevolezza - insomma a tutti coloro che desiderano un risveglio ecologico e al contempo etico e spirituale del pianeta.
Come dimostrano recenti ricerche sociologiche appena pubblicate nel libro "I creativi culturali" (Xenia edizioni) che ho scritto con Nitamo Montecucco, Ervin Laszlo e Paul Ray, gli ecologisti sono parte di un più vasto gruppo che comprende tutti i suddetti soggetti e solo una strategia globale può trovare abbastanza appoggio da incidere sulla società.
E' finito il tempo dei piccoli orticelli e dei movimenti settoriali, adesso è necessario che tutti i soggetti che desiderano un mondo migliore superino le rispettive differenze e diffidenze e si uniscano per il bene comune in un unico grande flusso.
Vi invito pertanto a prendere atto dei risultati delle summenzionate ricerche sul sito www.creativiculturali.it
Ciò premesso, sono senz'altro con voi e con chiunque si impegni fattivamente per un mondo migliore.

mai perdere la speranza, la lettura del vostro appello mi riempie il cuore, non sono una politica ma vi sosterrò volentieri, fate girare il vostro appello tra i gruppi di ricerca spirituale, io farò lo stesso e tenetemi informata
baci

Laura

Bellissimo. Un manifesto che ti riempie il cuore di speranza. Questo gruppo delle cinque terre ha messo a fuoco
una idea che molti di noi, stanchi e nauseati da tante
schifezze, da tante inutili polemiche, avevamo: riunire
e dare voce ai tanti gruppi e singole persone che credono
e operano per diffondere una idea di vita , sviluppo,
economia, sostenibile ed ecologica. Con la voglia di poter
incidere, di farsi sentire, di decidere per il bene.
Va bene, quindi la convention generale, va bene la ecoexpo
va benissimo la costituente ecologista per una federazione regionale e nazionale. Ma poi per non rimanere
un piccolo movimento, non si possono eludere i problemi
che assillano questo paese : il lavoro , la giustizia,
la formazione scolastica, la multietnicità. Su queste cose il movimento ecologista futuro unificato dovrà impegnarsi , oltre a tutte le ideee già esposte,
per arrivare ad essere compreso e considerato da tutti i
ceti come valore aggiunto. E ci vorranno delle risposte.

ho letto lo scritto e quello che propone: un sogno che dura da tempo ormai.

Nel nostro piccolo, Rete Bioregionale, CIR, Ecovillaggi, Comunità Intenzionali ecc... ci siamo già incontrati alcune volte per vedere se riusciamo, al di là delle nostre differenze, a coagulare le forze e le energie su temi specifici, così da amplificare l'azione o le iniziative laddove ce ne fosse bisogno.

E' vero quello che dite e cioè che dopo così tanti anni, la nascita di così tanti gruppi, ognuno impegnato su temi specifici e di pari importanza, non si sia ancora trovato un 'terreno comune' dove parlarsi e vedere quello che si può fare insieme (che sia una questione di maturità?).

Noi della Rete Bioregionale pensiamo di avere il nostro 'sassolino' per la soluzione dei problemi, ma pensiamo anche che per arrivare ad una qualche soluzione, c'è bisogno del contributo di tutti.

Come ti dicevo, noi questa strada la stiamo percorrendo e non senza difficoltà, considera che siamo solo alcune aggregazioni e per di più con intenti più o meno simili. Il vostro intento merita attenzione e rispetto, ma sinceramente è così vasto e ampio che, appunto, considerata la realtà delle cose (orticelli vari, fisse ideologiche ecc..) e lo smarrimento (nonostante tutto) collettivo, mi sembra quasi un gesto eroico.

Comunque, per quanto mi riguarda sono (e lo sono sempre stato) per una genuina aggregazione di tutto quel mondo 'altro', che costruttivamente si batte o sogna un mondo migliore per Tutti. Quindi, buon lavoro!
ciao
Giuseppe

Il documento è veramente pregnante nei contenuti ed incisivo nella forma. Va diritto al cuore e alla mente dei molti che che sognano un cambiamento politico, sociale, ecologico, che, ahimè, non sanno come e con chi promuovere; essi hanno compreso che l'umanità o si trasforma o muore. Il nuovo mondo sarà olistico e fraterno, abitato da uomini e donne in armonia con se stessi, con gli altri e con Gaia, Pianeta vivente, che evolve con noi.
Ogni tensione di uomini di Buona Volontà che tende all'avverarsi di tale futuro apre le porte dell'Utopia, ed è pertanto "sacro" e "spirituale", poichè aspira a materializzare sulla Terra innocenza, gratuità, condivisione.
Mille pensieri di Luce e mille sforzi concreti per sostenere il Progetto su tutti i piani!

scritto da: anna Fanton il 18/10/2009 alle 07:17
Mi chiamo Anna, vivo ai Castelli Romani posto in cui sono nata e cresciuta e da cui però sono stata lontana per anni proprio per acquisire la visione e la coscienza di cui si parla in questo articolo. Mi occuppo a tempo pieno di agricoltura sinergica, panificazione naturale, pedagogia ad indirizzo steineriano e non ultimo di fare la mamma. Credo che questo articolo sia un pò la fotografia di qualcosa che già esiste sia nella pratica che nella coscienza dell'umanità.
Il coraggio ci vuole per riconoscere ciò che sta avvenendo e prenderci sul serio. Buon lavoro a tutti noi. Anna

sono pienamente d'accordo, questo documento delle 5 terre invita ognuno di noi ad uscire dal confine del proprio orticello per cercare di realizzare quello che nel cuore sentiamo più giusto e poi agire in modo coerente rispetto all'intenzione.
Inoltre è concretamente la direzione che molti stanno prendendo in altre nazioni, ma farlo qui da noi, sarà difficilissimo, auguri ugualmente, se lo farete sarò con voi

apprezzo in particolare questo invito all'unità che porebbe essere la cartina di tornasole per riconoscere i movimenti autentici.... troppe divisioni in questi anni ci sono state, troppi piccoli gruppi rivali e troppi pseudoleader...
ritengo sia più utile ma anche giusto lasciar da parte le identità personali e quelle di gruppo per giungere a lavorare insieme
....

scritto da: Pietro Del Zanna il 23/10/2009 alle 09:05
Concordo pienamente su tutto (a parte che considero la conversione ecologica un concetto più ampio della conversione dell'economia, ma so che parlando ci troveremmo d'accordo). Sono seriamente preoccupato per i tempi dati per la costituente ecologista che rischia in modo serio di apparire ed essere una piccola "rifondazione verde" di una parte dei verdi più che luogo di incontro di TUTTI gli ecologisti.
Ciao

Il movimento politico “Gli ECOLOGISTI ” per il PIEMONTE

Visto il congresso nazionale della federazione dei VERDI e soprattutto visto le determinazioni finali dello stesso con l’elezione del nuovo Presidente nazionale Bonelli e con la scelta di uscire dal processo costitutivo di Sinistra e Libertà;

considerato di condividere totalmente la mozione che ha vinto il congresso

annuncia fin d’ora l’adesione alla COSTITUENTE ECOLOGISTA proposta dai Verdi
attraverso un contributo individuale dei nostri iscritti ognuno sul proprio territorio di competenza

ribadisce la convinzione che vada costruita una rete sul territorio piemontese che sappia aggregare comitati , associazioni e singoli che oggi fuori dal sistema della politica partitocratica pongono al primo posto le questioni ambientali

in ultimo invita la COSTITUENTE ECOLOGISTA a mettere al primo posto l’ecologia della politica e non come obbiettivo politico ma soprattutto come pratica politica , non dimenticando mai che la politica deve essere uno strumento per rendere migliore la vita dei cittadini e non solo quella dei politici.

Una politica verde nuova , vera , libera da condizionamenti religiosi , razziali e/o di genere che fa della laicità e dell’adesione individuale un elemento pregiudiziale per qualsiasi percorso politico .

Di Mauro Carmelo
DiMauro Mauro
Vergnano Ada
Pasetti Antonio
Raimondi Luisa
Giarrusso Fernando
Brizzi Mariarosa
Conrero Fausto
Cremi lai Paolo
Perelli Valeria
Giarrusso Anna Patrizia
Gisella Fossat
Pino Bari
Infantino Pino
Massa Luigi
Bergoglio Dario
Tella Mario
Chiabrera Roberto
Iandolino Carlo
Radonich Antonio
Soldo Antonio
Bernardo Ruggieri

Finalmente, era ora che qualcuno si organizzasse in tal senso, lo aspettavo da tempo, questo documento delle cinque terre è meraviglioso. Non sto a complimentarmi per l'iniziativa perchè già molti prima di me lo hanno fatto, è lodevole e sono sicura che andrà in porto. Dal canto mio mi impegno a diffondere la notizia di questo progetto affinchè ci siano più adesioni possibili.Sono convinta che le persone che vogliono un mondo migliore siano più numerose di quelle che vogliono mantenere lo stato attuale per i loro loschi interessi, anche se queste ultime fanno più notizia. Tenetemi informata sulle prossime iniziative.
Grazie e auguri.

Sottoscrivo e sono molto interessata!

Complice un lungo viaggio in treno da Pisa a Trento, ho dedicato il pomeriggio di oggi alla lettura di due manifesti ecologisti disponibili in Italia da pochi giorni: prima la traduzione italiana dell'ultimo libro di Daniel Cohn-Bendit, edita da Nutrimenti con il titolo “Che fare? Trattatello di fantasia politica a uso degli europei”, poi l'appello “Il coraggio di cambiare” del “Gruppo delle Cinque Terre”. A dispetto delle mie ingenue aspettative e dell'esplicito riferimento da parte dell'appello all'esperienza di Europe Ecologie, sono rimasto davvero impressionato dalle sostanziali differenze, tanto nello stile quanto nel contenuto, che emergono con evidenza fra questi due documenti.

Il “Gruppo delle Cinque Terre” riassume il “risultato provvisorio di vari incontri e riflessioni” in sei paragrafi, di cui i primi due contengono una critica feroce all'attuale situazione politica italiana, mentre gli ultimi quattro delineano un'alternativa possibile. Un lettore non prevenuto come me (anzi, pregiudizialmente favorevole all'iniziativa del gruppo) non può che rimanere allibito di fronte a un tale accumulo di valutazioni approssimative e sommarie, a partire dall'infelice (e terribilmente ideologica!) espressione “nuovo Medioevo” che inaugura una lunga serie di affermazioni inesatte e settarie: le diverse aree politiche del paese sarebbero tutte indistintamente “simili ed al contempo pessime”, sarebbe evidente l'”inesistenza di una cultura di destra onestamente conservatrice” (a dispetto di uomini politici come Gianfranco Fini, Gianni Letta e Beppe Pisanu, di intellettuali come Marcello Veneziani, di giornalisti come Giuliano Ferrara), il fallimento del Pd sarebbe dimostrato inequivocabilmente dall'avvicendamento di “tre segretari in poco più di un anno”, i Verdi sarebbero stati assenti, privi di creatività, di elaborazione culturale e di leadership “per tutti gli anni '90” (con buona pace di Alex Langer che è mancato a metà degli anni '90, per citare solo chi è morto e non anche tanti autorevoli firmatari dell'appello e della mozione “Il coraggio di osare”)... Per fortuna al paragrafo 5 apprendiamo che gli estensori dell'appello propongono la pratica “di essere con tutti”, tanti auguri!

Daniel Cohn-Bendit, invece, non perde tempo a criticare nessuno ma procede diritto e sicuro per la strada di quello che a p. 35 definisce un necessario “riformismo radicale” contrapposto a una dogmatica “radicalità ecologista”,
che viene esemplificata “dall'opposizione delle associazioni ambientaliste che contestano il tracciato e l'impatto sulla natura e sul paesaggio della rete ferroviaria per l'alta velocità”, ma che secondo me si applica altrettanto opportunamente ad espressioni come “truffa velenosa degli inceneritori”, che ritrovo con dispiacere nel paragrafo 6 del documento delle Cinque Terre.
La tesi principale del gruppo, ribadita con chiarezza nei paragrafi 4 e 5, è che “serve un nuovo movimento politico centrato sulla riscoperta della lotta esemplare” (“Iniziative di Lotta esemplare devono essere preparate in questi settori”), motivata nel paragrafo 3 dall' “urgente necessità di un progetto etico...”. Personalmente devo confessare che quest'ultima espressione mi fa venire i brividi, richiamandomi involontariamente il concetto fascista di “stato etico”, e che ho forti perplessità sul fatto che la pratica della “lotta esemplare” possa costituire la panacea dei mali italiani. Piuttosto che insistere sul mio modesto punto di vista, mi sembra però più utile concludere riportando qui un passaggio di “Che fare?”, che mostra eloquentemente quanta distanza separi purtroppo le Cinque Terre dalle quattro città “Bruxelles, Strasburgo, Parigi e Francoforte” (op. cit., p. 39) fra cui si muove Daniel Cohn-Bendit: “io sono nello stesso tempo riformista e radicale: a differenza di chi parla di decrescita assoluta, io preferisco parlare di decrescita selettiva. Ho fatto l'esempio dell'industria automobilistica: io non auspico la scomparsa dell'automobile, ma una trasformazione del settore che punti all'innovazione tecnologica.” (op. cit, p. 67).

bellissimo programma, un sogno .... sottoscrivo.

scritto da: GRUPPO DELLE cINQUE TERRE il 02/12/2009 alle 15:05
GRUPPO DELLE CINQUE TERRE

nelle ultime settimane abbiamo registrato un centinaio di adesioni (sia di singoli che di associazioni) a questo documento.
Segnaliamo che il Gruppo delle Cinque Terre proseguirà a vari incontri e si sta strutturando.
Chi volesse aderire o partecipare è pregato contattarci via mail a [email protected]

che miseria che dimostri Claudio Fontanari! se vuoi fare una critica al documento falla ma onestamente. Non puoi estrapolare pezzetti ed usarli a tuo piacimento.

Nè puoi insinuare alcuna distanza tra il testo di Cohn Bendit e il gruppo delle Cinque Terre.
Se ti piace ignorare che in Italia vige una democrazia incompiuta e bloccata e che il nostro paese è in mano alle mafie e ad una casta infame, fallo!

Se è troppo forte per te vedere la realtà che ci circonda, continua a giocare: dal finto democratico al finto verde.
Per continuare ad illudersi vi sono tante possibilità:
dal berlusconismo alle pseudoidentità del centrosinistra.

In più se vivi in una di quelle isole felici, che vi sono, province e comuni ben amministrati e senza grandi contraddizioni,e magari hai un buon lavoro etc etc, puoi isolarti ulteriormente e crogiolarti come fai nel tuo commento.

La nostra modernità offre ricche possibilità in tal senso.
Noi diciamo che è un medioevo che prelude a nuove barbarie.

Colgo l'occasione per invitare i lettori a leggere il bel libro di Cohn Bendit:
Che fare?
di cui invece possiamo dire che prosegue e conferma in una cornice europea e transnazionale gran parte dei temi illustrati nel documento del Gruppo delle Cinque Terre.

Certamente il libro di Cohn Bendit è più ottimistico del documento IL CORAGGIO DI CAMBIARE, poichè riflette di un clima europeo assai migliore di quello italiano (Cohn Bendit stesso liquida già all'inizio e con poche precise parole la miseria della situazione italiana) e rivela una energia in movimento ben differente dalla stagnazione culturale sociale e morale italiana di cui gli atteggiamenti scorretti come quelli di Claudio Fontanari sono poi insomma l'ennesima conferma.

Ovviamente è un libro fatto di parole: esso può essere usato per produrre elaborazioni politiche ed azioni innovatrici, oppure, come per tutte le cose, può essere falsificato come già fa' qualcuno....

Che dire? Grazie per l\'ospitalita\' sul sito di \"Fiori Gialli\" e per la cortese attenzione al mio pensiero dimostrata dal padrone di casa Maurizio Di Gregorio.

scritto da: paolo agolini il 03/10/2010 alle 19:31
semplicemente affascinato dai vostri vari articoli che ritengo veramente interessanti!!soprattutto,per un'impellente desiderio di diventere vegetariano,quello di maneka gandhi che mi ha colpito moltissimo!
sono pronto a dare il mio suppoto alle vostre iniziative.tenetemi informato e buon lavoro!!

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