Di ciò di cui non si può parlare si tace. - Ludwig Wittgenstein

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Info
rilegatura: brossura
formato: 15 x 21 cm.
pagine: 256
ISBN: 978-88-6118-002-4
Editore: FioriGialli edizioni
Anno di pubblicazione: settembre 2006
Euro: 15.50
Approfondimenti
Introduzione di John Lane
Prefazione di Satish Kumar
Introduzione all'edizione italiana
Indice dell'opera
Il benessere animale è benessere umano
Articolo estratto dal libro
Cos'è Resurgence
Musica e Silenzio: articolo estratto dal libro
Comunicato Stampa
Gli autori del libro
Cenni biografici dei vari autori
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La misura della felicità
Elogio della semplicità

STAMPA
Introduzione di John Lane << torna indietro
Introduzione

Che cos’è Resurgence? La considero una rivista di considerevole ampiezza, che si occupa sia delle tendenze e delle correnti della nostra condizione globale, sia delle intuizioni di coloro che hanno il coraggio di creare e sognare.
Fra i suoi temi troviamo la fondamentale distruttività dell’economia globale; la necessità di un’economia “che si interessi della gente”; l’importanza della dimensione, della ruralità, della non violenza e del Terzo Mondo.
Nel maggio 1966, quando fu pubblicato il primo numero, questi argomenti rappresentavano per la maggior parte il pensiero di un piccolo gruppo di intellettuali radicali; ora essi sono materia dei discorsi politici di ogni giorno.

Tuttavia Resurgence non ha la minima intenzione di fare tendenza, poiché il suo scopo – lanciare un prolungato attacco al paradigma dominante – è ben più serio. Certo, tale scopo può essere provocatorio, ma non sarà mai negativo, mai semplicemente analitico, mai esclusivamente colto. Riconoscerà sempre la saggezza insita nella bellezza, il valore dell’esempio pratico e, non ultima, l’importanza del “tutto”, la visione olistica della vita.

“Only connect”, scrisse E.M. Forster; e questa frase potrebbe fare da prefazione a qualsiasi edizione. Se volessimo trovare un termine per il tema centrale della rivista, questo potrebbe essere “interrelazione”, cioè la capacità di vedere le cose nel loro insieme; e tuttavia il carattere di Resurgence è tanto lontano dall’ideologico quanto è possibile allontanarsene. Molto più di quanto avviene in ogni altro giornale che io conosca, si potrebbe sostenere che qui si rifletta l’armonia di una sensibilità, piuttosto che un sistema; e se si affermasse che i giornali hanno la facoltà di pensare, di questo bisognerebbe dire che pensa con il cuore.

Quanto sopra rappresenta una sorta di background per quei lettori che, inconsapevolmente, hanno scelto questo libro. L’antologia che segue può sembrare racimolata dalle pagine di una rivista contemporanea, ma il non aver mai letto gli articoli originali perde di importanza in modo analogo al fatto che i lettori inglesi del vecchio The Listener non abbiano ascoltato i discorsi originali alla BBC. Ancora oggi questi saggi sono attuali e pertinenti come quando furono scritti per la prima volta: gli argomenti di cui trattano non invecchiano, anzi, credo che essi resisteranno per i decenni a venire. Infatti non vi vengono soltanto riportate le opinioni di alcuni eminenti pensatori contemporanei in settori quali scienza, ecologia, psicologia, spiritualità ed economia, ma presi nell’insieme gli articoli offrono un testamento riguardo alla sfera d’interessi e all’armonia della visione ecologica del mondo.

Resurgence non è stata pensata principalmente come un organo di rivoluzione, ma piuttosto come un forum per riflessioni di tipo ecologico e spirituale. E la rivista è certamente questo. Ma fin dal suo primo inizio essa ha avuto caratteristiche del tutto radicali, sfidando le premesse della nostra visione del mondo – confortevole ma insostenibile – e sostenendo che finché tale visione non verrà cambiata niente potrà veramente progredire.

Saremo sempre chiusi, come siamo, dentro i confini di un paradigma esaurito. Si consideri, ad esempio, l’incontestata polemica che sempre più consumismo, sempre più tecnologia renderebbero le nostre vite migliori; si consideri anche la situazione di stallo virtuale raggiunta dai partiti politici, la mancanza di significato dell’arte britannica contemporanea, o l’inevitabilità dell’effimero mondo dei nostri giorni, un mondo sempre più veloce nel quale ogni cosa ha la sua interpretazione e dove tutto, attraverso la finzione, viene trasformato in allettanti forme di proprietà.

Allora ci si chiede: dov’è finito Ruskin con la sua angosciata critica sociale, dov’è Dickens con il suo commovente interesse per le conseguenze umane del capitalismo vittoriano, dov’è William Morris con la sua visione di una Gran Bretagna rigenerata, dov’è D.H. Lawrence che, lottando per affermare e rinnovare la vita intorno a lui, vide solo «questo sudicio, spregevole mondo reale»? Dove sono Eric Gill, George Orwell e R.H. Tawney? Io me lo sto ancora domandando.

Resurgence pubblica le voci del nostro tempo: Wendell Berry, James Lovelock, James Hillman, Vandana Shiva e altri ancora. Questi sono gli autori contemporanei che stanno lanciando un attacco prolungato al materialismo dei nostri tempi, con l’intento di promuovere un cambiamento veramente fondamentale del cuore, una metanoia. Resurgence dà un contributo fondamentale a questo lavoro evolutivo, mettendo a disposizione una tribuna dalla quale pensatori radicali ma olistici possano divulgare le loro idee.

La rivista propone soluzioni positive per le nostre varie crisi: sociali, ambientali e spirituali; offre speranza e ispirazione, una via per uscire dal vicolo cieco, un modo per evitare l’opprimente vanità di uno stile di vita postmoderno fatto di apparenze, immagini e verniciature. Quietamente, passando quasi inosservata, essa tiene viva la fiamma della lungimiranza.

Per il fatto di aver scelto così pochi articoli da una grossa pila formata da molti di più, posso solo implorare indulgenza; perfino con la preziosa assistenza di Maya Kumar Mitchell (che ha fatto il lavoro essenziale di base prima di partire per l’India) è stato in larga misura un compito rischioso.
 
Ho cercato di tenere fede allo spirito di Resurgence e di trovare un equilibrio fra le tre sezioni correlate dell’antologia: Suolo, che simboleggia l’importanza dell’ambiente fisico, includendo i regni animale, vegetale e minerale; Anima, per alludere all’aspetto essenziale dello spirito o all’anima vera e propria di tutti i tipi di vita; e Società, intendendo con questo termine le nostre responsabilità per il benessere sociale, morale, economico e politico di tutti noi.

E allo stesso tempo ho cercato di evitare un punto di vista troppo eurocentrico, troppi autori maschi, troppi scrittori americani e un’eccessiva dose di scoraggiamento (il lettore potrebbe pensare che su quest’ultimo punto non ho avuto pieno successo); e, infine, mi sono sforzato di mantenere tutto l’insieme leggibile e spumeggiante, sotto il segno dell’imprevisto e della provocazione sottile. Se ci sia riuscito o meno, solo chi legge potrà giudicarlo.

John Lane
Maggio 2000
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