L’India è un grande Paese e ha una grande popolazione. Tuttavia, non sono necessariamente le dimensioni a renderci forti. Né il fatto di possedere un esercito potente è quanto rende forte un paese.
La vera forza risiede nel carattere delle persone; il progresso dipende dal miglioramento della qualità della vita individuale. Il popolo dipende dal governo. Esso paga le tasse per il mantenimento di un esercito e crede di essere al sicuro.
In realtà, il popolo non è affatto al sicuro finché non diviene privo di paura; non è al sicuro finché conta sul governo e non crede di essere capace di difendersi da sé. Ora, la gente è delicata: dorme a lungo, teme di bagnarsi sotto la pioggia e di lavorare sotto il sole. Supponendo che fossimo in guerra, se ricevessimo la notizia che il nostro esercito ha subìto un arresto, saremmo presi dal panico.
Una nazione di codardi non può essere salvata dal proprio esercito. Ogni uomo, ogni donna, e ogni bambino, dovrà essere privo di paura; la vita dovrà essere meno delicata, più rigorosa.
Un esercito non sostituisce l’impavidità, un ospedale non sostituisce la compassione, e un’università non sostituisce l’amore per la conoscenza.
La sicurezza nazionale non dipende dall’esercito, ma dall’impavidità del popolo. Oggi, la violenza ha raggiunto proporzioni tali da non avere più il potere di risolvere i problemi del mondo. I paesi più prosperi ed evoluti, quelli cui non manca nulla, tremano di paura, guardandosi a vicenda.
Essi siedono alla tavola rotonda e parlano amichevolmente di tanti argomenti; tuttavia, per tutto il tempo essi non fanno altro che approntare eserciti, e armamenti, i più potenti possibili. La conseguenza naturale è che il progresso si arresta.
Il mondo intero è oscurato dalla paura; nessun problema si avvicina a una soluzione. In ultima analisi, gli uomini saranno costretti a prendere rifugio nella nonviolenza. Oggigiorno, la violenza pare onnipotente; in realtà è in punto di morte. Un attimo prima di spegnersi, la fiamma della lampada ha un guizzo di vita; questo è esattamente quanto sta accadendo alla violenza: il suo fuoco è in procinto di spegnersi.
L’umanità, affamata e assetata di pace, desidera profondamente che i problemi della società siano risolti con mezzi pacifici, con compassione e con sentimenti di amicizia. Tutte queste bombe, tutti questi armamenti, stanno per avere fine. In che modo? Le mani stesse che li hanno creati li distruggeranno. Tutte le spade, e tutti i fucili, stanno per tornare alle fabbriche che li hanno prodotti, dove saranno fusi e trasformati in vomeri. Tutte le armi d’acciaio saranno gettate nel calderone e saranno trasformate in utili attrezzi – falci, aratri e vanghe – dagli stessi operai che un tempo fabbricarono le armi.
Quando accadrà tutto questo? Accadrà quando il nostro modo di pensare cambierà. In seguito a una rivoluzione del pensiero, il nuovo mondo sorge sulle macerie del vecchio.
Quando sorge il sole, le stesse persone che, alcune ore prima, avevano steso a terra le proprie stuoie per dormire, si alzano e le riavvolgono. Analogamente, non appena comprenderanno che le armi non possono risolvere alcun problema, le stesse persone che le hanno fabbricate, le distruggeranno. Cosa accade durante un terremoto? Più le case sono grandi, più rapidamente crollano.
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