di Sri Aurobindo
L’esperienza dimostra che la società tende a morire per il suo stesso sviluppo, segno evidente che c’è qualche difetto radicale nel suo sistema, prova certa che il suo concetto dell’uomo ed il suo metodo di sviluppo non corrispondono alla totale realtà dell’essere umano ed allo scopo della vita che tale realtà impone.
C’è dunque un difetto di fondo, da qualche parte, nel processo della civiltà umana; ma dove risiede e con quale soluzione usciremo da questo ciclo perpetuo d’insuccessi? Lo sviluppo civilizzato della nostra vita sfocia in un esaurimento della vitalità ed in un rifiuto da parte della Natura di continuare a sostenere un processo che avanzi sempre lungo tali linee; la nostra mentalità civilizzata, dopo aver turbato l’equilibrio del sistema umano a proprio vantaggio, scopre alla fine di aver esaurito e distrutto ciò che l’alimentava, e perde il suo potere di agire e produrre in modo sano. Si scopre che la civiltà ha creato molti più problemi di quanti ne possa risolvere, ha moltiplicato troppi bisogni e desideri ma non ha la forza vitale sufficiente per soddisfarli….
Le menti più avanzate cominciano a dichiarare la civiltà un fallimento, e la società comincia a rendersi conto che hanno ragione. Ma il rimedio proposto è o un arresto o un regresso, oppure un ritorno alla “Natura” che è impossibile…. o addirittura si mira ad una cura portando i rimedi artificiali al loro acme, con una scienza sempre più grande, sempre più congegni meccanici, il che significa che la macchina dovrà sostituire la vita. E’ come dire che portare una malattia agli estremi è il modo migliore per curarla.
Si può invece suggerire, con qualche probabilità di bussare alla porta giusta, che il difetto radicale di tutti i nostri sistemi è lo scarso sviluppo proprio di ciò che la società ha maggiormente trascurato: l’elemento spirituale, l’anima nell’uomo, che è la sua vera essenza. L’avere un corpo sano, una forte vitalità ed una menta attiva e chiara non porta l’uomo oltre una certa distanza.Continua...