Come parli, così è il tuo cuore.
Paracelso

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UN ALTRO MONDO POSSIBILE
Creando una nuova Consapevolezza 
UN ALTRO MONDO  POSSIBILE
I FIORI DEL DOMANI
Tutti i fiori di tutti i domani
sono i semi di oggi e di ieri.

Proverbio cinese
Ancora un sogno
... Sì, è vero, io stesso sono vittima di sogni svaniti, di speranze rovinate, ma nonostante tutto voglio concludere dicendo che ho ancora dei sogni, perché so che nella vita non bisogna mai cedere.
Se perdete la speranza, perdete anche quella vitalità che rende degna la vita, quel coraggio di essere voi stessi, quella forza che vi fa continuare nonostante tutto.
Ecco perché io ho ancora un sogno...
Continua...
Varsavia
<b>Varsavia </b>







Hanno ucciso il ragazzo di vent'anni
l'hanno ucciso per rabbia o per paura
perché aveva negli occhi quell'aria sincera
perché era una forza futura
sulla piazza ho visto tanti fiori
calpestati e dispersi con furore
da chi usa la legge e si serve del bastone
e sugli altri ha pretese di padrone
Da chi usa la legge e si serve del bastone
e sugli altri ha pretese di padrone
Sull'altare c'è una madonna nera
ma è la mano del minatore bianco
che ha firmato cambiali alla fede di un mondo
sulla pelle di un popolo già stanco
Continua...

POTETE SOLO ESSERE LA RIVOLUZIONE
Ursula le Guin

Non abbiamo nulla se non la nostra libertà.
Non abbiamo nulla da darvi se non la vostra libertà.
Non abbiamo legge se non il singolo principio del mutuo appoggio tra individui.
Non abbiamo governo se non il singolo principio della libera associazione.
Non potete comprare la Rivoluzione.
Non potere fare la Rivoluzione.
Potete solo essere la Rivoluzione.
È nel vostro spirito, o non è in alcun luogo

da " The dispossessed" 1974
LA FINE DELLA VITA
é l'inizio della sopravvivenza

<b>LA FINE DELLA VITA<br> é l'inizio della sopravvivenza </b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
I CREATIVI CULTURALI
<b>I CREATIVI CULTURALI</b>





L'altro modo di pensare
e vivere

Ervin Laszlo
Possiamo pensare in modi radicalmente nuovi circa i problemi che affrontiamo?
La storia ci dimostra che le persone possono pensare in modi molto differenti. C'erano, in Oriente e in Occidente, sia nel periodo classico, che nel Medio Evo ed anche nelle società moderne, concezioni molto diverse sulla società, sul mondo, sull'onore e sulla dignità. Ma ancora più straordinario è il fatto che anche persone moderne delle società contemporanee possano pensare in modi diversi. Questo è stato dimostrato da sondaggi di opinioni che hanno indagato su cosa i nostri contemporanei pensano di loro stessi, del mondo e di come vorrebbero vivere ed agire nel mondo.

Una recente indagine della popolazione americana ha dimostrato modi di pensare e di vivere molto differenti.
Questo è molto importante per il nostro comune futuro, poiché è molto più probabile che alcuni modi di pensare preparino il terreno per uno scenario positivo piuttosto che altri.
Questi sono stati i risultati principali:
Continua...
PIU’ LENTI, PIU’ PROFONDI, PIU’ DOLCI
<b>PIU’ LENTI, PIU’ PROFONDI, PIU’ DOLCI </b>





Alexander Langer


La domanda decisiva è: Come può risultare desiderabile una civiltà ecologicamente sostenibile?
Lentius, Profundis, Suavius”, al posto di ”Citius, Altius, Fortius”

La domanda decisiva quindi appare non tanto quella su cosa si deve fare o non fare, ma come suscitare motivazioni ed impulsi che rendano possibile la svolta verso una correzione di rotta.
La paura della della catastrofe, lo si è visto, non ha sinora generato questi impulsi in maniera sufficiente ed efficace, altrettanto si può dire delle leggi e dei controllo; e la stessa analisi scientifica
Continua...
CITTADINO DEL MONDO
<b>CITTADINO DEL MONDO</b> Graffito a Monaco






Il tuo Cristo è ebreo
e la tua democrazia è greca.
La tua scrittura è latina
e i tuoi numeri sono arabi.
La tua auto è giapponese
e il tuo caffè è brasiliano.
Il tuo orologio è svizzero
e il tuo walkman è coreano.
La tua pizza è italiana
e la tua camicia è hawaiana.
Le tue vacanze sono turche
tunisine o marocchine.
Cittadino del mondo,
non rimproverare il tuo vicino
di essere…. Straniero.
Il viaggiatore leggero
<b>Il viaggiatore leggero </b> Adriano Sofri
Introduzione al libro di Alex Langer, ed. Sellerio 1996

Alexander Langer è nato a Sterzing (Vipiteno-Bolzano) nel 1946, ed è morto suicida a Firenze, nel luglio del 1995.
Benché abbia dedicato la sua vita intera, fin dall'adolescenza, a un impegno sociale e civile, e abbia attraversato per questa le tappe più significative della militanza politica, da quella di ispirazione cristiana a quella dell'estremismo giovanile, dall'ecologista e pacifista dell'europeismo e alla solidarietà fra il nord, il sud e l'est del mondo, e sempre alle ragioni della convivenza e del rispetto per la natura e la vita, e benché abbia ricoperto cariche elettive e istituzionali, da quelle locali al Parlamento europeo, è molto difficile parlarne come di un uomo politico. O almeno, è del tutto raro che nella politica corrente si trovi anche una piccola parte dell'ispirazione intellettuale e morale che ha guidato la fatica di Langer. La politica professata, anche quando non è semplicemente sciocca e corrotta, non ha il tempo di guardare lontano, e imprigiona i suoi praticanti nella ruotine e nell'autoconservazione. Uno sguardo che
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MA CHE PIANETA MI HAI FATTO
MA CHE PIANETA MI HAI FATTO
di Beppe Grillo

Ma che pianeta mi hai fatto? Petrolio e carbone sono proibiti. Nei centri urbani non possono più circolare auto private. L'emissione di Co2 è punita con l'assistenza gratuita agli anziani. I tabaccai sono scomparsi, non fuma più nessuno. Non si trovano neppure le macchinette mangiasoldi nei bar. La più grande impresa del Paese produce biciclette. La plastica appartiene al passato, chi la usa di nascosto è denunciato all'Autorità per il Bene Comune e condannato ai lavori socialmente utili. Continua...
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Media e informazione


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IL 70% DEGLI ITALIANI E' ANALFABETA
(legge, guarda, ascolta, ma non capisce)

IL 70% DEGLI ITALIANI E' ANALFABETA<br> (legge, guarda, ascolta, ma non capisce)
di Mimmo Candito

Non è affatto un titolo sparato, per impressionare; anzi, è un titolo riduttivo rispetto alla realtà, che avvicina la cifra autentica all'80 per cento. E questo vuol dire che tra la gente che abbiamo attorno a noi, al caffè, negli uffici, nella metropolitana, nel bar, nel negozio sotto casa, più di 3 di loro su 4 sono analfabeti: sembrano “normali” anch'essi, discutono con noi, fanno il loro lavoro, parlano di politica e di sport, sbrigano le loro faccende senza apparenti difficoltà, non li distinguiamo con alcuna evidenza da quell’unico di loro che non è analfabeta, e però sono “diversi”.  

Qual è questa loro diversità? Che sono incapaci di ricostruire ciò che hanno appena ascoltato, o letto, o guardato in tv e sul computer. Sono incapaci! La (relativa) complessità della realtà gli sfugge, colgono soltanto barlumi, segni netti ma semplici, lampi di parole e di significati privi tuttavia di organizzazione logica, razionale, riflessiva. Non sono certamente analfabeti “strumentali”, bene o male sanno leggere anch’essi e – più o meno – sanno tuttora far di conto (comunque c'è un 5 per cento della popolazione italiana che ancora oggi è analfabeta strutturale, “incapace di decifrare qualsivoglia lettera o cifra”); ma essi sono analfabeti “funzionali”, si trovano cioè in un'area che sta al di sotto del livello minimo di comprensione nella lettura o nell'ascolto di un testo di media difficoltà. Hanno perduto la funzione del comprendere, e spesso – quasi sempre - non se ne rendono nemmeno conto. (Continua...)

ELOGIO DEL MOVIMENTO 5STELLE
ELOGIO DEL MOVIMENTO 5STELLE
di Aldo Giannuli

La storiaccia del Parlamento di Strasburgo ha scatenato nemici vecchi e nuovi del movimento, che si sono esercitati nell’arte del dileggio.

Un buon esempio è dato dall’articolo di Ezio Mauro su Repubblica il 12 gennaio 2013: “mancanza di sostanza, di qualità e addirittura di significato politico… Nessuna discussione, nessun dibattito, soprattutto nessuna passione: politica, storica, culturale, […] un movimento perennemente allo stato gassoso che non riesce a consolidare alcunché, perché non avendo storia e tradizione non ha nemmeno saputo costruirsi un deposito culturale di riferimento” e via di questo passo.

Più raffinato ed intelligente –ma pur sempre ostile- il pezzo di Ferrera sul Corriere, che insiste sulla nota dell’ambiguità irrisolta del movimento fra destra e sinistra. E, sia per l’uno che per l’altro commentatore, le “scivolate” prese a Roma e Strasburgo sono il prodotto inevitabile di questo sottostante.

Personalmente non ho nascosto  le mie critiche al M5s né sulla questione del gruppo a Strasburgo né sul disastro, ormai irreparabile, della giunta capitolina e neppure, tornando indietro nel tempo, ho nascosto le mie perplessità sulla scelta dell’apparentamento con l’Ukip, sulle uscite in materia di immigrazione, sulle troppe espulsioni nel primo anno di legislatura, sulla mancanza di trasparenza o di discussione nel movimento. Basta sfogliare le pagine di questo blog per rendersene conto. Dunque non è sui singoli aspetti di questa vicenda che intendo discutere, anche perché sarebbe facile dimostrare il doppiopesismo di certe critiche.

Grillo è il dittatore del M5s? Conoscendo un po’ più da  vicino il M5s di quanto non capiti a Mauro e Ferrera, posso dire che questa visione di Grillo che decide tutto da solo è quanto di più lontano dalla realtà. (Continua...)

IL '68. A CHE SERVE OGGI LA MEMORIA STORICA?
IL '68. A CHE SERVE OGGI LA MEMORIA STORICA?

di Massimo Marino

Lentamente, silenziosamente, la generazione che ha vissuto il '68, nata nei primi anni dopo la fine della guerra, esce di scena. Esce dalle fabbriche, dagli uffici, dalle scuole e dalle università, dai ministeri, dagli enti pubblici e dalle forze armate. L'esodo, ovviamente, è già in corso da almeno un decennio ma con il nuovo anno sarà pressoché impossibile trovare qualcuno che, al di là del lato della barricata su cui era schierato, possa raccontare a compagni e amici di lavoro come giravano le cose alla fine degli anni '60.Intanto è ancora in corso una guerra psicologica condotta sui media, che tenta di affermare che le lotte e le conquiste di quel decennio furono una aberrante anomalia e che oggi finalmente si presume di rottamare un epoca di irresponsabili diritti per tornare, finalmente, alla ragione: chi ha il potere , i soldi, chi è capace di corrompere, di fare il burattinaio nella società, è di fatto intoccabile, gli altri devono competere fra loro, essere responsabili, flessibili nella loro permanente precarietà sociale e soprattutto non avere memoria. Non solo memoria di quegli anni che , al dunque, si vuol far credere, furono solo la premessa della stagione del terrorismo, ma memoria di tutto lo scenario sociale miserabile dell'Italia dei decenni successivi, quella della DC e delle stragi fasciste, quella dei patti inconfessabili con le mafie, quella della devastazione del territorio e dell'ambiente, dall' Acna all'Ilva, da Casale alla ThyssenKrupp, dalla terra dei fuochi alle ecoballe bassoliniane. Continua...
ITALIA PAESE DELLE FINTE EMERGENZE
ITALIA PAESE DELLE FINTE EMERGENZE di Marcello Adriano Mazzola

In questo Paese schizofrenico c’è qualcosa di obbrobrioso che si consuma ogni giorno: l’invenzione delle finte emergenze per cavalcarle, specularci e da ultimo legiferarle. Vi farò diversi esempi, tutti attuali. Il problema nasce dalla cialtroneria politica frammista a quella dell’informazione, dove non è dato sapere chi governi di più tra i due. Tale cialtroneria poi investe il potere più delicato, quello legislativo.Lo schema è assai semplice: si crea un’emergenza cogliendo un’occasione, si alimenta il convincimento che vi sia un’emergenza (dibattendone lungamente ed in modo martellante, attraverso tutti i mass media, rimbalzando ed echeggiando a lungo il tema con toni assolutamente preoccupati e conformistici), si radica nell’opinione pubblica la perdurante preoccupazione, s’impone pertanto al legislatore di intervenire urgentemente a normare l’emergenza affinché cessi di essere tale. Iniziamo con gli esempi, limitandoci solo a questi mesi. Altrimenti la lista sarebbe infinita. Continua...
ALITALIA E CANCELLIERI ESEMPI DI FAMILISMO ITALIANO
ALITALIA E CANCELLIERI ESEMPI DI FAMILISMO ITALIANO di Marcello Adriano Mazzola

La vicenda Alitalia è l’emblema di un’Italia immonda, spregiudicata, impunita, arrogante, da rifondare. Una volta affondata, va appunto rifondata. Chi l’abbia affondata è notorio. Sarebbe opportuno che tale notorietà divenisse tale anche nelle aule giudiziarie, individuandosi nomi e cognomi dei tanti lestofanti che in questi decenni ci hanno ridotto come accattoni. Accattoni di democrazia. Accattoni di diritti. Accattoni di futuro. Una oligarchia divenuta gerontocrazia, familistica nel senso più ampio del termine (parenti e amici, così come dimostra ancora da ultimo la confidenza tra il Guardasigilli Cancellieri e la famiglia Ligresti), che ha governato e tuttora governa la politica e la vita economica di questo Paese, al confine tra il lecito e l’illecito (ossia tra chi si è arricchito o ha consolidato le proprie ricchezze, nell’ambito delle condotte apparentemente lecite o palesemente sul versante illecito, ergendosi in ogni caso un recinto di impunità, tanto formale quanto sostanziale). Una classe di lestofanti certamente non avulsa dalla società civile ma una sorta di specchio (ben rappresentata da: falsi invalidi, furbetti che espongono il pass di invalidi, chi escogita qualsiasi furberia perché “mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un cazzo!”, Marchese del Grillo, 1981). Continua...
IL GRANDE DITTATORE E LA DEMOCRAZIA
IL GRANDE DITTATORE E LA DEMOCRAZIA

di Marcello Adriano Mazzola

L’unica speranza è che l’indignazione di tutti divenga un fiume in piena che travolga la diga, l’abbatta con forza, inondi tutta la grande cloaca, la cosparga, la dissolva. E che poi la vita rifluisca con nuovi germogli, con i suoi cicli naturali. Che il corpo malato, avvolto da infinite metastasi, chiuso in un sudario, si dissolva. Ma l’indignazione collettiva pretende consapevolezza diffusa e una base morale condivisa. Ed allora forse la speranza è già venuta meno. The great dictator, straordinario film di Charlie Chaplin, girato a fine 1939 ed uscito nel 1940, forse il più grande della cinematografia, è stata la parodia più forte verso l’uomo peggiore dell’umanità. La parodia di un feroce dittatore, con una lettura sensitiva del genio Chaplin di ciò che stava realizzando l’omino con i baffi, suo coetaneo. Ieri nell’udire le parole del cellino Lupi, – uomo di straordinaria intelligenza e onestà intellettuale che presto sarà chiamato a Stoccolma a ritirare il premio che gli spetta -, nel ripetere il mantra “La democrazia è in pericolo perché la Cassazione ha anticipato l’udienza” ho visualizzato di colpo quel film. Continua...

 

RIFORME LA SEMIDEMOCRAZIA
RIFORME LA SEMIDEMOCRAZIA di Marcello Adriano Mazzola

Orrore, disgusto, indignazione sono i sentimenti che oramai provo nel leggere le parole chiave che guidano il dibattito politico attuale. Ci troviamo a “Letta col nemico” e non ce ne rendiamo conto. Il Paese è nelle sabbie mobili, ogni giorno precipita nel degrado ma l’argomento più dibattuto è il semipresidenzialismo. Meno male che ci sono voci dissonanti che già risuonano dal conclave dei 35 saggi – come la costituzionalista Carlassare – che con onestà e senso di responsabilità denunciano la bramosia di potere e di autoritarismo che alcuni perseguono con la tecnica della revisione della Carta. Esattamente l’opposto di ciò che vollero i nostri padri costituenti quasi 70 anni fa e che poi il popolo confermò. Una carta costituzionale strutturata proprio per garantire un sistema equilibrato di poteri dove non vi sia concentrazione alcuna, così depotenziando ab origine l’inconscio desiderio di una parte dell’homo italicus di affidarsi all’”uomo forte”. Continua...
PD ANATOMIA DI UN TRADIMENTO
PD ANATOMIA DI UN TRADIMENTO di Antonio Padellaro

Il Fatto ha contato almeno 50 città dove la base del Pd è in rivolta contro le larghe intese strette con il Pdl di Silvio Berlusconi. C’è chi aspetta il congresso sperando nella rivincita della sinistra interna, magari con l’arrivo della cavalleria di Rodotà. C’è chi vorrebbe staccare la spina subito, per creare l’anelato “nuovo soggetto politico”, ma teme che, come spesso in passato, i sogni muoiano all’alba. Molti si chiedono sgomenti come sia potuto accadere. Ecco come. - Breve riepilogo. Nel settembre 2012 Mario Monti annunciò con tono perentorio alla Cnn: “Non correrò alle elezioni, sono senatore a vita”. Una dozzina di volte almeno prima della scadenza del settennato, Giorgio Napolitano aveva escluso decisamente una rielezione, arrivando a definire questa ipotesi semplicemente “ridicola”. Anche dopo i risultati del voto di febbraio non si contano le dichiarazioni di esponenti del Pd ferocemente contrari a un governo con Berlusconi: da Bersani a Franceschini, dalla Finocchiaro a Massimo D’Alema a cui si deve un no senza se e senza ma Continua....
ACQUA NUCLEARE LEGALITA': 4 SI AL REFERENDUM
ACQUA NUCLEARE LEGALITA': 4 SI AL REFERENDUM In ritardo oltre tutti i tempi legittimi è stata dichiarata ieri, dalla Corte di Cassazione, l'ammissibilità anche del Referendum sul Nucleare. Il tentativo del governo italiano di impedire il referendum sul nucleare e di affossare gli altri (contro la privatizzazione dell'acqua e contro l'impunità dei politici) continuerà cercando di far mancare il quorum alle prossime votazioni del 12 e 13 giugno: ricordiamo infatti che per vincere i Si ai referendum devono ottenere una partecipazione al voto superiore alla maggioranza degli aventi diritto al voto. E' necessaria una mobilitazione straordinaria e totale di tutti per portare la gente, gli amici, i parenti al voto. Chi lavora o studia fuorisede affronti il sacrificio di tornare a votare. PASSAPAROLA. Tra meno di 2 settimane si va al voto ed è difficile che si ottenga uno spazio informativo dalla Rai adeguato e risarcitorio del tempo passato nell'attesa. I referendum sono una grande occasione per l'Italia, la possibilità di arrestare o invertire la decadenza sociale civile e culturale di questo paese. Nei giorni scorsi è giunta la notizia che sia la Germania che la Svizzera hanno deciso di chiudere entro un breve arco di tempo le proprie centrali nucleari. (Continua)... 
SE CI VUOLE L'ONU
SE CI VUOLE L'ONU

di Roberto Saviano

Riportiamo questo splendido articolo di Roberto Saviano: LA DISPERAZIONE più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile. E questa disperazione avvolge il mio paese da molto tempo". È una riflessione che Corrado Alvaro, scrittore calabrese di San Luca, scrisse alla fine della sua vita. E io non ho paura a dirlo: è necessario che il nostro Paese chieda un aiuto. Lo dico e non temo che mi si punti il dito contro, per un'affermazione del genere. Chi pensa che questa sia un'esagerazione, sappia che l'Italia è un paese sotto assedio. In Calabria su 50 consiglieri regionali 35 sono stati inquisiti o condannati. E tutto accade nella più totale accondiscendenza. Nel silenzio. Quale altro paese lo ammetterebbe?Quello che in altri Stati sarebbe considerato veleno, in Italia è pasto quotidiano: dai più piccoli Comuni sino alla gestione delle province e delle regioni, non c'è luogo in cui la corruzione non sia ritenuta cosa ovvia. L'ingiustizia ha ormai un sapore che non ci disgusta, non ci schifa, non ci stravolge lo stomaco, né l'orgoglio. Ma come è potuto accadere?Il solo dubbio che ogni sforzo sia inutile, che esprimere il proprio voto e quindi la propria opinione sia vano, toglie forza agli onesti. Annega, strozza e seppellisce il diritto. Il diritto che fonda le regole del vivere civile, ma anche il diritto che lo trascende: il diritto alla felicità. Continua...
ANALFABETI D'ITALIA
ANALFABETI D'ITALIA di Tullio De Mauro

Solo il 20 per cento degli adulti italiani sa veramente leggere, scrivere e contare. Cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un'altra, una cifra dall'altra. Trentotto lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta e a decifrare qualche cifra. Trentatré superano questa condizione ma qui si fermano: un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un'icona incomprensibile. Secondo specialisti internazionali, soltanto il 20 per cento della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea. Questi dati risultano da due diverse indagini comparative svolte nel 1999-2000 e nel 2004-2005 in diversi paesi.
Continua...
RIFLESSIONI DI UNA BLOGGER SULL'ODIO POLITICO
RIFLESSIONI DI UNA BLOGGER SULL'ODIO POLITICO

di Debora Billi

C'è una nuova parola nella vita politica italiana: ODIO. Spuntata all'improvviso qualche sera fa, sembra dominare ormai ogni commento. Se ne discute come se si sapesse di cosa si sta parlando: in fondo, l'odio è un semplice sentimento, e quindi tutti noi siamo autorizzati a considerarci esperti.
Ebbene, non è così. La parola "odio", in politica, ha un significato molto preciso e delle conseguenze imprevedibili. Sapevate che esiste una"scala dell'odio"? Si chiama Scala Allport, e puntigliosamente declina le varie fasi dell'odio (dalle battute ironiche allo sterminio) proprio come fa la scala Mercalli coi terremoti. Nei Paesi anglosassoni l'odio politico e sociale è argomento quotidiano, e come sta accadendo da noi viene usato come temibile accusa verso gli avversari.
L'"odio" viene ovviamente più spesso tirato in ballo quando si tratta di minoranze etniche, razziali, religiose o per discriminazioni sessuali. Ma se ne fa largo uso anche quando appare diretto verso un nemico politico. L'hate speech (possiamo liberamente tradurre con espressioni d'odio) è menzionato di continuo , ed è curioso esaminare cosa si configuri come hate speech. ...Continua...
ATTENTATO ATTENTATO!
ATTENTATO ATTENTATO!

di Paolo Farinella

COLPEVOLE! Lo sapevamo che prima o poi sarebbe successo. E’ successo nel modo più consono alla realtà perché è un colpo «omeopatico». Un uomo malato, da dieci anni seguito dai servizi psichiatrici pubblici, armato di un souvenir della sua città, il simbolo della Milano civile e religiosa, il Duomo in miniatura pesante con guglie e Madonnina incorporati, aggredisce e colpisce un folle che per due ore sul palco ha gridato guerra contro tutti, aggredendo lo Stato, scagliando corpi contundenti contro la Repubblica, demonizzando i «suoi» nemici comunisti e di sinistra che ha presentato come «nemici» di tutto il popolo, presente in piazza, istigando non solo all’osanna di giuggiole demenziali, ma all’aggressione contro chi gli vuole – secondo lui – impedire di governare. Un uomo senza Legge e senza Stato aizza gli animi di psicolabili sui quali si erge come nano, formato tascabile, con un linguaggio da guerrafondaio, da comunista breshneviano, da estremista barricadiero, da folle. Cosa si aspettava? Un malato ha risposto in maniera uguale e contraria, facendogli assaporare con un colpo di duomo quello che aveva appena finito di predicare. Pura omeopatia. ...LEGGI...
PIAZZA FONTANA 40 ANNI DOPO
PIAZZA FONTANA 40 ANNI DOPO

 di Beppe Grillo

Il 12 dicembre del 1969 fino alle 16.37 piazza Fontana a Milano era solo un posto abbastanza anonimo dove passavano i tram. Situata dietro il Duomo con ai lati la Banca Nazionale dell'Agricoltura e l'edificio dell'Arcivescovado e al centro qualche panchina. L'esplosione che trasformò un giorno d'inverno nel nostro primo 11 settembre (in seguito ne abbiamo avuti decine dall'Italicus alla strage di Capaci) sventrò la banca, uccise 17 persone e ne ferì in modo grave un centinaio. Fu un tentativo di colpo di Stato. Nessuno può rispondere con certezza se il tentativo riuscì oppure no. "La situazione che si era creata avrebbe dovuto portare a un colpo di Stato" ha dichiarato in seguito il giudice Gerardo D'Ambrosio che indagò sulla strage. Continua...
12 DICEMBRE 1969 LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA
12 DICEMBRE 1969 LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA


Scheda a cura di Sonia e Sandro, del collettivo Borgorosso - Piacenza


Milano, 12 dicembre 1969, ore 16,30 Esplode una bomba nel salone degli sportelli della Banca Nazionale dell'Agricoltura, al numero 4 di piazza Fontana. Ha inizio una nuova era tragica. I terroristi non avrebbero potuto scegliere un momento migliore: la banca è infatti gremita per il "mercato del venerdì", che richiama gli agricoltori delle province di Milano e Pavia. L'ordigno è stato collocato in modo da provocare il massimo numero di vittime: sotto il tavolo al centro del salone riservato alla clientela, di fronte all'emiciclo degli sportelli. I locali devastati testimoniano la potenza dell'esplosivo impiegato. L'attentato causa sedici morti, di cui quattordici sul colpo, e ottantotto feriti. La storia dirà se la strage di piazza Fontana, inaugurando la strategia della tensione, ha determinato i dieci anni più bui della vita politica italiana.....Continua...
LE MELE MARCE D'ITALIA
LE MELE MARCE D'ITALIA

di Beppe Grillo

Se si coglie una mela dall'albero può essere acerba, ma difficilmente è marcia. Le mele marce hanno la tendenza a cadere al suolo, non a rimanere sul ramo. Se invece si coglie una mela da un cesto è più facile che sia marcia. E se le mele sono nel cesto da molto è quasi certo che sono diventate marce. Se una mela sana viene posta in un cesto con i vermi marcirà. E' una questione di tempo. In Italia solo coloro che sono ricattabili, che possono marcire, sono tollerati nel cesto. All'interno di un sistema marcio, con mele ultrasettantenni, con politici dalla carriera trentennale, con amministratori nominati dal Potere, possono esistere solo mele marce. Non ci sono distinzioni tra chi ruba e chi fa il palo. Tra chi propone una legge e chi la firma. Sono entrambi complici. Continua...
G8 LA VIOLENZA NON E' RIVOLUZIONARIA, LA CREATIVITA' SI
G8 LA VIOLENZA NON E' RIVOLUZIONARIA, LA CREATIVITA' SI

di Massimo Marino

E’ dal 2001, dai fatti di Genova, che va avanti questa storia; li è emerso con chiarezza che una parte almeno di chi gestiva l’ordine pubblico aveva un suo disegno specifico, separato, eversivo, violento. Che partiva dallo sfruttare le contraddizioni presenti in un movimento che diventava sempre più grande per colpire non la sua parte minoritaria ed insignificante, che metteva a fuoco la città (i cosiddetti Black block) ma per coinvolgere il grosso del movimento, attaccarlo, disorientarlo con l’uso massiccio della violenza, isolarlo e ridimensionarlo. Possiamo dire che il gioco eversivo, che in realtà ha numerosi precedenti lontani già dall’immediato dopoguerra, alla fine ha dato sempre i suoi frutti, arrestando l’espansione nella società di movimenti radicali, con obiettivi sacrosanti e condivisibili ma incapaci di superare la trappola del “confronto di piazza “.Continua...
L'ITALIA DI AL PAPONE
L'ITALIA DI AL PAPONE

di Marzio Aprile

Per comprendere l’attuale situazione italiana occorre partire dalla fine della seconda guerra mondiale. L’Italia si ritrovò dalla parte delle nazioni perdenti e fu aiutata a riprendersi dagli Stati Uniti a condizione di soggiacere agli interessi dei vincitori. La divisione dell’Europa in blocchi di competenza americana e sovietica porterà al congelamento delle possibilità autonome di evoluzione della storia sociale italiana. Due grandi blocchi culturali, quello cattolico e quello comunista, entrambi con vari meriti ma tanti altri difetti renderanno asfittica la vita italiana tra gli anni 50 e gli anni 70. In quegli anni piomberà sull’Italia un benessere economico e tecnologico che sarà gestito malamente da elites bloccate dai giochi della politica internazionale. Continua...
SEI MORTO DENTRO?
SEI MORTO DENTRO?

di Beppe Grillo

Freedom House l'organizzazione fondata da Eleanor Roosevelt, ha classificato l'Italia semi libera per l'informazione. Unica nazione europea occidentale. Dietro di noi ci sono Corea del nord, Turkmenistan, Birmania, Libia, Eritrea. Ma non disperiamo, siamo in grado di raggiungerle grazie a giornalisti come Belpietro, Riotta, Mimun e a politici della statura di Boccone del Prete Franceschini e di (Musso)Fini.
Freedom House attribuisce la nostra posizione al controllo delle televisioni da parte dello psiconano. Non sono d'accordo. La libertà di espressione, di scrivere e di voler ascoltare la verità non dipende da un ometto senza principi. La responsabilità è degli italiani. Un popolo che, nella sua maggioranza, pagherebbe per vendersi. Un popolo simpatico, gioviale, senza pensieri. Con un udito sensibile. Il suono della verità gli fa male ai timpani. Con la memoria di un'ameba. Che dedica piazze e vie al latitante Bottino Craxi e tollera un corruttore professionista alla guida del Paese. Continua...
NEANCHE UN EURO PER L'IPOCRISIA SUL TERREMOTO
NEANCHE UN EURO PER L'IPOCRISIA SUL TERREMOTO

di Giacomo Di Girolamo

riportiamo questo intervento  controcorrente di Giacomo Di Girolamo, giovane artista siciliano, che ci è pervenuto nei giorni scorsi:
Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.
Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare. Continua...
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