Dopo 25 giorni dalla doppia decisione di chiudere (quasi) tutto e tutti “come ha fatto la Cina” (non è vero ma così si dice) è evidente che c’è qualcosa che non va e che non torna nella narrazione quotidiana che ci viene raccontata da mattina a sera: nei numeri delle ore 18, nelle decine di servizi e talk, nei telegiornali. Siamo sommersi di dichiarazioni di esperti, medici, uomini politici e di cultura, di graziose e un po’ tirate conduttrici note perché le troviamo da anni sullo schermo al mattino, al pomeriggio, alla sera, fino alla rassegna stampa di mezzanotte. Che naturalmente non ci possono mentire... o no?
A 25 giorni dall’avvio progressivo delle norme di chiusura di molte attività e di distanziamento sociale ( 9 marzo) abbiamo superato i 120mila contagi ufficiali e 14mila morti ufficiali. Da 13 giorni siamo al di sopra, anche di molto, ai 600 morti al giorno anche se da qualche giorno il numero di nuovi contagi ufficiali quotidiani sembra aumentare di meno. Dato per scontato l’accantonamento della scadenza del 3 aprile si comincia ad azzardare ipotesi di “graduali riaperture” dopo la pasqua (12 aprile ) o il 1° maggio.
Malgrado il chiacchiericcio mediatico sia imponente (specie in tv) e dilaghi dai media ufficiali fino ai social è evidente che i conti non tornano. I risultati attesi, dopo due settimane si diceva, sono dopo tre settimane poco visibili. Il Comitato Tecnico Scientifico Nazionale che accompagna il Governo nelle sue scelte e sul quale si concentrano pressioni dai più diversi settori sociali non ha una composizione particolarmente fantasiosa. Ne fanno parte: il Presidente dell’ISS (Istituto Superiore Sanità) Brusaferro insieme al Segretario generale, al Responsabile della Prevenzione sanitaria e sorveglianza epidemiologica, al Responsabile della sanità marittima , aerea e di frontiera, tutti del Ministero della Salute. In più il Direttore scientifico dell’Istituto malattie infettive Spallanzani Giuseppe Ippolito. In aggiunta l’esperto nominato dalla Conferenza delle Regioni Alberto Zoli. Per finire i due esponenti apicali della Protezione Civile il cui responsabile per conto del Governo Angelo Borrelli trae dal Comitato le proposte di azione da sottoporre al Governo. Quest’ultimo da settimane ci aggiorna sulla situazione nelle famose conferenze stampa delle ore 18 con in aggiunta le meno note comunicazioni settimanali dell’ISS. Nell’insieme queste figure rappresentano la gestione della Sanità in Italia degli ultimi 15-20 anni, pur se teoricamente subordinate ai decisori politici, cioè i Ministri della Salute e i Governi che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni, da quando si istaurò un autonomo Ministero della Salute. I quali Ministri però sono stati in meno di 20 anni ben 11, di tre diverse estrazioni (CDX, CSX, Indipendenti). Continua...