Il vero viaggio di scoperta non consiste
nel cercare nuove terre ma nell'avere nuovi occhi.

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UN ALTRO MONDO POSSIBILE
Creando una nuova Consapevolezza 
UN ALTRO MONDO  POSSIBILE
I FIORI DEL DOMANI
Tutti i fiori di tutti i domani
sono i semi di oggi e di ieri.

Proverbio cinese
Ancora un sogno
... Sì, è vero, io stesso sono vittima di sogni svaniti, di speranze rovinate, ma nonostante tutto voglio concludere dicendo che ho ancora dei sogni, perché so che nella vita non bisogna mai cedere.
Se perdete la speranza, perdete anche quella vitalità che rende degna la vita, quel coraggio di essere voi stessi, quella forza che vi fa continuare nonostante tutto.
Ecco perché io ho ancora un sogno...
Continua...
Varsavia
<b>Varsavia </b>







Hanno ucciso il ragazzo di vent'anni
l'hanno ucciso per rabbia o per paura
perché aveva negli occhi quell'aria sincera
perché era una forza futura
sulla piazza ho visto tanti fiori
calpestati e dispersi con furore
da chi usa la legge e si serve del bastone
e sugli altri ha pretese di padrone
Da chi usa la legge e si serve del bastone
e sugli altri ha pretese di padrone
Sull'altare c'è una madonna nera
ma è la mano del minatore bianco
che ha firmato cambiali alla fede di un mondo
sulla pelle di un popolo già stanco
Continua...

POTETE SOLO ESSERE LA RIVOLUZIONE
Ursula le Guin

Non abbiamo nulla se non la nostra libertà.
Non abbiamo nulla da darvi se non la vostra libertà.
Non abbiamo legge se non il singolo principio del mutuo appoggio tra individui.
Non abbiamo governo se non il singolo principio della libera associazione.
Non potete comprare la Rivoluzione.
Non potere fare la Rivoluzione.
Potete solo essere la Rivoluzione.
È nel vostro spirito, o non è in alcun luogo

da " The dispossessed" 1974
LA FINE DELLA VITA
é l'inizio della sopravvivenza

<b>LA FINE DELLA VITA<br> é l'inizio della sopravvivenza </b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
I CREATIVI CULTURALI
<b>I CREATIVI CULTURALI</b>





L'altro modo di pensare
e vivere

Ervin Laszlo
Possiamo pensare in modi radicalmente nuovi circa i problemi che affrontiamo?
La storia ci dimostra che le persone possono pensare in modi molto differenti. C'erano, in Oriente e in Occidente, sia nel periodo classico, che nel Medio Evo ed anche nelle società moderne, concezioni molto diverse sulla società, sul mondo, sull'onore e sulla dignità. Ma ancora più straordinario è il fatto che anche persone moderne delle società contemporanee possano pensare in modi diversi. Questo è stato dimostrato da sondaggi di opinioni che hanno indagato su cosa i nostri contemporanei pensano di loro stessi, del mondo e di come vorrebbero vivere ed agire nel mondo.

Una recente indagine della popolazione americana ha dimostrato modi di pensare e di vivere molto differenti.
Questo è molto importante per il nostro comune futuro, poiché è molto più probabile che alcuni modi di pensare preparino il terreno per uno scenario positivo piuttosto che altri.
Questi sono stati i risultati principali:
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PIU’ LENTI, PIU’ PROFONDI, PIU’ DOLCI
<b>PIU’ LENTI, PIU’ PROFONDI, PIU’ DOLCI </b>





Alexander Langer


La domanda decisiva è: Come può risultare desiderabile una civiltà ecologicamente sostenibile?
Lentius, Profundis, Suavius”, al posto di ”Citius, Altius, Fortius”

La domanda decisiva quindi appare non tanto quella su cosa si deve fare o non fare, ma come suscitare motivazioni ed impulsi che rendano possibile la svolta verso una correzione di rotta.
La paura della della catastrofe, lo si è visto, non ha sinora generato questi impulsi in maniera sufficiente ed efficace, altrettanto si può dire delle leggi e dei controllo; e la stessa analisi scientifica
Continua...
CITTADINO DEL MONDO
<b>CITTADINO DEL MONDO</b> Graffito a Monaco






Il tuo Cristo è ebreo
e la tua democrazia è greca.
La tua scrittura è latina
e i tuoi numeri sono arabi.
La tua auto è giapponese
e il tuo caffè è brasiliano.
Il tuo orologio è svizzero
e il tuo walkman è coreano.
La tua pizza è italiana
e la tua camicia è hawaiana.
Le tue vacanze sono turche
tunisine o marocchine.
Cittadino del mondo,
non rimproverare il tuo vicino
di essere…. Straniero.
Il viaggiatore leggero
<b>Il viaggiatore leggero </b> Adriano Sofri
Introduzione al libro di Alex Langer, ed. Sellerio 1996

Alexander Langer è nato a Sterzing (Vipiteno-Bolzano) nel 1946, ed è morto suicida a Firenze, nel luglio del 1995.
Benché abbia dedicato la sua vita intera, fin dall'adolescenza, a un impegno sociale e civile, e abbia attraversato per questa le tappe più significative della militanza politica, da quella di ispirazione cristiana a quella dell'estremismo giovanile, dall'ecologista e pacifista dell'europeismo e alla solidarietà fra il nord, il sud e l'est del mondo, e sempre alle ragioni della convivenza e del rispetto per la natura e la vita, e benché abbia ricoperto cariche elettive e istituzionali, da quelle locali al Parlamento europeo, è molto difficile parlarne come di un uomo politico. O almeno, è del tutto raro che nella politica corrente si trovi anche una piccola parte dell'ispirazione intellettuale e morale che ha guidato la fatica di Langer. La politica professata, anche quando non è semplicemente sciocca e corrotta, non ha il tempo di guardare lontano, e imprigiona i suoi praticanti nella ruotine e nell'autoconservazione. Uno sguardo che
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MA CHE PIANETA MI HAI FATTO
MA CHE PIANETA MI HAI FATTO
di Beppe Grillo

Ma che pianeta mi hai fatto? Petrolio e carbone sono proibiti. Nei centri urbani non possono più circolare auto private. L'emissione di Co2 è punita con l'assistenza gratuita agli anziani. I tabaccai sono scomparsi, non fuma più nessuno. Non si trovano neppure le macchinette mangiasoldi nei bar. La più grande impresa del Paese produce biciclette. La plastica appartiene al passato, chi la usa di nascosto è denunciato all'Autorità per il Bene Comune e condannato ai lavori socialmente utili. Continua...
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SPECIALE MEDIORIENTE


Trovati 24 articoli
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AMORE SUL MAR ARTICO
AMORE SUL MAR ARTICO di Gianluca Freda

questo punto credo di poterlo dire: chi pensava che l'amministrazione Obama sarebbe stata una mera continuazione della politica dell'era Bush sotto le inedite spoglie "politically correct" di un presidente nero aveva compiuto una valutazione imprecisa. Ho aspettato diversi mesi prima di scriverlo, perché io stesso sospettavo che l'elezione di Obama non fosse altro che la solita operazione di facciata, in cui si muta la confezione affinché il contenuto rimanga lo stesso. Bene, credo ormai di poter dire che non era così. Con l'elezione di Obama i rapporti tra USA e Israele sono profondamente mutati; e cambiare i rapporti tra USA e Israele significa cambiare radicalmente faccia all'intera geopolitica internazionale. Ci aveva visto giusto Israel Shamir, i cui articoli ho tradotto e pubblicato nei mesi passati: Obama è sì l'ennesima "creatura" della lobby ebraica statunitense, come i suoi detrattori giustamente affermano. Costoro si dimenticano però di dire che quando parliamo di lobby e di Stati Uniti non parliamo di entità monolitiche che condividano, nella loro interezza, un rigoroso fine unitario. ...Continua...
GAZA LIBERA MCKINNEY LIBERA
GAZA LIBERA MCKINNEY LIBERA Cynthia McKinney (Green Party USA) da una prigione in Israele

Sono Cynthia McKinney e parlo da una cella di una prigione Israelian a Ramle. (Sono una dei) 21 Free Gaza, attivisti per i diritti umani attualmente imprigionati per aver cercato di portare a Gaza aiuti sanitari, materiale da ricostruzione e persino pastelli a cera per bambini, io avevo una borsa piena di pastelli a cera per bambini. Mentre stavamo navigando verso Gaza gli Israeliani hanno minacciato di sparare alla nostra barca, ma noi non siamo tornati indietro. Gli Israeliani ci hanno dirottato e arrestato perchè volevamo consegnare pastelli a cera ai bamibini di Gaza.
Siamo stati arrestati e vogliamo che le persone del mondo vedano come ci hanno trattato solo perchè volevamo portare la nostra assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza.Quando è iniziata l'Operazione Piombo Fuso (dicembre 2008) , sono salita a bordo dell'imbarcazione di Free Gaza con un preavviso di solo un giorno e ho cercato, in qualità di rappresentante USA in un delegazione multi-nazionale, di consegnare 3 tonnellate di materiale medico ad una Gaza già assediata e davastata.Durante l'Operazione Piombo Fuso, gli Stati Uniti hanno fornito F-16 per far piovere fiamme dell'inferno su una popolazione in trappola. La pulizia etnica è diventata nettamente genocidio alla massima potenza. Continua...
IL COMPLESSO DELL'EBREO
O ISRAELE E IL SUO TRAUMA

IL COMPLESSO DELL'EBREO<br> O ISRAELE E IL SUO TRAUMA Gli Israeliani non sono mai stati particolarmente gentili gli uni con gli altri. Questa è una delle ragioni per cui sono andata via. Quando avevo vent’anni ho cominciato ad essere stanca del clima di scortesia, di acrimonia e di rancore intono a me. Era un posto duro dove vivere, non per i nostri “nemici”, ma per come le persone si trattavano tra di loro…L’unica cosa che poteva unire le persone e tirar fuori temporaneamente un pò di gentilezza e di senso di solidarietà era la sensazione di trovarsi sotto una minaccia collettiva e in particolare di portare avanti una guerra per il bene comune. Israele e forse anche il resto del mondo, rifiutano di vedere che i problemi di Israele sono il risultato diretto del profondo trauma subito dagli Ebrei e delle sue conseguenze.
La risposta israeliana al trauma è stata quella di armarsi fino ai denti, e di diventare un paese incredibilmente aggressivo, mentre perpetrava al suo interno e all’esterno il mito del vittimismo e della bontà. Come psicoterapeuta riconosco questa reazione al trauma. Alcune persone traumatizzate rispondono ad esso diventando molto forti e spaventosi. Questa è la reazione di chi è stato ferito, e una risposta al desiderio di non essere feriti di nuovo. Sfortunatamente questo non è un modo buono o sano di vivere. Continua...
L'UNICA PACE POSSIBILE E' RICONOSCERE I DIRITTI DEI PALESTINESI
L'UNICA PACE POSSIBILE E' RICONOSCERE I DIRITTI DEI PALESTINESI Michel Warschawski, 60 anni, giornalista e scrittore, è una delle più conosciute voci di dissenso della società israeliana. Nel 1982, quando l'esercito israeliano in Libano permise il massacro dei palestinesi dei campi profughi di Sabra e Chatila da parte delle milizie cristiano-maronite, Warschawski fu tra i fondatori del movimento Yesh Gvul, che portò in piazza l'indignazione di 400mila israeliani nei confronti del loro governo. Poco dopo, nel 1984, fondò l'Alternative Information Center (Aic), per combattere dall'interno la disinformazione della società civile israeliana. Continua...
IL PUNTO DI NON RITORNO
IL PUNTO DI NON RITORNO

di Gilad Atzmon

"La comunicazione con gli israeliani può lasciare stupefatti. Anche ora che l'aviazione israeliana sta assassinando alla luce del sole centinaia di civili, persone anziane, donne e bambini, gli israeliani riescono a convincersi di essere le vere vittime di questa violenta saga. Chi conosce bene gli israeliani si rende conto che sono completamente disinformati sulle radici del conflitto che domina le loro vite. Spesso sono capaci di mettere insieme ragionamenti rocamboleschi che possono avere senso nelle argomentazioni israeliane ma fuori della loro realtà non ne hanno alcuno. Sono ragionamenti di questo tenore: “quei palestinesi, perché insistono a vivere sulla nostra terra (Israele), perché non possono semplicemente andare in Egitto, in Siria, in Libano o in qualsiasi altro paese arabo?” Un'altra perla di saggezza ebraica suona più o meno così: “di cosa si lamentano questi palestinesi? Gli abbiamo dato acqua, elettricità, istruzione e in cambio vogliono solo buttarci a mare”.

Per strano che possa sembrare, perfino gli israeliani della cosiddetta “sinistra” e della “sinistra” colta non riescono a capire chi sono i palestinesi, da dove vengono e cosa vogliono. Non riescono a capire che per i palestinesi la Palestina è loro casa. Incredibilmente gli israeliani non riescono a capire che Israele è stato costruito a scapito del popolo palestinese, su terra palestinese, sui villaggi, le città, i campi, i frutteti palestinesi. Gli israeliani non capiscono che i palestinesi di Gaza e dei campi profughi della regione sono gente espropriata da Beer Sheva, Yafo, Tel Kabir, Shekh Munis, Lod, Haifa, Gerusalemme e molti altri villaggi e città. Continua...
PERCHE' L'ARROGANZA DI ISRAELE MI SPEZZA IL CUORE
PERCHE' L'ARROGANZA DI ISRAELE MI SPEZZA IL CUORE di Michael Lerner

Il tentativo di Israele di spazzare via Hamas può essere comprensibile, ma e' stupido. Certo, nessun paese al mondo ignorerebbe il lancio giornaliero di razzi dai territori vicini. Provate a immaginare quanto tempo ci metterebbero gli Stati Uniti a organizzare una controffensiva il giorno in cui un gruppo di antimperialisti messicani cominciasse a lanciare razzi sul Texas. Israele ha davvero il diritto di rispondere. Ma e' il tipo di risposta che deve essere analizzata. Uccidere 500 Palestinesi e ferirne 2500 (al momento in cui scrivo) e' sproporzionato. E se è vero che il bombardamento indiscriminato da parte di Hamas di zone abitate e' un crimine contro l'umanita', lo e' altrettanto l'uccisione di civili da parte di Israele. (Almeno 130 fino ad ora, senza considerare le migliaia uccisi negli anni di occupazione della Cisgiordania e di Gaza). Prima dei massicci bombardamenti israeliani i bombardamenti di Hamas, iniziati allo scadere della tregua, non avevano (grazie a Dio) ucciso nessuno. La ragione e' evidente: Hamas non ha aereoplani, non ha carri armati, non ha niente piu' che armi inefficaci, mortai con un limitato raggio d'azione e imprecisi. Continua...
GAZA ISRAELE E OBAMA
GAZA ISRAELE E OBAMA di Phyllis Bennis

Il prezzo di morte a Gaza continua ad aumentare. La carneficina è ovunque – per strada, in una moschea, ospedali, stazioni di polizia, una prigione, una fermata degli autobus per l’università, una fabbrica di materiali plastici, una stazione televisiva. Sembra impossibile, inaccettabile, fare un passo indietro per analizzare la situazione mentre corpi umani rimangono sepolti sotto le macerie, mentre padri e madri continuano a cercare i loro bimbi scomparsi, mentre i dottori continuano a lavorare per cucire insieme corpi mutili e bruciati senza l’attrezzatura necessaria e senza le medicine sufficienti. Gli ospedali hanno scarsa elettricità – l’embargo israeliano ha negato loro il carburante per i generatori.
È un risvolto ironico del coinvolgimento di Israele in un precedente massacro – a Sabra e Shatila, in Libano nel 1982, furono i soldati israeliani ad accendere i razzi, rischiarando il cielo notturno in modo che i loro alleati libanesi potessero continuare ad uccidere. Ma se siamo seriamente intenzionati a porre fine a questo massacro, questa volta, non abbiamo altra scelta che provare ad analizzare, provare a tracciare cosa ha causato questo ultimissimo massacro, studiare come fermarlo e solo allora come continuare il nostro lavoro per mettere fine all’occupazione e alle politiche di apartheid israeliane e per fare in modo che la politica statunitense si occupi davvero di giustizia e uguaglianza per tutti. Continua...
COME ISRAELE E' RIUSCITO A PORTARE GAZA
SULL'ORLO DELLA CATASTROFE UMANITARIA

COME ISRAELE E' RIUSCITO A PORTARE GAZA<BR> SULL'ORLO DELLA CATASTROFE UMANITARIA L'unica cosa che possiamo fare per dare un senso all'insensata guerra israeliana a Gaza, è cercare di inquadrarla in un contesto storico. La fondazione dello Stato di Israele, avvenuta nel maggio del 1948, comprendeva una monumentale ingiustizia per i Palestinesi e le autorità britanniche non mancarono di giudicare aspramente la partigianeria dimostrata dagli Americani nei confronti dello stato appena nato. Il 2 giugno 1948, Sir John Troutbeck scrisse al Segretario di Stato, Ernest Bevin, che l'America si era resa responsabile della creazione di uno stato bandito guidato da "un gruppo dirigente decisamente senza scrupoli". Ho sempre pensato che questo giudizio fosse fin troppo severo, ma l'aggressione odiosa alla gente di Gaza, e la complicità dell'amministrazione Bush in questa aggressione, hanno gettato di nuovo sul tappeto quella questione rimasta sempre aperta.

Ho prestato lealmente servizio nell'esercito israeliano, verso la metà degli anni 60, e non ho mai messo in questione la legittimità dello Stato di Israele, così come definito dai confini stabiliti fino al 1967. Quello che rifiuto di accettare, in modo assoluto, è il progetto coloniale sionista che oltrepassa il limite della Green Line. L'occupazione israeliana della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, avvenuta sulla scia della guerra del giugno 1967, aveva ben poco a che fare con la sicurezza e molto a che fare con l'espansionismo territoriale. Lo scopo era quello di consolidare il Grande Israele, tramite il controllo (politico, economico e militare) permanente sui territori palestinesi. Il risultato è stato quello di una delle più brutali e prolungate occupazioni militari dei tempi moderni
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YEHOSHUA:: UN INSULTO A SEI MILIONI MARTIRI
YEHOSHUA:: UN INSULTO A SEI MILIONI MARTIRI Abrham. B. Yehoshua. “Caro Gideon, negli ultimi anni ... Quando ti pregai di spiegarmi perché Hamas continuava a spararci addosso anche dopo il nostro ritiro tu rispondesti che lo faceva perché voleva la riapertura dei valichi di frontiera..."

Hamas continua a sparare razzi anche e soprattutto perché Gaza è la più grande prigione a cielo aperto del mondo, definita nel 2007 dal sudafricano John Dugard, Special Rapporteur per i Diritti Umani in Palestina dell'ONU, "Apartheid... da sottoporre al giudizio della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja". Perché nell'agosto del 2006 la Banca Mondiale dichiarava che "la povertà a Gaza colpisce i due terzi della popolazione", con povertà definita come un reddito di 2 dollari al giorno pro capite, che è il livello africano ufficialmente registrato. Perché appena dopo le regolari e democratiche elezioni del gennaio 2006 con Hamas vittoriosa, Israele inflisse 1 miliardo e 800 milioni di dollari di danni bombardando la rete elettrica di Gaza e lasciando più di un milione di civili senza acqua potabile. Perché nel 2007 l'ex ministro inglese per lo Sviluppo Internazionale, Clare Short, dichiarò alla Camera dei Comuni di Londra "sono scioccata dalla chiara creazione da parte di Israele di un sistema di Apartheid, per cui i palestinesi sono rinchiusi in quattro Bantustan, circondati da un muro, e posti di blocco che ne controllano i movimenti dentro e fuori dai ghetti (sic)". Ecco perché. Perché sono 60 anni che Israele strazia i palestinesi con politiche sanguinarie, razziste e fin neonaziste.

A.B.Y. "Ti chiesi allora se ritenevi plausibile che Hamas potesse convincerci adottando un comportamento del genere o se, piuttosto, non avrebbe ottenuto il risultato contrario, e se fosse giusto riaprire le frontiere a chi proclamava apertamente di volerci sterminare."

Arafat riconobbe Israele nel 1993, agì fermamente per reprimere Hamas (come testimoniò Ami Ayalon, ex capo dei servizi segreti Shab'ak israeliani, nel 1998) e cosa ottenne? Barak, Clinton e poi Sharon lo distrussero. Hamas ha dichiarato ufficialmente nel luglio del 2006 con una lettera al Washington Post di riconoscere il diritto degli ebrei all'esistenza in Palestina fianco a fianco dei palestinesi. Nessun media italiano o europeo ha ripreso la notizia. Nessuno. Continua...
ISRAELE PARLI ANCHE CON HAMAS
ISRAELE PARLI ANCHE CON HAMAS di David Grossman

Come le volpi del racconto biblico di Sansone, legate per la coda a un'unica torcia in fiamme, così noi e i palestinesi ci trasciniamo l'un l'altro, malgrado la disparità delle nostre forze. E anche quando tentiamo di staccarci non facciamo che attizzare il fuoco di chi è legato a noi - il nostro doppio, la nostra tragedia - e il fuoco che brucia noi stessi. Per questo, in mezzo all'esaltazione nazionalista che travolge oggi Israele, non guasterebbe ricordare che anche quest'ultima operazione a Gaza, in fin dei conti, non è che una tappa lungo un cammino di violenza e di odio in cui talvolta si vince e talaltra si perde ma che, in ultimo, ci condurrà alla rovina. Assieme al senso di soddisfazione per il riscatto dello smacco subito da Israele nella seconda guerra del Libano faremmo meglio ad ascoltare la voce che ci dice che il successo di Tsahal su Hamas non è la prova decisiva che lo Stato ebraico ha avuto ragione a scatenare una simile offensiva militare, e di certo non giustifica il modo in cui ha agito nel corso di questa offensiva. Tale successo prova unicamente che Israele è molto più forte di Hamas e che, all'occasione, può mostrarsi, a modo suo, inflessibile e brutale.

Allo stesso modo il successo dell'operazione non ha risolto le cause che l'hanno scatenata. Israele tiene ancora sotto controllo la maggior parte del territorio palestinese e non si dichiara pronto a rinunciare all'occupazione e alle colonie. Hamas continua a rifiutare di riconoscere l'esistenza dello Stato ebraico e, così facendo, ostacola una reale possibilità di dialogo. L'offensiva di Gaza non ha permesso di compiere nessun passo verso un vero superamento di questi ostacoli. Al contrario: i morti e la devastazione causati da Israele ci garantiscono che un'altra generazione di palestinesi crescerà nell'odio e nella sete di vendetta. Il fanatismo di Hamas, responsabile di aver valutato male il rapporto di forza con Tsahal, sarà esacerbato dalla sconfitta, intaserà i canali del dialogo e comprometterà la sua capacità di servire i veri interessi palestinesi Continua...
CHE DIRO' AI MIEI STUDENTI NEL GIORNO DELLA MEMORIA
CHE DIRO' AI MIEI STUDENTI NEL GIORNO DELLA MEMORIA di Franco Berardi  - Bifo


Che dirò ai miei studenti nel giorno della memoria? 
«Hai fatto una strage di bambini e hai dato la colpa ai loro genitori dicendo che li hanno usati come scudi. Non so pensare a nulla di più infame [...] li hai chiusi ermeticamente in un territorio, e hai iniziato ad ammazzarli con le armi più sofisticate, carri armati indistruttibili, elicotteri avveniristici, rischiarando di notte il cielo come se fosse giorno, per colpirli meglio. Ma 688 morti palestinesi e 4 israeliani non sono una vittoria, sono una sconfitta per te e per l'umanità intera». [Stefano Nahmad, la cui famiglia ha subito le persecuzioni naziste] Continua...
GAZA VERGOGNA DELL'EUROPA
GAZA VERGOGNA DELL'EUROPA

In Europa per interrompere la spirale dell’odio nazionalista e razzista sono state necessarie due guerre mondiali, i campi di sterminio e l’occupazione russo-americana. Il conflitto tra Israeliani e i Palestinesi data fin da prima della fondazione dello stato di Israele; ha conosciuto momenti di guerra vera e propria e innumerevoli episodi di terrorismo e di ferocia da una parte e dall’altra. Sembra quasi che qui si ripeta la parabola che conobbero i nostri avi: le guerre d’indipendenza, l’ecatombe della prima guerra mondiale, il fascismo e il nazismo, la guerra totale e i bombardamenti a tappeto, i campi di concentramento e l’Olocausto. E’ come se una maledizione inducesse periodicamente lo stato di Israele nella tentazione di annientare i suoi nemici. Questa maledizione si chiama stato nazionale (quello che gli Israeliani hanno e quello che i Palestinesi vorrebbero costruire), un singolare miscuglio ideologico di sangue, terra e destino, a cui in questo caso si è aggiunta anche la religione, che avvelenò l’Europa almeno a partire dalla guerra franco-prussiana del 1870. Continua..
VILDE CHAYES (BESTIE FEROCI)
VILDE CHAYES (BESTIE FEROCI) di Ronit Dovrat

Le mie nonne, quando mi raccontavano i pogrom in Russia oppure quelli dei nazisti che hanno massacrato 1500 ebrei in piazza a Rokitno, dove la mia nonna materna è cresciuta e dove ha perso 33 familiari tra cui tanti bambini; tra una lacrima all’altra chiamavano quegli assassini “vilde chayes”- traduzione letteraria dal Yidish sarebbe animali selvatici ma il significato è più vicino a “bestie feroci”. In questi giorni, scioccata e scossa dal massacro nella striscia di Gaza, di fronte a queste immagini e testimonianze di crudeltà, non posso che ripetere e ripetere queste parole in yidish “vilde chayes ”. Abbiamo vissuto anche “Sabra e Shatila”, ma questa volta il massacro è così perfetto. Niente si può nascondere nemmeno dietro la menzogna più “intelligente”. Qui non ci sono le Milizie Falangiste. La gloria è tutta di Tzahal- l’esercito israeliano.
In realtà non c’è da stupirsi. L’occidente ha dato tutto il suo aiuto e appoggio perchè potesse succedere. Usa e Italia in testa. Dal 11 settembre 2001, Israele ha aumentato del 60% le sua produzione ed esportazione di prodotti per la sicurezza e la lotta al terrorismo. Terrorismo, nato e cresciuto nel medio oriente legato al conflitto israelo palestinese e all’esistenza dello stato d’Israele. Continua...



PER BOICOTTARE ISRAELE
PER BOICOTTARE ISRAELE




Jaffa, Carmel, Delta Galil
Nestlé, Coca Cola,
Nokia  L'Oréal
Caterpillar, Mac Donald's
 Hazera Genetics
E TUTTI I PRODOTTI CHE
HANNO UN CODICE A BARRE
CHE INIZIA PER 729 

LEGGI
OH
OH
Sì, sono crimini di guerra
Sì, è un omicidio
Sì, è come un suicidio
Sì, è un genocidio lento e inconsapevole
o consapevole solo in parte
Sì, è inzuppato di sangue
il volto della mia
il volto della tua
il volto della sua
il volto della nostra
il volto della vostra
il volto della loro
loro / nostra / mia / tua?
INDIFFERENZA
CECITA' MORALE A GAZA
CECITA' MORALE A GAZA Perché siamo così indifferenti alla morte e alla distruzione a Gaza? Le principali testate giornalistiche hanno docilmente accettato il divieto d’ingresso a Gaza ai giornalisti imposto da Israele dietro la scusa di contenere le vittime civili collaterali; il nostro presidente eletto Barack Obama ha avuto poco da dire su un’invasione che complicherà di molto i suoi futuri sforzi di pace; la maggior parte dei commentatori giustificano con disinvoltura le uccisioni “molti più occhi per occhio” da parte di Israele. Perché esiste una così diffusa accettazione, a partire dalle argomentazioni apologetiche del presidente Bush, del fatto che qualunque cosa faccia Israele questa sia sempre giustificata come necessaria per la sopravvivenza dello stato ebraico? In realtà non lo è. Gli attacchi con razzi da parte di Hamas sono sì da condannare, tuttavia costituiscono una sfida inefficace all’enorme apparato di sicurezza di Israele, e la durezza della risposta di Israele è controproducente. Continua...
LA GIUSTA FURIA DI ISRAELE E LE SUE VITTIME A GAZA
LA GIUSTA FURIA DI ISRAELE E LE SUE VITTIME A GAZA di Ilan Pappe

La mia visita a casa in Galilea è coincisa con l'attacco genocida israeliano su Gaza. Lo Stato, attraverso i suoi mezzi di informazione e con l'aiuto del mondo accademico, ha diffuso un coro unanime – persino più forte di quello ascoltato durante il criminale attacco in Libano nell'estate del 2006. Israele è sommerso ancora una volta da una giusta furia che si traduce in delle operazioni di distruzione nella Striscia di Gaza. Questa sconvolgente autogiustificazione dell'inumanità e impunità non è solo fastidiosa, ma è materia su cui vale la pena soffermarsi, se si vuol capire l'immunità internazionale per il massacro che imperversa su Gaza. Continua...
MINACCIA ATOMICA CONTRO L'EUROPA?
MINACCIA ATOMICA CONTRO L'EUROPA? riceviamo in segnalazione da www.thelivingspirits.net questo articolo del 2005 di Maurizio Blondet, cattolico integralista ma osservatore acuto. Ripubblichiamo senza giudizio alcuno:

L'autore della frase che segue non è – come forse potrà credere qualcuno – Giuseppe Stalin, e nemmeno Saddam Hussein, e men che meno Osama bin Laden: «noi possediamo varie centinaia di testate atomiche e missili, e siamo in grado di lanciarli in ogni direzione, magari anche su Roma. La maggior parte delle capitali europee sono bersagli per la nostra forza aerea». (L'ha pronunciata, in varie interviste, nel febbraio 2003, Martin Van Creveld, docente di storia militare all'Università Ebraica di Gerusalemme.

Erano i giorni in cui la «vecchia Europa» si mostrava renitente a seguire gli Stati Uniti nella guerra all'Iraq, ed era incredula sulla pericolosità delle armi di Saddam: si credette allora che Van Creveld esprimesse il dispetto dei circoli politico-militari israeliani per il freno che l'Europa poneva a una guerra che Israele, come sappiamo, ha voluto ad ogni costo. Ora, nuovi dati inducono a credere che Van Creveld, che ha ovvi agganci col settore militare e politico del suo Paese, esponesse in realtà una dottrina strategica. Che prevede la distruzione preventiva dell'Europa (significativa la menzione di Roma: in quei giorni il Papa si pronunciava contro l'invasione dell'Iraq) se Israele fosse davvero in estremo pericolo.
 
Vale la pena di riportare tutto quel che sappiamo di quell'intervista, ripresa da vari giornali in ebraico e ripresa da alcune agenzie (1): se non altro, consente di lanciare uno sguardo raro negli abissi di una mentalità collettiva. Continua...
APPELLO DI 540 ISRAELIANI CONTRO LA VIOLENZA ISRAELIANA
APPELLO DI 540 ISRAELIANI CONTRO LA VIOLENZA ISRAELIANA Scritto da 540 cittadini israeliani l’8 gennaio 2008
A sostegno dell'appello della comunità palestinese per i diritti umani per una azione internazionale


Come se l'occupazione non bastasse, la brutale repressione della popolazione palestinese in corso, la costruzione degli insediamenti e l'assedio di Gaza, ora pure il bombardamento della popolazione civile: uomini, donne, vecchi e bambini, ragazzi. Centinaia di morti, centinaia di feriti, ospedali sovraccarichi, il deposito centrale di medicinali di Gaza bombardato. Persino l'imbarcazione Dignity del movimento Free Gaza che portava forniture mediche di emergenza e numerosi medici è stata attaccata. Israele ha ripreso apertamente a commettere crimini di guerra, peggiori di quelli che abbiamo visto in un lungo periodo di tempo. I media israeliani non mostrano ai loro spettatori gli orrori né le voci delle dure critiche mosse contro questi crimini. La storia che viene raccontata è uniforme. Gli israeliani dissidenti vengono denunciati come traditori. L'opinione pubblica compresa quella della sinistra sionista appoggia la politica israeliana acriticamente e senza riserve. La politica criminale distruttiva di Israele non cesserà senza un massiccio intervento da parte della comunità internazionale.  Continua...
ISRAELE BOICOTTAGGIO E RITIRO INVESTIMENTI
ISRAELE BOICOTTAGGIO E RITIRO INVESTIMENTI di Naomi Klein

È ora. Un momento che giunge dopo tanto tempo. La strategia migliore per porre fine alla sanguinosa occupazione è quella di far diventare Israele il bersaglio del tipo di movimento globale che pose fine all'apartheid in Sud Africa. Nel luglio 2005 una grande coalizione di gruppi palestinesi delineò un piano proprio per far ciò. Si appellarono alla «gente di coscienza in tutto il mondo per imporre ampi boicottaggi e attuare iniziative di pressioni economiche contro Israele simili a quelle applicate al Sudafrica all'epoca dell'apartheid». Nasce così la campagna “Boicottaggio, ritiro degli investimenti e sanzioni” (Boycott, Divestment and Sanctions), BDS per brevità.

Ogni giorno che Israele martella Gaza spinge più persone a convertirsi alla causa BDS, e il discorso del cessate il fuoco non ce la fa a rallentarne lo slancio. Il sostegno sta emergendo persino tra gli ebrei israeliani. Proprio mentre è in corso l'assalto, circa 500 israeliani, decine dei quali artisti e studiosi rinomati, hanno inviato una lettera agli ambasciatori stranieri di stanza in Israele. La lettera chiede «l'adozione immediata di misure restrittive e sanzioni» e richiama un chiaro parallelismo con la lotta antiapartheid. «Il boicottaggio del Sud Africa fu efficace, Israele invece viene trattato con guanti di velluto.... Questo sostegno internazionale deve cessare.» Tuttavia, molti ancora non ci riescono. Le ragioni sono complesse, emotive e comprensibili. E semplicemente non sono abbastanza buone. Le sanzioni economiche sono gli strumenti più efficaci dell'arsenale nonviolento. Arrendersi rasenta la complicità attiva. Qui di seguito le maggiori quattro obiezioni alla strategia BDS, seguita da contro-argomentazioni. Continua...

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