Decreto Clima, doveva essere il pilastro del Green New Deal. Ma di concreto non c’è niente...
Ci aspetta un 2020 così verde che più verde non si può. La migliore conferma, come apprendiamo dai comunicati del Ministero dell’Ambiente, viene dal “decreto clima” che è appena diventato legge. Un’apoteosi per il ministro “che ha fortemente voluto questa norma per rendere più efficace l’azione di contrasto ai cambiamenti climatici”, riuscendo a far passare “misure urgenti, positive e concrete in tutti i settori considerati vulnerabili ai cambiamenti climatici: acqua, agricoltura, biodiversità, costruzioni ed infrastrutture, energia, prevenzione dei rischi industriali rilevanti, salute umana, suolo ed usi correlati, trasporti”. Insomma, per dirla tutta con legittimo orgoglio, “il primo pilastro del Green New Deal”.
E, infatti, se lo andiamo a leggere vediamo che esordisce subito con “misure urgenti per la definizione di una politica strategica nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria”. Solo che, per adesso, queste misure non ci sono perché dovranno essere stabilite entro 90 giorni con “decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, sentiti il ministro della Salute e gli altri ministri interessati, nonché sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano”, che stanzierà anche “le risorse economiche disponibili a legislazione vigente per ciascuna misura con la relativa tempistica attuativa”.
Così come, anche per avere “campagne di informazione e formazione ambientale nelle scuole” dovremo aspettare le proposte che verranno dalle scuole sulla base di un regolamento interministeriale che dovrà determinare “i criteri di presentazione e di selezione dei progetti nonché le modalità di ripartizione e assegnazione del finanziamento” di 2 milioni per i prossimi tre anni. Continua...