di Robert Kennedy Jr.
Big Oil, King Coal, Big Chemical, Big Tech e Big Pharma sono titani di un cartello del Deep State che sta portando il nostro paese sulla strada della plutocrazia e dell’apocalisse ambientale. Dobbiamo unirci per combatterli – e non combattere gli uni contro gli altri.
“Per l’avidità, l’intera natura è insufficiente.” — Seneca
Molto prima di volgere la propria attenzione alla distruzione sistematica del pianeta, l’industria del carbone si concentra sulla distruzione della democrazia americana e sull’abbattimento dei suoi valori.
Il termine “Deep State” è una di quelle frasi tossiche che evidenziano ed esacerbano l’abisso crescente tra Democratici e Repubblicani. Ironicamente, la polarizzazione è un obiettivo strategico chiave per la cabala sinistra che la frase descrive.
I populisti di destra usano il termine Deep State per definire i supposti autori della serie di retrocessioni sociali ed economiche che hanno inferto una ferita fatale alla sempre più esigua classe media americana.
L’obliterazione è stata così sistematica e completa che a loro sembra ovvio che essa sia stata pianificata. Dal loro punto di vista, un gruppo segreto di aristocratici, guidati da George Soros e il defunto David Rockfeller, manipolano occultamente istituzioni come la Federal Reserve e il Council on Foreign Relations al fine di passare ricchezza e potere alle élite miliardarie, con il fine ultimo di conseguire il “Governo Mondiale”.
Per indebolire il carattere americano, gli alleati delle “Élite di Hollywood” di questi aristocratici segreti hanno deliberatamente sminuito la nostra cultura infiltrando la TV e il cinema con sesso e violenza. Queste élite stanno intenzionalmente minando la democrazia americana, sovvertendo i diritti costituzionali e dichiarando una guerra economica e culturale all’America dell’uomo comune, alla nostra democrazia e sovranità nazionale.
Poiché tutti questi gruppi hanno dedicato energie per scongiurare i cambiamenti climatici, il dibattito sul riscaldamento globale è diventato una caratteristica preminente di queste cosmologie. La decarbonizzazione viene vista come l’ennesimo attacco all’economia U.S. e un piano per il Governo Unico Mondiale.
Come ogni teoria della cospirazione, questa ha delle pepite di verità.
I Democratici, nel frattempo, respingono i discorsi sul Deep State come folli vaneggiamenti dei teorici di destra della cospirazione. Sottolineano che gli zar di Hollywood come Tom Hanks e Barbra Streisand sono molto distanti dal potere reale, mentre suggeriscono che la stessa Wall Street ha spinto sesso e violenza sui nostri schermi televisivi. La pornografia, dopo tutto, vende sesso.
David Rockefeller è morto nel 2017, e i restanti membri della famiglia Rockfeller hanno interessi enormemente diversificati e dimostrano poco appetito per il Governo Unico Mondiale. I Democratici sottolineano che George Soros ha 90 anni e gestisce vasti investimenti in petrolio e gas con profitti annui a fronte dei quali, le sue relativamente piccole donazioni all’attivismo contro i mutamenti climatici scompaiono. Il suo Council on Foreign Relations è una
think tank anemica, i cui membri non fanno altro che scrivere curriculum vitae e stare spalla a spalla con un tremante Henry Kissinger. Il consiglio non prende posizione su questioni di politica estera e prevalentemente pubblica documenti informativi che raccolgono polvere.
Ma il Deep State esiste. Ha già obliterato la classe media e ha messo alle corde la democrazia.
Il potere reale dietro alla cortina fumogena è una conglomerazione di corporazioni – carbone, petrolio, chimica, acciaio e farmaceutica, a cui si sono recentemente uniti telecomunicazioni, Big Tech/Big Data - tutti legati, in una ragnatela di corruzione, al nostro apparato globale militare-intelligence.
È questa collaborazione di Grandi Ladri che sta facendo guerra alla democrazia, ai diritti civili e alle classe subalterne, precipitando il nostro paese verso la plutocrazia e l’apocalisse ambientale.
Questa conglomerazione ha dichiarato guerra alla democrazia e alle libertà americane. Chiunque dubiti dell’esistenza del Deep State dovrebbe leggere la miriade di storie della Central Intelligence Agency (CIA) compresi “
Legacy of Ashes”, di Tim Weiner, “
The Devil’s Chessboard” di David Talbot e “J
FK and the Unspeakable.” di James Douglass.
John D Rockfeller ha posto le basi per la conglomerazione con la sua ricerca senza scrupoli del controllo monopolistico del commercio mondiale del petrolio (la sua compagnia, la Standard Oil, ora Exxon Mobil controllava il 90% delle forniture petrolifere degli U.S.). Il cartello farmaceutico deriva dalle industrie americane del petrolio, carbone e catrame di Rockfeller e dall’industria chimica del Terzo Reich, che fu profondamente incriminata per l’Olocausto e gli sforzi bellici nazisti.
Rockfeller ha guadagnato le azioni di controllo nella IG Farben (adesso
Bayer, la conglomerata tedesca chimica e farmaceutica). La sua filantropia si è concentrata sulla filosofia del promuovere farmaci basati sul petrolio e marginalizzare le medicine alternative precedentemente popolari: osteopatia, omeopatia, rimedi naturali e fitofarmaci.
Per decenni, la famiglia Rockfeller ha posseduto circa
l’80% dell’industria farmaceutica U.S. Oggi, l’Impero Rockfeller, in tandem con la JP Morgan Chase, ancora possiede metà dell’industria farmaceutica americana. Il nipote di John D. Rockfeller, David, con i suoi legami con l’industria petrolifera e farmaceutica e le banche internazionali e la sua amicizia con Allen Dulles, è stato certamente uno dei Pezzi Grossi del Deep State.
David Rockefeller usava le sue strette relazioni con la CIA, inizialmente attraverso Dulles, e la sua posizione di direttore e quindi presidente del Council for Foreign Relations, per dichiarare guerra ai movimenti nazionalisti e le democrazie rappresentative in tutto il mondo ogni volta che minacciavano i suoi profitti petroliferi, minerari, chimici, farmaceutici e bancari.
Tutte queste storie rivelano come Big Carbon sia stato il centro di gravità della cospirazione.
La CIA e i militari hanno coltivato una lunga relazione con King Coal e Big Oil. Dall’abolizione della schiavitù, la sostituzione nella Marina Militare di navi a vela con battelli azionati da combustibili fossili e l’introduzione di farmaci a base di petrolio, le guerre americane sono state, in maggiore o minor grado, lotte strategiche per i controllo dei porti del carbone, delle rotte marittime e dei campi petroliferi.
La prima delle grandi escursioni americane all’estero fu
la Guerra di Liberazione cubana. Nel 1898 la stampa scandalistica americana si appellò all’idealismo della nazione per spingere il sostegno popolare verso l’intervento degli Stati Uniti, presumibilmente per sostenere i rivoluzionari cubani nelle loro guerra di liberazione dalla Spagna. Per creare un pretesto per poter intervenire, i militaristi del Deep State misero in scena l’affondamento della nave da guerra con la ‘bandiera falsa’ la USS Maine, nel porto dell’Avana, e accusarono la Spagna dell’affondamento. Il loro vero obiettivo divenne evidente subito dopo che i combattenti per l’indipendenza di Cuba ottennero la vittoria sulla Spagna.
I militaristi del Deep State derubarono la nuova nazione del suo porto più importante, espropriando la baia di Guantanamo e trasformandola in un terminal navale carbonifero. Un secolo più tardi, Guantanamo, il simbolo dell’abbandono da parte dell’America della sua repulsione per l’imperialismo, divenne il sito dove l’America ha rifiutato la sua profonda repulsione per la tortura.
Oggi la baia di Guantanamo è una sorta di ‘anti-statua della Libertà’ – un simbolo emisferico della resa dei valori fondamentali americani al complesso militare-industriale del Deep state, con la sua fame insaziabile di carbone e la sua ambizione di controllo autoritario.
Dopo Cuba, proteggere le risorse petrolifere e carbonifere americane, oltre ai porti, è diventata un ragion d’essere per un’interminabile parata di nuove guerre e nuovi interventi americani.
Una struttura politica nazionale tende a riflette la sua organizzazione economica. Quando le industrie principali sono possedute e controllate da un piccolo gruppo di ricchi individui, la nazione stessa diventa economicamente stratificata e tirannica.
Quelle del carbone e del petrolio sono industrie autoritarie. Sono altamente capitalizzate e si basano su un controllo spietato delle proprietà terriere e delle risorse. Mentre la maggior parte delle nazioni dichiarano che le loro risorse petrolifere sono di proprietà pubblica, in pratica, i cittadini più poveri raramente godono dei dividendi petroliferi. Le grandi multinazionali, spesso alleate con gli oligarchi locali, invariabilmente e sistematicamente trovano il modo per rubare e monopolizzare queste risorse.
Il termine ‘maledizione del petrolio’ descrive la dinamica pressoché universale attraverso la quale i governi delle nazioni o stati con ricche riserve di petrolio invariabilmente si trasformano in organismi altamente militarizzati e dispotici, brutali e dittatoriali.
Le economie che dipendono dal petrolio generalmente favoriscono gigantesche differenze di ricchezza tra ricchi e poveri e violenti governi totalitari. La rilevanza strategica del petrolio e dell’acciaio rendono queste industrie naturali alleati dell’apparato militare e d’intelligenza.
Nel 1954, il direttore della CIA, Allen Dulles, rovesciò il governo democraticamente eletto dell’Iran, dopo che il beneamato Primo Ministro del paese, Mohammad Mossadeq, - il primo capo di stato democraticamente eletto nei 4.000 anni di storia dell’Iran - aveva commesso il ‘crimine’ di minacciare di nazionalizzare i campi petroliferi controllati da BP e Texaco. (In precedenza la Texaco era stata cliente di Dulles nell’importante ditta legale Sullivan & Cromwell.)
Dulles mise lo Shah a governare l’Iran e a proteggere gli interessi finanziari dei clienti delle sue compagnie petrolifere. Settant’anni dopo, il mondo intero ancora soffre per il contraccolpo di quel colpo di stato. La crisi iraniana degli ostaggi del 1979 (precipitata quando David Rockefeller e il suo amico Henry Kissinger fecero pressioni sul presidente Jimmy Carter perché ospitasse il deposto Shah dell’Iran negli Stati Uniti, al fine di proteggere le proprietà della Chase Manhattan); l’insorgere dell’Islam militante; le guerre in Afghanistan, Iraq e Siria (che hanno invaso l’Europa di rifugiati, minando l’unità e le democrazie europee); e la nostra perdurante inimicizia verso l’Iran, una nazione che, sotto ogni altro punto di vista, dovrebbe essere il nostro principale alleato nel Medio Oriente – sono tutti contraccolpi di un colpo di stato antidemocratico.
I fondatori riconobbero che l’America non poteva essere al contempo una potenza imperiale all’estero e una democrazia costituzionale in casa. È un assioma fondamentale della politica estera americana che il nostro governo democratico non dovrebbe coinvolgere l’America in guerre all’estero. Il Presidente John Quincy Adams sintetizzò l’opinione generale dei fondatori quando dichiarò;
“[L’America] non va all’estero in cerca di mostri da distruggere. È colei che augura libertà e indipendenza a tutti. Risolve solamente i propri problemi. Elogerà la causa generale con l’espressione della sua voce e la benigna simpatia del suo esempio.”
Ma i titani americani del carbone superarono con successo questi scrupoli e utilizzarono le forze armate statunitensi come se fosse stato un esercito privato, espandendone il campo di azione per proteggere gli interessi globali di Big Carbon.
Allen Dulles aiutò la sua cabala del Deep State alimentata a petrolio a progettare l’allontanamento dell’America dal suo tradizionale principio di non intervento. Mio nonno iniziò oltre 60 anni fa
lo scontro della mia famiglia con la CIA nel 1954, quando il Presidente Eisenhower lo nominò membro di una commissione, presieduta dall’ex Presidente Herbert Hoover, di investigare sulla CIA.
Il principio ufficiale della politica estera americana era quello di sostenere la diffusione della democrazia. Eppure la Commissione Hoover scoprì che la CIA sta lavorando, insieme alle compagnie petrolifere, in diretta opposizione alla politica ufficiale del Dipartimento di Stato statunitense, e che assumeva regolarmente una condotta antitetica ai valori degli U.S.A.
Seguendo il pensiero del Presidente Adams,
mio nonno credeva che l’America non potesse essere al contempo una potenza imperiale e una democrazia costituzionale. Era arrabbiato e disgustato nell’apprendere che Dulles e la sua agenzia facevano cadere governi, disturbavano elezioni, corrompevano i politici e minavano la democrazia in tutto il mondo al servizio di Big Oil e delle compagnie minerarie, ma anche dell’agricoltura industriale/chimica.
La CIA orchestrò il cambiamento di governo in altri paesi ben 72 volte durante la Guerra Fredda, influendo su circa un terzo delle nazioni del pianeta.
Ero in Cile nel 1973, durante il colpo di stato orchestrato dalla CIA e da David Rockfeller con l’unico scopo di proteggere le aziende americane di telecomunicazioni (ITT), banche (Chase), petrolio (Texaco), chimica (DuPont e Dow), alimentari (PepsiCo Inc) e minerarie (Anaconda) – tutte minacciate dalla nazionalizzazione proposta dal Presidente Salvador Allende. Una pattuglia dell’esercito mi sparò, e quasi mi uccise, mentre attraversavo le Ande a piedi per andare in Argentina. Ero molto consapevole del ruolo chiave che aveva avuto David Rockfeller e il colosso IIT Corporation (International Telephone and Telegraph) della U.S. Telecom.
La brama strategica del petrolio e il bisogno di protegge le infrastrutture petrolifere hanno motivato la maggior parte degli interventi della CIA. Spie e unità paramilitari della CIA spesso hanno lavorato mano nella mano con mercenari ed eserciti privati, pagati, armati e addestrati dalle compagnie petrolifere americane
Signori della Guerra e politici stranieri, che ingrassavano stando sul libro paga delle compagnie petrolifere, sistematicamente hanno svenduto gli interessi delle proprie nazioni (e assassinato i propri cittadini) per portare avanti le ambizioni delle compagnie petrolifere. Hanno finanziato e addestrato decine di migliaia di dipendenti dell’industria petrolifera in tutto il Medio Oriente come paramilitari, per combattere contro i Sovietici e distruggere le infrastrutture petrolifere, per evitare che potessero essere catturate nel caso di un’invasione Sovietica.
Secondo il biografo David Talbot, Dulles era incapace di distinguere l’interesse nazionale degli U.S.A. dagli interessi dei suoi ex clienti dell’industria petrolifera. In effetti gli interessi statunitensi rimasero molto molto indietro rispetto agli interessi degli azionisti.
Mio nonno raccomandò lo scioglimento della divisione ‘Piani’ della CIA. Temeva che la pericolosa alleanza dell’apparato militare e di intelligenza con i grassi padroni dell’industria petrolifera avrebbe avuto conseguenze disastrose per la democrazia americana e per la nostra reputazione globale, potenzialmente trasformando l’America in uno Stato di polizia. Egli riconobbe che le grandi corporazioni del petrolio non hanno alcuna lealtà verso l’America, e molto meno verso i nostri valori fondanti.
Un’affermazione del CEO della Exxon, Lee Raymond, durante la fusione ExxonMobil del 1998, confermò il sospetto di mio nonno riguardo all’essenziale mancanza di patriottismo tra i petrolieri: “Io non sono una compagnia statunitense,” affermò Raymond, “e non prendo decisioni che si basano su ciò che è bene per gli U.S.A.”
E non è per caso che il perno del Deep State,
Charles Koch (fondatore delle Koch Industries, la più grande compagnia petrolifera privata del mondo), ha fatto la sua fortuna costruendo raffinerie per il sanguinario dittatore comunista Joseph Stalin. Koch e i suoi figli distribuirono miliardi di dollari illecitamente guadagnati per creare un’infrastruttura di think tank del Deep State come la Heritage Foundation, il Cato Institute e il Competitive Enterprise Institute, ognuno avente per scopo la creazione delle fondamenta filosofiche della dominazione della democrazia americana da parte delle compagnie e dei militaristi.
Il giorno del mio settimo compleanno, il 17 gennaio del 1961, tre giorni prima che mio zio John F. Kennedy (JFK) iniziasse il mandato come 35° presidente degli Stati Uniti, il presidente uscente Dwight D. Eisenhower fece il discorso più grande della sua carriera, mettendo in guardia gli Americani contro
il Deep State, che egli definì il “complesso militare-industriale”.
Eisenhower avvertì che il cartello poteva distruggere la nostra democrazia:
“Questa congiunzione di un establishment militare immenso e una grande industria bellica è una cosa nuova nell’esperienza americana. L’influenza totale – economica, politica, persino spirituale – viene avvertita in ogni città, in ogni stato, in ogni ufficio del governo federale… non dobbiamo fare a meno di comprendere le sue gravi implicazioni. Il nostro lavoro, le nostre risorse e qualità della nostra vita sono tutti coinvolti; e altrettanto lo è la vera e propria struttura della nostra società.”
Eisenhower continuò:
“Nei consigli di governo, dobbiamo difenderci dall’acquisizione di influenze ingiustificate, che siano richieste o meno, da parte del complesso militare-industriale. La possibilità di una disastrosa crescita di un potere fuori luogo esiste e persisterà.”
Eisenhower avvertì gli Americani che dovevano imparare a riconoscere, e a diffidare di tutte le pietre miliari della tirannia: “N
on dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione metta in pericolo le nostre libertà o i nostri processi democratici. Non dobbiamo prendere niente per scontato. Solo una cittadinanza vigile e informata può costringere alla giusta miscela di una immensa macchina industriale e militare di difesa con i nostri pacifici metodi e obiettivi, in modo tale che sicurezza e libertà possano prosperare allo stesso tempo.”
Nello stesso giorno del discorso di Eisenhower, pochi giorni prima che mio zio giurasse da presidente, delle spie dei servizi belgi – con il sostegno della CIA di Allen Dulles – assassinarono il leader carismatico del Congo,
Patrice Lumumba.
Da senatore statunitense, JFK aveva usato la sua posizione di membro del sottocomitato del Senato U.S.A. per gli Affari Africani per sostenere Lumumba e altri leader anticolonialisti. Dulles disprezzava le simpatie di mio zio per i movimenti di liberazione africani e, in particolare, la sua ammirazione per Lumumba.
Dulles voleva commettere il suo omicidio prima che JFK prendesse il potere. Il Congo era considerata una delle nazioni più ricche, grazie alla ricchezza di minerali e di risorse naturali, compresi i suoi abbondanti campi petroliferi. Le compagnie minerarie e petrolifere americane ed europee avevano l’acquolina in bocca alla prospettiva di sfruttare le tensioni tribali per tagliare la nazione appena liberata in porzioni minuscole che avrebbero potuto facilmente divorare e governare.
Sapevano che Lumumba era l’unico leader congolese con il carisma e la popolarità necessari per unire tutte le tribù del Congo in guerra tra loro.
L’uccisione di Lumumba colpì e rattristò mio zio.
Non sarebbe vissuto abbastanza per conoscere il ruolo della CIA nell’orchestrare quel colpo in favore di Big Oil e del Deep State.
All’inizio del 1958 Dulles aveva lavorato insieme al bellicoso vicepresidente di Eisenhower,
Richard Nixon, complottando per estromettere il nuovo leader rivoluzionario cubano, Fidel Castro, che aveva appena deposto il brutale dittatore Fulgencio Batista e i suoi amici mafiosi.
Nixon e Dulles persuasero la Texaco a chiudere le raffinerie cubane e la United Fruit Company - un altro ex cliente di Allen Dulles – a interrompere le esportazioni di zucchero cubano, allo scopo di distruggere la loro economia e abbattere il regime rivoluzionario di Castro.
Castro e il suo luogotenente, Che Guevara, erano dichiarati marxisti, ma i loro colleghi rivoluzionari abbracciavano un’ampia gamma di varie ideologie, che erano principalmente democratiche e anti-Batista.
I colpi preventivi della CIA, intesi a piegare la minuscola nazione, costrinsero Cuba a rivolgersi alla Russia per un aiuto finanziario. I Sovietici si accordarono per salvare i Cubani assediati scambiando petrolio russo con zucchero cubano.Fine modulo
Per rappresaglia, la CIA bombardò un centro commerciale dell’Avana. L’atto terroristico illegale della CIA diede a Castro la forza politica di dichiarare per la prima volta il suo nuovo regime comunista. Fece l’annuncio al funerale delle vittime della CIA.
Nel 1989 Castro mi disse, “Gli Stati Uniti hanno facilitato Cuba a diventare marxista.”
Quando JFK negò alla CIA di trasportare la brigata della “Baia dei porci” in navi della marina, un ex cliente di Dulles, la United Fruit Company, fornì la CIA di una flotta di imbarcazioni per attuare l’operazione. Quando le preponderanti forze di Castro, come era prevedibile, intrappolarono la brigata sulla spiaggia a Playa Giròn, JFK rifiutò la richiesta della CIA di un sostegno aereo da parte della aviazione americana.
Dulles aveva assicurato JFK che l’intervento militare americano sarebbe stato assolutamente necessario. JFK comprese che Dulles e altri ufficiali della CIA e le gerarchie militari gli avevano mentito. Egli disse ai suoi più intimi consiglieri, “Voglio fare la CIA in mille pezzi e buttarli al vento.”
JFK licenziò Allen Dulles dopo la Baia dei Porci, ma Dulles continuò a timonare la CIA dalla distanza e sarebbe tornato al governo nel 1963 per guidare la Commissione Warren che investigava sulla morte di JFK.
Usò quella posizione per nascondere il profondo coinvolgimento della CIA nell’assassinio di JFK.
Mio zio e mio padre passarono le loro carriere –
e diedero le loro vite – con la missione di salvare la democrazia dal cartello del Deep State. Fecero infuriare i petrolieri di Dallas con il loro sforzo di revocare la Oil Depletion Allowance e altri esenzioni fiscali, che allora distribuivano 185 milioni di dollari all’anno, in sussidi alle compagnie petrolifere americane.
I produttori di petrolio del Texas pagavano tasse sul reddito equivalenti a zero sul 27,5 % dei loro introiti tassabili. Una manciata di potenti petrolieri di Dallas, soprattutto Clint Murchison, H.L.Hunt, Sid Richardson e D.H.Byrd, facevano milioni con le esenzioni. Il solo Byrd aveva un reddito annuo di 30 milioni di dollari (nel 1961) e non pagava tasse federali. Questi Cowboy dell’assistenza sociale avevano tutti stretti legami con la CIA.
Anche Big Steel aveva una naturale alleanza col Pentagono. Nel 1962 JFK mediò un’aspra contesa salariale tra l’unione dei lavoratori dell’acciaio e le 12 maggiori compagnie del settore. Il presidente intendeva tenere sotto controllo l’inflazione combattendo la spirale salari/prezzi. La sua delicata negoziazione portò ad uno straordinario accordo: i lavoratori accettarono un blocco dei salari e le compagnie dell’acciaio acconsentirono a congelare i prezzi dell’acciaio.
Poco dopo la firma dell’accordo, il CEO della U.S. Steel, Roger Blough, venne nella Stanza Ovale ad annunciare che Big Steel stava per commettere un tradimento. Le sei maggiori compagnie dell’acciaio stavano violando l’accordo e unilateralmente avevano alzato i prezzi di 6$ a tonnellata (il 3,5%). Jack disse a Blough, “State facendo un grosso errore.” Quindi ordinò al Pentagono di trasferire contrati per la costruzione di navi dalle compagnie che non rispettavano l’accordo alle compagnie più piccole che non avevano alzato i prezzi.
Mio padre, il Procuratore Generale Robert F. Kennedy (RFK), mandò degli agenti dell’FBI a ispezionare gli uffici delle sei grandi compagnie dell’acciaio e a sequestrare gli schedari. I suoi vice dissero ai dirigenti delle compagnie di aspettarsi accuse di evasione fiscale e attività contro l’antitrust.
Fu l’azione più forte da parte di un presidente americano contro le grandi compagnie da quando Andrew Jackson aveva combattuto le banche.
Il Wall Street Journal denunciò JFK per il suo ovvio gioco di potere contro il Big Business. Wall Street e il Deep State non lo perdonarono mai. Ma quello era solo l’inizio della guerra di Camelot contro il Deep State.
JFK difese
Rachel Carson, il cui libro “
Silent Spring” ebbe come risultato
il divieto del DDT, contro la Monsanto e gli agglomerati della chimica.
Fece venire dei colpi apoplettici alle spie del Pentagono e della CIA quando rifiutò di spedire truppe da combattimento in Laos, Vietnam o Cuba.
Quando propose la distensione con Krushev e Castro,
Nelson Rockfeller accusò JFK di tradimento. Jack firmò il trattato che bandiva i test nucleari a cui l’industria petrolifera si oppose violentemente – le compagnie petrolifere erano i più grandi produttori di uranio d’America, e temevano che la pace potesse mettere in crisi il loro modello di business.
Mio zio Jack morì due mesi dopo aver firmato il trattato che bandiva i test nell’atmosfera e 14 settimane dopo aver firmato il National Security Order 267, che ordinava a tutti i consiglieri militari statunitensi di lasciar il Vietnam entro il dicembre 1965.
La morte di JFK fece risparmiare centinaia di milioni di dollari ai petrolieri texani rimandando permanentemente il suo piano per abrogare l’esenzione fiscale per il petrolio.
Il primo istinto di mio padre fu che suo fratello era stato assassinato dalla CIA. Meno di due anni dopo, Lyndon Johnson spedì quasi 250.000 soldati in Vietnam, trasformando un conflitto civile di quel paese in una Guerra Americana, in cui sarebbero morti più di 58.000 Americani e milioni di Vietnamiti.
Nel 1968 mio padre morì durante la campagna presidenziale intrapresa contro la macchina bellica. Aveva promesso che avrebbe chiuso la guerra del Vietnam lo stesso giorno in cui avrebbe giurato da presidente. Disse al suo amico, lo scrittore Pete Hamill, che intendeva fare a pezzi la CIA. Tre settimane prima del suo assassinio, dichiarò pubblicamente che intendeva riaprire le investigazioni sull’omicidio di suo fratello.
La morte di mio padre fu
una di cinque grandi tragedie nazionali – l’assassinio di JFK e di Martin Luther King Jr; la guerra del Vietnam; l’11 settembre e COVID-19 –
che ha permesso a degli uomini che vogliono la guerra permanente di trasformare l’America, che una volta era l’eccezionale democrazia del mondo, in uno stato di polizia.
JFK e RFK dedicarono le loro carriere a preservare la democrazia e l’idealismo americani. Uno dei loro impegni qualificanti fu quello contro il Deep State, e in particolare il potere soffocante di Big Carbon. La mia carriera sta continuando la loro tradizione.
Negli anni ’70, la Exxon, precedentemente Standard Oil, utilizzava gli scienziati del carbone più brillanti del mondo per capire ogni passaggio della produzione del petrolio. La compagnia si fregiava di sapere di più sul fato delle molecole di carbonio di qualsiasi individuo, compagnia o governo sulla Terra. Dei documenti interni, creati negli anni successivi alla morte di mio padre e recentemente resi pubblici, mostrano che quegli scienziati avevano avvertito la Exxon che il loro business avrebbe sciolto le calotte polari, avrebbe causato l’innalzamento del livello del mare e dato il via a cambiamenti climatici catastrofici.
Il CEO della Exxon Raymond descriveva “i cosiddetti cambiamenti climatici globali” come “la questione che forse costituisce la minaccia più a lungo termine per la nostra industria.”
Piuttosto di cambiare il suo modello di affari per salvare l’umanità, la Exxon e i suoi amici del carbone investirono mezzo milione di dollari in una campagna di 40 anni di bugie ed inganni per fare credere all’opinione pubblica l’assurdo: che i cambiamenti climatici sono una truffa.
Un secolo prima, uno di poeti preferiti di mio padre, Rudyard Kipling, descriveva questo modo di spacciare l’inganno per verità come “intrecciato dai furfanti per fare una trappola per gli sciocchi.”
Gli amici di Big Oil nel Deep State, l’apparato di intelligence, il complesso industriale/militare e alcuni mezzi di comunicazione mainstream che prendono suggerimenti dagli inserzionisti del petrolio e dell’industria automobilistica – hanno incoraggiato questa campagna priva di scrupoli.
Due forze guidano la democrazia: il denaro e l’intensità politica.
Il Deep State ha denaro, ma la sua missione – arricchire ulteriormente il già ricchissimo 0,001% - non è un potente veicolo per il populismo. Invece, si affida al cosiddetto “cuneo” o “guerra culturale” per arruolare la fanteria. Acciaio, Petrolio e Farmaceutici schierano gruppi d’assalto e i PR da contraerea, usando tutte le alchimie della demagogia: razzismo, intolleranza contro immigranti e gente di colore, e invocazione di patriottismo Cristianità, al fine di ingaggiare quei bianchi che ancora si sentono alienati dalle leggi sui diritti civili degli anni ’60.
I grassi personaggi di Wall Street, i broker del potere e i PR da contraerea parlano apertamente di “spennare i polli” nelle loro ridotte di campagna, conquistare la loro lealtà con chiacchiere sull’aborto e sulle tre G: God, guns and gays (Dio, armi e omosessuali). Nelle parole del Presidente della Christian Coalition, Ralph Reeds, “Loro scrivono l’assegno, e arriva la battuta spiritosa.”
Queste schiere hanno usato il loro denaro e il loro potere politico per progettare a loro uso sussidi ed esenzioni fiscali oscene. (La Exxon, la più ricca compagnia sulla Terra, durante gli anni ’90
non ha praticamente pagato tasse federali.) Secondo la World Bank, Big Carbon riceve sussidi annui per 5.400 miliardi di dollari globalmente e 655 miliardi negli U.S. – più di quello che spendiamo per la difesa e 10 volte il bilancio dell’istruzione.
Usando la loro influenza politica, i potentati del carbone hanno scritto le leggi che regolano l’energia in America per compensare il più sporco, il più lurido, il più tirannico e guerrafondaio carburante dell’Inferno, piuttosto dell’economico, verde, democratico e patriottico carburante del Cielo.
Gli amici del carbone hanno reso il cambiamento climatico una caratteristica che definisce quella conversazione. Capovolgendo la narrazione, rappresentano la protesta contro i cambiamenti climatici come uno sforzo sinistro per stabilire un governo mondiale e derubare l’America della sua indipendenza economica e della sua sovranità.
La grande bugia di Big Carbon è che ogni cambiamento dello status quo farebbe aumentare i prezzi della benzina e ridurrebbe i posti di lavoro della classe media. Fine modulo
Ho passato 40 anni lottando perché i titani del petrolio e del carbone smettessero di contaminare la nostra acqua, la nostra aria e i nostri figli con sostanze tossiche, arsenico, benzene, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), il mercurio che ha avvelenato ogni pesce d’acqua dolce in America, e il carbone che oggi pone una minaccia esistenziale al nostro pianeta. Ho discusso cause legali su questi argomenti in Nord e in Sud America.
Come partner di una compagnia di investimenti in tecnologia pulita, la Vantage Point Venture Partners, e consigliere della Stanwool Energy, sono stato coinvolto nella costruzione di linee di trasmissione e nella produzione di infrastrutture per un’energia pulita, democratica dal vento e dal sole, compresi i due impianti solari più grandi del Nord America.
Sono stato profondamente impegnato nella costruzione e distribuzione di infrastrutture per l’energia rinnovabile che compete con il petrolio e col carbone. Vantage Point è stata la prima ad investire nella Tesla e la forza che sorregge Ivanpah, il più grande impianto solare termico del mondo. Conosco la scienza e l’economia del carbone da cima a fondo.
Le industrie predatorie usano sempre la stessa strategia. Big Tobacco giurò che il fumo non provocava il cancro. Monsanto ci convinse che il DDT e il glifosato erano innocui. Pharma mentì per persuadere i medici e il pubblico che gli oppiacei non davano dipendenza, che il Vioxx non causava attacchi di cuore, che i vaccini sono innegabilmente sottoposti a test sulla sicurezza e che l’epidemia di autismo è un’illusione.
Usano gli stessi scienziati falsi e istituti biologici mercenari per architettare studi che seminano dubbi, paralizzano la riforma delle polizze assicurative e danno copertura politica ai loro politicanti addomesticati.
Agiscono tutti insieme a ranghi serrati, coordinati dalle loro associazioni commerciali di Capitol Hill, ditte di lobbying, agenzie asservite e politici corrotti per aumentare il loro controllo autoritario, per trasformare tutti consumatori senza testa, per trasferire la ricchezza della classe media ai plutocrati miliardari e per liquidare le “purple mountain majesties
[1]” e l’intero pianeta.
Si arricchiscono impoverendo tutti noi. Addomesticano le autorità di controllo, seducono i giornalisti, corrompono la scienza e pagano i legislatori per sovvertire la democrazia. Utilizzano propaganda avanzatissima, guerra psicologica e tutte le alchimie stereotipate della demagogia per dividerci.
Per 40 anni ho lavorato con la Sinistra su conservazione, clima, energia e ambiente. Negli anni recenti, nelle mie battaglie contro Big Pharma, ho lavorato anche con molti alleati di Destra, compresi alcuni sostenitori di Trump.
Big Oil, King Coal e Big Pharma sono tutti titani del cartello di inganni e controllo autoritario del Deep State. Nel suo più audace e spietato tradimento, questo cartello ha elaborato un patto suicida per l’umanità e per il nostro pianeta. Ci hanno portato alla vigilia dell’Armageddon. Il loro progetto di business pone una minaccia esistenziale all’umanità.
Hanno dichiarato guerra alla democrazia e alle libertà personali. Sono i Quattro Cavalieri, le forze apocalittiche di ignoranza e avidità, pestilenza e paura.
Oggi stiamo vivendo nel mondo tormentato che l’avidità e la negligenza del Deep State hanno creato – l’incubo da fantascienza che questi criminali hanno ideato. I ghiacciai si stanno sciogliendo in ogni continente, minacciando gli approvvigionamenti di cibo e di acqua per miliardi di persone. Le calotte polari si stanno riducendo, l’acqua del loro scioglimento gonfia gli oceani e allaga le città costiere. La pesca sta crollando a livello planetario.
Malattie, siccità, incendi, carestie e alluvioni stanno trasformando il pianeta in scenari che ci ricordano i racconti biblici dell’Apocalisse.
Questo non è un inganno. Non ci vuole una laurea in scienze per sapere che il pianeta si sta scaldando, ma neanche c’è bisogno di una laurea per sapere che l’epidemia nazionale di autismo è reale. In entrambi i casi, bisogna essere deliberatamente ciechi per ignorare l’evidenza.
Nel breve lasso di tempo tra la prima edizione di questo libro (che allora fu intitolato “Horsemen of the Apocalypse”), apparso nel 2017, e oggi, il passo dei cambiamenti climatici ha accelerato al di là di quanto chiunque potesse prevedere. Il mese di luglio del 2019 è stato il mese più caldo sulla Terra da quando si è cominciato a registrare le temperature, nel 1880.
Oggi vivo sulla West Coast, dove la stagione degli incendi in California è due mesi più lunga di quanto non fosse storicamente. Negli ultimi due anni la mia famiglia ha dovuto evacuare la nostra casa per due volte, in una zona che non è mai stata nella zona tradizionale degli incendi.
La mia famiglia aveva una casa per l’estate a Cape Cod. Due tempeste del secolo hanno colpito la nostra città, distruggendo un molo che aveva resistito a ogni tempesta per un secolo. Questi sono i miei messaggeri personali delle prevedibili conseguenze, che minacciano la civiltà e l’umanità, dei cambiamenti climatici: tempeste, siccità, carestie, scomparsa delle calotte polari e dei ghiacciai in tutti i continenti, diffusione di malattie tropicali trasmesse da insetti.
Incendi incontrollabili hanno infuriate in Alaska, l’Artide, la Groenlandia e la Siberia; gli incendi australiani hanno devastato il continente; gli incendi della California sono il 500% più vasti di quanto non fossero nel 1970; gli incendi dell’Amazzonia portano a un collasso a cascata del sistema naturale in tutto il pianeta. Nella seconda foresta pluviale del mondo, il Congo, ci sono stati il 50% degli incendi dell’Amazzonia.
Il permafrost dell’Artide canadese si sta scongelando 70 anni prima di quanto era previsto, e un report delle Nazioni Unite avverte che almeno il 30% del permafrost dell’emisfero nord si scioglierà durante la vita dei nostri figli, creando dei circoli viziosi che rilasceranno miliardi di tonnellate di metano, il peggiore dei gas serra.
Durante il 2019, il ghiaccio marino entro i 250km dalle coste dell’Alaska si è sciolto completamente per la prima volta nella storia. La città più grande dello stato, Anchorage, ha avuto temperature di 32°. I salmoni sono morti per il caldo eccessivo e il livello di avvelenamento dei molluschi è salito. Poi, lo strato di ghiaccio della Groenlandia ha perso 12,5 miliardi di tonnellate di acqua in un solo giorno. Quello strato di ghiaccio conteneva acqua sufficiente ad elevare il livello del mare nel mondo di 60cm.
Alluvioni del secolo accadono ormai regolarmente negli Stati Uniti, specialmente nel Nord Est e nel Sud Est. Tempeste eccezionali e l’innalzamento del livello del mare costringeranno 280 milioni di persone in tutto il mondo a traslocare. Un report americano avverte che 21 città, comprese Miami Beach, Galveston, Atlantic City e Key West saranno presto sott’acqua.
L’Indonesia sta già trasferendo milioni di persone che vivono nella capitale Giacarta. Quando visito i Great Lakes Waterkeeper
[2], vedo le acque che salgono regolarmente, mettendo in crisi le comunità della zona. I sindaci sia di Detroit che di Miami hanno dichiarato lo stato di emergenza quando il livello dell’acqua minaccia le loro città.
Benché le alluvioni stiano sommergendo le nostre grandi città, i meteorologi prevedono immense siccità su una scala che non si vedeva dal medioevo. Nel 2019, durante un’ondata di calore che ha colpito tutta l’Europa, solo in Francia sono morte 1.500 persone per colpi di calore. Il Sud Ovest degli Stati Uniti verrà colpito entro pochi decenni da ondate di calore desertiche.
Le Nazioni Unite stimano che due miliardi di persone stanno già affrontando insicurezza alimentare, da moderata a severa, la cui causa primaria è il riscaldamento del pianeta. Oceani più caldi e un’atmosfera più calda e più umida creano tremende tempeste. Ho visitato Bahamas Waterkeeper prima e dopo l’uragano Dorian che, nel 2019, ha spazzato via migliaia di comprensori di abitazioni e di uffici nella Grand Bahamas. Per costruire molte di queste case era stato necessario lo sforzo di tre generazioni di abitanti.
Nell’agosto 2019, con i livelli atmosferici globali di CO2 già a 415 parti per milione (ppm), gli Islandesi hanno fatto il funerale per quello che una volta era l’enorme ghiacciaio Okjokull, ed apposero una targa che recita: “Una lettera al futuro. Okjokull è il primo ghiacciaio islandese a perdere il suo status di ghiacciaio. Nei prossimi 200 anni ci aspettiamo che tutti i nostri ghiacciai seguano lo stesso destino. Questo monumento è per ammettere che sappiamo quello che sta accadendo e cosa deve essere fatto. Solo tu sai se lo abbiamo fatto.”
Oggigiorno, ogni settimana sembra un nuovo capitolo dal Giorno del Giudizio della Rivelazione, ma chiuderò con un avvertimento scritto da un profeta del deserto mille anni prima:
La terra giace contaminata
Sotto i suoi abitanti;
perché essi hanno inquinato la terra, trasgredito le leggi,
violato gli statuti,
spezzato il patto eterno.
Perciò una maledizione divora la terra,
e i suoi abitanti soffrono per le loro colpe;
perciò gli abitanti della terra sono bruciati
e rimangono pochi uomini.
— Isaia 24:5-6
Se vogliamo evitare la maledizione, dobbiamo chiamare gli autori del peccaminoso inquinamento. Come il defunto attivista e musicista Utah Phillips osservò più di un decennio fa: “
La terra non sta morendo, viene uccisa, e quelli che la stanno uccidendo hanno un nome e un indirizzo.”
Il Deep State trae profitto dalle nostre divisioni e usa le tecniche della cosiddetta “bourbon strategy” per mantenere gli Americani in guerre intestine – neri contro bianchi, destra contro sinistra, colletti bianchi contro tute blu, Repubblicani contro Democratici – per evitare che tutti noi dichiariamo una guerra di classe contro le Élite del Deep State.
Invece, la situazione dovrebbe unirci.
È ora di trovare un terreno comune e combattere il vero Deep State, e non gli uni contro gli altri. Dobbiamo agire insieme per sfuggire alla seduzione delle loro bugie e della loro propaganda, in modo di poterci unire contro i veri mascalzoni!
Robert Kennedy Jr.
16-12-2020 The Defender