UE:Due Commissari Ue indagano sulla Pedemontana veneta
La Commissione europea risponde a Zanoni sulla possibile violazione di direttive europee per la costruzione della Pedemontana Veneta: l'Ue continua ad indagare sulle possibili violazioni ambientali ed apre il fascicolo “appalti pubblici”. Zanoni: “Le direttive Ue in odore di violazione sono quattro”
“La Commissione esaminerà ulteriormente il caso” di un'eventuale violazione della normativa dell'UE in materia di appalti pubblici “e terrà informato l'onorevole deputato sugli ulteriori sviluppi”. E' la risposta del Commissario Ue al Mercato Interno Michel Barnier all'interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente al Parlamento europeo, in merito alla possibile nuova violazione da parte dell'Italia delle procedure della direttiva 2004/18/CE per la realizzazione della "Superstrada Pedemontana Veneta".
Dopo le prime due interrogazioni presentate alla Commissione europea sulla sospetta violazione delle direttive europee ambientali, gestione idrica e accesso all'informazione, lo scorso marzo Zanoni ha denunciato a Bruxelles che il contratto di concessione, progettazione, costruzione e gestione della Pedemontana potrebbe violare anche la direttiva 2004/18/CE sulle “procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi” per la clausola che prevede una compensazione economica da parte della Regione Veneto alla ditta costruttrice in caso di volume di traffico, e quindi di pedaggi, insufficiente. “Alla Società Superstrada Pedemontana Veneta S.P.V. è stato fatto un regalo spropositato con i soldi dei cittadini, che si troveranno a pagare nel caso non ci sia abbastanza traffico, un vero e proprio paradosso”. “In questo modo vengono cambiate le regole del cosiddetto project financing della convenzione stessa – attacca Zanoni – Il risultato è che sulla Regione, quindi sulle casse pubbliche, vengono scaricate tutte le spese dei mancati introiti privati che, in questo caso, corrispondo a un aumento del traffico automobilistico e quindi dell'inquinamento”.
Nel frattempo Barnier conferma a Zanoni che continua l'indagine sulla possibile violazione delle direttive Ue ambientali da parte del collega Janez Potocnik, Commissario Ue all'Ambiente. “Un'indagine è attualmente in corso per verificare, da un lato, l'accesso alle informazioni ai sensi della direttiva 2003/4/CE in merito alla costruzione della superstrada Pedemontana Veneta in Italia e, dall'altro, l'applicazione delle direttive di Valutazione d'impatto ambientale VIA 85/337/CE e Habitat 92/43/CE al progetto in questione”. Barnier aggiunge che “i servizi competenti stanno esaminando le ultime risposte trasmesse dalle autorità italiane nel mese di dicembre 2012 e informeranno l'onorevole deputato sul risultato dell'analisi”.
“Con quella sugli appalti pubblici, le direttive europee che potrebbero esser state violate dal progetto di Pedemontana Veneta sono quattro – riassume Zanoni – Mi auguro che la Regione Veneto faccia un passo indietro prima che sui contribuenti veneti piova una tormenta di sanzioni Ue”.
BACKGROUND
In base allo schema della convenzione che disciplina la costruzione e gestione della Pedemontana in regime di concessione, così come dichiarato dal commissario dell'opera, sono previsti alcuni meccanismi volti a spostare il rischio imprenditoriale legato all’opera dal concessionario (la Società Superstrada Pedemontana Veneta S.P.V. s.r.l.) al concedente (la Regione del Veneto). Nel particolare, verrebbe previsto l’obbligo per il concedente di garantire al concessionario l’equilibrio economico finanziario dell’accordo anno per anno attraverso la cessione di somme di denaro con rate semestrali nel caso in cui i pedaggi risultino inferiori a 25mila veicoli al giorno.
Secondo la giurisprudenza della Corte di Giustizia Ue, proprio nell’elemento della sussistenza del rischio in capo al concessionario risiede la distinzione tra il “contratto di concessione di lavori o servizi pubblici” e quello di “appalto pubblico”, discrimine che, come ha chiarito la Corte stessa, va valutato esclusivamente alla stregua del diritto comunitario a garanzia della concorrenza nell’Ue. Ecco che l'Italia è già stata condannata in passato dalla Corte per violazione delle direttive 92/50/CEE e 93/37/CEE, ora confluite nella direttiva 2004/18/CE, a causa del mancato rispetto delle procedure previste.
Zanoni aveva presentato già due interrogazioni sulla Pedemontana Veneta denunciando alla Commissione europea la sospetta violazione delle direttive europee ambientali, gestione idrica e accesso all'informazione. Il Commissario Ue all'Ambiente Janez Potočnik aveva risposto all'eurodeputato che “la Commissione ha avviato un’indagine su un’eventuale violazione delle disposizioni della direttiva 2003/4/CE” sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale da parte del progetto sulla Pedemontana per non aver messo a disposizione del pubblico il piano economico e finanziario e la convenzione di progetto.
Andrea Zanoni, deputato al Parlamento europeo Comunicato stampa del 20 maggio 2013