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<< torna indietro     argomento: Notizie & News del: 17/07/2013
News: TRUMAN SHOW...2.0....EVVAI!!!

Truman Show 2.0… evvai…!!!

 di Giovanni Chiambretto *

 

A ben riflettere il passaggio dalla prima alla cosiddetta seconda Repubblica non è stato un cambiamento così importante. Gli interessi dei poteri forti sono sempre stati gli stessi. Forse un po’ rimaneggiati con un maggiore peso di Berlusconi e delle sue televisioni, un periodo di crisi e quindi un indebolimento degli Agnelli, qualche parvenu (i capitani coraggiosi o i furbetti del quartierino). Ma poco d’altro. Il problema era che con Mani Pulite la credibilità del sistema istituzionale e di potere era crollato a livelli senza precedenti e la formula che avevamo ereditato dai tempi della guerra fredda si stava ingrippando. La formula “seconda repubblica” non si è risolta in altro che in una geniale reinvenzione pubblicitaria di una rappresentazione mediatica che incanalava aspirazioni, bisogni, stati d’animo, interessi, in un circuito controllabile e sterile. Il genio visionario che ha saputo dare il via a questa nuova sceneggiatura è stato innegabilmente Berlusconi. Gli altri l’hanno seguito.

 

Gli altri in fondo non erano altro che la seconda linea dei vecchi partiti (Scajola e Cicchitto, Veltroni e D’ Alema, Prodi e Biondi e poi Craxi jr. e La Malfa jr. Pannella etc.). A questi si sono aggiunti quadri intermedi delle aziende Mediaset e dell’apparato dell’ex PCI. Uniche novità storicamente significative: lo sdoganamento del MSI (serbatoio elettorale congelato ed in via d’estinzione) e l’incorporazione organica nel sistema del movimento antisistema, alle origini, costituito dalla Lega Nord. Un capolavoro. Sembra che tutto cambi, in realtà mentre il mondo cambia (Germania, Cina, Russia, etc.) qui non cambia nulla.

 

Il format di questo Truman Show (con piccoli aggiustamenti da un palinsesto annuale all’altro) si riassume nella riedizione di una contrapposizione fra due squadre inconciliabili tipo i Cristiani ed i Saraceni con i loro protagonisti, i comprimari, le comparse, di cui conosciamo i gossip, i caratteri, gli amori e le disgrazie. Ricordate, è solo show, la politica vera, le scelte economiche e finanziarie stanno tutte in qualche posto dietro le quinte, questo è solo show… Gli italiani sono stati invitati a tifare per l’una o l’altra squadra ( oggi si chiamano PD e PDL , domani chissà ), a trovarsi un nemico (che fa sempre bene) ed a turarsi il naso per poter votare contro qualcuno. Non conviene insistere, è già troppo chiaro.

Per completezza d’informazione storica aggiungo però che un posto in questo show ce l’hanno avuto anche:

1) I Rifondatori del comunismo, sempre alla ricerca dell’isola che non c’è (come Peter Pan), sostanzialmente organici alla rappresentazione; il loro massimo esponente quando era ora di mostrare l’alternativa nel governo si è estinto suonando il campanellino della Camera.

2) I Verdi, il cui gruppo dirigente ha rappresentato un unicum mondiale di incapacità culturale e di identificazione nella casta degli apparati di partito e perciò assolutamente non pericolosi. Langer era troppo presto scomparso e troppo presto dimenticato.

3) Il movimento senza valori di Di Pietro che ha rappresentato una testimonianza antagonista, ma che, si è visto quasi subito, non avendo capacità progettuale all’altezza della sfida, prima temuto e blandito, è stato poi accantonato e facilmente soppresso. A conferma che questa rappresentazione coreografico-elettorale non serviva ad altro che a coprire la persistenza degli stessi poteri e delle stesse dinamiche precedenti, serve un accenno alle riforme realizzate nel corso di questo glorioso ventennio.

1) Giustizia? Leggi ad personam di cui hanno approfittato tutti i componenti della casta; la magistratura indipendente sotto pressione, il record dell’inefficienza della giustizia civile, il trionfo del conflitto d’interessi, il vuoto pneumatico sui misteri della repubblica da Portella della Ginestra all’aereo abbattuto di Ustica.

2) L’apparato dello stato? Elefantiasi burocratica e normativa, corruzione diffusa (siamo a livelli africani), opacità (o forse buio completo) sui meccanismi decisionali, dalla adozione di un piano regolatore all’elezione del presidente della Repubblica.

3) L’informazione? Meglio non commentare qui, è una appendice della Casta con ottimi stipendi.

4) L’economia? Precarizzazione dei giovani, privatizzazione dei servizi pubblici, distruzione o delocalizzazione della grande industria e strangolamento della piccola e degli artigiani sono La Nuova Frontiera del profitto privato.

5) Politica estera? Ma c’è una politica estera? Difesa? Non c’è una politica della difesa, ci si limita a comprare quello che vogliono venderci (a quando la prossima portaerei?) e che il Parlamento non ci metta il naso. Scuola ed istruzione? Legge bancaria, dopo tutto quello che è successo…; Lotta alla criminalità organizzata? Se non fosse per un pugno di magistrati…. Il fisco equo?

 

E non vado avanti. Dovunque ti volti non cresce più l’erba, come dove è passato Attila. In questi 20 anni le diverse cordate (di poteri e di casta) non hanno fatto nulla (o quasi) per governare processi sociali ed economici, rinnovare il paese, inserirlo in un contesto internazionale in maniera adeguata. Si sono limitati ad occupare le istituzioni, impedire ogni cambiamento, utilizzarle pro domo sua.

Piano piano gli italiani hanno cominciato a perdere interesse per questa fantastica narrazione ed hanno, elezione dopo elezione, cominciato a ritirare il proprio consenso non votando. La loro parte l’hanno fatta i numerosi rimaneggiamenti dei meccanismi elettorali con i quali sono riusciti a tamponare per un po’ il dissenso in via amministrativa; i nomi più noti sono il Mattarellum ed il Porcellum, ma sono pochissimi gli italiani in grado di spiegare e comprendere gli effetti perversi dei 10 diversi sistemi elettorali vigenti nel nostro paese; dalle elezioni europee a quelle di circoscrizione di quartiere.

 

Il giro di boa recente è rappresentato dall’importante successo di Grillo alle politiche del febbraio scorso (un quarto dei voti espressi). Siamo al punto che vari sondaggi stimano stabilmente l’astensionismo sopra il 40% degli aventi diritto. Nel voto recente in Friuli e ad Udine come in Sicilia da Ragusa a Messina, come a Roma, i voti ricevuti dai 2 principali partiti sono sempre in totale al massimo il 30-40 % degli aventi diritto. Siamo al punto che basta che un comico serio faccia un giro (convinto e metodico) delle piazze e le istituzioni, così come sono gestite oggi tremano ed il sistema rischia di implodere. Paradossalmente i partiti si sono salvati dove l’astensionismo di protesta ( viva gli astensionisti !) è risultato alto: è una legge matematica, non un opinione.

L’astensione all’italiana non indica un’appartenenza ideologica o l’adesione ad un partito extraparlamentare, è un parcheggio temporaneo e, se si profilasse all’orizzonte una alternativa credibile, potrebbero confluirvi milioni di voti in uscita dal parcheggio, con conseguenze irrimediabili per casta e poteri forti. La casta è seduta su di un barile di dinamite, lo sa ed ha una strizza da morire. Anche là in alto hanno capito che la formula Truman Show prima versione ( facciamo scena invece di fatti che restano nell’ombra ) non ha più appeal, non convince, potrebbe non essere più efficace. Come non è più sufficiente architettare una riforma elettorale ad hoc. Allora cosa dobbiamo aspettarci? Escluso, per il momento, di abolire le elezioni e rendere ereditarie le cariche ( Marina B. no, abbiate pietà ), molti elementi fanno supporre che puntino ad una sostanziale riforma costituzionale ed ad una coerente e conseguente riformulazione della rappresentazione della politica. (ancora una volta la filosofia de Il Gattopardo …) .

 

Sul piano costituzionale è imminente la calata sul Parlamento della riforma dell’art.138 della Costituzione che detta i limiti, le garanzie e le modalità per modificare la Carta Costituzionale stessa. L’idea è di votarla mentre siamo beati in vacanza, per chi ci va, e comunque spossati dal climate change estivo. E’ inoltre al lavoro una Commissione per la riforma costituzionale, formata dai soli partiti di maggioranza ed esterna al Parlamento; che ha esautorato la Commissione Parlamentare Affari Costituzionali e di cui l’opinione pubblica non conosce gli obiettivi, la natura del dibattito, le proposte ed i contenuti che eventualmente si contrappongono, i poteri effettivi. Ricordo che per scriverla, la Costituzione, fu eletta a suffragio universale e dopo una campagna elettorale l’ Assemblea Costituente, i cui lavori furono pubblici, oggetto di dibattito fra i cittadini e sulla stampa; mentre oggi per riscriverla i lavori cominciano nella più totale clandestinità, in una commissione di nominati. Una bella differenza! Proprio perché nulla si sa dei contenuti, al momento si potrebbero fare solamente illazioni dalle quali mi astengo per rispetto del lettore. Certo, quando verranno resi pubblici questi contenuti ci sarà da ridere, temo.

 

Per quanto attiene invece la nuova favola di Biancaneve che i media saranno chiamati a venderci, qualche segnale c’è. Per intenderci la chiamerò Truman Show 2.0. Intanto il Porcellum alle elezioni del febbraio scorso ha già provveduto a mettere ai margini del palinsesto alcuni partiti che non servivano più come Alleanza Nazionale, Verdi, Rifondazione Comunista, L’Italia dei Valori di Di Pietro. Radicali, Socialisti, Moderati, varie Liste Civiche usa e getta galleggiano in quella terra di mezzo dove vengono pescati alla bisogna. Alla fine qualche milione di voti vagante viene per lo meno sottratto e disperso piuttosto che spinto verso potenziali aggregazioni più serie. Ricorderete che quando si finisce un ciclo di una telenovela a volte, in previsione di un restyling per l’anno successivo, un protagonista muore, un altro parte per il servizio militare all’estero e l’anno dopo ci troviamo la telenovela dove personaggi usurati non ci sono più mentre entrano altri caratteristi a volte più stimolanti, possibilmente più giovani ed un po’ affascinanti ( serve per l’audience ) che incuriosiscono e danno più verve alla successiva serie. Così cominciamo a vedere Fratelli d’Italia di La Russa, un fedelissimo di Berlusconi e della bella Meloni che si dispongono a destra del capo ( che siano all’opposizione fa un pochino ridere.. ), raccogliendo un pacchetto di voti pronto ad essere utilizzato nella distribuzione delle parti del Truman Show 2.0. Anche Berlusconi ha annunciato un revival di Forza Italia cambiata nella motorizzazione e nella carrozzeria. Tanto il centro è sempre lì dove si incroceranno tutte le strade di PD e PDL, mentre il senatore Monti sembra avere esaurito il suo interesse per la politica dal momento che è stato assente a quasi tutte le sedute del nuovo Senato. L’età ha il suo peso..

 

Nel centrosinistra si prefigurano poi i sommovimenti più grossi in previsione della distribuzione dei copioni per la nuova serie. Cominciando dal fondo, cronologicamente, non per importanza: la presentazione di una “nuova formazione”: Green Italia di Ferrante e Dalla Seta (ex PD), Granata (ex AN), Frassoni ( verde ? ) con la Donati, Bonelli a vedere, “alla presenza di “(c’è dentro o no?!) Realacci (ex presidente di Legambiente e parlamentare PD appena impallinato per la proposta di legge per/contro il cemento). Ciò a conferma che la storia si ripete sempre in farsa. Spero che durante la correzione delle bozze di questo articolo il gruppo , che gli spietati chiamano il gruppo dei trombati, non si sia già dissolto. Ronchi comunque è già disperso per via di un posto trovato all’ultimo momento. Ma nel copione un posticino per loro potrebbe starci. Chi non ci credesse può andare a questo link sul Sole 24Ore che sta dando un certo spazio a questa novità politica ( Battesimo a Roma del movimento Green Italia ). Questo ci dice anche che probabilmente SEL ha avuto un incidente stradale e non è prevista nel palinsesto del prossimo anno così come risultano inutili gli “ecodem”.

 

Certo è che anche questi professionisti in cerca di una nuova scrittura si stanno esercitando ad un ruolo che sperano possa essere incorporato nel prossimo palinsesto. È passato invece inosservato che Romano Prodi ha deciso di non ritirare la propria tessera del PD. In realtà potrebbe essere un segnale grosso. Probabilmente anche tutta l’area cattolica che era confluita nel PD ha capito che questo contenitore, che ormai non è altro che una rappresentazione elettorale utile solo al gioco delle parti, ha i giorni contati. Il tracollo di voti subìto con la formazione del governo delle larghe intese ( reso invisibile dai neogrillini astensionisti) lo rende un bastione debole e inefficace nel caso di uno scongelamento dell’astensione in favore di Grillo o di un’altre formazione seriamente alternativa. Non serve più, così com’è. Serve un unico partito a tre teste: quelle di Alfano, di Renzi, di Letta o di altri giovanotti che si presentino bene in TV.

 

Vi chiederete: ma allora come sarà il Truman Show 2.0 ?

Difficile fare anticipazioni perché deve rimanere una sorpresa fino all’ultimo, ma ricordo che la rappresentazione mediatica e l’apparato elettorale conseguente non possono essere fini a se stessi, ma dipenderanno da come verrà cambiata la Costituzione e da quali artifici verranno introdotti per peggiorare il Porcellum. È evidente, anche se immorale e cinico, che se la legge elettorale sarà un maggioritario secco su collegio uninominale o proporzionale con soglia al 25% oppure la riforma della Costituzione ci regalerà un presidenzialismo peronista o un premierato di tipo britannico, il modo di costruire una narrazione in grado di suggestionare parti decisive di elettorato dovrà essere strutturata ad hoc e non a caso. I direttori di giornali e tv sono pagati apposta per questo. Per cui sarà tutto prevedibile quando scopriranno le carte delle riforme istituzionali. E per loro non è un lavoro da poco perché contemporaneamente alla definizione delle funzioni delle singole istituzioni è certo che discuteranno come spartirsele e come garantirsi della spartizione. Lavoreranno tutta l’estate e non andranno al mare.

Opposizione sul tema al momento non c’è. Il voto dei grillini in Parlamento sulla mozione minoritaria di Giachetti ( PD ) favorevole al ritorno al mattarellum è stata la prima vera e incomprensibile stupidaggine degli onorevoli grillini che sul tema sono, come è noto, al punto zero; l’idea ancora non ben precisata della democrazia diretta non li rende attenti alla necessità di difendere l’opzione del sistema proporzionale che è la vera anima nera dei partiti che della democrazia diretta dei grillini se ne fottono.

 

Non ho la palla di cristallo. Questo articolo voleva solo ricordare che i giochi sono cominciati, sott’acqua molto si muove, le dinamiche non sono quelle che ci vogliono fare credere. Stay tuned, che ci sarà da ridere.

 

* del Gruppo Cinque Terre


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