A Casalecchio di Reno, nell’hinterland di Bologna, Coop veglia sulla sicurezza dei suoi consumatori. Con la crescita della consapevolezza da parte degli acquirenti cambiano anche gli obiettivi, le priorità. Claudio Mazzini, responsabile Sostenibilità Innovazione e Valori di Coop, ci spiega come l’asticella dei controlli venga posta sempre più in alto: in ballo non c’è soltanto la certezza di un cibo sano, in ballo ci sono le garanzie di provenienza e qualità, la trasparenza e la lealtà nei confronti dei consumatori.
Superare l’asticella posta sempre più in alto (dal mercato, dai consumatori) significa investire in tecnologie. Ecco allora arrivare nel laboratorio scientifico di Coop, Heracles, l’innovativo “naso elettronico” in grado di definire la composizione dei prodotti attraverso la scansione delle parti volatili, quelle, per intenderci, che si separano durante il riscaldamento degli alimenti dando origine agli odori.
In termini di sicurezza alimentare questo strumento consente una rivoluzione copernicana: se con le analisi target si cerca una determinata sostanza, con il sistema finger printing di Heracles si ottiene l’intera composizione dell’alimento testato.
Con questo metodo è possibile scoprire (anche attraverso comparazioni) la provenienza di un olio, dei funghi in conserva oppure di un ripieno. Lo scandalo della carne equina ha dimostrato quanto le questioni di sicurezza alimentare trascendano i pericoli connessi alla conservazione e alla salubrità dei cibi. In un mercato maturo, al quale Coop non nasconde di rivolgersi (come confermano la crescita dei settori bio, solidal e alta gamma nell’ultimo biennio), ciò che conta è che quello che si legge sull’etichetta corrisponda a quello che mangeremo. È sul patto di fiducia fra produttore e consumatore che si gioca la partita di un mercato alimentare che sta cambiando abitudini e che non può più prescindere da investimenti sulla tracciabilità e sulla trasparenza.
Foto | Davide Mazzocco