di Marco Valsania *
New York - Lo shutdown è scattato. La mezzanotte è arrivata e passata senza che alcun accordo dell'ultimo minuto tra repubblicani e democratici abbia potuto tenere aperto il governo americano.
L'anno fiscale è scaduto e i duellanti hano tenuto duro: i repubblicani che controllano la Camera hanno insistito nel voler legare qualunque nuovo budget all'affossamento della riforma sanitaria; i democratici che hanno la maggioranza al Senato hanno continuato a rifiutare quello che hanno definito un ricatto senza scrupoli. La Casa Bianca, nella notte, ha inviato istruzioni alle agenzie federali e ai ministeri di dare il via ai piani di emergenza per mantenere operative le attività essenziali con uno staff ridotto ai minimi.
Le Forze armate avranno lo stipendio garantito, ha assicurato il presidente Barack Obama in un messaggio video alle truppe nel quale ha denunciato l'irresponsabilità del Congresso e dei repubblicani nel provocare la paralisi. Molti uffici federali, nel primo shutdown del governo in quasi vent'anni, saranno in gran parte chiusi a partire da questa mattina per la mancanza di fondi. Almeno 800.000 lavoratori federali cominceranno a essere lasciati temporaneamente a casa, musei e parchi nazionali vedranno porte e cancelli sbarrate. Una paralisi che rischia di costare miliardi di dollari al giorno in danni economici - 55 miliardi se durerà tre o quattro settimane, secondo le stime di Moody's.
L'ultimo atto del dramma a Washington si è consumato nella tarda serata. La Camera ha ancora una volta approvato una proprosta di budget che conteneva rinvii di un anno di capitoli cruciali della riforma sanitaria Affordable Care Act, l'obbligo individuale ad avere una polizza assicurativa. Il Senato, come già in precedenza, ha bocciato il "pacchetto". Ha chiesto piuttosto che la Camera passi un finanziamento a interim di sei settimane del governo sezna condizioni prima di avviare qualunque negoziato su un accordo di budget di più lungo periodo. Intese che fermino la paralisi governativa ormai cominciata sono possibili in ogni momento, ma al momento le posizioni sono distanti e i repubblicani non hanno indicato di voler rinunciare al loro obiettivo di usare la battaglia sul budget per far deragliare l'Affordable Care Act. Il Senato si è aggiornato a questa mattina alle 9,30 ora locale, mentre la Camera stava studiando nuovi voti nelle notte senza tuttavia fare marcia indietro sulle loro priorità. Il duro atteggiamento tenuto dall'ala radicale repubblicana, vicina ai Tea Party e dominante alla Camera, ha sollevato preoccupazioni e divisioni dentro lo stesso partito d'opposizione.
Alcuni influenti esponenti conservatori temono di essere accusati dall'opinione pubblica di aver voluto paralizzare al governo. Il leader repubblicano al Senato Mitch McConnell aveva nelle ultime ore ipotizzato un finanziamento "puro" di una settimana al governo per dar tempo di trovare un compromesso, ma i deputati del suo partito l'hanno silurato. Lo scontro, inoltre, solleva anche un altro spettro che spaventa oltre al pubblico anche i mercati finanziaria: quello di una battaglia altrettanto drammatica in Congresso fra due settimane sull'innalzamento del tetto del debito federale, per evitare che gli Stati Uniti rischino un default dal 17 ottobre.
* da ilsole24ore.it, 1 ottobre 2013