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Roma 14 ottobre 2006 grande festa in piazza contro le Grandi opere
dalle ore 15.30 al Colosseo "Grandi opere: andiamoci piano, vogliamo un Piano!"
Dal Nord al Sud le grandi opere, di cui il Paese ha bisogno, devono servire a: trasferire le merci dalla strada alla ferrovia e alle navi; creare una rete logistica intermodale; realizzare politiche per la mobilità urbana; razionalizzare i sistemi idrici; prevenire e contrastare il dissesto idrogeologico; risanare e riqualificare i beni culturali, artistici e archeologici; tutelare, valorizzare e promuovere il territorio, il paesaggio e la biodiversità. Dal 2001 al 2005, con il governo Berlusconi, abbiamo vissuto una stagione in cui le politiche governative hanno tentato di imporre scelte infrastrutturali e impiantistiche nel campo dei trasporti, dell'energia e dei rifiuti, contro gli interessi strategici del Paese e contro le comunità locali e i loro rappresentanti che chiedevano semplicemente di poter dire la loro su queste scelte.
Con la Legge Obiettivo e il Primo programma delle infrastrutture strategiche è stato impostato un programma di interventi "a pioggia", per la realizzazione di 531 progetti (perlopiù autostrade e linee ferroviarie ad Alta Velocità) e dal costo complessivo di 264 miliardi di euro, che non risponde alle esigenze di mobilità del paese e che costituisce un'ipoteca che graverà sui conti pubblici per i prossimi 20 anni. Nel programma del Governo Prodi è stato dichiarato il fallimento della Legge Obiettivo, ma non sono stati ancora compiuti atti chiari e univoci per superare le norme e le procedure che da questa derivano e abbandonare il programma delle infrastrutture strategiche.
Per chiedere: - il superamento della Legge Obiettivo e il congelamento del Primo Programma delle infrastrutture strategiche
- l'adeguamento del Piano generale dei Trasporti varato nell'aprile 2001 e la redazione di nuovi Piani e Programmi per l'energia, i rifiuti, il territorio, il paesaggio
- una nuova stagione di sicurezza, trasparenza e legalità nel mercato dei lavori pubblici
L'iniziativa è promossa da: No Ponte, No Mose, No Tav, Coordinamento comuni Val di Susa, Conferenza Permanente dei Sindaci della tratta ad AV Verona-Padova Con le prime adesioni di: Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Campagna Sbilanciamoci, Rete del Nuovo Municipio, Fiom, Carta cantieri sociali, il Manifesto
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