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Riciclo e incenerimento: imparare dal Giappone
finalizzata a trasformare il Giappone in una Società basata sul Riciclo, con l’esplicito obiettivo di passare da una società”Usa e Getta” ad una società “Usa e Ricicla”. Queste due scelte politiche fanno parte integrante della strategia del Giappone per ridurre le pesanti emissioni di diossine che avvengono sul suo territorio (www.env.go.jp/en/2004/0927a.html) ed la conseguente contaminazione della catena alimentare. Infatti non era possibile ignorare il fatto che la dose giornaliera di diossine che i giapponesi assumono mediamente con la dieta è di 2,6 picogrammi per chilo di peso, superiore alla dose giornaliera di un europeo ( UK, 1992: 1 picogrammo/kg) e superiore alla dose che oggi la comunità scientifica stima essere tollerabile (2 picogrammi/kg). Causa principale di questo problema, la scelta di antica data del Giappone di gestire i propri rifiuti privilegiando l’incenerimento, con migliaia di inceneritori, anche di uso domestico, sparsi in un territorio densamente popolato e con limitate disponibilità di siti idonei per ospitare discariche. Nel 2000, il Giappone ancora inceneriva, in circa 1700 impianti, il 71,4 % dei suoi MPC, ovvero tutti quelli che non era ancora riuscito a riciclare. Comunque , alla fine del 2000 il Giappone inseriva in nuovi cicli produttivi 7,86 milioni di tonnellate di MPC, il 14,3% della sua produzione totale di MPC. Oggi il riciclo in Giappone è in costante crescita (oltre l’1% all’anno) ed è destinato ad aumentare anche grazie all’impegno delle principali aziende Giapponesi che, nei fatti, stanno realizzando l’obiettivo di una società a “zero rifiuti”. Un altro dato che fa ritenere che in Giappone il riciclo abbia un futuro è che, nonostante gli ingenti sforzi tecnologici, economici e normativi per ridurre le emissioni di diossine dai suoi inceneritori, ancora oggi questi impianti sono la principale fonte di emissione di questi pericolosi inquinanti. In particolare, i grammi di diossine equivalenti immessi nell’atmosfera giapponese nel 2003 dalle principali fonti inquinanti sono le seguenti: inceneritori rifiuti urbani (71 gr); inceneritori industriali (74 gr), inceneritori domestici(73-98 gr); forni elettrici acciaierie (80,3 gr). Seguono, a distanza, diverse altre fonti industriali; verso la fine dell’elenco, troviamo il dato relativo alla quantità di diossine emesse dall’intero parco autoveicolare giapponese (1,4 gr) e da tutte le sigarette annualmente fumate in questo stesso paese (0,1-0,2 gr). Ricordatevi di questi ultimi due dati quando per l’ennesima volta vi sentire dire che rispetto ad un inceneritore emettono più diossine le automobili o il fumo di sigarette. Federico Valerio dal sito www.biobank.it
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