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NUCLEARE: IL NO DELLE REGIONI NON BASTA ORA UNA NUOVA PROPOSTA DI LEGGE
La Corte Costituzionale ha respinto i ricorsi sollevati da 10 Regioni sulla legge delega n. 99 del 2009, dichiarandoli in parte infondati e in parte inammissibili. Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Basilicata, Lazio, Calabria, Marche, Emilia Romagna e Molise (il Piemonte si è ritirato dopo l’elezione alla presidenza del leghista Cota) contestavano il conferimento al Governo della delega per la riapertura degli impianti nucleari in Italia, in particolare l'assenza di raccordo con le singole Regioni sulla scelta dei siti delle centrali e la procedura che prevede un'autorizzazione unica sulle tipologie di impianti.
Ora si attendono le motivazioni della sentenza, per capire quali siano le competenze che la Consulta ha ritenuto prevalenti: la tutela dell'ambiente e della salute sono infatti di competenza statale, mentre ricadono sulle Regioni i temi dell'energia e del governo del territorio. Resta il fatto che ora è caduto l'ultimo ostacolo di rilievo ad ritorno del nucleare in Italia. Il prossimo passo sarà quello dell'individuazione dei siti idonei, per il quale sembra ci saranno da attendere 3 anni, e per i quali ci sarà la possibilità di dichiarare, unilateralmente, i siti aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciali forme di vigilanza e di protezione.
Fonte: Ansa
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