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NON SI AFFONDA UN ARCOBALENO
Il 10 luglio del 1985 nel porto di Auckland gli agenti dei servizi segreti francesi affondarono la nostra Rainbow Warrior con due bombe, causando la morte del fotografo Fernando Pereira. Oggi, 25 anni dopo, commemoriamo questo tragico evento avviando la costruzione della Rainbow Warrior III.
La cerimonia della posa della chiglia della Rainbow Warrior III avrà luogo presso il cantiere navale di Maritim a Danzica, Polonia. Pete Willcox, che era il capitano della Rainbow Warrior la notte in cui è stata affondata, ha deposto una corona in memoria di Fernando Pereira:«Uno dei principi cardine di Greenpeace, una delle cose che ci rende così forti e speciali, è che noi siamo nonviolenti. Fernando non doveva morire, non era una minaccia per nessuno. Non potremo mai dimenticarlo. Spero che le nuove generazioni di attivisti che navigheranno sulla nuova nave siano eccezionalmente determinati e ispirati come Fernando».
Queste le parole del nostro Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International: Quando la Rainbow Warrior originale è stata affondata la minaccia di una guerra nucleare rappresentava il nostro incubo peggiore, e la preoccupazione per i cambiamenti climatici era appena all’inizio. Ora sappiamo bene che ci sono centinaia di migliaia di persone che stanno morendo a causa del riscaldamento globale. La nuova Rainbow Warrior svolgerà un ruolo fondamentale nella nostra campagna per evitare gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici. Da quando nel 1978 ha iniziato a solcare i mari la Rainbow Warrior è stata in prima linea nella lotta contro gli abusi ambientali. Rappresenta un'icona delle azioni dirette nonviolente e una fonte di speranza per milioni di persone in tutto il mondo. Sia la prima che la seconda Rainbow Warrior erano in origine imbarcazioni per la pesca a strascico in seguito riconvertite; la nuova Rainbow Warrior sarà la prima nave costruita apposta per entrare nella flotta di Greenpeace. Progettata come veliero, i suoi impressionanti alberi ad arco raggiungeranno i 54 metri sul livello del mare e, con una velatura di circa 1.300 metri quadri, permetteranno di ridurre le emissioni. Questa nave si propone come standard di riferimento e modello per investimenti ecosostenibili.
La Rainbow Warrior III sarà una delle pochissime navi a vela provvista di un ponte portaelicotteri e con un’autonomia di oltre 8.000 chilometri di navigazione. A bordo un satellite incorporato fornirà un collegamento a banda larga, consentendo al mondo intero l’opportunità di avere accesso alle immagini e stare in contatto con l’equipaggio, mentre la nave conduce la sua missione. Ciò significa che milioni di persone potranno unirsi a noi come virtuali Guerrieri dell’Arcobaleno. La nave salperà l'anno prossimo, in occasione del quarantesimo anniversario della nascita di Greenpeace.
Oggi, 25 anni dopo le bombe sulla Rainbow Warrior il messaggio è chiaro: non si può affondare un arcobaleno
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