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LA QUESTIONE ALIMENTARE NE' BIOTECH, NE' BIO, NE' LOCAL UNA PROPOSTA PER IL FUTURO
Nel libro uscito da poco, "Una storia commestibile dell'umanità", l'autore sostiene che nessun approccio alimentare - né quello biotech né quello bio né quello local - possiede da solo la formula magica che risolve il problema di avere sulla Terra sufficiente cibo per tutti. Lo sostiene l'autore di "Una storia commestibile dell'umanità", l'inglese Tom Standage, accreditato giornalista del settimanale Economist. Standage afferma che è necessario mettere in disparte qualsiasi tipo di "fondamentalismo alimentare" e ricercare "nuovi compromessi", che in altre parole significa praticare tecniche miste che "non risulteranno gradite ai puristi del biologico, ma potranno ridurre drasticamente l'uso di sostanze chimiche, tagliare i costi e ridurre l'impatto ambientale". Standage non è a libro paga delle multinazionali degli OGM; è uno spirito libero. Le sue considerazioni, anche quando non le si condividono (e noi le condividiamo solo in piccola parte perché vogliamo soprattutto salvare e incentivare il bio) aiutano un po' a capire cosa sta avvenendo a Bruxelles.
Non ci è sfuggito, infatti, che la settimana scorsa il commissario all'Ambiente dell'UE, Janez Potocvnik, sloveno, 52 anni, abbia fatto il discorso più importante della sua carriera al forum annuale "The future of Agriculture", organizzato, guarda caso, da una multinazionale della forza di Syngenta. Il Commissario ha detto: "Agli agricoltori chiediamo sempre di più, di darci cibo buono e sicuro, conservando la natura e le risorse e pure proteggendo il nostro patrimonio culturale". Ci sarebbe piaciuto di più, avremmo interpretato in un certo modo l'affermazione di Potocvnik se essa fosse stata pronunciata in una sede più neutra di un congresso sponsorizzato da una multinazionale con interessi planetari. Allo stesso Forum è intervenuta la FAO, che per il tramite di Alexander Sarris, un suo dirigente, è tornata sul concetto del fabbisogno alimentare necessario a risolvere il problema della fame nel mondo: ma aumentare il cibo disponibile a quale prezzo per la biodiversità? Non è chiaro. La food safety (la sicurezza alimentare) può avere la peggio in nome della food security (la disponibilità di cibo)? Sono argomenti troppo seri per finire qui. Sono domande troppo importanti per essere sottovalutate.
di Antonio Felice
Fonte: greenplanet.net
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