Fonte: http://www.arcipelagotoscana.org/
I Buoni locali sono delle “cartonote” molto semplici e si usano insieme agli Euro. Il funzionamento è molto semplice. I Buoni (SCEC) vengono stampati dalle Associazioni locali e consegnati gratuitamente agli iscritti e alle famiglie. Questi Buoni Locali danno diritto ad una riduzione sui prezzi di listino. Arcipelago Toscana coordina questa fase.
- Emissione:
Viene fatta dall’associazione senza scopo di lucro costituita ad hoc in cui parteciperanno tutte le associazioni di categoria coinvolte, gli Enti Locali ecc. ove questo non sia possibile ogni commerciante e imprenditore aderirà a titolo personale.Questi buoni danno diritto ad uno sconto medio del 20% (dal 10% fino al 30%) sui prezzi di listino, ma ogni esercente e chiunque sia in grado di offrire una prestazione o un servizio sceglie la percentuale da applicare. I buoni non sono convertibili in euro e hanno la particolarità di ancorare sul territorio, arricchendolo, anche la parte di spesa pagata in euro.Distribuiti direttamente alle famiglie del territorio, oltre che tra gli aderenti, attireranno nel circuito anche coloro che di solito fanno la spesa nella grande distribuzione o in altri paesi.
- Distribuzione agli aderenti:
Come detto in precedenza i Buoni vengono distribuiti gratuitamente alle famiglie e agli iscritti. La quantità iniziale sarà di 100 Buoni locali ad iscritto, con la possibiltà da parte della associazione di distribuirne quote aggiuntive per attività benemerite per il territorio (raccolta differenziata, assistenza a domicilio..) e per attività divulgative del progetto Buoni, o per donazioni nei confronti di enti locali che ne facciano richiesta o che operino in partnership con Arcipelago Toscana. I tagli sono sei:
0,50 – 1 – 2 – 5 – 10 - 50 SCEC.
il 15 marzo a Milano (Pierluigi Paoletti)
il 15 marzo a Viareggio (Enrico Santambrogio)
il 19 marzo a Firenze (Marco della Luna e Nino Galloni )
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una accelerazione dell’impoverimento delle economie locali in atto ormai da decenni. Le piccole attività industriali, artigianali, commerciali e contadine, una volta il fulcro della vita economica del nostro territorio, si stanno inesorabilmente spengendo. Le cause vanno ricercate essenzialmente in due fattori:
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Il meccanismo di emissione della moneta ufficiale – ogni Euro emesso dalla Banca Centrale o prestato dal sistema bancario crea un debito per la collettività o per il singolo. Lo Stato è fortemente indebitato con la Banca Centrale (il debito pubblico è circa 1500 mld di euro) e le famiglie sono sempre più indebitate con il sistema bancario per la casa e per gli acquisti, come auto, mobili, elettrodomestici.
- la grande distribuzione, oggi quasi totalmente in mano a multinazionali estere, drena continuamente ricchezza dal territorio e questa ricchezza non viene reinvestita localmente; le loro politiche di vendita diventano ogni giorno più aggressive.
L’obiettivo è quello di invertire questo processo e rivitalizzare l’economia locale, attraverso l’adozione di un BUONO LOCALE SCEC (la Solidarietà ChE Cammina), di pari valore all’euro, non convertibile, che si affianchi alla valuta ufficiale Arcipelago Toscana si propone di coordinare il progetto dei Buoni locali a livello regionale, supportando le realtà locali che intendono intraprendere questo percorso virtuoso verso un modello di economia con al centro la ricchezza e lo sviluppo del territorio. Questo progetto è nato grazie alla collaborazione tra economisti, analisti finanziari indipendenti, commercialisti, imprenditori e semplici cittadini, che hanno formato una squadra con l’intento di mettere al servizio di tutti la loro professionalità, open source. Ognuno di noi può contribuire al suo sviluppo, grazie alla convenienza per tutti che crea l’uso del Buono locale.
L’associazione ARCIPELAGO TOSCANA, dal 7 marzo 2008 inizia la sua attività di raccolta delle adesioni di tutte quelle forze imprenditoriali che hanno davvero voglia di fare qualcosa di concreto e importante per riportare la ricchezza nella propria attività. Contattateci per ogni informazione e adesione. Le persone dell’associazione stanno effettuando la raccolta delle adesioni andando direttamente dalle imprese.
Il Buono locale di Solidarietà, ha la particolarità di circolare solo in un territorio limitato, (in Toscana a livello regionale). Questo consente ad una parte della ricchezza prodotta nel territorio, di rimanere e di essere spesa tra le aziende, industriali, artigiane, commerciali e contadine aderenti al circuito. Il fatto di essere uno strumento di scambio che non rappresenta una riserva di valore e che non produce interessi, potrà “contagiare” positivamente anche la moneta ufficiale a cui è legata e consentirà una maggiore velocità di circolazione delle due monete.
E’ auspicabile che alle imprese, si affianchino anche professionisti come commercialisti, dottori, geometri, ingegneri ecc., professori che impartiscono lezioni varie, musica, lettere, matematica ecc., baby sitter, badanti, asili privati e pubblici, scuole di ballo, palestre ecc.Maggiore sarà la diffusione del Buono, maggiore sarà la ricchezza che circolerà e rimarrà. sul territorio. Per favorire una maggiore penetrazione di questo strumento e fare anche un’operazione di immagine, potrà essere coniata anche una medaglia (il Buono in metallo, magari una vecchia moneta caratteristica locale) di valore da definire, che circolerà in parallelo ai Buoni cartacei.
Gli Enti locali coinvolti potranno studiare agevolazioni per le imprese che aderiranno all’iniziativa e per le nuove imprese (industriali, commerciali, artigiane e contadine) che decideranno di aprire la loro attività nel territorio accettando e favorendo la circolazione dei Buoni.
Sia nel settore agricolo che nei comparti artigianali e industriali verranno attuate delle riduzioni della filiera produttiva che permetteranno anche di poter comprare a prezzi concorrenziali, prodotti e manifatture locali, favorendo il mantenimento della tradizione. Questi piani aziendali, a disposizione open source sul nostro sito, sono parte integrante del progetto Buoni.
Al fine di favorire il successo dell’iniziativa è auspicabile che venga attivata una adeguata promozione nel territorio che faciliti la comprensione dei cittadini sull’uso ed sui benefici che ne potrà trarre l’intera comunità dall’adozione del Buono. Si deve ricreare il senso di appartenenza ad una comunità, ad un territorio. Per favorire l’integrazione degli immigrati presenti si potranno studiare forme per favorire l’uso del Buono che sarà strumento di inserimento di queste comunità nel tessuto sociale. Con l’uso dei Buoni i Comuni possono svolgere una vera funzione di supporto sociale senza costi aggiuntivi per la popolazione.
L’obiettivo è quello di favorire e coordinare la diffusione di questi buoni locali di solidarietà in tutto il territorio italiano e poi permettere, avendo la stessa struttura e gli stessi criteri di emissione e distribuzione, di potersi scambiare le merci e i servizi in eccesso fra le varie realtà pagando ognuno in percentuale in buoni della propria località di origine. Questo permetterebbe di ricreare in poco tempo una economia nazionale, non più dipendente dalle assurde e dannose logiche della globalizzazione, portare ricchezza pura non gravata dal debito e dimostrare che esiste un altro modo di fare economia.
Ecco perchè i Buoni sono si locali, ma mai limitati nel loro utilizzo. Sono un valido contributo alla rinascita della produzione locale non essendo spendibili fuori rete, meno che mai sono accettati lontano dall’Italia.
Il Buono locale, distribuito gratuitamente, viene accettato per l’acquisto di beni e servizi all’interno del circuito. Sono semplici da usare e aiuteranno imprese e privati a superare questo periodo di estrema difficoltà. Utilizziamo questi metodi per ridare potere di acquisto a famiglie, piccole imprese, pensionati. Con i Buoni Locali SCEC (la Solidarietà ChE Cammina), chiunque offra un servizio alla comunità la arricchisce, contribuendo alla fine dell’incubo della quarta settimana.
Ad esempio 100 Buoni Locali aumentano il potere di acquisto delle pensioni di 500 euro del 20%
Come vediamo nell’esempio sotto, il cliente che ha i Buoni, invece di (circa) 36 euro pagherà (circa) 29 in euro e 7 in Buoni.
In questo caso il negoziante batterà uno scontrino di 36 euro con 7 di abbuono. Il negoziante pagherà le tasse e le imposte ovviamente sui 29 euro effettivamente incassati. A questo punto il negoziante potrà riutilizzare i 7 SCEC presso ogni altro aderente al circuito, per soddisfare i suoi bisogni in termini sia di beni che di servizi.
Allo stato attuale i buoni soddisfano pienamente tutte le richieste di rivitalizzare il commercio locale, arricchire il territorio e favorire in chi li usa la nascita della consapevolezza sui meccanismi monetari e delle multinazionali.
Il negoziante in possesso di molti Buoni vorrà dire che ha avuto anche un proporzionale incremento di euro e comunque non avrà mai superato il rapporto di 20SCEC contro 80Euro. L’importante è che si faccia un’opera di informazione per cui per i negozianti diventi automatico dare e ricevere Buoni e per i clienti diventi un’abitudine portare Buoni in tasca. Il Buono è reale potere di acquisto per chi lo usa.
E’ di fondamentale importanza capire che questo schema di funzionamento, in modo similare, è utilizzato da molti anni nella grande distribuzione. Come ? Con i buoni sconto. I supermercati hanno infatti al loro interno una larghissima gamma di prodotti, raggruppando l’offerta di molti negozi. Possono quindi beneficiare, grazie ai buoni sconto cartacei e alle fidelity card, solo della loro funzione di fidelizzazione della clientela: una volta spesi muoiono li. Nel nostro caso il Buono viene riutilizzato ad ogni acquisto, (nell’esempio il 20% dell’importo), e circolando nel circuito porta ricchezza e clientela a chi ne fa uso. Per capire bene che è veramente semplice vedete cosa fa un qualunque supermercato; il circuito dei Buoni Locali SCEC si comporta in maniera similare.