Torniamo a parlare della TAV: la Francia si è di recente espressa in termini chiarissimi, la TAV Lione-Torino per i cugini transalpini non è una priorità. Prima del 2030 non se ne parla nemmeno. Ormai la volontà dell’Italia di procedere con questa opera dall’altissimo impatto ambientale, costosissima e dai vantaggi a lungo termine a dir poco dubbi, appare sempre più isolata.
Per quanti in Italia, specie negli alti scranni del Parlamento, continuano a spingere per la TAV, arriva un’altra grossa tegola in testa. A riprova che il mega buco non porti affatto i benefici che alcuni esponenti del nostro governo continuano a millantare (nonostante i tanti pareri contrari) arriva anche lo stop della Francia, che non sembra affatto vedere tutta una grande necessità di realizzare la Torino-Lione.
Dalla Francia arriva quindi un netto e chiarissimo passo indietro. Il rapporto sul progetto, che arriva dopo la criticata gestione delle grandi opere da parte di Sarkozy, non parla dell’intera rete TAV (è un progetto di livello europeo), ma parla della parte francese del progetto, che dovrebbe collegare Lione alle Alpi con la nuova linea di traffico merci ad alta velocità. Vi sono due ipotesi di realizzazione discusse dalla commissione nel rapporto, la prima a spesa minima la seconda a spesa sostenuta (28-30 miliardi di euro).