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<< torna indietro     nella localit&arave;: INTERNAZIONALI     argomento: Notizie & News del: 01/06/2010
News: LA MONSANTO ARRIVA AD HAITI
ALLA CONQUISTA DOPO IL SISMA

Monsanto occupa Haiti con semi ogm. Come passare per benefattori perseguendo, solo, il proprio tornaconto. Il meccanismo è sempre lo stesso, già sperimentato, per esempio in Africa, dalla multinazionale dell'agroalimentare con il latte in polvere distribuito gratuitamente ai neonati costringendo, poi, famiglie indigenti ad acquistarlo, una volta resisi conto che i bambini avrebbero bevuto solo quello. Una vicenda che scatenò tante polemiche da costringere la suddetta multinazionale a desistere. "Regalare e distribuire", in certe situazioni significa gettare le basi per costruire un nuovo mercato di riferimento e solido. Un' ottima soluzione quando i profitti scendono.

Ed è ciò che sta accadendo ad Haiti, ma questa volta si tratta di semi ogm. Alla disperazione ed alla distruzione provocate dal terremoto, è seguito il caos degli aiuti umanitari. Una parata di sigle, perlopiù Usa, atterrate con strutture e protocolli d'intervento, che hanno generato una situazione difficile da gestire in mancanza di coordinamento. Terminata la fase critica dell'emergenza, dove varie associazioni si sono sfidate in nome del proprio verbo, ora è iniziato il momento delicato della ricostruzione.

"L' impresa multinazionale Monsanto sta offrendo del mais transgenico, insieme a relativi fertilizzanti e pesticidi, che saranno consegnati gratuitamente dal Progetto Winner ad Haiti, con l'appoggio dell'ambasciata degli Stati Uniti". La denuncia del 10 maggio, ripresa da vari siti (ed estremamente circostanziata), in un articolo del sacerdote inglese Jean-Yves Urfié, ex professore di chimica al Collége Saint Martial, a Port au Prince. La multinazionale avrebbe già iniziato a distribuire le semenze di mais transgenico nelle regioni di Gonaives, Kenscoff, Pétion-Ville, Cabaré, Archaie, Croix-des-Bouquets e Mirebalais. A seguito delle polemiche scatenate dall'articolo, il ministro dell'Agricoltura di Haiti, Joana Ford, in una conferenza stampa dello scorso 12 maggio a Port au Prince ha denunciato che "Haiti non ha la capacità per amministrare gli OGM (organismi geneticamente modificati). Noi abbiamo preso tutte le precauzioni prima di accettare l'offerta fatta dalla multinazionale Monsanto di fare una donazione di 475.967 kg di semi di mais ibrido e 2.067 kg di semi di ortaggi. Va anche detto che, in assenza di una legge che regolamenti l'utilizzo di organismi geneticamente modificati ad Haiti, non posso permettere l'introduzione di semi "Roundup Ready" o di qualsiasi altra varietà di transgenici". Secondo Ford le semenze ibride offerte da Monsanto sono adattate alle condizioni tropicali di Haiti.

La donazione fa parte di una campagna del ministero dell'Agricoltura per riattivare il settore agricolo in seguito al terremoto del 12 gennaio. Più di 65 mila ettari di terra, informa il Ministro, stanno beneficiando di trattori per preparare il suolo, fertilizzanti, pesticidi e corsi di formazione per gli agricoltori. "Noi crediamo che l'agricoltura sia la chiave per la ripresa di lungo periodo di Haiti", ha affermato la Monsanto in una nota affidata alla sua pagina internet. "Dopo il disastro, la Monsanto donò denaro per la ripresa - continua la nota - però è evidente che la donazione dei nostri prodotti (mais e semi di ortaggi di qualità) avrebbe potuto fare realmente la differenza nella vita degli haitiani".

Con lo spirito la maggiore impresa produttrice di semenze del mondo ha deciso di donare ad Haiti l'equivalente di 4 milioni di dollari in semi di mais ibrido, cavolo, carota, melanzana, melone, cipolla, pomodoro, spinacio e anguria. Oltre 100 tonnellate di queste sementi sono arrivate in territorio haitiano durante le prime due settimane di maggio. La previsione è che, nei prossimi 12 mesi, altre 345 tonnellate di sementi ibride di mais saranno distribuite agli agricoltori del paese.

Ciò che non è stato detto né da Monsanto, né dal Ministero dell'Agricoltura, è che questi semi ibridi di mais potranno soddisfare le loro promesse di produttività e adattamento al clima tropicale haitiano solo se saranno trattati con erbicidi, fertilizzanti e prodotti chimici specifici, che per casualità sono prodotti dalla stessa Monsanto. Ciò significa che gli agricoltori haitiani che riceveranno le sementi ibride riusciranno a farle diventare produttive solo se acquisteranno gli erbicidi ed i fertilizzanti Monsanto.

Inoltre, le famiglie contadine non potranno sfruttare i semi generati da quel mais, poiché una delle caratteristiche delle semenze ibride è che solo la prima generazione è adatta alla semina. Se volessero continuare a produrre nella prossima semina, i contadini dovrebbero comprare nuovi semi dalla Monsanto. A questo ritmo, con l'aumento nel consumo di semi e, di conseguenza, di erbicidi, fertilizzanti e prodotti chimici di Monsanto, la previsione del sacerdote Jean-Yves Urfié potrà divenire realtà: "Presto ci saranno solo semi di Monsanto ad Haiti. Allora sarà la fine dell' indipendenza degli agricoltori".

Il Progetto Winner, lanciato l'8 ottobre del 2009 dalla USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale), prevde l'investimento di 126 milioni di dollari nei prossimi cinque anni per costruire una nuova infrastruttura agricola ad Haiti, con l'obiettivo di aumentare la sua produttività. Nel frattempo, offrirà assistenza tecnica specializzata, oltre che servizi tecnici e forniture agricole, come pesticidi e fertilizzanti. Attraverso il "premio" saranno distribuite le 475 tonnellate di semenze della Monsanto che, in realtà, non arriveranno direttamente nelle mani dei contadini haitiani. Saranno destinate primariamente ai negozi gestiti dalla USAID e poi vendute ad un prezzo "significativamente ridotto" alle famiglie contadine. "Il nostro obiettivo è raggiungere 10 mila agricoltori durante questa stagione", ha informato Jean Robert Estime, direttore responsabile del Progetto Winner. "Le sementi aiuteranno ad alimentare ed offrire opportunità economiche agli agricoltori, le loro famiglie e la comunità in generale". Per comprendere di che tipo di "opportunità economiche" si tratti, occorre chiarire quali sono gli attori che stanno dietro il Progetto Winner. Il suo direttore responsabile, Jean Robert Estime, prestò servizio come Ministro delle Relazioni Esterne durante i 29 anni della dittatura di Duvalier ad Haiti, epoca durante la quale furono assassinati più di 30.000 haitiani e il paese aprì le porte ai prodotti alimentari stranieri. Grazie a questa apertura, Haiti importa oggi l'80% degli alimenti che consuma.

Ideatrice e coordinatrice del Progetto Winner, la USAID è un'agenzia governativa statunitense creata nel 1961. Secondo il suo sito internet ufficiale, essa ha la missione di "promuovere gli interessi di politica estera degli Stati Uniti nell'espansione della democrazia e dei liberi mercati, migliorando la vita dei cittadini del mondo in via di sviluppo". Con sede a Washington, la USAID è presente nelle cinque regioni del mondo. Il suo lavoro appoggia "la crescita economica ed i progressi della politica estera degli Stati Uniti".

da diretta news, asud.net, monsanto blog, huffington post

Fonte: greenplanet.net

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