Ospitato negli spazi del Luggage Store (509, Ellis Street) e attivo il 15 di ogni mese, questo singolare “sportello riparazioni” dedicato ai capi di abbigliamento da rammendare o reinventare si sta dimostrando un positivo esperimento di bottega a basso impatto e partecipata. Ciascuno porta uno o più capi da salvare, Michael mette a disposizione la sua macchina da cucire e le sue abilità per venire incontro alle piccole esigenze quotidiane di ciascuno, in un appuntamento mensile che si è subito trasformato in un momento di socialità e di scambio reciproco.

Per 11 anni Michael Swaine, artista e insegnante di ceramica membro del collettivo Futurefarmers, ha percorso chilometri su chilometri con un carretto coperto da un ombrello e la sua fedele macchina da cucire, incontrando persone e riparando vestiti a costo zero. La necessità di avere a disposizione un luogo fisico di riferimento per condividere la sua esperienza nasce anche dall’aumentare progressivo dei suoi anomali “clienti”, in cerca di un luogo al quale appartenere, dove conoscersi e riconoscersi con una certa regolarità.

“Tra i miei visitatori regolari Veronica è una di quelle che preferisco,” dichiara Swaine in un’intervista, “di solito porta una valigia con almeno 30 capi. Le dico sempre: Veronica, porti troppe cose (Michael può riparare circa una trentina di capi a sessione, cercando di accontentare tutti. N.d.r.), scegli i capi che preferisci e lavorerò su quelli”. Lei gli risponde: “Grazie che mi lasci rimanere qui, non ho nessuno con cui parlare e sei così carino ad ascoltarmi”. Michael racconta che Veronica ha una vita difficile, oltre che essere una persona sola. Come lei ce ne sono tante che hanno ritrovato entusiasmo e, a volte, riscoperto anche delle abilità, nelle giornate trascorse alla “Free Mending Library”.

L’obiettivo per Michael è quello di ampliare il più possibile questa formula che lui stesso definisce “copyleft” (in alternativa al “copyright”) proprio per sottolinearne la libera divulgazione. Swaine parla anche in prospettiva di estendere il concetto stesso di “rammendare” e “riparare” a molti altri aspetti della vita, col supporto indispensabile di queste piccole ma attivissime communities spontaneamente aggregatesi attorno al suo lavoro. Per conoscere meglio come nasce e lavora la “Free Mending Library” ci si può prendere qualche minuto e guardare questo video