Dieci consigli e attività pratiche per rendere il bambino protagonista della vita familiare e favorire il suo sviluppo motorio-cognitivo. I suggerimenti arrivano da Isabella Micheletti, educatrice montessoriana, fondatrice con Sonia Zecchi dello Spazio Montessori di Milano
Tra le pareti di casa, ogni bimbo scopre quello che lo circonda, sperimenta e mette alla prova le sue abilità acquisendo, gradualmente, nuove competenze. Con qualche piccolo accorgimento, la casa è il campo ideale per favorire lo sviluppo motorio (e cognitivo) del bambino (già verso i venti mesi) attraverso attività pratiche e quotidiane. Ogni situazione concreta e ‘reale’ della vita familiare è un’ottima occasione per rendere il bimbo protagonista incoraggiandolo a conquistare la sua autonomia.
Una lezione fondamentale questa della pedagogista Maria Montessori: gli ‘esercizi di vita pratica’ rispondono al bisogno di muoversi di ogni piccolo ma non sono solo una sorta di ‘ginnastica muscolare’. L’azione è finalizzata a uno scopo, quindi è un ‘lavoro’ guidato dall’intelligenza, e questo rende ogni movimento vario e interessante per il bambino.
“Arrotolare un tappeto, spazzolare un paio di scarpe, lavare una catinella, apparecchiare una tavola, aprire e chiudere cassetti o sportelli, porte o finestre; assestare una stanza, mettere in ordine delle seggiole, ecc, sono esercizi ove tutto il corpo si muove o dove ora questo ora quel movimento si esercita particolarmente e si perfeziona. […] ma essi sono lavoro. E il lavoro dei muscoli che agiscono senza stancarsi perché l’interesse e la varietà li rianimano a ogni movenza” (M. Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti).
Anche a casa, ogni genitore può ispirarsi a questa lezione montessoriana e adottarla facilmente nella pratica giornaliera con il bimbo per aiutarlo ‘a fare da solo’. Ecco dieci cose semplici e concrete da fare a casa, nella vita di tutti giorni, suggerite da Isabella Micheletti.
1. Una casa con punti di riferimento a misura di bimbo
Per favorire l’autonomia del bambino e abituarlo ad alcune routine della giornata, è importante che all’interno dell’ambiente domestico ci siano dei chiari punti di riferimento. Un semplice gancio basso, per esempio, per appendere la giacca e prenderla quando si esce, il posto per la sacchetta o cappello e sciarpa, l’angolo delle pantofoline aiutano il bimbo a gestire da solo l’uscita da casa o il rientro.
2. I vestitini appoggiamoli sul letto …
Quando il piccolo prova a vestirsi è importante accompagnarlo indicando i movimenti senza sostituirsi a lui. Tra i 2 anni e mezzo-3, se il bimbo si toglie la giacca o la maglietta, per esempio, il genitore dovrebbe intervenire solo se ne ha davvero bisogno evitando di anticiparlo. “Al mattino, per esempio, una buona idea è quella di preparare i vestiti, magari nella sua cameretta, e lasciarli a disposizione del bimbo, alla sua altezza, in modo che riesca a prenderli lui. In questo modo, piano piano, anche vestirsi rientrerà nella sua routine del mattino”, dice Isabella Micheletti.
3. Uno scaffale basso (e ordinato) per piatti e bicchieri
La cucina è un luogo della casa che offre moltissime possibilità per coinvolgere il bimbo, in modo pratico, e per lui gratificante, nelle attività quotidiane della famiglia. Basta, per esempio, spostare una parte delle stoviglie in uno scaffale in basso dove il bimbo, già intorno ai 2 anni, possa prendere un piatto senza difficoltà e portarlo a tavola. “In questo modo, può contribuire al momento speciale dei pasti. In più, anche questa attività gli permette di esercitare l’autonomia”, dice l’educatrice montessoriana.
4. Versare l’acqua da una brocca ‘da solo': una grande soddisfazione
Verso i 15-18 mesi, il bimbo usa già il cucchiaio e può mangiare da solo. Quando è un po’ più grandicello, è importante permettere che si serva da solo dal piatto di portata. “Ovviamente, non la zuppa bollente – dice Isabella Micheletti. Ma lasciarlo versare, per esempio, da una piccola brocca l’acqua nel bicchiere è una cosa molto gratificante. Fare cose concrete e vere dà grande soddisfazione a ogni bambino” .
5. Affettare frutta e verdura, che passione!
Con il tempo, per far sentire il bimbo sempre più partecipe alla vita familiare, una buona idea è lasciarlo aiutare durante la preparazione della cena. Intorno ai 2 anni e mezzo, munito di piccolo tagliere, coltello arrotondato e piattino, per esempio, può tagliare le verdure cotte. Ma va altrettanto bene anche affettare banana e kiwi per una gustosa merenda. E se non è ancora pronto per maneggiare il coltello, basta preparare una spremuta e offrirla anche alla mamma. “In questo modo, il bimbo compie lui stesso un lavoro e poi ne gode: questo dà grande soddisfazione”, spiega l’educatrice montessoriana. Naturalmente è anche un ottimo esercizio per affinare i movimenti e la concentrazione come tutte le attività pratiche.
6. Tra acqua e bolle, lavare le tazze della colazione
Una volta a settimana, magari durante il fine settimana, quando mamma e papà hanno più tempo, si può coinvolgere il bimbo (verso i 2 anni) a lavare le tazze della colazione. E’ bene mettere a sua disposizione una pedana in modo che possa arrivare comodamente al lavandino o utilizzare una bacinella. “Ai bambini piace tantissimo, infatti è un’attività che si fa anche al nido – dice l’educatrice montessoriana – e la schiuma attira molto l’attenzione”. Tra l’altro, lavorare con acqua e sapone non è solo rilassante e divertente ma è un ottimo sistema per ‘allenare’ movimenti, coordinazione e concentrazione.
7. Con spazzolino, dentifricio e specchio basso, l’igiene personale diventa piacevole
Con qualche piccolo accorgimento, anche la cura della persona può diventare una pratica piacevole, e una buona occasione per mettere alla prova nuove abilità. “A molti bimbi, per esempio, non piace lavare i denti, perché lo vivono in modo passivo e non si sentono coinvolti – spiega l’educatrice montessoriana. Il ‘trucco’ è appassionarli di più e renderli partecipi a usare spazzolino e dentifricio da soli, intervenendo solo alla fine per l’ultima spazzolata”. In bagno, l’ideale è creare un angolino per il bimbo, con tutto a portata di mano, incluso un gancio basso per l’asciugamano, una pedana per il lavandino, e uno specchio dove possa guardarsi. Secondo l’esperta, fare una cosa davanti allo specchio, spesso può invogliare il piccolo a rifarla, poi, da solo. (tipo soffiare il naso, in genere, operazione poco gradita, ‘Guarda puliamo bene il naso, è tutto sporco, vedi?!’).
8. Straccetto, scopa e panno per aiutare nelle pulizie
Perfino le pulizie sono una buona occasione per coinvolgere il bimbo nei compiti familiari: mettere in ordine e rassettare sono normali attività quotidiane nelle scuole Montessori. A casa, è sufficiente mettere a disposizione del bambino, per esempio, uno straccio per spolverare, una scopina – o una sorta di mini aspirapolvere – e un panno, vicino a dove sono riposti quelli della famiglia. “Tutte le attività concrete e reali sono fondamentali per rendere ogni bimbo partecipe del suo contesto familiare e, allo stesso tempo, maneggiando le cose, il piccolo esercita le sue competenze motorie”, spiega la promotrice dello Spazio Montessori di Milano.
9. Una piantina da curare con attenzione
Per far sentire il bimbo responsabile (e importante!), un buon modo è quello di affidargli la cura di una piantina. L’educatrice consiglia di scegliere una pianta un po’ robusta, magari di quelle a foglie larghe, che il bimbo possa pulire con un dischetto di cotone, una volta a settimana, e innaffiare. Anche in questo caso, è importante fornire al bimbo un ‘set personale’, magari un piccolo cesto, da tenere vicino alla pianta, con qualche attrezzo per il giardinaggio e l’innaffiatoio. Verso i 3 anni, poi, si può invitare il piccolo giardiniere a tagliare le foglie secche.
10. Sedia e letto adatti alla libertà di movimento
Nell’ambiente di casa, è importante assicurare al bambino la libertà di movimento nella sua vita pratica, anche quando è molto piccolo (ovviamente, in un contesto ‘sicuro’). Secondo l’educatrice, per esempio, al posto del classico seggiolone dove siede ‘imbrigliato’, sarebbe opportuno trovare una soluzione alternativa (seggiolina, sedia ergonomica, rialzo…) che permetta al piccolo di scendere in modo autonomo e allontanarsi. Un discorso analogo vale per il lettino: al mattino, o di notte per un risveglio improvviso, ogni bimbo dovrebbe avere la possibilità di alzarsi e andare da solo nel lettone di mamma e papà senza chiamarli. A questo proposito, i lettini bassi (sono quasi a terra, quindi non c’è rischio se cade), senza sbarre possono rappresentare una soluzione adeguata.
di Marzia Rubega