Gruppo delle Cinque Terre ECOLETTERA 19/1 aprile 2013 Editoriale: Il teatrino della politica Siamo ipnotizzati dall’'inesorabile procedere delle scadenze post elettorali e dalla cortina fumogena dei media in tutte le sue forme (compresi i trolls sul sito di Grillo del tutto credibili). Se osserviamo i fatti sgombrando la testa dalle sovrastrutture indotte, sembra molto semplice: la Casta deve fare un governo. Un governo qualsiasi, che però rispetti, con gli opportuni aggiustamenti, le spartizioni precedenti. Bersani, Renzi, Amato o Rodotà cambia poco. L'’urgenza di dare ossigeno alle cordate è assolutamente improcrastinabile.
Non è vero che l’'Italia non reggerebbe ad un prolungato periodo di vacanza governativa. In realtà è la casta che non reggerebbe ad un prolungato periodo di astinenza. I due-tre milioni di voti a perdere, gli eterni oscillanti, che stanno fra Bersani e Grillo, che aprirebbero scenari nuovi, non rappresentano un target omogeneo. Chi si è proposto di rappresentarli è divenuto in pochi mesi un relitto della storia da cui non si può cavare nulla. La maggioranza dei semplici votanti di quest'’area di mezzo sono come dei soldati cui, durante un combattimento, è scoppiata vicino una granata e, incolumi, vagolano per il campo di battaglia senza capire cosa sta succedendo. Alcuni invocano il dialogo fra PD e M5Stelle che “ hanno tante cose in comune e non si può perdere l’'occasione “.
Se fosse vero sarebbe giusto ed anche bello; il problema è che non è vero. Negli ultimi 10 anni tutti quelli che “hanno dialogato”, barattando le proprie ragioni di fondo con qualche posto qua o là nelle alleanze uliviste e non solo, sono stati spolpati, mangiati e sputati ( da Rifondazione ai Verdi, dall’ IdV ai Radicali; l’'ultimo spolpato è Vendola di cui resta ancora solo qualche boccone ). I partiti vogliono distruggere il M5Stelle con tutti i mezzi, dall'’adulazione alla calunnia, alla minaccia; e viceversa il M5Stelle non vuole sedersi a tavola, tantomeno per farsi spolpare; vuole fare una rivoluzione. Il problema è che non ha oggi numeri e forze sufficienti per farla di botto e non può che contare sul lavoro metodico delle commissioni e dell'’aula, una lunga marcia per mostrare al paese in che direzione vuole muoversi. I grillini hanno proposto una riduzione dei costi del parlamento e rinunciato ai rimborsi, ma gli altri gruppi parlamentari hanno fatto finta di niente; hanno riaperto con il sopraluogo al cantiere il problema dell’'inutilità della TAV e il giorno dopo i dirigenti piemontesi del PD hanno fatto un appello per il SI TAV; preparano mozioni per il ritiro dall’Afghanistan e per la sospensione dell'’acquisto degli F35 ma solo SEL ( che combatte l’ estinzione come partito ) sembra assecondare.
Alla Camera solo il M5Stelle si è opposto alla deroga che permette a 9 “Fratelli d’Italia” ( La Russa-Meloni ) di costituire un nuovo gruppo che ne richiederebbe 20 ( PDL, PD e gli altri tutti d’accordo ). I 20 punti presentati dal M5Stelle sono stati letteralmente ignorati; nella finzione non è previsto che si parli davvero di un progetto di cambiamento del paese; perché Il PD, come gli altri, è geneticamente incapace di partecipare a un percorso di riformismo. I poteri forti sanno benissimo che questa casta ha finito. Ma dispongono di strumenti formidabili: il quasi totale condizionamento dei media, e quindi delle coscienze, che usano come gli untori manzoniani per indicare nei grillini l'’origine della pestilenza.
Hanno in mano il sistema finanziario (quello che chiamano il mercato, ma che mercato non è) e quindi possono anche mettere in moto meccanismi travolgenti la struttura sociale, l’'equilibrio economico di interi strati sociali, perfino l’'equilibrio psichico di intere categorie. Le condizioni necessarie per creare l’'emergenza, per giustificare un nuovo governo di emergenza; i soliti, per fare le solite cose e non cambiare nulla. E dare la colpa a Grillo.