Anche dal Rapporto Rifiuti Urbani Ispra 2013 emergono, in maniera evidente, numeri che ci parlano della crisi in maniera piuttosto esplicita. Nelle città italiane la produzione di rifiuti, tra il 2010 e il 2011 era calata di 1,1 milioni di tonnellate, con una diminuzione di 3,4 punti percentuali, è scesa ulteriormente nel 2012 facendo registrare un – 7,7% nel biennio che corrisponde a 2,5 milioni di tonnellate. La produzione nazionale si attesta su valori analoghi a quelli rilevati nel 2002/2003, ovverosia al di sotto dei 30 milioni di tonnellate.
Ogni abitante italiano ha prodotto 504 kg di rifiuti, ben 32 kg in meno dello scorso anno. Le differenze, fra regione e regione, sono notevoli: si va dai 637 kg dell’Emilia Romagna alla Basilicata, la cui media riesce a stare al di sotto dei 400 kg per abitante.
Sono differenze considerevoli che sembrano non riverberarsi sui costi e sulle tassazioni alla cittadinanza: se, nel 2011, la media annua pro-capite delle spese di igiene urbana è stata di 157,04 euro, le tre macro-zone hanno avuto una media di 144 euro (al Nord), 193 euro (al Centro) e 157 euro (al Sud). Se si considerano i costi di gestione al kg il Nord ha le tariffe più economiche con 27 centesimi al chilo, seguito da Centro (31 centesimi) e Sud (32 centesimi).
Con i proventi della Tarsu (che negli ultimi anni ha subito notevoli rincari) la tariffa sui rifiuti è passata dall’83,9% al 94,1% della copertura totale dei costi.
Cresce anche il dato sulla raccolta differenziata che passa dal 37,7% del 2011 al 39,9% del 2012. I rifiuti urbani smaltiti in discarica nel 2012 restano 12 milioni di tonnellate.
Nel 2011 ben 311mila tonnellate di rifiuti urbani sono stati esportati: l’Austria, con 71mila tonnellate, è il Paese che ha accolto le maggiori quantità di immondizia (23% dell’export), seguita da Cina (17,5%), Ungheria (16,9%) e Germania (10,1%).
L’import, invece, è stato di 261mila tonnellate di cui 40 di rifiuti pericolosi.
Rifiuti urbani: il confronto fra Italia e Paesi dell’Ue
Nell’analisi comparativa su scala comunitaria il dato italiano è assolutamente in media con la quota europea: 502 kg la quota media pro-capite prodotta in Europa, 504 kg quella italiana. Nell’UE 27 il panorama è estremamente eterogeneo: si va dai 298 kg/anno degli abitanti dell’Estonia ai 718 kg dei danesi che producono poco meno di due kg di rifiuti al giorno.
Nei Paesi del Nord Europa stanno progressivamente scomparendo le discariche e se in Italia il 39% dei rifiuti finisce in discariche (nonostante la chiusura di ben 288 siti nell’ultimo decennio), alcuni Paesi come Germania, Paesi Bassi e Svezia con l’implementazione degli inceneritori, delle pratiche di riciclaggio e differenziazione e dell’export sono riusciti a portare la quota di rifiuti in discarica su percentuali inferiori all’1% (tanto che la Norvegia sta diventando un importatore estremamente appetibile per nazioni con eccessi di rifiuti come il Regno Unito).
Per quanto riguarda l’incenerimento, in Italia sono operativi 45 impianti con una forte concentrazione al Nord (68%) e due regioni nettamente sopra le altre: Lombardia (13) ed Emilia Romagna (8).
Via | Ispra Ambiente