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COSTITUZIONE E FALSITA'
Dopo le aporie del riformando senato, tocca ad alcune falsità. È falso che il bicameralismo paritario sia causa di intollerabili ritardi. Si veda il sito www.senato.it, voce “Leggi e documenti”, sottovoce “Statistiche”. Si troveranno i dati dell’attività legislativa. Gran parte risale al governo e in specie ai decreti-legge, che entrano immediatamente in vigore, mentre il tempo medio per il voto finale sulle leggi di conversione — la parte che spetta al parlamento — non supera in questa legislatura le due settimane in ciascuna camera.
Ritardi? E di chi? Per non parlare di leggi — ancorché contestatissime, ricordiamo le leggi-vergogna — passate in entrambe le camere nel giro di pochi giorni o settimane. Qualunque sistema democratico — europeo o extraeuropeo, mono o bicamerale — mostra tempi analoghi o superiori nella produzione legislativa. È falso, in ogni caso, che dal bicameralismo paritario si esca necessariamente con un senato non elettivo. Al contrario, nelle ultime legislature sono molteplici le proposte di camere differenziate nei poteri, anche per la fiducia e il bilancio, ma entrambe elettive.
Proposte che investono sul senato, piuttosto che azzerarne il peso politico e istituzionale. Basterebbe leggerle.
È falso che il senato non elettivo abbatta radicalmente i costi. Sempre sul sito del senato è possibile leggere i bilanci, dai quali risulta che l’indennità è una frazione del costo totale dell’istituzione. In massima parte i costi sono dovuti agli immobili, ai servizi, al personale. Costi che rimarrebbero, con l’aggiunta delle spese di permanenza ai Roma dei senatori di nuovo conio. Qualcuno dovrà pure pagare, e non fa differenza chi.
È falso che il senato non elettivo ci allinei ad altri esempi europei. È vero il contrario. Non è un modello spagnolo, dove la composizione del senato è mista, con una parte prevalente elettiva. E già così è considerato di scarso peso politico e istituzionale. Non è un modello tedesco: nel Bundesrat siedono i rappresentanti degli esecutivi dei Lander, che votano in blocco per il Land di appartenenza. È falso, ancora, che sia un sistema simile a quello francese, che ha preso da ultimo la strada opposta, vietando il cumulo del mandato parlamentare con ogni carica esecutiva regionale e locale, per ripulire la politica e ripristinare la fiducia dei francesi nelle istituzioni.
È falso che concedere al senatore sindaco o governatore l’autorizzazione della camera di appartenenza per arresti, perquisizioni, sequestri, intercettazioni sarebbe compensato dalla attribuzione alla Corte costituzionale di una funzione di appello sul diniego di autorizzazione da parte dell’assemblea. La guarentigia costituzionale funzionerebbe in ogni caso come deterrente per l’avvio dell’indagine, e sminuirebbe l’efficacia del controllo giudiziario su quello che a buona ragione può definirsi il ventre molle del paese.
È falso che un senato non elettivo possa esercitare con maggior forza funzioni di controllo e di vigilanza sul governo e le amministrazioni pubbliche. Quand’anche i senatori plurimandatari avessero il tempo, la voglia e la competenza per farlo, è chiaro che la parte più rilevante dell’assemblea è composta di persone che con il governo discutono — altrove — di risorse, la cui disponibilità è concretamente rimessa allo stesso governo. Chi aprirebbe mai conflitti veri?
È falso che le riforme istituzionali le chieda l’Europa. Altre, forse, ma non queste. I falchi europei hanno messo bene in chiaro che s’interessano ai conti e niente altro. L’aspro confronto in atto guarda a un arco temporale limitato a un anno, o due. E qui abbiamo riforme che in principio producono effetti dal 2018. Tanto meno l’Europa si cura della prova muscolare che il governo tiene tanto a esibire. Comunque vada, sui problemi finanziari e di debito pubblico non inciderà affatto.
Infine, è solo una mezza verità che di simili soluzioni si parlava già in Assemblea Costituente. L’antico precedente non nobilita la proposta di oggi. Una lettura complessiva degli atti ci dice che per tutti — favorevoli e contrari al bicameralismo — la rappresentatività era la chiave necessaria per la costruzione di istituzioni forti e durature. Perché per tutti era nelle assemblee rappresentative la casa del popolo sovrano.
Il progetto del governo invece svilisce il parlamento, con un senato non elettivo, e una legge elettorale capestro per la camera. Senza nemmeno riequilibrare con un rafforzamento degli istituti di democrazia diretta e di partecipazione. Al contrario, se si guarda in specie a quel che passa in emendamento sulla iniziativa legislativa popolare. Domani, sarà più o meno facile per i cittadini far sentire la propria voce dove si decide? Sarà più difficile. E non saranno le e-mail mandate a una casella di posta governativa a dimostrare il contrario.
Comprendiamo le ansie del Presidente Napolitano. Ma si può mai costruire sul non detto, il non vero, il falso tout court? A voler essere spericolati, in un tempo di citazioni colte potremo dire adelante, ma con juicio. E magari ricordare che i governanti antichi tenevano buono il popolo con pane e circensi. Qui invece si promettono pane e riforme. Riforme prima, pane poi. E almeno quelli si divertivano.
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Sarebbe troppo lungo e poco rilevante prendere le singole voci per commentarle, per cui esprimerò il mio punto di vista senza entrare nel merito del falso o vero che non mi appassiona, salvo uno che riguarda il bicameralismo perfetto.
Leggendo questo manifesto mi ha dato la sensazione che prevale solo la contestazione, per semplificare quello che dicono gli altri è tutto falso, che è legittima, ma nessuna proposta concreta specialmente che abbia qualche probabilità di passare al vaglio dei numeri in Parlamento.
E' un diritto di tutti che sono in Parlamento esprimere le loro posizioni, non è un diritto fare del parlamento lo stadio delle tifoserie, con tutto il rispetto delle tifoserie, la Politica è l'arte del governare nel quale il compromesso è uno dei pricipi fondamentali, è praticamente impossibile che tutti possono pensare nello stesso modo prima nei gruppi poi nel Parlamento, se così fosse allora si che ci sarebbe da preoccuparsi.
Non è una novità degli ultimi tempi che alcune leggi sono passate veloci altre ci sono rimaste anni, ma questo non giustifica il rimanere lo status del bicameralismo perfetto perchè nel sistema monocamerale sarà tolto l'alibi di approvare la legge in un ramo del Parlamento per poi spostare la discussione all'altro ramo dove il palleggio può continuare all'infinito, nella situazione monocamerale quando è stata approvata deve passare alla firma del PdR e, se firmata, passare in Gazzetta Ufficiale, a me questo non sembra cosa da poco.
Per chiarezza non mi aspetto in ogni caso grandi cambiamenti sull'approvazione di leggi dove non si trovano accordi ma nel momento in cui l'accordo c'è si approva e basta !
Ho espresso questo pensiero sul bicameralismo, sugli altri punti non sono in grado di dire che ci sarà risparmio oppure no, quello che è certo non ci sarà risparmio il giorno dopo dell'eventuale entrata in vigore, ma in qualunque sistema quando si rimuove un tassello che era portante nulla potrà essere come prima, e io ho fiducia, non nelle persone singole o le sigle politiche, ma ho fiducia in quella legge che governa il mondo e governa anche ognuno di noi, cito una frase di Teilhard de Chardin, gesuita, filosofo evoluzionista, morto nel 1955, che mi risuna spesso: nelle varie vicende umane il meglio finisce sempre per accadere e l'avvenire è migliore di ogni passato.
Per come la penso io possiamo anche stracciarci le vesti per la pessima politica, per i parlamentari, per il falso e il vero, ma se non partecipiamo al dibattito politico, anche con passione ma nel rispetto dell'altro senza urla e senza insulti, sposteremo sempre più lontano il tempo in cui il meglio dovrà accadere, perchè anche coloro che oggi protestano in un modo non civile non hanno la soluzione perchè il futuro nessuno è in grado di prevederlo e non possono garantire che se dovessero esserci loro il meglio accadrà, al massimo assiteremo come in passato alla soloita manfrina che non si è potuto fare per i disastri commessi nel passato.
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