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<< torna indietro     argomento: Notizie & News del: 19/11/2012
News: CASSAZIONE: UNA NUOVA SENTENZA LIBERA L'ACQUA

Il bacino della Piave è uno dei più artificializzati d’Europa. La Regione Veneto sta per dare il via libera a 176 (ad oggi)  nuove concessioni per impianti idroelettrici su fiumi e torrenti bellunesi, mettendo a repentaglio l’ecosistema delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità.

 

È un’aggressione che non conosce limiti ; i nuovi squali d’acqua dolce , approfittando di una deregolamentazione nazionale e regionale irresponsabile  e connivente, si aggirano tra le valli e pianificano impianti e derivazioni ad ogni salto d’acqua. Tubi, opere di presa, piste di accesso, condotte forzate, colate di cemento negli alvei dei torrenti che a poco a poco diventano rigagnoli.

Produrre energia idroelettrica oggi, con gli attuali incentivi è un affare, un affare per  pochi spesso a danno di un patrimonio paesaggistico e naturalistico unico e irripetibile.

Nel 2008 gli squali allungano  il naso e  nella Valle del Mis, un paradiso  incastonato tra i monti del Sole nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi dove scorre  il fiume.   Il Parco, in aperto contrasto con la legge sui parchi e il proprio regolamento, e contro ogni buonsenso,  dà parere favorevole all’opera.

La Regione, un anno dopo, recepisce il nulla osta del Parco, il parere favorevole degli altri enti interessati (Comuni e Provincia), della Commissione VIA Regionale (Valutazione Incidenza Ambientale) e rilascia l’autorizzazione in barba alle proteste di centinaia di liberi cittadini del Comitato Acqua Bene Comune Bellunese, degli  Amici del Parco del  WWF e del CAI che in mille occasioni hanno ribadito la palese illegittimità di quest’opera e  che decidono di ricorrere al Tribunale Superiore delle Acque.

Nel 2011 la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque  dichiara la centrale legittima. Una sentenza che lascia tutti sbigottiti; vi si afferma che l’opera è  correlabile ai ‘fini istituzionali’ del Parco in relazione alla presunta elettrificazione della valle del Mis, cosa palesemente non vera, e addirittura si arriva ad affermare che  si tratta di  un intervento assimilabile a un’attività di tipo “tradizionale” , in quanto l’idroelettrico è fortemente presente dal dopoguerra nella nostra Provincia.

Così, all’inizio del 2012 la E.Va Energie Valsabbia Spa , società presieduta dall’ambientalista nuclearista Chicco Testa e promotrice del progetto, inizia i lavori.

Il WWF e i comitati, superato lo sgomento,  presentano ricorso in Cassazione e sostenuti da centinaia di cittadini organizzano una lunga serie di mobilitazioni che culminano, nel luglio di quest’anno, con un corteo di  migliaia di persone in valle del Mis che occupano il cantiere e piantano simbolicamente alberi tra le ruspe.

Nella storia comincia a guardarci dentro anche Giuliano Marrucci di Report che, nel servizio andato in onda  dà voce ai comitati e mette in evidenza l’inadeguatezza e la superficialità  colpevole delle Istituzioni.

Il 9 novembre la Corte Suprema di Cassazione, (sentenza n. 19389)  accoglie completamente il nostro ricorso e mette la parola fine al progetto con una sentenza limpida, definitiva e inappellabile.

Un provvedimento che evidenzia le responsabilità di chi doveva controllare e non ha controllato, di chi doveva tutelare e non ha tutelato, di chi doveva difendere la dignità dei luoghi e di quelle comunità e non lo ha fatto. Un monito ai politici attendisti rimasti al balcone mentre tanti cittadini liberi, con generosità e coraggio, senza farsi intimorire da richieste di  danni milionarie, hanno fatto la cosa giusta.



Non conoscendo i fatti in dettaglio è difficile fare un commento specifico, gli impianti idro hanno un reale impatto ambientale molto basso, il nullo non esiste se non nel caso di opere che non prevedano in alcun modo accumuli; poi ci sono le cose fatte bene, quelle male e quelle fatte dalla mafia, chissà in quale caso siamo.
Però vorrei proporre una riflessione generale forse scontata: siamo disposti a rinunciare all'energia elettrica e in generale a tornare ai livelli procapite di uso dell'energia, anni 30 - 40?
Quindi più fatica, meno igiene, meno illuminazione, meno sicurezza, meno spostamenti etc.
Ora viviamo un periodo di costo mai così basso, soprattutto perché sfruttiamo l'importazione del nucleare francese (a prezzi di saldo). Ma fra 10 anni, problemi petroliferi a parte, le nazioni che usano il nucleare in modo importante Francia, ma anche Svizzera e Gran Bretagna, dovranno rinnovare gli impianti (GB lo sta già facendo) e il dimensionamento sarà ben più accurato di una volta tenendo presente quanto gli stessi hanno realizzato sul piano del risparmio e delle energie alternative/rinnovabili.
Se non ci pensiamo per tempo e 10 anni sono pochi, torneremo al medioevo ....
Aggiungo, con tutto il rispetto perché magari in questo caso avevano ragione da vendere, che qualche centinaia di persone o anche qualche migliaia, non sono il vangelo.

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