di Anna Stopazzolo *
Mentre in Germania, la maternità è tutelata all’Università tramite aiuti speciali, in italia molte ragazze devono abbandonare i banchi per la carriera di mamma.
Riflettiamo un secondo sulla nostra carriera universitaria: quante ragazze in gravidanza o con i passeggini avete visto frequentare i corsi? Personalmente, a Padova, nemmeno una. Ma quando mi sono trovata in Erasmus a Berlino, ero quotidianamente stupita del numero di pancione e bimbi gironzolanti tra i corridoi. Prima di arrivare al tema centrale, vorrei almeno aprire una piccola parentesi sugli uffici che permettono tutto ciò e sono chiamati Uffici per l’Ugualianza di Genere, i quali sono presenti per legge in tutte le università tedesche. I Frauenbeauftragte sono coloro che garantiscono la parità nelle università berlinesi e sono gli unici responsabili per l’attuazione della parità, sviluppando piani per la promozione femminile in vista dell’eliminazione delle disegualianze.
Si occupano primcipalemente della promozione e messa in partica di una una serie di strumenti di controllo, iniziative e opportunità a sostegno di studentesse e lavoratrici; così l’obiettivo primario diventa di più ampio respiro e mira al cambiamento culturale e strutturale di tutti i dipartimenti universitari. Ma anche della risoluzione di conflitti, le molestie sessuali e le discriminazioni a causa del sesso, i casi di mobbing e stalking e le azioni per la conciliazione tra famiglia, lavoro. Tutte le strutture scolastiche devono per legge, includere nel proprio bilancio e statuto questo uffico.
Una delle università più grandi, la Freie Universität, si avvale da molto tempo di questo ufficio – dal novembre del 1981- e tuttora sprona affinchè rappresentanti femminili siano presenti in tutte le organizzazioni e le strutture universitarie. Anche la Humbolt – ex università sovietica- offre consulenza e svolge un continuo monitoraggio su tutte le commissimi affinchè si rispetti la parità. Ma è nel campo della conciliazione tra famiglia-studio e lavoro, che gli uffici di genere, negli ultimi dieci anni, destinanto il maggior sforzo, avviando una serie di iniziative pilota come i Centri di Supporto Famigliare. I sono strumenti offerti dalle università per permettere a lavoratrici, docenti e studentesse di poter conciliare meglio la vita universitaria con la famiglia e la maternità. I servizi offerti aiutano le donne a trovare una trada personale in cui si bilancino i diversi aspetti della vita permettendo così ad ogni iscritta di completare gli studi o di svolgere in modo adeguato il proprio lavoro. Alle studentesse madri o future madri è permesso di pianificare gli studi: ognuna di esse è seguita da un tutor che aiuta la programmazione di questi “piani speciali mamma oriented”scegliendo seminari ed esami da sostenere. Oltre a ciò, offrono servizi gratuiti e supporto legale-finanziario in tematiche come congedi familiarei, benefici per i figli e creano un ambiente adatto ad rientro lavorativo dopo la gravidanza.
Putroppo, anche Berlino e tutta la Germania, non si scostano dal prolema di mancata flessibilità che coinvolge tutti i paesi europei e che rende molto difficilie qualsiasi tentativo di concliazione. Spinti da questo problema, i centri si impegnanto ad aiutare praticamente le donne a conciliare le più diverse esigenze. Ad esempio, dal 2010 la Humbold si avvale di una serie di aule riservate alle madri ed i figli che vogliono allontanarsi dai chiassosi corridoi universitari, dove poter far riposare i bambini, cambiarli ed adattarli in un ambiente tranquillo. L’aiuto è esteso anche a tutto il corpo docenti che per necessità devono frequentare corsi e conferenze e che non possono portare con se la prole e anche al personale che lavora all’internno elle strutture. Più sviluppato è il centro di assistenza della Freie che da sempre è considerata un’università family-friendly; l’ufficio esiste dal 2007 ed è punto di sostegno per tutte le donne… Partendo dal presupposto che sia uomini che donne debbano partecipare in modo equo alle cure famigliari, l’università permette a tutti gli iscritti – uomini e donne – di poter migliorare questi processi conciliativi tramite azioni orientate verso la flessibilità come il part-time. Ad entrambi i geniotori è riconosciuto inoltre il diritto di richiedere i congedi parentali previsti dalla Mutterschutzgesetz e poter quindi assentarsi dal lavoro per un anno o parteciparvi per un massimo di trenta ore settimanali. È inoltre riconosciuta la possibilità, senza nessuna riduzione di paga, di recarsi agli usuali controlli medici che sono possibili solo nelle ore lavorative. Le studentesse madri, sono circa il sei percento dei trentacinque mila studenti iscritti a questa università, sono assistite dal i centro affinchè sia ottimizzata la conciliazione tra impegni universitari e cura della prole. L’università assicura a tutti condizioni di studio che siano più possibili family-orientated rendendo facile la pianificazione dello studio ad esempio, riconoscendo la possibilità di apprendimento tramite internet. Gli studenti godono di vantaggi e riduzioni finanziarie e possono usufruire di stanze riservate alla cura dei bambini e persino un Kita, ovvero asilo, all’interno della struttura universitaria. Tutti i bambini mangiano gratuitamente della mensa universitaria che dedica menù biologici riservati alle loro esigenze. E’ riconosciuta la possibilità di prolungare i corsi di studi per un semestre aggiuntivo perdendo però alcune agevolazioni come il semester-ticket, una sorta di badge che ti permette di avere numerose riduzioni e i mezzi di trasporto berlinesi completamente gratuiti. Inoltre le madri-studentesse godono di preferenze per le iscrizioni a seminari e corsi a numero chiuso; normalmente vi è l’obbligo di presenza all’85% delle lezioni possono concordate con i propri referenti per la pianificazione degli studi, assenze programmate e la possibilità di lavorare da casa. La struttura garantisce l’asilo interno alla struttura che accoglie a rotazione più di duecento bambini di lavoratrici o iscritte all’università; l’orario di apertura generalmente va dalle 7.30 di mattina alle 6 di sera escludendo il week-end.
Ora, è vero che è più semplice guardare chi sta peggio di noi per consolarci…ma qualche volta copiare qualche iniziativa di chi sta meglio…non ci farebbe male no?! Ammirabili sono le iniziative, putroppo ancora limitate, di aziende che includono delle proprie strutture asili per le dipendenti. Ma a livello universitario, putroppo siamo ancora parecchio indietro. In uno stato in cui si voglia almeno aiutare la maternità e la formazione, queste buone pratiche sarebbere uno grosso aiuto non solo per gli studenti ma tutti coloro che ruotano attorno al sistema universitario.
da www.dols.it, settembre 2013