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7 SETTEMBRE 2009 BARI PRESENTAZIONE DEL LIBRO: QUINDICI PASSI
Il racconto del più grande disastro ambientale italiano. Intervengono Giuliano Foschini, giornalista di Repubblica, e il prof.Giorgio Assennato, Direttore Generale dell'Arpa Puglia."Con Foschini, a discutere ci saranno Assennato e i rappresentanti i rappresentanti delle associazioni ambientaliste - PeaceLink in testa - insieme al sostituto procuratore Francesca Pirrelli e a Mario Desiati, direttore editoriale della Fandango libri".In "Quindici passi" Foschini ci aiuta a comprendere perché il disastro ambientale dell'Ilva di Taranto sta diventando un pericolo per l'Italia e perché è soprattutto qui che si gioca la battaglia della sicurezza sul lavoro.
Ma perché il libro si intitola "Quindici passi"? Quindici passi dividono l'acciaieria dell'Ilva dal cimitero di San Brunone, il grande camposanto dove molti degli operai del complesso sono stati sepolti. Giuliano Foschini ha scritto un reportage sul più grande e silenzioso disastro ambientale italiano, un lavoro meticoloso tra carte giudiziarie e ambientali, numeri ed emissioni.
Ore 17.30
Presso: Terrazzo dell'Arpa Corso Trieste 27
Altre informazioni su http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/30104.html
Anticipiamo uno stralcio del primo capitolo
Erano le 8.35 dell'11 dicembre 2008. Per la prima volta nella mia vita pensai intensamente agli acronimi, le parole formate con le lettere o le sillabe iniziali di altre parole. Ero all'ospedale Testa, ma non ero malato. Ero in quella stanza per ascoltare una conferenza organizzata dall'Arpa. Parlavano di veleni e malattie, parlavano di industria e quindi parlavano anche della gente. Discutevano di malati e di morti e per farlo usavano gli acronimi. Arpa, per esempio, è un acronimo. Sta per Agenzia regionale per la protezione ambientale: Arpa, come lo strumento musicale che è segno di eleganza, di musica dolce. Ma questo c'entra poco. Anzi nulla. Arpa è un acronimo gentile. Forse l'unico.
Tutti gli altri, Pcb, Bat, Bot, Nox, Cox, Aia, Ipa, Pm10 e non sono gentili per niente. Questo miscuglio disordinato di lettere che intimoriscono come una lezione di chimica, a Taranto, significano tante cose ma spesso una cosa soltanto. E non è buona per nessuno. Perché gli acronimi non stanno soltanto nelle parole degli scienziati o dei politici. Non sono sui giornali e nelle riviste tecniche. Gli acronimi si trovano anche nell'aria e per questo colpiscono tutti senza distinzione di sesso, razza, religione e ceto. Gli acronimi sono democratici. A volte credo che gli acronimi non abbiano una funzione grammaticale né tantomeno sintattica. Piuttosto hanno una funzione sociale: sono stati inventati per non far capire il reale significato di quello che rappresentano. Per non far spaventare, allarmare, intimorire la gente.
Si vive più tranquilli senza sapere cosa è l'Ipa. Giorgio Assennato, Arpa Puglia: "In questo momento la vera emergenza ambientale italiana si chiama Taranto. ? la città più inquinata d'Italia, probabilmente d'Europa. Gli effetti ambientali cominciano negli anni scorsi e continuano ancora oggi ma noi dobbiamo ancora conoscerli. Soltanto nei prossimi anni gli studi epidemiologici potranno dirci esattamente cosa hanno significato per la salute della gente tutte queste emissioni dannose. Oggi i dati ci segnalano la presenza anomala, rispetto al resto della provincia e della regione, di una serie di malattie neoplastiche riconducibili all'inquinamento ambientale. Ma è ancora troppo presto per tirare le somme. Per capire a cosa andiamo incontro bisognerà ancora aspettare del tempo".
(...) All'ingresso distribuivano una brochure di Legambiente. C'era un fogliettino in particolare con il quale avevo giocato per tutta la mattinata. Ma come diavolo si fanno le barchette?
Legambiente: "Lo stabilimento siderurgico Ilva vince su tutte le altre aziende italiane per aver emesso in atmosfera 32 tonnellate di Ipa (pari al 95% del totale nazionale delle emissioni industriali censite dall'Ines), 92 grammi di diossine e furani (pari al 92% del totale), 74 tonnellate di piombo (78%), 1,4 tonnellate di mercurio (57%), 231 tonnellate di benzene (42%), 366 kg di cadmio (42%), 4 tonnellate di cromo (31%). Tre classifiche invece riguardano i macroinquinanti le emissioni da primato nazionale dell'Ilva sono le 540mila tonnellate di monossido di carbonio (pari all'80% del totale nazionale delle emissioni industriali censite dall'Ines), le 43mila tonnellate di SOx (15%) e le 30mila tonnellate di Nox (11%)". Ero dentro il vulcano più grande d'Italia. Un vulcano senza magma ma ribollente di acronimi.
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