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29 SETTEMBRE 2010 ROMA ASSEMBLEA PUBBLICA CITTA' ALTRA ECONOMIA
CITTA' DELL'ALTRA ECONOMIA A ROMA LA PRIMA STRUTTURA PUBBLICA CHIUSA IN “MODALITA' VIRTUALE”
CONTRO LA ANNUNCIATA CHIUSURA DA PARTE DEL COMUNE RACCOLTE IN TRE GIORNI PIU' DI QUATTROMILA ADESIONI ALL'APPELLO PUBBLICATO SUL SITO INTERNET SU FACEBOOK E DURANTE IL PRESIDIO DI DOMENICA 19 Il primo progetto pubblico-sociale in Europa basato sulla promozione e sulla pratica diretta delle numerose attività che sono alla base del sistema di Altraeconomia è oggi ad elevatissimo rischio di chiusura da parte della Amministrazione comunale che all'inizio lo aveva incoraggiato e finanziato
La Città dell'Altra Economia potrebbe essere il primo caso di struttura pubblica chiusa non su atto formale scritto e motivato ma “IN MODO VIRTUALE” con la nuova formula “DETTO A VOCE”. "Il precedente bando - dichiara Riccardo Troisi Presidente del Consorzio Città dell'Altra Economia - che scadrà il 29 settembre e che prevedeva la possibilità di affidare alla fine di questi primi tre anni la gestione della Cae al Consorzio appositamente formato per questo scopo dalle attuali realtà insediate, è stato completamento ignorato e by-passato dalla attuale Amministrazione comunale che ha comunicato a voce in un paio di incontri l'intenzione di chiudere l'esperienza e di sostituirla con attività specifiche riguardanti solamente l'agricoltura biologica e le energie rinnovabili".
Al momento a nessuna A.T.I. (associazione temporanea di impresa) insediata e tantomeno al Consorzio è pervenuta alcuna comunicazione scritta, protocollata e ufficiale in merito a questa decisione, maturata senza un percorso di condivisione con chi per tre anni ha investito capitali ed energie e assunto personale.
Come se non bastasse, pur scadendo il 29 settembre il bando precedente, i due nuovi bandi “sbandierati” dal Comune a mezzo stampa con la scusa di risparmiare 250.000 euro (che avrebbe comunque in parte risparmiato anche se ci fosse stato un affidamento alle realtà esistenti , che avrebbero garantito utilità sociale dello spazio pubblico) non sono ancora neanche stati pubblicati.
Non ci sembra di ravvisare in questo comportamento alcun indizio di sana, trasparente ed efficace amministrazione della cosa pubblica né alcuna maturità e visione politica per un Sindaco e un consiglio comunale che Roma ha scelto per essere governata.
Ma la riflessione più importante e grave di tutta questa vicenda riguarda il futuro dell'Altraeconomia a Roma. E' stata diretta in questa esperienza la constatazione della assoluta indifferenza (che speriamo non si tramuti in aperta ostilità) della Giunta del Sindaco Alemanno verso attività economiche e associative che promuovono i valori di etica e solidarietà e che sono alla base delle attività complessive dell'Altra Economia, disciplinata da una Legge della Regione Lazio che ne ha invece riconosciuto l'importanza sociale.
Infatti sono ormai quasi tre anni che questa amministrazione non attiva politiche pubbliche a sostegno delle imprese dell’Altreconomia.
Riuso e riciclo, energie rinnovabili, agricoltura e cucina biologica, turismo responsabile, commercio equo e solidale, finanza etica, software libero: TUTTE insieme concorrono a formare il tessuto di una alternativa in formazione rispetto alla tradizionale economia, ormai sicuramente non più funzionale al benessere sociale delle famiglie e dei singoli individui.
Il Consorzio Città dell'Altra Economia quindi continua a proporre l’adesione ad un appassionato e fermo appello (di seguito riportato) e ha organizzato due principali appuntamenti che puntano a impedire questa assurda interruzione delle attività già annunciata per la fine di settembre:
26 settembre - Festa della "Città dell'Altra Economia" dalle ore 10 al tramonto con la consueta presenza di stand di artigiani, associazioni e cooperative che lavorano nell'ambito delle attività di Altra Economia, con il presidio informativo del Consorzio sulla situazione, con musica e teatro, attività ludiche e laboratori per i bambini
29 settembre - Grande assemblea cittadina a partire dalle ore 17.00 nella giornata di chiusura della CAE da parte della Amministrazione comunale che l'aveva inaugurata solo tre anni fa: anche qui musica, teatro, incontri, attività ludiche e laboratori per i bambini, degustazioni di prodotti equo-solidali e biologici
La Città dell'Altra Economia è un progetto (NON E' UN INCUBATORE) che potrebbe essere chiuso dopo i primi tre anni previsti per l'avviamento e prima che divenga sistema.
Al suo posto (sembra) due soli canali di attività limitati all'agricoltura biologica e alle energie rinnovabili che non possono rappresentare da sole in alcun modo la continuazione del progetto per il quale associazioni e cooperative hanno investito in energie e capitali da tre anni
NOTA Il 29 settembre del 2007 questi 3.500 mq di progetto-laboratorio all'interno dell'ex Mattatoio di Testaccio venivano inaugurati e aperti al pubblico a Roma. La “Città dell'Altra Economia” è il frutto di un progetto costruito negli anni, in stretta collaborazione con il Comune di Roma, dal Tavolo dell'Altra Economia che raccoglie cooperative e associazioni che lavorano a vario titolo sui temi di Altra Economia, oggi riconosciuta e disciplinata anche da un Legge della Regione Lazio.
Mentre si moltiplicano in Italia ad esempio i Distretti di economia solidale, i Gruppi di acquisto solidale, il ricorso a forme di risparmio anche locali per una finanza più etica, le attività di recupero anche artistico dei rifiuti visti come risorsa, a Roma in controtendenza l'Amministrazione comunale fautrice del progetto complessivo esteso vuole far scomparire la prima grande esperienza europea alla quale molte altre città avevano iniziato a guardare come un esempio di estremo interesse.
DI SEGUITO L' APPELLO DEL CONSORZIO DA SOTTOSCRIVERE AL SEGUENTE LINK sul sito www.cittadellaltraeconomia.org http://www.cittadellaltraeconomia.org/index.php?option=com_jforms&view=form&id=1&Itemid=109
Roma, 21 settembre 2010
Informazioni per la stampa: Cesare Budoni - 349 6040937 Responsabile comunicazione Consorzio "Città dell'Altra Economia"
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