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29 GENNAIO 2009 TARCENTO (UD)
UDINE. Giovedì 29 gennaio, alle 20.30, a Villa De Rubeis-Florit a Tarcento, a chiusura del progetto Senza confini, organizzato con il sostegno del Servizio Regionale della Promozione e internazionalizzazio, sarà presentato in anteprima il libro di Ekkehart Krippendorf, Lo Stato e la guerra. L'insensatezza delle politiche di potenza, Pisa, Centro Gandhi Edizioni, 30.euro
L’iniziativa del Centro Iniziative Culturali è possibile grazie al Centro Interdipartimentale di ricerca sulla pace, Irene, dell’U niversità di Udine. Sarà presente Francesco Pistolato che ha tradotto l’opera, che verrà presentato da Fulvio Salimbeni, docente di storia contemporanea dell’ateneo udinese e presidente di Irene; seguirà un dibattito con i presenti.
Nonostante Krippendorf sia stato ampiamente tradotto in Italia, Staat und Krieg, pubblicato in Germania nel 1885, ha dovuto aspettare più di vent’anni per vedere la luce in italiano, per l’impegno di Irene e della pisana Gandhi edizioni. Forse perché l’opera punta al cuore del problema, il rapporto tra stato e guerra, tra stato e apparato militare, e ne svela i fondamenti, gli intrecci, le ricadute, insomma, come ha detto qualcuno che pur non aveva visto gli orrori del Novecento: di che lacrime gronda e di che sangue il potere.
La tesi, o meglio la conclusione di Krippendorf è che «lo Stato moderno, come è stato inventato in Europa e poi “esportato”, è essenzialmente Stato militare, e le guerre che esso ha continuamente condotto non sono un fatto secondario, bensì fanno parte della sua vera essenza». Conclusione a cui l’autore arriva attraverso una ampia, approfondita, e ricchissima analisi storica, sostenuta anche da fonti letterarie e artistiche. Ne deriva un percorso affascinante, ricco di annotazioni, sostenuto da una larga messe di documenti, in uno stile limpido e incisivo, spesso venato di ironia, che lascia al lettore il compito di giudicare, nella sua autonomia, il valore delle argomentazioni e la consistenza delle tesi e delle conclusioni.
Lo studio, come l’autore indica nella prefazione a questa edizione italiana, si basa su materiali storici soprattutto tedeschi, ma immediatamente confrontabili non solo con esempi e vicende della storia italiana, ma anche con personaggi e azioni della storia che stiamo vivendo. Un libro di vivissima attualità, dunque. Un libro illuminante per chi non voglia semplicemente limitarsi a manifestare sporadicamente ed emotivamente contro il continuo aprirsi di “teatri di guerra”, secondo la formula astratta della realpolitik, che, come Krippendorf insegna, rende asettica, senza carne e sangue, senza sofferenza e dolore, la cruda e concreta realtà della guerra.
Un libro di critica scientifica che non dà ricette, ma pone alcuni grandi cartelli indicatori per una pratica di critica della politica di ampia partecipazione e di intelligenza creativa nella ricerca di una via d’uscita dai pericoli del presente. Messaggio attuale, quando l’opera fu presentata per la prima volta ai lettori tedeschi, attuale oggi, quando viene presentata ai lettori italiani.
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