Il Nada Yoga  e il Bardo Tosgrol

26-27 gennaio 2013 a MILANO, Starhotels Business Palace, via Gaggia 3

Condotto da  Selene Calloni Williams

Lo Yoga del Suono (Nada Yoga) e lo Yoga del Bardo (Transito) sono due Yoga Sciamanici himalayani di matrice tantrica.

Il suono, in quanto vibrazione, è il principio dell'attivazione di Kundalini (l'energia latente). Le pratiche altamente esoteriche di questo yoga permettono l'innalzamento della creatività e della serenità, la re-integrazione di energie e "frammenti d'anima", ampliano il punta di vista e concedono una vita ispirata. Lo Yoga del Suono nella combinazione con lo Yoga della Comprensione dello Stato di Sogno consente il "riconoscimento della realtà primaria della luce chiara" e la comunione con l'anima del mondo.

La pratica dello Yoga del Bardo consente l'innalzamento sensibile della felicità interna. Poiché l'essere felici è strettamente connesso ala possibilità di avere successo nella vita, di migliorare la propria situazione affettiva e lavorativa, lo yoga del Transito genera benessere nella conoscenza delle strutture più profonde della psiche e nella ricongiunzione con ciò che è al di là della Grande Soglia – che è ciò che tutti gli altri rifuggono.

Il cammino sciamanico-tantrico è un cammino controcorrente che conduce a re-integrare i propri poteri, i frammenti dell'anima che per un fenomeno culturale, l'uomo è comunemente portato a reprimere in seguito alla paura.

Lo Yoga del Suono e lo Yoga del Bardo lavorano profondamente sulla paura inconscia, sono cammini preziosi nella nostra cultura – che si fa notare per l'ignoranza che ha della morte e del transito in genere – nel nostro mondo – che si fa notare per la lontananza dalla felicità e l'imprigionamento in uno stato di coscienza privo di libertà.

"Che tutti in te sia gioia, questa è la tua meta!"

La pratica del Mantra Yoga e dello yoga del suono, per liberare le emozioni attraverso la voce, riscoprire il potere creatore del suono e superare le “obiezioni emotive al successo”.

IL BARDO, Un viaggio nella morte per comprendere la vita

Nel contesto dello Yoga Sciamanico troviamo un testo di fondamentale importanza, il Bardo Thodol, Il Libro Tibetano dei Morti, il cui insegnamento, adeguatamente trasmesso da un maestro aiuta il morente nel suo viaggio e costituisce un'impareggiabile guida per la vita. Seguendo l'insegnamento del Bardo, lo sciamano psicopompo può condurre nell'aldilà non solo i morenti, ma, mediante l'estasi meditativa, anche coloro che intendono ampliare il proprio stato di coscienza e guarire dai blocchi nevrotici generati dalla ristrettezza della corazza dell'io. Il viaggio nella morte diviene quindi lo strumento per favorire la guarigione e la crescita personale e per imparare ad affrontare le numerose piccole morti che si susseguono nella vita quotidiana.

Il Bardo insegna che nel processo della morte la conoscenza e la salvezza del piano spirituale appaiono sotto forma di luci abbaglianti, mentre il mondo e il piano mentale si presentano sotto forma di luci rassicuranti e piacevoli. La prima grande prova che il morente deve superare per ottenere la liberazione consiste nel riconoscere la luce abbagliante del piano spirituale come la vera natura di tutte le cose e dunque anche di se stesso. Ricordando gli insegnamenti ricevuti in vita il morente realizza che la propria intelligenza priva di pensieri concreti partecipa della natura della luce e in virtù di tale conoscenza abbraccia in se stesso l'infinita potenzialità spirituale. Allora la liberazione è certa.

Dunque, il morente deve avere il coraggio di seguire la luce abbagliante. Se, per paura, si rivolge alle luci rassicuranti della mente e del mondo, fallisce la prima prova del transito e

deve procedere nel transito; a quel punto la sua coscienza inizia a dispiegarsi mentre la sua intera esistenza gli si presenta sotto forma di visioni, di apparizioni che, in base al suo karma, potranno essere terrifiche o benefiche. Secondo il Bardo, nella morte la nostra coscienza è destinata ad aprirsi, a srotolarsi di fronte ai nostri occhi per mostrarci tutti gli aspetti di cui siamo fatti. Il segreto dell'arte del morire è riconoscere che tutte le apparizioni, terrifiche o benefiche, sono prodotti del nostro stesso pensiero, creazione della nostra stessa mente.

La morte insegna che tutto ciò a cui abbiamo assistito in vita non era che una proiezione della nostra mente e che, dunque, noi siamo i veri creatori di tutto ciò che ci è accaduto in vita. La salvezza nella morte consiste quindi nell'assumersi la responsabilità per ciò che si è, nel riconoscere se stessi nelle immagini benefiche e in quelle terrifiche, nell'ammettere che il mondo che abbiamo vissuto era dentro e non fuori di noi.

Tutti gli aspetti della natura che non riconosciamo come nostri perché li riteniamo inaccettabili o inarrivabili, sono proprio quelli con i quali dovremo confrontarci nella nostra prossima rinascita per reintegrarli in noi stessi.

L'amore incondizionato per la natura e la fiducia nella realtà quale manifestazione divina sono la via per trasformare l'individuo da creatura succube del proprio destino a padrone e maestro di sé e del proprio karma. L'amore e la fiducia sono, infatti, quegli atteggiamenti della coscienza che possono permetterci di abbracciare e comprendere, anziché giudicare e rimuovere, le esperienze e le emozioni.

Lo sciamano, attraverso la trance che permette il superamento delle barriere del giudizio mentale, ti porta a confrontarti con le emozioni naturali che tenevi tenacemente rimosse. Liberate dal giudizio negativo della morale nervosa, anche le energie apparentemente più malvagie o aggressive possono essere vissute nella perfetta innocenza, là dove nulla è inaccettabile o inarrivabile, ma tutto semplicemente è.

In sintesi, ciò che, secondo il Bardo, devi fare per raggiungere la salvezza nella morte è, riconoscere il potere della tua anima, non intimorirti dinanzi all'abbagliante luce della Conoscenza, ma affermare dinanzi a quella, così come dinanzi alle visioni benefiche o terrifiche che nascono dallo svolgersi della tua coscienza, ecco ciò che io sono.

Orari: dalle 10 alle 18, con breve pausa per il pranzo.

Costo del seminario: 250 euro. Gli iscritti alla scuola triennale di nonterapia e al percorso intensivo semestrale posso includere questo corso nella retta di iscrizione alla scuola.

MODALITA’ D’ISCRIZIONE

• invia una e-mail a [email protected] con il seguente oggetto: “Desidero iscrivermi al corso del 26 e 27 gennaio 2013 a Milano″. Nel testo del messaggio Indica il tuo nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, indirizzo email, luogo e data di nascita.