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25 MARZO 2010 ROMA SEDNA IL DECIMO PIANETA E DEA DELLE ACQUE
Sedna, il decimo pianeta che gli astrologi avevano immaginato, è stato scoperto a Pasadena, nell’osservatorio di Monte Palomar, da David Rabino e contemporaneamente da David Brown nell’osservatorio Gemini. Era dalla scoperta di Plutone, avvenuta nel 1930, che si sospettava l’esistenza di un ultimo pianeta del sistema solare, il decimo. L’importanza di questo ritrovamento è testimoniata da diversi “segni celesti”, cioè eventi astronomici che ne hanno preceduto la rivelazione. L’ultimo fu la lenta retrogradazione, al perielio da giugno a dicembre 2003, di Marte in Pesci, segno per altro direttamente collegato a Sedna. Il nome Sedna dato al pianetino sorge da una motivazione insita nell’inconscio collettivo. Per gli Eschimesi questo è il nome della Dea che rappresenta lo “spirito” del mare ed è madre delle sue creature. Essa, dopo una avventurosa storia di sopravvivenza in seguito ad un naufragio in cui fu aiutata da animali marini e si dice che la Dea continui a vivere nel fondo dell’oceano custodendoli e proteggendoli dalla persecuzione inflitta loro dagli uomini. Questa simbologia viene illustrata da Marina Canino, durante un incontro che si tiene a Roma, in Trastevere al 100 di Via San Francesco a Ripa presso Lettere Caffè, il 25 marzo 2010 alle h. 17.30. “Sedna, decimo pianeta e Dea delle acque profonde”, il titolo dell’incontro. La domanda che si pone Marina è: la natura è cosciente di se stessa aldilà dell’uomo o deriva consapevolezza attraverso di lui? Ovviamente la risposta che lei da è quella dell’autonomia consapevole di Madre Natura, che si manifesta attraverso tutte le specie viventi. Anzi, sono addirittura gli animali, per mezzo della loro magia spontanea, che vengono sentiti come salvatori dell’uomo e non viceversa.
L’acqua, che Sedna rappresenta, appartiene al principio mercuriale, il più manipolato di tutti, durante l’incontro si parlerà quindi degli imperi “idraulici” e del dispotismo umano nell’uso di questo elemento, che è un bene comune della vita. Esiste inoltre un nesso fra Saturno, l’acqua e l’Acquario (che è domicilio di Saturno) il quale trasforma le acque attraverso il “fulmine”. Nei tarocchi, la Torre (che rappresenta il Capricorno) descrive la presunzione di innalzarsi a Dio, ovvero alla Madre Universale, rimanendo però meschini e ottusi come si è, non trasmutando l’anima in un processo simbiotico di riconoscimento della comune appartenenza. Ed è per questa ragione che la Torre viene “fulminata” e distrutta. Da questa folgorazione sorge la nuova alchimia che unifica Terra ed Acqua.
Al contrario in tutte le religioni monotesiste si tende ad indurire l‘anima, ovvero l’ego dell’uomo, nell’assunzione di una ipotetica superiorità rispetto al resto dei viventi… Infatti sono gli uomini religiosi o gli scientisti, nella loro arroganza, che provvedono a costruire la Torre. In tal modo essi ritengono di poter ottenere il controllo sugli elementi senza sapere che loro stessi sono compenetrati dagli elementi…. Nella loro cecità, essi compiono un percorso all’indietro invece di procedere in consapevolezza. L’uomo pretende di poter essere ovunque e di poter controllare ogni aspetto della vita (vedi anche la manipolazione genetica), occupando ogni spazio vitale del pianeta a suo uso e consumo. Ma così facendo contemporaneamente cancella “l’umano” in lui, che è una componente della vita globale espressa sulla Terra. In conseguenza di ciò si innesca un meccanismo di reazione naturale, con catastrofi e disgrazie di ogni tipo. L’uomo non sa più vivere in uno “spazio diffuso e condiviso” ed infatti il danno maggiore di questo suo atteggiamento distruttivo è la profonda lesione del “tessuto connettivo” che noi tutti utilizziamo senza per altro riconoscerlo. Il tema che verrà trattato da Marina Canino, ci riconduce quindi alla necessità di considerare nel nostro quotidiano l’attuazione di una “ecologia profonda e di una spiritualità naturale, o laica” .
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