Nel Diagramma di tutte le Cose Viventi, G. I. Gurdjieff indicò i rapporti di nutrimento che intercorrono tra le Cose dell'universo: tutte le classi mangiano e vengono mangiate da altre classi. «II posto dell'uomo è il settimo quadrato partendo dal basso» – scrive Ouspensky in Frammenti di un insegnamento sconosciuto – «o il quinto partendo dall'alto. Secondo questo diagramma, l'uomo è idrogeno 24, si nutre di idrogeno 96, e serve lui stesso di nutrimento all'idrogeno 6. Il quadrato al di sotto di quello dell'uomo sarà quello dei vertebrati, il seguente quello degli invertebrati. La classe degli invertebrati è l'idrogeno 96. Di conseguenza l'uomo si nutre di invertebrati».
Gurdjieff non si è dilungato nel rispondere alla domanda: «chi mangia l'uomo?». Stando al diagramma di tutte le Cose Viventi, sappiamo solo che la classe in questione è quella degli Arcangeli.
Ciò non significa che, letteralmente, gli uomini mangino carne di serpente o lumaca e siano a loro volta cotti a puntino dagli Arcangeli. Lo spiega bene Carlos Castaneda: «Gli stregoni videro che questi esseri oscuri si cibavano della lucentezza emanata dalla consapevolezza degli individui, riducendone in tal modo sempre più la patina luminosa». Prosegue Jung: «Gli dèi sono insaziabili proprio perché hanno già ricevuto troppe offerte sacrificali: gli altari dell'umanità accecata trasudano sangue».
Si solleva, quindi, un interrogativo allarmante: e se il fiorire di tecniche di contatto con l'aldilà, la diffusione massiva di piante di potere e psichedelici, il boom delle tecniche di guarigione “canalizzata” non fosse altro che l'ultimo (e riuscitissimo) tentativo di distrarre i ricercatori dalla vera meta, oggi che – forse – sarebbe più vicina che mai?