I CREATIVI CULTURALI
Avete mai letto un libro di studi sociologici e, trovandoci descritti le vostre vite, le vostre speranze e timori, i vostri percorsi individuali, vostri valori, scopi, impegni o problemi? Così è successo a me, come a innumerevoli altri, quando ho letto il libro Cultural Creatives. Ho realizzato che quelli che ritenevo fin'allora le "mie personali motivazioni" o i "miei tipici conflitti" verso la mia famiglia di origine, erano parte di un cambiamento sociale a livello mondiale. Solo negli Stati Uniti - così mostra questo studio - esistono 50 milioni di persone alle quali sta accadendo la stessa cosa; in Europa ce ne sono perlomeno altrettante. Il movimento è cresciuto dagli attivisti o simpatizzanti dei grandi movimenti sociali sin dagli anni 60: movimenti femministi, movimenti pacifisti, antinucleari, gay e lesbiche, movimenti del terzo mondo, ecologisti e ambientalisti, movimenti di autocoscienza, esoterici e spirituali e così via.
Sempre più persone prendono parte ai (sempre più) numerosi movimenti modificando quindi a poco a poco così fortemente la loro visione del mondo da poter parlare di una sottocultura completamente diversa. Il nostro quadro del mondo comprende tutto ciò che noi riteniamo vero e importante così come i nostri valori e visioni, verso i quali orientiamo le nostre azioni. La verità e il valore di questa nuova e terza corrente culturale è fondamentalmente diversa rispetto alle due precedenti, la modernista e la tradizionalista. La nuova corrente mostra delle caratteristiche completamente nuove per i movimenti sociali di queste dimensioni in occidente: le più importanti sembrano essere il ruolo di conduzione delle donne, la nonviolenza quale consenso fondamentale di tutti i gruppi, il pluralismo di razze, nazioni, religioni e ceti sociali, il dare precedenza alle esperienze personali rispetto alla teoria. L'eccezionalità di questo movimento del Cultural Creatives è di evidenziare quello che noi stessi non avevamo notato: quale enorme e coinvolgente movimento siamo diventati nell'ultimo paio di anni. E dal punto di vista storico culturale la crescita del movimento è incredibilmente veloce. Nel mondo occidentale noi Cultural Creatives rappresentiamo circa un quarto della popolazione (i modernisti una metà e i tradizionalisti un quarto) e il movimento aumenta velocemente.
Inoltre, lo studio di Ray e Anderson mostra anche ben altri fatti che io non avrei mai immaginato: gli autori dividono il movimento Cultural Creatives per metà in un nucleo centrale e per l'altra in un gruppo di simpatizzanti. Hanno posto la spiritualità quale criterio determinante del nucleo centrale. Sono giunti alla conclusione che i ricercatori spirituali del Cultural Creatives sono attivi contemporaneamente a livello sociale, ecologico, e creativi nello sviluppo di nuove forme culturali, ossia esattamen-e l'opposto dei cliché passati. Questi cliché derivano dalla prima generazione di ricercatori spirituali degli anni '70 -'80. La loro ricerca interiore era per lo più solitaria, individuale. Quando molti di loro ebbero raggiunto una profonda coscienza tramite le loro esperienze, le conseguenze furono visibili particolarmente quelle relative alla loro relazione con la società e l'ambiente. Oggi le più importanti innovazioni culturali sono promosse da persone che hanno un profondo orientamento spirituale.
Il libro: Paul H.Ray e Sherry Ruth Anderson, The Cultural Creatives - how 50 Milioon People are Changing the World, NewYork 2000, Harmony Books
|