The Corporation
Il film è forse l'opera più interessante prodotta in questi anni dalla critica alla globalizzazione. E' un film di oltre due ore, ricco di documenti, storie, idee e d'ironia. Una specie di affresco satirico sul mondo delle multinazionali, un viaggio sulla nave dei folli del capitalismo globale. Nato da un libro inchiesta di Joel Bakan, professore di diritto alla British Columbia, il film, prodotto in Canada, è stato premiato dal pubblico dei Sundance festival.
Sullo schermo sfilano alcune delle icone del movimento no global, da Noam Chomsky a Michael Moore, da Jeremy Rifkin a Vandana Shiva, alla Klein. Eppure The Corporation non è un manifesto politico. Altrettanto se non più illuminanti delle interviste ai critici delle multinazionali sono le paradossali "confessioni, di manager e dirigenti, guru finanziari, spie industriali e pubblicitari.
Più efficace di un comizio è, per esempio, la convinta e sorridente autodifesa di una dirigente dei marketing per l'infanzia: "Manipolare i bambini è immorale? Molti me lo chiedono e a volte me lo chiedo anch'io. Ma questo è il mio lavoro". Un'aura di rispettabile, perfino accattivante schizofrenia circonda tutte le testimonianze dei manager. E' difficile immaginare queste brave persone, colte e compassionevoli, alle prese con brutali speculazioni sulla pelle di bambini cinesi o indiani. Eppure è quanto gli autori documentano senza possibilità di dubbio. The Corporation contiene alcune storie che varrebbero ciascuna un film.
tratto da Arcoiris
|