FENG SHUI E PERMACOLTURA
Maurizio Rovini
Spazio e insediamento, un connubio evidente a passeggio per Firenze, culla del rinascimento. Feng Shui e permacoltura, un approccio condiviso: dare continuità e sviluppo a un territorio e ai suoi abitanti...
Montagna e acqua sono gli elementi determinanti per un buon Feng shui. Passeggiando una sera per Firenze ero immerso in tali considerazioni. Questa città, circondata da rilievi dolci e attraversata dal fiume in maniera sinuosa è davvero fortunata e dotata di un buon Feng Shui. Il sito originario è ancora più speciale. La sua fondazione, come attestano gli ultimi scavi archeologici, si individua infatti un poco più a nord, sui "poggi" di Fiesole che dominano la piana del fiume e sono maggiormente protetti dai monti. Alcuni studiosi pensano che Fiesole sia stata una città etrusca enorme, finora mai stata scavata. L'influenza della fondazione originaria si diresse poi verso i ponti e i guadi del fiume creando le basi della città rinascimentale.
La scorso anno due ricercatrici Feng Shui, Simona Fiorito e Anna Maria Marrocco, architetti dell'associazione Natura e Architettura, presentarono ad un convegno uno studio sulla qualità energetica di Palazzo Vecchio. Il loro lavoro non faceva che confermare che l'edificio e la disposizione delle stanze interne, come anche la stanza del sindaco e la posizione della sua scrivania, sono energeticamente molto positive.
Un sito ben fondato dal punto di vista del paesaggio continuerà ad influenzare positivamente l'insediamento umano per molto e molto tempo ancora. L'influsso positivo, che può voler dire ricchezza, salute, equilibrio per gli abitanti, ma anche pace, sicurezza, progresso sociale e culturale per la città, dipende da una buona organizzazione dello spazio urbano inserito in un paesaggio geografico altrettanto favorevole. Montagna e acqua. Le montagne distribuiscono l'energia celeste e proteggono il sito, il fiume trasporta nuove idee e nutre il sito permanentemente.
Con queste considerazioni entravo in una libreria, l'unica aperta quella sera in centro a Firenze. naturalmente un posto popolato di giovani. Libri = energia legno. Viaggiatori stranieri = energia acqua, idee e comportamenti nuovi. Tre piani di libri, al centro un bar, un locale circondato da libri, chissà come andranno gli affari. Acqua, il vapore del bar, legno i libri, insomma il tutto dovrebbe andare molto bene. Stranamente non trovo libri sul Feng Shui. Fino a pochissimo tempo fa gli scaffali delle librerie si piegavano dal numero eccessivo di pubblicazioni, non tutte all'altezza e mai approfondite. New Age, moda? Chissà...
Al terzo piano nascosto tra i libri di giardinaggio emergeva una vera perla, un libro importante che in tutto il mondo ha significato un passaggio culturale fondamentale, che al solito in Italia non ha avuto che pochissima o alcuna eco. Si tratta di "Permacoltura" di Bill Mollison e David Holmgren, edizione dei Quaderni di Ontignano. Un testo introvabile ormai da molti anni tanto che data l'ultima edizione nel 1981. Dall'introduzione di Giannozzo Pucci, nobile difensore della civiltà contadina e personaggio carismatico del mondo ecologista italiano, la definizione di Permacoltura: "...mette insieme le conoscenze di molti tipi di animali e piante con i principii di uso della terra che derivano da numerose discipline diverse: ecologia, economia botanica, antropologia, orticoltura, architettura del paesaggio, idraulica ecc. La regola d'oro della progettazione permacolturale è: massimizzare le combinazioni fra le diverse funzioni e le economie incrociate. Un paesaggio costituito di diverse specie, ciascuna delle quali ha più utilizzazioni, tenderà a formare cicli nutritivi, catene alimentari che porteranno a produzioni sostenibili di beni e servizi".
Il libro fin dalla sua prima uscita in Australia nel 1978 ebbe subito una grande diffusione, specialmente nei paesi del terzo mondo, dove la permacoltura divenne disciplina universitaria, ad esempio in Messico. Nel 1981 ricevette il "premio Nobel Alternativo". Faccio anche notare che la rivista ecologista inglese più alternativa (come le nostre TraTerraeCielo e AAM Terra Nuova) si chiama "Permacolture".
In me nascevano nuove considerazioni: quando si parla di economia sostenibile non bisogna pensare a costruire auto ad idrogeno invece che a benzina, ma a costruire un sistema di produzioni di beni e servizi integrato al luogo, progettandolo il più possibile "permanente". Le grandi culture contadine di tutto il mondo, alcune grandi civiltà del passato come quella etrusca, pensavano l'insediamento e la produzione in termini di stabilità e sostenibilità. E possiamo aggiungere che le economie legate ai luoghi deve avere come presupposto non solo il rinnovo continuo di un patto di amicizia tra uomo e natura, ma soprattutto un rinnovamento del rapporto tra uomo e uomo. La sostenibilità ambientale deve andare d'accordo necessariamente con l'ecologia umana, il rispetto e la tolleranza, la dignità della donna, i diritti dei bambini, il sostegno degli anziani, la cura dei malati. Non può essere scissa da una visione complessiva per essere permanente.
Queste considerazioni si associavano ad altre idee quando uscito dalla libreria notai un giovane maghrebino, alto, ben piazzato, che camminava di fronte a me. "Fermo, non puoi farlo!" urla all'improvviso. Si accorge infatti che davanti a lui un piccoletto barcollante con la sciarpa viola stava trascinando una bicicletta con la ruota posteriore che sembrava bloccata. Il maghrebino allunga le braccia e strappa da dietro la bici di mano al ladruncolo. "Tanto Berlusconi vi rimanda tutti a casa!" inveisce il piccolo dalla sciarpa viola e velocemente e si dilegua. Avrei voluto ringraziare il giovane nordafricano a nome di tutti, mentre riponeva la bici al suo posto, ma non ho colto l'attimo giusto e si è allontanato, forse per paura, in tutta fretta.
Ecco che è sorta in me un'altra considerazione. I problemi della sicurezza che attanagliano le chiacchiere politiche potrebbero essere risolti con un maggiore senso di responsabilità di ognuno, responsabilità che è energia interiore. E anche la forza morale dipende dall'equilibrio dell'uomo con l'ambiente. Lo ha dimostrato quel ragazzo maghrebino di fronte al ladruncolo. Pur abitando in una città straniera, ha infatti preso di posizione di persona in difesa delle leggi universali (non prendere il non dato dicono i buddisti). Se ne sono accorti di recente anche in Australia, dove la polizia locale di Canberra ha chiesto una consulenza ad esperti di Feng Shui per intervenire con modifiche urbanistiche e architettoniche su alcuni quartieri particolarmente degradati e ricchi di criminalità. Pare che l'intervento abbia prodotto buoni risultati ed è stato pubblicizzato su alcuni siti internet.
Anche "Permacoltura" di Mollison e Holmgren sostiene proprio che il riequilibrio ambientale di zone degradate delle periferie urbane possa avvenire con piantagioni permanenti, rimboschimenti e orticoltura, in modo da fornire una cultura/cura del territorio, ma anche forme di sostegno economico, attraverso la vendita di prodotti, di produzioni sostenibili di legname, di accumulazione delle acque piovane. Il tutto per dare a popolazioni indigenti delle periferie urbane nuove forme di sostentamento locale e di gestione diretta delle risorse.
Idee, progetti, sensibilità che dovrebbero avere il sostegno delle azioni dirette dei cittadini per svilupparsi e realizzarsi. Cosa che è avvenuta in Brasile, in Messico, Venezuela dove la permacoltura è diventata azione popolare contro il degrado delle favelas e barrios, ma che non trova in Italia ancora uno spazio fattivo e di azione. Feng Shui e permacoltura hanno molti punti in comune, ma soprattutto la stessa sensibilità verso i problemi di equilibrio umano e sociale, come quello ambientale e di "sostenibilità" permanente dell'insediamento umano su questa Terra. Speriamo che almeno Firenze, forte del suo patrimonio, cominci a prenderne coscienza.
da: Biocasa n.187, dicembre 2004
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